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Autore: l_s    09/06/2011    3 recensioni
"Era stato facile convincerla: due baci sussurrati e le carezze invitanti delle feste, lei che con voce spenta diceva andiamo e tu che le mentivi -sei la più bella della festa."
A CerealSoup, un singhiozzo della sofferenza umana.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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A  CerealSoup

Filo Grigio

Era stato facile convincerla: due baci sussurrati e le carezze invitanti delle feste, lei che con voce spenta diceva andiamo e tu che le mentivi -sei la più bella della festa. Lei faceva quasi un sorriso con la sottile linea rossa; non diceva niente, e negli occhi era rassegnata.
E tu ti credevi fortunato, perché eri stato il primo della lunga fila che quella sera la inseguiva come la coda di un serpente, perché glielo si leggeva nel volto che era una facile, nel vestito annodato al corpo secco, che quando la spogliasti ti sembrava una perversione esserne eccitato, quasi necrofilia.
Perché dei suoi baci nemmeno un uccellino si sarebbe nutrito, nessuno avrebbe goduto nello spingerla, fragile, sul letto sfatto, nello strapparle i vestiti con urgenza, così pensavi, ma godevi della tua possenza barbara; non arretrasti neppure quando ti stava sotto, con te tutto affannato e lei inerte immobile. Ti lasciava fare tutto da solo, non ti spogliava, lei, ed era come giocare con una bambola gonfiabile sgonfia, e dura, piena di ossa e sporgenze aspre.
Mentre la tua cintura scricchiolava la guardasti: con il capo voltato da un lato e i capelli dritti che le coprivano la faccia assente; con i seni piccoli e aguzzi, tanto lontani l'uno dall'altro che sembravano ignorarsi, ignorarti; tu, per dovere e dispetto glieli succhiasti, e avevano un retrogusto amaro che sopraffaceva di gran lunga l'antico aroma di camomilla. Allora li mordesti, sperando in una qualche reazione, ma non ci fu, e tu capisti tutto di lei, ma non accettasti nulla, e le leccasti la pancia per tuffarti nei suoi abissi: aveva la fica completamente depilata, come quella di una bambina, in un'umiliazione banale che ti fu impossibile capire. Sarebbe stata davvero indifesa come un infante, se solo fosse stata viva, ma non lo sarebbe stato mai perché mai lo era stata.
Per un momento sognasti che fosse diverso, di poterla riportare alla vita, le dicesti quest'estate andiamo al mare insieme, ma lei non si mosse e non cambiò espressione, e tu ti giustificasti pensando che dopo glielo avresti riproposto e l'avresti indotta ad accettare, ma sapevi che non era vero, che non lo sarebbe stato mai.
Faceva sentire gli uomini stupratori potenti, faceva venire a patti con la violenza umana; dopo di lei, la solitudine ti si attaccava addosso come un'umidità costante, lei ti metteva il vuoto addosso con lo sguardo che aveva quando le entravi dentro: ti guardava senza fare nient'altro, ferma come se lei non provasse piacere, ma erano quegli occhi ciechi che consolidavano il suo possesso su di te. Ti divoravano, ti annientavano in quel momento, come se fossi l'ultimo essere solitario alla fine del mondo, e ti lasciavano un'eredità di disagio che non avresti scordato mai più.
Le venivi dentro, ti accasciavi sul suo petto, e non potevi far altro che piangere, ferito dai suoi seni macabri. Sembrava che avesse un veleno dentro, che il suo unico modo per tenersi ancorata alla vita fosse avvelenare.
E quando, alla fine, non sapevi bene cosa dire cosa fare, diceva dammi una sigaretta come prezzo e andava via, indifferente com'era venuta, a colonizzare altri letti altre colpe, altre paure.

Del resto, nessuno capì mai cosa significasse quel filo grigio che portava intorno al collo. Se glielo chiedevi ti rispondeva che gliel'aveva regalato qualcuno, una vita fa. Ma noi in gergo lo chiamavamo il filo del dolore e chissà se era poi quella la realtà.
Si stava sfibrando pericolosamente l'ultima volta che l'ho vista, e lei mi disse è quasi ora e non ripose alle altre mie domande; così io pensai che lei stesse per scadere, ma non le dissi più niente, e lei mi sorrise piano per confortarmi.
Dopo, nessuno di noi la rivide più.
   
 
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