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Autore: Olly117    08/06/2011    1 recensioni
In una sera tranquilla nella sala comune di Grifondoro Harry e Ginny pensano al loro destino minacciato dalla guerra incombente...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Harry
 
Come era solito fare da diverse sere a quella parte, nonostante tutti i tentativi di rimanerle indifferente, nonostante fosse salito nel dormitorio molto prima del solito, onde evitare di sciogliersi come un ghiacciolo al sole mentre la guardava, Harry stava pensando a lei. Ginny. Cinque lettere, due sillabe che si ripetevano all'infinito nella mente di un desolato e straziato Harry che, nonostante le palbebre pesanti dal sonno e i continui sbadigli (i suoi impegni di capitano della squadra di Quidditch lo sfinivano), non riusciva a dormire, desiderando costantemente, continuamente, incessantemente lei. Sì, lei, la piccola Weasley, l'ultima che si sarebbe mai aspettato. "A quanto pare i Potter hanno un debole per le rosse..." si ritrovò a pensare divertito il ragazzo, rammentando la chioma rosso fuoco di sua madre che spesso aveva osservato nelle foto. E lui, Harry, amava tutto di Ginny, non solo i suoi splendidi capelli lisci come la seta in cui così tante volte aveva sognato di poter affondare le mani...era pazzo di lei, mai sazio della sua presenza: adorava la sua carnagione chiara e le mani gli formicolavano al desiderio di poterla accarezzare, voleva annegare nei suoi occhi di cioccolato così scuri e profondi, la sua figura esile che tutti i giorni vedeva girovagare per corridoi di Hogwarts oppure, d'estate, alla Tana, gli provocava quelle strane, sconosciute, meravigliose sensazioni che mai aveva provato prima di allora\. Nemmeno con Cho, la sua ex ragazza che gli era piaciuta così tanto all'epoca, si era mai sentito così. "Beh, se questo non è amore, gli assomiglia davvero bene..." Ma ormai era certo di amarla perchè stare con lei era come...come... beh, non sapeva nemmeno descriverlo. Forse come acqua dopo una lunga corsa sotto il sole, aria dopo un tuffo in mare, cibo dopo dieci giorni di digiuno. Una ventata di primavera arrivata in anticipo, una corsa a tutta velocità sulla sua Firebolt, il boccino fra le sue mani, l'abbraccio delle persone a cui voleva bene...No, quello che provava quando era con Ginny era solo...Ginny. La cosa che preferiva al  mondo. Stop. Punto. Tutto qui. Non c'era modo di paragonarlo a qualcosa. Perchè lei riusciva a moltiplicare tutto all'ennesima potenza: poteva far gonfiare il cuore di Harry fino a farlo quasi esplodere, semplicemente guardandolo negli occhi o sorridendogli, oppure poteva farlo sprofondare giù all'inferno come quando l'aveva vista baciarsi con Dean Thomas nell'angolo più buio della sala comune. "Aaaaah!! Smettila Harry! Pensare a lei in questo modo non serve a niente! Ginny non è tua, non hai alcun diritto su di lei, chiaro? C'è Ron di mezzo, suo fratello e tuo migliore amico, e hai un mucchio di altre cose a cui pensare. E quel gran simpaticone di Voldemort è il primo della lista. Se disgraziatamente scoprisse ciò che provo per Ginny la attaccherebbe subito. E lui semplicemente NON può farle del male! Non lo permetterò mai! Aaah, quanto mi piacerebbe stritolare quella faccetta bianca e malaticcia che si ritrova!! Quindi per ora datti una calmata e soprattutto taci! Okay?" Okay. Harry era triste, solo, sconsolato, depresso, demotivato, provava tutte quelle brutte sensazioni che arrivano nei momenti di sconforto. Però, riuscite a crederci?, Harry si sentiva anche...speranzoso, pieno di coraggio e questo gli scaldava il cuore come se avesse appena bevuto una bottiglia di Whisky Incendiario. Credo che mai riusciremo ad abituarci alla forza d'animo di Harry Potter conosciuto come il Prescelto, il Bambino-che-è-sopravvissuto, più semplicemente Harry, un ragazzo di sedici anni a cui è stato assegnato un destino difficile, tortuoso e pieno di dolore.
Così Harry si ritrovò a pregare perchè la guerra finisse presto, così che lui avrebbe potuto avere una vita normale, avrebbe potuto amare Ginny, come desiderava fare da tanto tempo e...beh...forse era sperare troppo, ma Harry aveva la netta sensazione che anche per lui, anzi per loro, ci sarebbe stato un bellissimo lieto fine.
 
Ginny
 
"Che cavolo mi succede?!? Che cosa diavolo mi prende?? Mi è passata, se n'è andata ormai, no? La cotta per Harry non esiste più da tempo e adesso lui è solo un mio carissimo amico...non è vero?? ...No. Okay, a me stessa non posso mentire. Diciamo le cose come stanno: io amo Harry Potter. Non mi ricordo nemmeno più da quanto...Sei anni? Sette? Boh, so solo che quello che provo per lui è indescrivibile, unico e meraviglioso. Non so nemmeno definire questo sentimento: amore struggente, affetto incondizionato, dolcezza infinita, dedizione totale...E chi lo sa? Vale la pena di vivere la vita solo per provare queste emozioni. Ed è a questo che penso quando evoco un Patronus: penso a Harry che mi sorride, me lo immagino davanti a me mentre mi scruta da dietro le lenti degli occhiali con i suoi occhi verdi che sembrano penetrarmi nell'anima, mi figuro i suoi capelli neri come la notte e indomabili, penso al suo sorriso innocente e dolcissimo. Il ricordo più bello di tutta la mia vita è lui, semplicemente lui, da quando ne ho memoria. Forse è una cosa stupida: ho tonnellate di ricordi bellissimi, con i miei genitori, con i miei fratelli e anche qui a Hogwarts di momenti memorabili ne ho passati, ma tutte le volte che cerco di pensare a qualcosa di felice, qualcosa che mi abbia resa davvero contenta...beh, arriva lui. Non so perchè e mi rendo perfettamente conto che la cosa non ha senso: ho passato molto più tempo con Hermione oppure con Dean, addirittura con mio fratello Ron, ma con Harry... beh, sì,  un po' di tempo insieme lo trascorriamo, agli allenamenti di Quidditch, nella Sala Grande oppure in sala comune, ma io per lui sono semplicemente la sorella minore del suo migliore amico, nient'altro, perchè dovrebbe passare del tempo con me?".
Ginny era seduta su una poltrona della sala comune e fissava il fuoco assorta nei suoi pensieri. Qualche minuto prima aveva visto Harry alzarsi dalla sua postazione vicino all'ingresso , passarsi una mano tra i capelli arruffandoli ancora di più con un gesto nervoso e dirigersi lentamente e con aria sconsolata verso il dormitorio dei ragazzi. "Chissà perchè è così triste?" si chiedeva la ragazza, cambiando posizione sulla poltrona e tirandosi leggeri cazzotti sulla gamba destra che le si era addormentata a causa dell'immobilità. "Ginny, sei davvero un'idiota! Sta combattendo contro Voldemort, per amor del cielo. Chiunque sarebbe a pezzi dopo tutto quello che ha passato." Infatti Ginny rimaneva sempre più stupita dal fardello di dolore che Harry portava sulle spalle fin da quando era nato: prima i suoi genitori, poi Sirius...chi sarebbe stato il prossimo? Ginny rabbrividì. Non poteva pensarci, proprio non ci riusciva. Harry NON poteva morire. Eppure le circostanze c'erano tutte...uno stregone matto, malvagio e potente, lui che non poteva fare a meno di comportarsi da eroe e tutte quelle storie sul Prescelto. Harry destinato ad uccidere Voldemort. In effetti, chi ne aveva più diritto di lui? Anche se uccidere non è proprio un diritto... Beh, se è per questo non era nemmeno del tutto certa che Voldemort fosse umano. "Comunque quando questa stramaledettissima guerra finirà (perchè finirà, non è vero?) potrò  finalmente rivelargli i miei sentimenti e se lui li ricambierà, sarò la persona più felice di questa terra. Lo Specchio delle Brame sarà fiero di me. Non so se sto rischiando di bruciarmi con la fiamma della speranza, ma ho davvero un buon presentimento riguardo al nostro futuro..." Cullandosi in questo dolce pensiero, Ginny si addormentò con il sorriso sulle labbra, pensando non più alla minacciosa e incombente guerra, ma soltanto al verde dei suoi occhi.
 
 
 
  
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