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Autore: Polka    09/06/2011    1 recensioni
Badou si congedò indirizzando all'altro un occhiolino e un pollice all'insù, Heine si limitò ad ignorarlo voltandogli le spalle e spingendo in giù la maniglia.
Pochi passi lo separavano dallo scontro – era chiaro fin dall'inizio che non sarebbe riuscito ad evitarlo in nessun modo –, però aveva il piano, aveva la valigetta.

[ Seconda Classificata al contest Vendetta! Perché mi va indetto da pracchan ]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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// Questa ff si è classificata seconda al contest "Vendetta! Perché mi va" indetto da pracchan.
Grazie mille ancora alla giudicia, e buona lettura (:







A little revenge.






Roba seria, stavolta la vecchia gatta li aveva avvertiti: niente scherzi.
La gentaglia con cui avevano a che fare quella volta non era del tipo che perdonava gli errori; anzi, era più del tipo che ti riempiva di piombo senza pensarci due volte.
Trafficanti di sostanze chimiche a scopo di manipolazioni genetiche, solo alcuni dei tanti che circolavano in quella città sotterranea in cui ormai il crimine era normale amministrazione.
Bastardi senza scrupoli né coscienza popolavano quei bui sobborghi all'ombra di tutti; Heine e Badou si preoccupavano che i suddetti bastardi non facessero troppi casini, perciò li tenevano a bada come potevano.
Il pericolo era il loro mestiere, ma per quella che era forse la prima volta, avevano un piano; si erano infiltrati tra i collaboratori dei trafficanti, entrando nel giro ed avendo accesso alle loro macchinazioni più segrete.
Da settimane aspettavano il momento in cui avrebbero scoperto le carte e dato il via alle danze. L'occasione si presentò quando uno dei boss, un tipo dai grossi baffi e la giacca bianca costantemente sporca di cenere, incaricò Heine – l'infiltrato numero uno – di portare al covo una valigetta contenente alcune sostanze del tutto illegali.
Ogni cosa era stata programmata alla perfezione: una volta che Heine fosse arrivato nel luogo stabilito per l'incontro, dopo aver fatto vedere ai farabutti che la valigia conteneva tutto ciò che era stato promesso, Badou sarebbe saltato fuori dal suo nascondiglio sorprendendoli alle spalle, in modo che i due avessero un certo vantaggio nello scontro.
Purtroppo Heine non aveva calcolato che l'incallito fumatore aveva ancora in mente la volta in cui aveva mancato di aiutarlo, perché troppo impegnato in quelle che Badou definiva inutili riunioni di famiglia, e che in effetti altro non erano che scontri a fuoco col fratello Giovanni.
Quando la sera prima Heine si apprestò a controllare un'ennesima volta che tutto fosse nella valigetta, Badou – di guardia alla borsa – lo cacciò via, rimproverandolo.
«Ultimamente trascuri troppo quella bambina. Credo che tu le manchi molto.»
Sapeva che puntare su Nill avrebbe funzionato; difatti l'altro si passò stancamente una mano tra i capelli bianchi e, dopo avergli scoccato un'occhiata indecifrabile, affondò le mani in tasca e si diresse verso la Chiesa vicina.
Se solo la mattina dopo Heine avesse controllato nuovamente il contenuto della valigia, avrebbe di certo notato che tutte le sostanze chimiche erano scomparse per lasciar posto a qualcosa di più indecoroso.
Così i due si diressero fianco a fianco per le vie semideserte della città sotterranea, seprarandosi come previsto poco prima di arrivare alla meta.
Badou si congedò indirizzando all'altro un occhiolino e un pollice all'insù, Heine si limitò ad ignorarlo voltandogli le spalle e spingendo in giù la maniglia.
Pochi passi lo separavano dallo scontro – era chiaro fin dall'inizio che non sarebbe riuscito ad evitarlo in nessun modo –, però aveva il piano, aveva la valigetta.
Quando fu abbastanza vicino agli uomini si fermò e la posò per terra, accanto alla gamba destra.
«Apri.» ordinò il boss.
Heine aprì la valigetta con spavalderia, sicuro di sè, mentre con gli occhi cercava dietro ogni angolo una chioma rossa che non trovò.
Lo sguardo gli cadde dentro la valigetta e, per lo stupore un manico gli sfuggì di mano.
Ne uscirono dozzine di foto, tutte ritraenti lo stesso soggetto: il boss dell'area ovest della città in tenuta da masochista doc. Insieme ad esse volò fuori un bigliettino, che Heine acchiappò prontamente mentre ancora volteggiava nell'aria; poche ma chiare lettere vi erano stampate sopra,
" So che te la caverai benissimo anche da solo.
                                                              Badou ".

«Tu.. Brutto figlio di puttana!» – Heine cominciò ad imprecare digrignando i denti mentre metteva mano alle pistole e cominciava a sparare alla cieca cercando di non farsi ridurre non troppo male.
All'aperto era una bella giornata, il sole splendeva nel cielo e gli uccellini cantavano ispirati sui tetti delle case.
Badou si accese una sigaretta.
Poi iniziò a correre.

   
 
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