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Autore: ambher    09/06/2011    3 recensioni
ed ecco la mia prima long-fic!!siete prontiiiiii?????? vabo apparte la mia follia che ultimamente mi preoccupa questa fic sara tutta tutta sull'ultima battaglia contro aster e ci saranno alcuni punti di vista tra cui oltre a quelli di soana e sennar ci saranno quelli di un fammin di aster e molto probabilmete anche se ancora devo pensarci su yeshol... buona lettura e spero vi piaccia =)
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Anekhter urlava e scalpitava come una bestia, la voce del mago gli risuonava nel cervello, impedendogli di pensare -“sei una bestia, nient’altro che una macchina per uccidere”-. <<Si! sono una macchina>> ripetè con ferocia e convinzione“non sai cos’è il dolore, non temi la morte, il tuo unico compito è distruggere ogni cosa”.

La sete di morte e distruzione iniziò a farsi sentire prepotente in lui, ma con un immenso sforzo Anekhter riuscì a controllare quella voglia. << Non è ancora ora >> si disse in un sussurro che somigliava più a un ringhio- “FAMMIN, VOI SAPETE PER CHI COMBATTETE, PERCIO' ORA ANDATE E UCCIDETELI TUTTI, NON ABBIATE PIETA' IN NOME DEL VOSTRO SIGNORE E PADRONE ASTER” - . Le urla agghiaccianti dei Fammin si diffusero seminando terrore. La formula proibita, che includeva tutti i loro nomi compreso il suo, fu pronunciata e ciò che vide fu solo sangue.

Si gettò nella mischia ruggendo e graffiando. Strinse la sua ascia con decisione e attaccò con una ferocia inaudita, falciando uomini su uomini. Li voleva tutti morti. Il desiderio di sangue era totalmente padrone della sua mente. Furono ore di orrore. Squarciò e massacrò centinaia di uomini ebbro di tutto quel dolore e di tutte quelle urla.

All’inizio fu solo una sensazione, la voglia di sangue stava scomparendo a poco a poco, sentiva la testa più libera come se non fosse più gravata da quel grosso macigno che gli attanagliava la mente. Continuò a lottare ma non lo faceva con la stessa ferocia cieca di un volta. Si ricordò le parole di un Fammin, Vrasta, quando gli aveva spiegato cosa era un Errato e si chiese se non stava diventando uno di loro. Vrasta non era un suo amico, tra i Fammin non c’era spazio per queste cose, ma per la prima volta si chiese che fine aveva fatto e non poté fare a meno di provare per lui un sentimento quasi fraterno.

Si guardò attorno e vide orde di uomini lanciarsi all’attacco e decine di Fammin correre in tutte le direzioni spauriti e perduti senza nessuno che dava loro degli ordini. Si! perché per un Fammin gli ordini erano tutto, i Fammin vivevano per gli ordini e per un Fammin esistevano solo gli ordini. Le voci dei maghi che li comandavano erano sparite come se improvvisamente ogni mago avesse perso il controllo su di essi. Continuava a combattere ma sempre con meno foga. Colpì un ragazzo uccidendolo e, per la prima volta, si sentì sporco dentro chiedendosi cosa fosse quella sensazione mai provata prima. Voleva scappare, allontanarsi da quel luogo di morte e distruzione, continuava a uccidere ma si rendeva conto di non volere più farlo. Inorridiva ad ogni colpo, per caso il suo sguardo incontrò una pozza d’acqua e vide riflessa una creatura mostruosa, sporca di sangue non suo, i peli irti e una chiostra di denti affilatissimi che ghignava maligna.

Abbandonò l’ascia e si guardò attorno disperato. Fu in quell’attimo di disperazione che non vide il soldato che gli si avvicinava finchè una lama non gli trapassò da parte a parte il petto. Capì che era finita prima ancora di sentire il dolore. Cadde a terra in una pozza di sangue nero e vischioso. Aveva dolore in tutto il corpo ma non gli importava, si sentiva per la prima volta in pace con se stesso, per la prima volta si sentì un umano pieno di sentimenti. Con un ultimo sforzo sorrise, poi le forze lo abbandonarono e il buio calò sulla sua vita.

   
 
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