Eccomi, questa volta sono stata
più veloce!
La scuola finisce
domani (alleluia!) così ho più tempo per scrivere
la storia che ho in mente e postare questa! :)
Colgo
l'occasione per fare gli auguri a lei:
JadedSha
Happy
birthday to you Serena, I love you.
- Your Tab.
Ventiduesimo capitolo: Der letze Tag
Era l'una passata, non riuscivo ad addormentarmi, attendevo il ritorno di Bill dal concerto. Sentivo della musica provenire dall'esterno, schiamazzi e risate divertite, Los Angeles era ancora molto attiva, al contrario mio, che aspettavo il mio ragazzo buttata sul letto, con addosso solo una felpa e un'aria decisamente poco felice.
Dopo mezz'ora passata a contemplare la porta, finalmente vidi la maniglia aprirsi, seguita dall'entrata del cantante.
-Ehi, ancora sveglia?- domandò slacciandosi il cappotto di pelle scura, con tono leggermente stanco.
-Già, non riuscivo ad addormentarmi- bugiarda, pensai mentalmente. La verità è che lo aspettavo. -Com'è andata stasera?- a questa domanda il suo viso prese immediatamente vita, mentre gli occhi iniziarono a brillare.
-Oh, è stato stupendo! C'erano tantissime persone, abbiamo suonato quasi tutte le canzoni in tedesco, e cantavano insieme a me! Una sensazione bellissima!- fece quel sorriso che amavo tanto; -Tu invece che hai fatto?- oltre ad aspettarlo e pensare come un'ossessa?
-Nulla, ho guardato un po' di televisione. Adesso basta parlare, non voglio che mi crolli, sei magrolino si ma non riuscirei a metterti a letto- ridacchiai, lui mi guardò male e scomparì in bagno, per tornare cinque minuti dopo con addosso un paio di pantaloni larghi della tuta.
-Non ti sei struccato?- domandai indicando gli occhi cerchiati ancora di nero.
-No, non ne ho voglia. Tolgo domani mattina, tanto ho la giornata libera- sospirò -finalmente- aggiunse lui ad alta voce, io mentalmente.
-Ci voleva- commentai io, stendendomi a letto. Sentì il letto abbassarsi e due braccia sottili circondarmi la vita.
In quel momento tutta la rabbia che potevo provare verso di lui, la frustrazione per essere stata messa da parte per colpa di Gabrielle, per essermi sentita sola.. svanì. Non potevo farci nulla, aveva troppo potere su di me, oramai la mia felicità dipendeva dalla sua presenza. E ciò non era un bene, decisamente. Potevo fare la masochista, stare con lui nonostante sembrava preferisse la presenza della truccatrice, soffrire ma averlo vicino. Oppure potevo lasciarlo e soffrire come un cane.
Cosa potevo fare? Avrei sofferto comunque, in ogni caso. Fu con questi pensieri che mi addormentai, passando una notte per nulla tranquilla.
* * * *
Allungai leggermente le mie gambe sul letto, stiracchiandomi e sbadigliando silenziosamente. Aprì gli occhi, socchiudendo le palpebre per abituarmi alla luce; girai lo sguardo sul comodino, la sveglia segnava le dieci e mezza, avevo dormito abbastanza, così decisi di alzarmi. Mi girai a guardare Bill che dormiva, aveva la bocca socchiusa e respirava lentamente, come un bambino. Sorrisi a quell'immagine, quanta dolcezza. Considerando che la sera precedente era molto stanco, dubitavo si sarebbe svegliato presto, perciò dedicai un po' di tempo a me stessa. Prima di tutto mi feci un lungo bagno nella bellissima vasca di marmo della stanza d'albergo, stetti immersa per una mezz'ora buona, con alle orecchie lo soave voce del cantante dei Guns. Uscita asciugai i capelli biondi e passai al trucco, ultimamente ne mettevo meno, limitandomi ad ombretto nero, non avevo nè tempo nè voglia. Così quella mattina mi misi d'impegno, passando sugli occhi uno strato di polvere grigia, una linea perfetta di eye-liner, mascara e matita sempre nera. Ripescai dal mio beauty case il mio amato rossetto corallo, mettendone uno strato leggero sulle labbra. Un'ora e mezza dopo, ad opera conclusa, mi fissai sullo specchio. Finalmente rimandò un'immagine che mi soddisfaceva, la ragazza riflessa era meno pallida del solito, più bella. Ero di buon umore, perciò decisi di mettere qualcosa di insolito, parecchio per i miei standart. Misi uno dei vestiti procuratomi da Bill, un semplice abito nero, con pizzo rosso. Sembravo una bambolina-dark. Ridacchiai al pensiero e sentì il telefono squillare. Mi affrettai a rispondere, sperando che la suoneria non l'avesse svegliato. Era Andrea.
-Pronto, Andi! Come stai?- dissi.
-Ehi, è da una settimana che non ci sentiamo! Ti ho dato per dispersa!- ridacchiò -Come stai?- chiese.
-Mh, così. Diciamo che mi godo gli ultimi giorni da tecnico dei Tokio Hotel.. e penso anche da ragazza di Bill Kaulitz- aggiunsi con tono sarcastico, per nascondere la tristezza che ciò mi provocava.
-Cosa? Perchè?-
-Oh dai, penso accetterò l'offerta e andrò a lavorare a Los Angeles, quindi una relazione a distanza non funzionerebbe.. almeno, ora come ora sarebbe il suicidio. Senza contare che, secondo me, a lui inizia a piacere Gabrielle- spiegai.
-Ma non puoi mollare così, devi combattere, lo ami no?-
-Di più- sospirai, -ma se lui vuole stare con l'inglese, che ci stia. Non voglio stia con me se pensa non ne valga la pena-
-Ne vale la pena! Smettila di parlare così! Sembra che tu.. ti sia arresa- constatò.
-Beh... perchè è così. Quindi mi godo gli ultimi giorni di felicità, non voglio pensare troppo positivo, so già che ci starò di merda, ma se mi illudo.. sarà peggio-
sentì un breve silenzio dall'altra parte, -Tanto sei cocciuta, quindi è inutile che parli cercando di farti cambiare idea-
-Ecco- sentì un movimento provenire dalla camera, forse si stava svegliando -Scusa, devo andare. Ci sentiamo Andy, ti voglio bene- ricambiò il saluto e andai dal frontman.
-Ehi- mi sorrise, parlò con voce roca, ancora addormentata.
-Buongiorno Will- mi guardò male, -Ero al telefono, spero di non averti svegliato-
-No, non ti preoccupare- si passò una mano sugli occhi, sporcandosi leggermente di trucco, facendomi ridacchiare.
-Ma, sei bella stamattina- affermò guardandomi.
-Oh grazie, perchè sono brutta di solito- alzai un sopracciglio.
-Ma dai, scusa! Intendevo, sei sempre bella- sottolineò il sempre, -ma oggi particolarmente- Arrossì.
-G-grazie. Non sapevo che fare. E' meglio che tu ti tolga tutto il trucco che hai in faccia, aspetta qui- mi recai in bagno, tornando con l'occorrente necessario.
Lui intanto si era seduto a gambe incrociate sul letto, mi guardava curioso.
-Posso?- annuì incerto, così cominciai a passare leggermente il cotone sulla sua pelle chiara, levando tutto il nero.
Era così bello, aveva un viso delicato, liscio e una pelle prima di imperfezioni. Erano passati sei mesi dalla prima volta in cui lo vidi, ma mi stupivo sempre di come potesse essere bello.
Mentre passavo un po' d'acqua sul collo, cercando di togliere residui di fondotinta - non capivo perchè lo mettesse sinceramente, come volesse nascondere la sua vera pelle -, sentì il suo respiro vicino al mio collo, e il mio cuore battere furiosamente. Mi girai verso di lui, rimanendo incatenata coi suoi occhi. Sorrisi imbarazzata, non reggevo a quelle pupille nocciola, perdevo il controllo. Lui ricambiò il sorriso, mi alzò il viso con una mano e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Dischiusi la mia bocca permettendo di far entrare la sua lingua, rabbrividì sentendo il suo piercing. Circondai il suo collo con le mie braccia, mentre lui mi distese sul letto, facendo aderire il suo corpo sul mio. Era a petto nudo, mi piaceva il contatto con lui, sentivo il suo cuore battere sul mio. Lentamente tirò giù la lampo del vestito, rimasi con addosso un semplice completo intimo nero. Invertì le posizioni e feci scivolare giù dal letto i suoi pantaloni.
Fu passionale, dolce, perfetto. Troppo forse. Mi stesi accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto. Avevamo ancora il respiro irregolare. C'era silenzio. Volevo parlargli, volevo dire che l'amavo. Non ne avevo più il coraggio, sarebbe stato troppo per me ricevere come risposta un "anche io", visto che avevamo i giorni, se non ore, contate. Cominciò ad accarezzarmi i capelli, il suo tocco mi faceva sentire il paradiso. Scesi dalla mia nuvoletta di felicità quando constatai che era mezzogiorno passato e avevo fame.
-Will..- piagnucolai.
-Si Angelika?- sbuffai sentendo il mio secondo nome.
-Ho fame- scoppiò a ridere. -In effetti, anche io! Abbiamo bruciato stamattina!- mi fece l'occhiolino e io ricambiai con una gomitata in pancia.
-Ehi, ma che violenza! Scendiamo a mangiare?- annuì, recuperai i vestiti e sistemai il trucco, leggermente colato. Scendemmo mezz'ora dopo, il tempo che Bill impiego per vestirsi e truccarsi, era stato relativamente veloce!
La band aveva fatto riservare una sala da pranzo, quindi potevamo mangiare in tranquilla, senza temere di essere fotografati.
-Ehi buongiorno ragazzi!- salutò Tom, seduto assieme alla rossa.
-Ciao Tom, Anna- ricambiammo il saluto.
-Tutto bene?- domandò la ragazza, rivolgendomi un'occhiata. Scossi le spalle e risposi un "bene" non proprio convinto.
Iniziammo a chiacchierare, mentre i camerieri portavano da mangiare.
-Cosa fate oggi?- domandò il gemello chitarrista.
In realtà non lo sapevo, perciò aspettai fu il mio ragazzo a rispondere.
-Alle due e mezza vado con Gabrielle a fare shopping- fu la sua risposta allegra. Stavo bevendo un sorso d'acqua e quasi mi soffocai.
Un giorno libero dopo tanto, e lui? Lo passava con quella!
L'altra coppia mi fissò preoccupata -Scusatemi- dissi cercando di deglutire.
-E tu che farai Maia?- domandò l'ex-rasta.
Beh, probabilmente avrei passato il pomeriggio a programmare il litigio che avrei avuto con Bill la sera, perchè Dio solo sapeva quanta voglia di urlare avevo.
-Penso aggiornerò il vostro blog, ordini di David. Poi farò le valigie, domani si parte per Toronto- fu invece la mia risposta. -Voi?-
-Un giro in città. Oh Bill, sta arrivando Gabrielle- dichiarò il gemello, mi girai e vidi la ragazza venire verso di noi. Sembrava un angelo, perchè doveva essere così bella?
-Buon pomeriggio- disse lei con voce dolce, chinandosi a dare un bacio al mio ragazzo sulla guancia. Sentì il sangue salirmi al cervello, stavo elaborando una frase poco carina da dire ma fui interrotta dal "bip" proveniente dal mio cellulare, messaggio dalla rossa, alzai un sopracciglio, che voleva?
"Ricordati di respirare, sembri una pentola a pressione pronta a esplodere"
"perchè è quello che sono. BOOM" risposi.
-Io me ne torno in camera- dissi, -divertitevi oggi pomeriggio- aggiunsi poi, incolore. Senza aspettare risposta, fuggì in camera, piazzandomi davanti al televisore. Pensavo la nostra storia sarebbe durata almeno fino alla fine del tour, ma qualcosa mi diceva che mi sbagliavo.
Nella mia mente risuonò il ritornetto di "der letze Tag". Niente più azzeccato.
* * * *
Ecco il
capitolo, spero vi sia piaciuto :)
Grazie
per le recensioni, sono arrivata a quota 255! Insomma,
neanche
credo di meritarle, siete fantastiche. ♥
Anna