Capelli lunghi, dorati, ricadono in boccoli delicati che sfiorano il viso pallido, al quale sotto la frangetta diritta e liscia, si nascondono due occhi del colore del mare quand’è sereno.
L’espressione della bocca si raccoglie in un mezzo sorriso che quasi pare malinconico, ma si nasconde dalle guance rosee che accentuano il viso.
 
Rosemary è il suo nome e una piccola bambola lei è. Nata per recare gioia ad una bambina che la mamma aveva perso.
 
Felici erano insieme, giocando per coprire quei momenti bui. Ma il tempo è come il vento, che soffia veloce e burrascoso senza ostacoli che lo blocchino o che gli impediscano di avanzare.
Ben presto la bambina crebbe e invecchiò, lasciando la bambola sola e addolorata.
 
Sulla mensola affianco al letto della bambina lei restava, con la testa inclinata verso la porta, sperando che ella tornasse, per coprire quei momenti di angosciante solitudine.
Ogni sera, una lacrima lei versava, e un gemito sottile di disperazione emetteva, il sorriso in una smorfia di dolore si trasformava, e le guance che prima erano rosee e delicate, diventarono pallide e gelide, senza alcun colore.
 
Passarono anni e la polvere su di lei si accumulava, come la polvere nel suo cuore.
 
Ma un giorno un angelo guardò dentro una specchio, che rifletteva i cuori delle persone, e rimase stupito dai sentimenti profondi che provava quella piccola bambola. Mai un giocattolo aveva provato sentimenti, sino a farle avere un’anima che pareva quasi umana e piena d’amore.
 
L’angelo si commosse a tale vista, e diede un dono alla bambola, che potesse incontrare una bambina come quella che lei amava con tutto il suo piccolo cuore.
Così l’angelo scese sulla terra e si trasformò in una bambina, così da poter vivere per sempre con lei.
 
Rosemary era talmente felice, che le caddero delle lacrime di gioia, finalmente aveva ritrovato qualcuno che le spolverasse il cuore.
 
Passarono i giorni, ma non il tempo, poiché la vita di un angelo non ha limite.
 
Talmente forte era la gioia, che una notte, senza oscuri e freddi pensieri, per la prima volta, una bambola chiuse gli occhi, e serenamente si addormentò.
 
 
Fine