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Autore: plubuffy    09/06/2011    2 recensioni
Questa “fanfiction” è stata scritta in base a un sogno di una mia amica, il sogno finisce come la storia, quindi io mi sono limitata ad estendere “l’idea” e a scriverla… Non so se ha senso, però boh ho voglia di pubblicarla prima che me ne penta. Ad ogni modo basta parlare ù.ù
Critiche e Recensioni sono sempre bene accette.
Buona lettura^^
Plubuffy.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È il giorno del mio diciottesimo compleanno, e i miei genitori insistono per regalarmi uno schiavo, è il diciannovesimo secolo e c’è questa insulsa tradizione. Io non voglio uno schiavo, chi sono io per comandare un uomo?

Ad ogni modo ormai non ho più scelta, i miei genitori si stanno mettendo d’accordo con il proprietario.

Non li voglio neanche sentire, senza pensare mi aggiro in questo posto squallido. C’è un grande capannone , non si vede cosa c’è all’interno, ma immagino ci siano schiavi. Vi entro, ma so già che quello che vedrò non mi piacerà per niente. È pieno di gente, uomini, donne e anche qualche bambino, come si può fare questo a un bambino?! È una cosa orrenda! Affretto il passo per non guardare. Arrivo alla fine del corridoio e c’è una porta, non so cosa può essere. Vinta dalla curiosità la apro appena sbirciando all’interno.

È quasi buia, c’è solo una specie di finestra da cui entra un fascio di luce, vedo una sedia al centro della stanza, sobbalzo vedendo che la sedia è occupata da qualcuno.. non riesco a vedere chi è, apro di più la porta e vedo un ragazzo che ha il viso chinato e le mani legate, i suoi capelli sono lunghi di un biondo sporco, ad un tratto vedo due uomini che gli si avvicinano, erano nascosti nell’ombra, dicono qualcosa al ragazzo che alza la testa e gli sorride in modo arrogante, come se non gli importasse cosa stava per succedergli.

Sono bloccata a guardare quella scena, i due uomini ridono in un modo sadico e prendono a pestarlo, gli danno calci e pugni, sento in lontananza i miei genitori arrivare, vedo del sangue cadere dalle labbra di quell’uomo e senza attendere oltre spalanco la porta e urlo:

- Lo compro!-

 

Fine.

   
 
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