La biondina
si abbassa gli short, passandosi la lingua sul labbro superiore, con
un’occhiata inequivocabile.
La mora, che
ha una farfalla tatuata sulla chiappa destra, non ha nessuna intenzione
di
togliersi il perizoma.
Preferisce
il lavoro di lingua, lei.
Si mette in
ginocchio davanti all’altra. Le pareti bianche della toilette
fanno risaltare
la sua malsana abbronzatura da lampada.
La bionda,
occhioni verdi e rossetto
fucsia, le
sorride maliziosa e le accarezza la chioma.
Io stringo
le gambe; Andrea poggia
il suo libro di
francese sul suo grembo.
La moretta
è
contenta, altro che.
Il tanga
rosa dell’altra scivola giù. Le labbra carnose
della Farfalla sul Culo si
avvicinano a quella valle rosa, depilata e morbida.
Un bacio
tenero, quasi una presa in giro.
La bionda
ride.
Un altro
bacio tenero, ma la lingua slitta fuori a sfiorare le Labbra.
La lingua fa
su e giù, su e giù. Lentamente sulla vagina
dell’altra.
“MA
CHE
CAVOLO STATE FACENDO?!”
Io e Andrea
saltiamo sulle nostre sedie.
Le comode
sedie su rotelle del Laboratorio di Francese.
Biagini
è
ancora al suo pc, tutto intento a guardare un documentario sulla Parigi
del
1789. In lingua originale, ovviamente.
Quella
dietro di noi, a bocca aperta e occhi fissi sullo schermo, è
Lidia.
“Shhhh
cazzo
urli” le sibila Andrea, rosso in volto.
Il guaderno
ancora stretto sul cavallo dei jeans, deciso a non dare spettacolo col
suo
Cavaliere Sveglio.
“Come
vedi,
guardavamo un Porno. Questo
prima che tu
decidessi di farci scoprire” le dico io, ironica.
“Che
succede, lì?”
Biagini si
è
sporto dalla sua postazione. Ci sta fissando, seccato.
“Locanci,
stai facendo attenzione al documentario?”
Cazzo.
“Ehm
… io …”
“Devo
forse
venire a controllare il vostro pc?”
CAZZO!
Andrea si
affretta a chiudere la finestra del Browser, senza togliere gli occhi
dal prof.
In
situazioni come queste io e lui abbiamo il dono della telepatia.
Comincio a
crederci sul serio.
“Locanci,
vieni a sederti vicino a me.”
Dio mio che
frantuma coglioni.
Mi alzo
lentamente dal mio posto, con un’espressione indecifrabile
sul volto.
Lentamente,
la coda tra le gambe, mi
avvicino a
Biagini.
“Siediti
a
quella sedia. E GUAI se cambi posto” mi dice, indicandomi con
la testa una
sedia dietro di lui.
Io mi
abbandono sulla sedia.
Che è
rotta.
Lo schiena
della sedia cede sotto il mio peso, e dalla mia bocca esce un
“OHHH!” mentre
evito di finire con il culo per terra.
La classe
ride.
Biagini, che
si era voltato a guardare lo schermo, torna a fissarmi, ancora
più incazzato di
prima.
Io lo fisso,
con un mezzo sorisetto imbarazzato.
“Allora”
dice alla fine lui “ continuamo a guardare il documentario.
Locanci, perché non
ci dici che cosa hai capito fino ad ora?”
Su, Marta.
Che cosa hai capito?
Cosa hai
capito, a parte il fatto che ad Andrea bastano dieci minuti per
raggiungere
un’erezione soddisfacente?
“Ehm
… sì.”
Comincio io. Tossicchio.
“Beh,
la
Rivoluzione Francese …”
“Vabeh,
lasciamo stare” risponde lui seccato, tornando a guardare il
monitor.
Io
arrossisco. Ho fatto l’ennesima figura di merda.
Beh, almeno
non mi ha lasciato continuare la scena muta.
Nella mia
tasca destra il cellulare comincia a vibrare.
Deve essermi
arrivato un sms.
Non posso
permettermi di leggerlo ora, con Biagini a due centimetri di distanza.
Fingo di
interessarmi al documentario, ma in realtà sto ancora
pensando a quelle scene
lesbo.
E a due
occhioni nocciola con dei dread.
Una pallina
di carta mi arriva in testa.
Mi volto
nella direzione del lancio. Francesca si sta sbracciando.
Sta cercando
di farmi capire che devo leggere il messaggio.
Con un movimento di testa le
indico il prof. Non
posso farmi scoprire, di nuovo.
Torno a
fissare lo schermo.
E quella
sigaretta tra le labbra, poi …
Altra
vibrazione nelle mie tasche.
Cavolo,
proprio non capiscono.
Ma io , dal
canto mio, sono proprio curiosa di sapere che cosa stanno cercando di
dirmi.
Lentamente,
attenta a non fare un minimo rumore, la mia mano scivola nelle mie
tasche.
Tiro fuori
il mio Lg Tribe e apro il messaggio.
“Oggi
non
sei sembrata molto contenta di vedermi”
Uh?
Che diavolo
vorrà dire?
Solo
leggendo il nome del mittente ricollego tutto. E il sangue mi si gela
nelle
vene.
Silvia.
Il messaggio
è di Silvia Cielo.
Rimetto il
cellulare in tasca. Non ho proprio nessuna intenzione di risponderle.
Ma dico io,
come cazzo si permette?
Dopo tutto
quello che c’è stato, dovrei anche fare i salti di
gioia quando la vedo?
Che altro
vuole? Che le chieda di camminarmi sulla schiena?
No, no.
Neanche le
rispondo.
Non si
merita neanche un nano
secondo del mio
tempo.
No, no, no.
Non le risponderò.
E’ un
capitolo chiuso, e basta.
Non è
degna
di un mio sms.
Due secondi
dopo ho finito di scriverle la mia risposta:
“Beh,
che ti
aspettavi? Non so, dopo quello che è successo, mi sembra
un’atteggiamento
normale.”
Cos’altro
potrei scriverle?
Nella
mia mente si forma
subito la parola
“Troia”.
Ma no, non
posso scriverglielo. Non ancora.
Invio il
messaggio.
Biagini si
volta a spiegare qualcosa sulla Rivoluzione.
“La
fase del
Terrore, ragazzi …”
Vibrazione.
Voglio
proprio vedere che cosa mi ha risposto.
“
Capisco
che sei arrabbiata con me. E’ normale, hai ragione. Ma sai,
ci sono un sacco di
cose che vorrei dirti. Cose che dovresti capire. Ti prego, vediamoci ,
uno di
questi pomeriggi. Ho veramente bisogno di parlarti.”
Le scrivo
subito la mia risposta.
“ Ah,
bene.
Meno male che lo capisci anche da te che è legittimo
portarti sul culo.”
Sciaff!
Non ho
più
il cellulare in mano.
Una mano me
l’ha tolto con un movimento improvviso.
Alzo la
testa, incazzatissima.
I miei
occhi, dal punto in cui
prima era il mio
cellulare, vanno a cercare chi me l’ha preso.
Merda.
Biagini
è
ancora più incazzato di prima.Il mio cellulare nella mano
destra, mi dice:
“Questo
te
lo ridò alla fine delle lezioni.”
Note
dell’autrice:
Capitolo di
transizione, che cerca di farvi capire cosa sta per succedere.
L’esame
è
andato male.
L’assistente
era una stronza che mi ha preso a calci in culo e io, da brava
depressa, oggi
ho passato la giornata a dormire.
Yawn.