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Autore: Sereko    10/06/2011    12 recensioni
Edward Cullen,figlio di uno dei più ricchi banchieri d'America,ha una vita perfetta:Un lavoro che ama;una donna stupenda;una casa fantastica e auto lussuose.Edward Cullen ha una vita perfetta.Eppure non è felice.
Bella Swan,figlia di un noto avvocato,ha una vita perfetta :un lavoro che ama;un uomo che adora e amici stupendi.Bella Swan ha una vita perfetta. E non potrebbe chiedere di più.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10

 
 
 
 
 
BPOV

 
 
 
Quando mi svegliai era tardi,estremamente tardi,così balzai giù dal letto e ,cercando di ignorare il giramento di testa e di sbattere contro i mobili,mi vestii facendo il più in fretta possibile e mi fiondai fuori dall’appartamento.
 
Mai più spegnere la sveglia del cellulare. Mai più.
 
Quando arrivai in libreria , un mezzo infarto e due lividi più tardi – grazie comodino,grazie – trovai ad aspettarmi un ben poco accogliente gruppo di persone che si lamentava per lo scadente servizio della Libreria.
 
Servizio scadente il mio culo! Non avevo mai fatto tardi e spesso rimanevo in negozio fino a dopo l’ora di chiusura ,ma non ero proprio in vena di fare discussioni – anche perché,diciamocelo,ero ancora su di giri per il risveglio semi comatoso con Edward – così appesi il cartello con su scritto “Chiuso” e mi scusai profusamente con i vecchietti iracondi –che avrei anche potuto capire,infondo avevo appena tolto loro un piccolo passatempo. Come avrebbero impiegato la mattinata? – prima di tornare al mio appartamento.
 
Arrivai in cucina per miracolo.
 
Una Bella Swan che non fa colazione è una Bella Swan  destinata a morire di una morte veloce e non propriamente indolore,fra giramenti di testa,nausee e il livello di zuccheri che scende pericolosamente sotto i piedi.  E non è proprio un bello spettacolo,oltre ad essere una fine veramente patetica.
 
Così mi servii un’abbondante colazione a base di latte e biscotti comodamente spaparanzata sul divano. Magari fossero sempre così le mie mattine.
 
Vecchietti arrabbiati a parte,ovvio.
 
Quando finii di fare colazione iniziai a sistemare casa,canticchiando sottovoce mentre spazzavo e spolveravo. Cenerentola e Mary Poppins mi fanno un baffo oggi!
 
Intorno alle due ,dopo aver passato lo straccio in quasi tutta la casa,tirato a lucido ogni superficie orizzontale e non,e cambiato le lenzuola al letto , mi ritrovai in salotto,indecisa se chiamare o meno mia madre.
 
Con il cuore che batteva a mille, presi il cordless dal tavolino accanto al divano e composi il suo numero.
 
Mentre aspettavo che prendesse la chiamata ,percorsi a lunghe falcate i contorni del tappeto in mezzo alla stanza,posando i piedi sulle parti bordeaux ed evitando quelle beige.
 
Rispose al terzo squillo.
 
<< Ehy,ciao mamma,come stai? >>
 
<< Bella! Ciao,sto bene tu? Come va? >>
 
Mi strinsi nelle spalle,cercando di non sorridere << Bene,tutto bene. Papà? >>
 
<< Bene pure lui. Anzi,al momento è un po’ su di giri perché giusto ieri ha vinto una causa,quindi per ora sta festeggiando. Credo stia organizzando una serata a Poker con alcuni suoi colleghi,o qualcosa del genere. >>
 
<< Bene,sono contenta. Fagli i complimenti da parte mia,okay? >>
 
<< Certo certo. Avevi chiamato per qualcosa in particolare o per semplice affetto filiale? >>
 
Presi un respiro profondo << No… beh >> Mi passai una mano sulla faccia,cercando di non sorridere troppo. Non facevo altro da questa mattina ed iniziavano a farmi male le guance. Ma era un bel tipo di dolore. << Volevo chiederti se ti andava di conoscere Edward ? Magari la settimana prossima … >>
 
La sua risposta non si fece attendere e,a giudicare dagli urletti che mi stavano trapanando il timpano,era più che entusiasta.
 
<< Era un sì? >> sorrisi.
 
<< Charlie! >> urlò,senza allontanare il ricevitore dalla bocca ,e feci una smorfia. Sarei diventata sorda << Certo,certo che è un sì. Charlie! La prossima settimana viene Edward! Possiamo fare una cena? Che cosa mangia? Anzi no,cosa non mangia,così non lo preparo? Forse è meglio se mi dici che preferisce,gli piace la carne? Oppure le lasagne? Charlie mi senti? Viene Edward. Bella porta Edward a cena! >>
 
Scoppiai a ridere,elettrizzata per il suo entusiasmo. Non vedevo l’ora di farglielo conoscere,quasi tremavo per la gioia. Chissà poi perché avevo aspettato così tanto?
 
<< Mamma,va bene tutto davvero. Non ha gusti difficili. La carne andrà benissimo,e anche le lasagne eventualmente. Non gli piace l’agnello però,e la carne di cavallo. Il resto andrà bene. Oh,e nemmeno il fegato >>
 
Lei sbuffò << Pensi che faccia il fegato la sera in cui conosceremo,finalmente,il tuo ragazzo? Ma per favore… fegato poi! >> Sentii in sottofondo la voce di mio padre  e rizzai le orecchie.
 
<< Sì Charlie,la prossima settimana tua figlia porterà il suo ragazzo a cena,è mezz’ora che urlo porca miseria. >> Ridacchiai ma non sentii la risposta di mio padre,solo la risata di mia madre.
 
<< Che ha detto? >>
 
<< Niente niente,è contento pure lui di conoscerlo,non ce la faceva più ad aspettare. Figlia mia >> aggiunse dopo << Se prenderai sempre le cose così lentamente,finirà che ti sposerai fra dieci anni,ed avrai il primo figlio a sessanta >>
 
Risi << Ne dubito mamma,non credo che a sessant’anni potrei ancora avere figli. Comunque >> aggiunsi prima che potesse dire altro << Ora devo andare,Edward pranza qui e devo ancora iniziare a cucinare >>
 
<< Okay okay,vai non ti trattengo. Fammi sapere il giorno poi,okay? E salutamelo,va bene? >>
 
<< Sì mamma >>
 
<< Dico sul serio Bella,salutamelo. Guarda che poi glielo chiedo se l’hai salutato da parte mia,non pensare che non lo faccia >>
 
Roteai gli occhi << Non ti preoccupare,te lo saluterò. Ci sentiamo allora,ciao >>
 
<< Ciao amore,un bacio >>
 
Chiusi la chiamata con un enorme sorriso stampato in faccia. Non vedevo l’ora di dirlo ad Edward.
 
Senza smettere di sorridere,andai in cucinai ed apparecchiai,poi presi del pomodoro dal frigo ed iniziai a tagliarlo per la pasta.
 
L’acqua stava già bollendo quando iniziò a squillare il cellulare,così buttai la pasta nella pentola ed andai a rispondere. Sul display lampeggiava il nome di Edward,accompagnato dal suo viso sorridente. Con il cuore che sembrava volesse esplodere accettai la chiamata.
 
<< Ehy >> fu poco più che un sussurro. Mi posai una mano sul petto e sorrisi nel sentirvi contro il martellare furioso del mio cuore. Le gambe mi tremavano e la pancia sembrava bruciare. Speravo che queste sensazioni non svanissero mai.
 
<< Ciao. Senti … più tardi non posso venire >>
 
Sentii il sorriso vacillare ed il cuore perdere un battito.
 
<< Ah. >>
 
<< Ci sono… state delle cose. Mi dispiace >>
 
Con il fianco trovai il tavolo e mi ci appoggiai. La mano si strinse intorno alla maglietta e feci il possibile per ignorare la delusione.
 
<< Ok allora … quando ci vediamo? Poco fa ho chiamato mia madre,le ho detto che la prossima settimana andremo a cenare da lei. Va … bene? >>
 
Ci fu silenzio e poi un sospiro << No. Credo che ne avrò per un po’. Forse è meglio se disdici. Mi spiace. >>
 
<< Okay,magari un’altra volta. Quando pensi che ci potremmo vedere? Noi due dico >>
 
<< Non lo so >>
 
<< Ma … cioè,è successo qualcosa a lavoro? O in famiglia? >>
 
Lo sentii sospirare << Bella … mi dispiace ma per un po’ non potremmo vederci. Scusa ma … non posso … non so che dirti. Scusa. Ciao. >>
 
Chiuse la chiamata senza darmi il tempo di rispondere. Lentamente,allontanai il telefono dall’orecchio e lo fissai,come se potesse spiegarmi il perché di questa strana conversazione.
 
Pensai fugacemente al modo di dire secondo cui la delusione avesse un sapore amaro. Ma io in quel momento non sentivo alcun sapore,solo il formicolio sulla lingua e la sensazione di non avere più una bocca …
 
La delusione non era amara,aveva il sapore del nulla e la sensazione di perdere te stessa dentro il tuo proprio corpo.
 
 
 
 
 
 
EPOV


 
 
Sollevai gli occhi dalle mie mani ed incontra il volto inespressivo di mia sorella.
 
Mi fissò per dei secondi lunghi come ore,poi la sua maschera si ruppe e le sue dita andarono a stirare le pieghe sulla fronte.
 
<< Non potevi fare una cosa più stupida. Tutto mi sarei aspettata Edward,ma non questo. >>
 
Sospirai  e tornai a fissare le mie dita intrecciate.
 
<< Dovevi lasciare Kate mesi fa,invece di iniziare questa relazione. Così finirai per ferire entrambe. E anche te lungo la strada. >>
 
Annuii . Avevo già parlato per più di un’ora,spiegando la mia situazione con Kate e Bella,le bugie,le promesse infrante,il tutto sotto il suo sguardo impassibile,e la sua postura rigida seduta sul suo divano di fronte a me. Mi aveva accolto con un’espressione prevenuta,ancora visibilmente arrabbiata per la faccenda della mattina,e non si era rilassata un attimo da quando avevo iniziato a parlare,da quando mi aveva chiesto “Perché?”
 
Perché litigate? Perché menti? Perché menti a me?
 
Ora le parole erano finite ,non sapevo più cos’altro dire. E dopo la chiamata di Bella … scacciai subito il pensiero,prima che si sedimentasse e mi desse la possibilità di pensare al fatto che non sapevo quando l’avrei rivista.
 
Mi sentii stringere la gola e presi un respiro profondo.
 
<< Ho sbagliato >> la voce mi si ruppe sull’ultima parola e mi passai una mano sugli occhi. Quando la riabbassai vidi Alice guardarmi con quella che pensai fosse pena,anche se le labbra rimanevano strette e contorte in una piccola smorfia.
 
<< Lo sai come la penso. Avresti dovuto lasciarla prima,non lasciare che passasse tutto questo tempo. >> sospirò << Ma ormai la frittata è fatta e l’importante è che tu l’abbia lasciata. Ora devi solo fare in modo di far capire tutta la situazione a … alla tua ragazza >>
 
Feci una smorfia che lei interpretò male << So che non sarà facile,anzi,sono sicura che ci saranno un sacco di parole brutte e che probabilmente potresti anche perderla … ma con il tempo,ed un po’ di cervello,potresti riuscire a sistemare … il sistemabile. >>
 
Abbandonai la testa fra le mani e lasciai andare un gemito. Sentii il divano abbassarsi e la sua mano afferrare la mia spalla << Edward … vedrai che andrà tutto bene >>
 
Scossi il capo << No,Alice,no >>
 
<< So che sei spaventato ma … >>
 
<< No Alice ,no … >> sollevai la testa la guardai. Sussultò quando vide i miei occhi bagnati di lacrime e la sua mano salì ad accarezzarmi i capelli sulla nuca << Kate è incinta. Kate è incinta >>
 
L’ultima cosa che vidi furono i suoi occhi sgranati,prima di abbandonare la testa fra le mani e scoppiare a piangere.

 
 
 

§

 

 
 
Mi trascinai per tutta la settimana come uno zombie. Non finsi nemmeno di essere felice per la gravidanza di Kate,non lo ero. A lei però non sembrava importare,anzi,non faceva che fare progetti. Progetti per la cameretta,il colore delle pareti,la culla,e il passeggino e l’allattamento,era meglio al seno o il biberon? Ed i vestiti,i giocattoli …
 
E lo sapevano tutti. Tutti. Colleghi,amici parenti. Mia madre mi aveva pure chiamato,entusiasta all’idea di diventare nonna e arrabbiata per non averlo sentito da me ma da Kate. Non ricordo nemmeno cosa le risposi,solo che conclusi la chiamata il prima possibile.
 
Le uniche che non erano entusiaste erano Alice e Tanya. Mia cugina sperava davvero in un prossimo divorzio,e l’idea che Kate fosse incinta non la entusiasmava. In più sapeva che c’era qualcosa che non andava,e nonostante non sapesse tutto – anzi,non sapeva niente – faceva il possibile per darmi il suo appoggio morale. Anche a distanza.
 
Kate comunque non provò a cercare di sistemare le cose fra noi. Io continuavo a dormire nella stanza degli ospiti e lei nella nostra camera da letto.
 
Nella sua camera da letto.
 
Non parlavamo molto. Anche a lavoro ci vedevamo poco,anche se i colleghi cercavano sempre di beccarci insieme per potersi congratulare e fare domande.
 
Per questo quando mi disse che la sera dopo saremmo andati a cena rimasi di sasso.
 
<< Come? >>
 
Mi passò davanti per sistemare i cuscini sul divano e mi parlò senza girarsi << Ho organizzato una cena con le nostre famiglie. Domani mattina vengono i tuoi e ceneremo al Bertrand at Mister A'S ,ho già prenotato. Ci saranno i miei genitori,i tuoi,mio fratello con sua moglie e  tua sorella.  >>
 
Si girò e mi guardò inarcando le sopracciglia << Che c’è? >>
 
<< Che c’è? C’è che non ti sei nemmeno degnata di dirmi nulla! >>
 
Sbuffò e mise le mani sui fianchi << Anche se te l’avessi detto probabilmente non mi avresti nemmeno dato ascolto,così,per evitare che te lo scordassi,te l’ho detto oggi. Domani devi andare a prendere i tuoi in aeroporto,ho detto loro che possono rimanere a dormire qui,tanto staranno solo un paio di giorni. >> Passò  dietro al divano e si fermò un attimo prima di andare sul retro << Ah,dobbiamo essere al ristorante alle sette,abbigliamento formale. >>
 
Sparì dietro la porta e tirai un pugno al cuscino << Dannazione! >>
 
Mi accasciai contro il divano e mi portai le mani ai capelli,un gesto che sembravo fare sempre più spesso ultimamente. Le lasciai scivolare lungo la faccia per poi abbandonarle lungo i fianchi. In quel momento,il telefono iniziò a vibrare e senza che ci fosse bisogno di leggere il mittente,interruppi la chiamata.
 
Questo piccolo ed insignificante gesto bastò a farmi stringere la gola.
 
Una settimana. Era passata una settimana dall’ultima volta che avevo visto o sentito Bella. Una settimana di sue chiamate e messaggi che avevo continuato ad ignorare. Sapevo che non potevo ,né volevo,continuare così per sempre. Dovevo parlarle,dovevo raccontarle tutto. Ma non volevo farlo prima di aver capito cosa dirle,cosa volevo farle.
 
Ed il tempo stringeva.



 

§
 

 
 
 
 
<< Propongo un brindisi >> Demetri levò il calice in aria ed io cercai di reprimere una smorfia << ai nostri figli,Kate e Edward,che presto ci allieteranno con un nipotino >>
 
Spostai lo sguardo alle mia destra ed incrociai gli occhi sorridenti di mio suocero. Afferrai il bicchiere,stringendolo forte tra le dita,e lo sollevai,provando a sorridere.
 
<< Salute! >> dissero tutti in coro,sollevando in alto i calici e facendoli tintinnare fra loro. Mormorai sottovoce il brindisi e bevvi il vino tutto d’un fiato. Con la coda dell’occhio vidi Kate sorridere soddisfatta,mentre la madre la accarezzava la spalla e si chinava a darle un bacio.
 
Mi arrivò una pacca sulla schiena e mi voltai incontrando gli occhi ridenti di mio padre << Congratulazioni Edward. >>
 
Mia madre annuì,gli occhi che le luccicavano di gioia, ed io cercai di sorridere. I muscoli del viso però non sembravano voler collaborare,così riuscii a sollevare solo mezzo lato della bocca. Mi facevano male le guance.
 
James si mise a ridere e mi indicò con la mano << Sei ancora un po’ scosso,eh Edward? >>
 
<< Oh,si riprenderà >> rispose Demetri con il suo vocione burbero.
 
<< Certo che sì >> aggiunse mia madre << Edward adora i bambini,vero? Sono sicura che è la troppa emozione,deve ancora metabolizzare la notizia >> Mi sorrise inclinando la testa di lato e accarezzandomi con i suoi occhi dolci,che mi facevano voglia di andare da lei e farmi abbracciare,nascondendo il viso nel suo collo come facevo da bambino quando piangevo.
 
Invece mi passai una mano fra i capelli e annuii,cercando di mostrarmi imbarazzato,moderatamente contento e giustamente scioccato. Mi riuscii solo la parte imbarazzata,credo. L’imbarazzo era ciò che sentivo di più,insieme alla voglia di piangere e quella di correre.
 
Sollevando gli occhi incontrai quelli di mia sorella,che ammorbidì l’espressione quando vide che la guardavo. Sapeva quello che provavo,era l’unica che capiva.
 
Rimanemmo a guardarci per un po’,lei che cercava di darmi forza ed io che provavo ad assorbirla,cercando di combattere le lacrime che minacciavano di cadere. Più mi sforzavo,più sentivo gli occhi bruciare.
 
Distolsi lo sguardo quando la madre di Kate e la mia iniziarono a parlare del bambino,con Victoria e Kate che si inserivano entusiaste,con domande e chiarimenti. Quando anche gli uomini iniziarono  parlare di affari,coinvolgendo anche Alice, mi isolai,lasciando vagare lo sguardo per la stanza.
 
Il ristorante era bello,non c’era dubbio. A Bella sarebbe piaciuto,soprattutto per la vista. Puntai gli occhi fuori la finestra,facendoli scorrere lungo i grattacieli e la baia di San Diego. Si vedeva persino Coronado da qui. La vista era davvero mozzafiato,soprattutto a quest’ora del giorno,con il sole che tramontava e colorava di rosso e arancio il mare.
 
Sul terrazzo c’erano dei tavolinetti,sicuramente per la colazione o il brunch. E in più era francese. E’ una vita che Bella dice di voler andare al francese,avrei dovuto portarla qui prima …
 
Sentii la mano di Kate premermi sulla spalla e mi girai. Quando incontrai i suoi occhi le mi sorrise e mi diede un bacio. Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere,e non sapevo nemmeno se sarei riuscito a rispondere visto che mi sentivo la bocca come addormentata,che lei si tirò via,lanciando un breve occhiata alla sua destre e portando poi lo sguardo su Victoria,sorridendo compiaciuta.
 
Mi accigliai e guardai sopra la sua testa. In un primo momento non vidi nulla,poi catturai con gli occhi una lunga chioma scura uscire di fretta dal locare,seguita a ruota da una bionda. Il cuore iniziò a battere più veloce e quando intravidi due uomini,uno alto e biondo e l’altro massiccio e bruno,la mia più grande paura si solidificò come ghiaccio nelle vene.
 
Emmett e l’altro ragazzo uscirono poco dopo,lanciandomi occhiate di fuoco.
 
Cercai di mettermi dritto,di sollevarmi sulle gambe per andare ad inseguirla a spiegare che … a spiegarle che io …
 
La vista mi si annebbiò per un breve attimo,e mi poggiai allo schienale,nascondendo le mani sotto al tavolo per non far vedere che tremavano.
 
Feci un paio di respiri profondi,ma il peso che avevo sul petto non si alleggerì. I polmoni sembravano non voler più collaborare ed il petto iniziò a farmi male.
 
Sollevai di scatto gli occhi,per vedere se qualcuno si fosse accorto del mio malessere,ma sembravano tutti concentrati nelle loro conversazioni. Tutti tranne Alice,che guardava con un cipiglio  Kate.
 
In quel momento la verità mi colpii come un ariete,lasciandomi senza fiato.
 
Kate sapeva.
 
Kate conosceva davvero Bella.
 
Il sapore acido della bile mi invase la bocca,facendomi fare una smorfia.
 
 Avevo toccato già il fondo? O ci sarebbe stato ancora spazio per scavare?
 
 
 
 
 
 
 
Mi dispiace per la lunga attesa. Se seguite il mio blog,conoscete già il motivo di questo mio ritardo. Purtroppo fra studio ed un fastidiosissimo blocco,non sono proprio riuscita  a scrivere nulla. Tutt’ora non sono soddisfatta di questo capitolo (né di tutta la storia a dire il vero,ma non è una novità) ma ho preferito pubblicarlo comunque piuttosto che farvi aspettare ancora per poi,magari,non aggiustare comunque niente.
 
Spero che almeno a voi sia piaciuto.
 
Passando alla storia, vorrei dire due paroline sulla gravidanza di Kate,le stesse che ho scritto in risposta ad una lettrice : Per il suo personaggio mi sono marginalmente ispirata ad un personaggio presente nei libri di Ken Follett. Ovviamente non dirò il titolo. Perché lo dico? Perché lei non è esattamente ciò che sembra,e qualcuno ha detto una cosa,su di lei,che è vera solo in parte. E abbiate fiducia in Alice. Questo è tutto ciò che posso dire.
 
Prima di lasciarvi vorrei dire anche un’altra cosa. D’ora in poi,tutte le storie che pubblicherò saranno già scritte per intero,così da evitarvi queste lunghe e tediose attese e garantirvi,invece,aggiornamenti settimanali.
 
Grazie a tutti coloro che hanno seguito e quelli che continueranno a seguire questa storia.
 
Se volete,mi potete trovare su twitter e facebook (link nel mio profilo) e su blogger,dove posto foto,informazioni e avvisi sulle storie (link nel profilo).
 
Spero a presto,
Sereko. 
  
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