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Autore: Panico    28/02/2006    7 recensioni
Se c'era una cosa che mi faceva impazzire di Ron, tra le tante, era l'atteggiamento che assumeva nei miei confronti quando eravamo in pubblico. O quando c'era Lavanda nei paraggi, che praticamente era la stessa cosa.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"I cannot find a way to describe it "Non riesco a trovare un modo per descriverlo
It's there inside, all I do is hide E' dentro di me, tutto quello che faccio è nasconderlo
I wish that it would just go away Vorrei solo che se ne andasse via
What would you do, you do, if you knew Che cosa faresti, cosa faresti, se sapessi
What would you do" Che cosa faresti..."




- Sei innamorato di lei? -

Eravamo ad Hogsmeade. Di lì a un paio di giorni sarebbe stato il compleanno di Lavanda, e Ron mi aveva chiesto di accompagnarlo, per scegliere il regalo.

Il nostro rapporto è sempre stato in bilico, ma era un po' che non litigavamo. In un certo senso, era come se mi fossi rassegnata, stancata di litigare sempre con lui, stancata delle nostre incomprensioni, stancata delle tante discussioni mai compiute. Così, in cuor mio avevo deciso che potevamo essere amici. Amici nel senso di amici stretti..come lo ero io con Harry, in un certo senso. Quegli amici a cui ti confidi, in cui cerchi conforto e a cui chiedi consiglio. Forse questo è stato uno dei miei grandi errori.

Perchè tra tante persone, sua sorella, ad esempio, od Harry stesso, avesse scelto di chiedere aiuto nella scelta del regalo proprio a me, ancora devo capirlo.

Fatto sta che ci trovavamo seduti sugli scalini di un negozio, non ricordo quale, stremati dal continuo girovagare per tutta Hogsmeade. Non avevamo ancora trovato un maledetto regalo. Eravamo soli, non ricordo dove fossero Harry e Ginny..in realtà non mi interessava nemmeno saperlo.

Lui poggiava la schiena contro la vetrina del negozio, lo sguardo fisso davanti a lui; io tenevo il viso con la mano, il gomito appoggiato sulle ginocchia, e lanciavo, di tanto in tanto qualche occhiata ai passanti. Parlando del più e del meno, Ron aveva fatto scivolare la discussione su Lavanda, non so perchè. Mi meraviglia ancora il modo in cui lui, da un po' di tempo a quella parte, aveva preso ad aprirsi con me. Da un lato questo fatto mi rendeva fiera, dall'altro avrei preferito scappare quando lui cominciava a confidarsi.

- Ron? -

- Mh? -

- Sei innamorato di lei? -

Vidi i muscoli del suo viso irrigidirsi, mentre le sue orecchie si tingevano di un acceso colorito rossastro.

- Non lo so..cioè, sì.. Lei prova per me un sentimento fortissimo..me lo ripete sempre. Mi dice che sbaglia, che lo sa di sbagliare a provare questo per me..ma che non ci può fare niente.. -

Sbuffai, più sonoramente di quanto in realtà volessi. Ron mi lanciò un occhiata, di sottecchi, per poi continuare imperterrito.

- Quello che voglio dire è che..insomma, io ci tengo, ma non tanto come lei.. Certe volte penso che se mai le cose tra noi non dovessero più funzionare così bene, forse non ce la farei a lasciarla.. -

- Perchè non vuoi farla soffrire? - sibilai. Mi ritrovai a pensare che Ron non era mai sembrato tanto sensibile a quelli che potessero essere i miei sentimenti, a qualcosa che potesse offendermi o farmi soffrire. Provai un leggero moto di odio nei suoi confronti.

- Sì..credo di sì..-

- Ma che razza di ragionamenti fai? - sbottai.

- No..non devo pensare a queste cose..devo vivere al presente. Hai ragione, 'Mione. -

Aveva frainteso quello che intendevo. Quello che io volevo dire era " Che ragionamento è, se la devi lasciare lasciala, fregatene di quello che può provare. Se non ci stai bene, è finita ", ma lui a quanto pareva, aveva capito tutt'altro.
Riportai lo sguardo sui passanti, distrattamente. In quel momento, focalizzai l'attenzione su quanto mi aveva appena detto..
La mia vista cominciò ad appannarsi, il mio viso divenne più pallido di quanto non fosse già. Fu Ron, a riportarmi alla realtà.

- Sai, 'Mione. Non ho mai detto a nessuno questo. Il mio rapporto con Lavanda, intendo..nemmeno ad Harry.. Mi fido di te, Hermione, e confido che questa discussione rimanga tra noi.. -

Fu la goccia che fece trabboccare il vaso. I miei occhi si arrossarono, mentre io combattevo con le unghie affinchè le lacrime non sgorgassero dai miei occhi.
Una lieve pioggerellina cominciò a cadere. Mi alzai di scatto, voltandogli le spalle.

- Andiamo, Ron, sbrighiamoci..si sta facendo tardi. - Il mio tono era brusco, da apparire quasi triste, forse. Ron se ne accorse.

- Che succede, 'Mione? - Mi prese per un braccio, facendomi voltare. Lo guardai freddamente.

- Niente, Ronald, cosa dovrebbe succedere? -

- Hermione, sei lunatica, e questo lo sappiamo tutti..ma tu ora hai qualcosa. Cosa? - Calcò la voce sull'ultima frase. Dentro di me, sentivo l'odio nei suoi confronti accrescere.

- Ma insomma, Ronald, ti ho detto che va tutto bene. La vuoi piantare? - Stavamo cominciando a litigare. Di nuovo.

- Questa è la dimostrazione della tua scarsa fiducia nei miei confronti. - disse, freddamente - Cosa c'è, non ti fidi, 'Mione? Io mi fido di te..mi confido..non vedo perchè tu debba comportarti sempre così. -

Ok, mi occorreva una balla, bella e buona. Sono sempre stata un po' bugiarda, nei suoi confronti. Dire " un po' " è forse un eufemismo.. ma ho sempre odiato la gente che riesce a capire i miei sentimenti. Cercavo in tutti i modi di evitarlo. Per questo gli mentivo..credo.

- Niente, Ronnie, davvero.. - Il mio tono si addolcì, notevolmente. Non volevo litigare. - Ho solo pensato ad una cosa..mia, personale..che mi è successa tempo fa. Un ricordo brutto, che mi ha traumatizzata.. Per questo sono diventata scontrosa. -

- Cosa? -

Maledetto.

- Non mi va di parlarne, Ronnie. Davvero. Te ne parlerò, un giorno. Mi credi se ti dico che te ne parlerò? -

Cercai di tergiversare, in qualche modo. Non potevo parlargliene, in quanto questo ricordo, tecnicamente, non esisteva. Mi serviva più tempo per inventare, e quello non mi sembrava nè il luogo nè il momento adatto.
Una lacrima, involontaria e non desiderata, solcò la mia guancia. Ron mi abbracciò. Io asciugai con un gesto meccanico il mio viso.

- Certo, 'Mione. Sappi che per qualunque cosa.. se tu avessi un problema..avessi bisogno di un amico.. Io ci sarò sempre per te, 'Mione. -

Mi accarezzava distrattamente la testa, ignaro che l'oggetto della mia disperazione fosse lui.

- Sì, Ronnie, lo so. -




"I feel like I am all alone "Mi sento come se fossi tutta sola
All by myself, I need to get around this In balia di me stessa, ho bisogno di venirne fuori
My words are cold, I don't want them to hurt you Le mie parole sono fredde, non voglio che ti feriscano
If I show you, I don't think you'd understand Se mi mostrassi, non credo capiresti
’Cause no one understands..." Perchè nessuno comprende..."




Chiusi di scatto il libro che avevo davanti. Lanciai uno sguardo a Ron e Lavanda che dall'altro lato della sala stavano seduti, abbracciati.
Non avevamo preso niente, per Lavanda, quel giorno. Chissà se poi lo aveva comprato il regalo, Ron. Immaginai di sì, che sicuramente lo aveva comprato. Mi ritrovai a chiedermi cosa, ma scacciai velocemente il pensiero dalla mia testa. Non doveva interessarmi.

Se c'era una cosa che mi faceva impazzire di Ron, tra le tante, era l'atteggiamento che assumeva nei miei confronti quando eravamo in pubblico. O quando c'era Lavanda nei paraggi, che praticamente era la stessa cosa.
Diventava distante, a stento mi salutava, scherzava con tutti tranne che con me. Se eravamo tanto amici, come lui si preoccupava sempre di ricordarmi, perchè comportarsi così? Quando eravamo soli eravamo due amici perfetti, ma quando arrivavano gli altri lui diventava più distaccato. Non glielo avevo mai fatto notare, ma ogni volta mi ripromettevo di farlo.

Ne avevo spesso parlato con Ginny, che consideravo come una sorella ormai. Lei si ostinava a dire che Ron si comportava così perchè in fondo provava qualcosa nei miei confronti, e aveva le idee confuse sui suoi sentimenti.

All'inizio anche io la pensavo così, ma dopo tutti quei mesi di fidanzamento, mi dicevo, uno finiva per affezionarsi, e nel caso di Ron, di dimenticare i suoi eventuali sentimenti nei miei confronti.

Sentii il tonfo di una borsa che veniva gettata sul tavolo; alzai lo sguardo e vidi Harry che mi sorrideva.

- 'Mione, abbiamo Difesa Contro le Arti Oscure..non vieni? - Inarcò un sopracciglio, continuando a sorridere.

Io mi alzai, mettendo il libro nella borsa e strisciando la sedia. Lanciai un ultimo sguardo dove poco prima si trovava Ron, ma non c'era più. Evidentemente si era già avviato, con Lavanda.

- Ma certo, Harry, andiamo. –

Non ascoltai molto la lezione, ero persa nei miei pensieri. In quel periodo, i miei voti erano largamente calati, cosa che Ron non si dimenticava di sottolineare ogni volta, prendendomi in giro.

Ultimamente, avevo cominciato a divagare mentalmente su pensieri più trascendentali di quanto una ragazza della mia età di solito farebbe. Pensavo al senso della vita, al valore dell'amicizia, alla forza del coraggio. Mi chiedevo se davvero esisteva l'amore. Pensavo a cosa ci si sarebbe dovuto aspettare dopo la vita. Pensavo alla guerra, e credo che fosse a causa di questa, ormai quanto più incombente, che mi perdevo in simili osservazioni.

Finita la lezione, accompagnata da Harry, uscimmo, dirigendoci alla Sala Grande per il pranzo. Avevo lo sguardo vacuo; ricordo con certezza che stavo pensando alla morte, alle persone che vengono dimenticate e a quelle che al contrario vivono per sempre, in un ricordo, in un sorriso. Un po’ macabro come pensiero per una ragazza di diciassette anni..ma io sono sempre stata un po’ strana.

Vidi Harry accelerare il passo, lasciandomi indietro, e sentii qualcuno prendermi sottobraccio.

Ron.

Solo in quel momento mi accorsi che Lavanda era andata avanti con Calì. Dentro di me sorrisi.

- Hey, ‘Mione..che ti prende? –

- Niente, Ronnie – gli lanciai uno sguardo, in tralice.

- Non è vero.. – continuò lui, piccato.

Mi dissi che in fondo, una volta tanto, potevo parlare; anche per non accrescere ciò che lui pensava su di me, e cioè che non mi fidavo abbastanza.

- Pensi mai alla morte, Ron? –

- Bè..si ci penso..ogni tanto, perché? –

- Ci stavo pensando.. Cioè..io non è che ho paura di morire..io.. –

- Tu hai paura di essere dimenticata. – Mi interruppe, completando la mia frase.

Ron, tranne qualche volta, è sempre stato un mistero per me. Non che fosse difficile capire i suoi stati d'animo, ma io, nella mia situazione di ragazzina infatuata, guardavo sempre il lato negativo delle cose, e quindi non riuscivo a capirlo. Non ci capivamo a vicenda. Era soprattuto per questo che il più delle volte litigavamo. Anche io ero un mistero per lui, ma evidentemente, non così tanto come ero convinta.

Sgranai gli occhi, voltandomi a guardarlo.

- E tu come fai a saperlo? –

- Eh, ‘Mione..io ti conosco molto meglio di quanto tu creda.. – disse, sfoggiando un sorriso furbo.

Corrugando la fronte, continuai a camminare verso la Sala Grande. Arrivati al portone, Ron mi lasciò il braccio, e si andò a sedere vicino Lavanda. Sospirai impercettibilmente, forse un po’ delusa, avviandomi verso Harry e Ginny e sedendomi accanto a loro.

- Hey, Gin! – mi sforzai di sorridere, cercando un argomento di conversazione. Temevo che Ginny riuscisse a decifrare la mia espressione. - Com’è andata a lezione?

  
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