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Autore: Klowl    10/06/2011    2 recensioni
E poi non è detto che una donna voglia al suo fianco un uomo.
E neanche ho finito di formulare questo pensiero che l’amarezza mi è già piombata addosso.
Spengo la luce del comodino e sprimaccio il mio cuscino. Oggi mia madre ha uscito fuori di nuovo quel discorso . E nemmeno stavolta io ho avuto il coraggio di dirle la verità.
Quale madre mai vorrebbe sentirsi dire che sua figlia è diversa,malata,difettosa?
Non stiamo qui a raccontarcela,le cose per noi non sono mai cambiate.Siamo sempre la peste della popolazione,i pervertiti da evitare.
Se ami qualcuno del tuo stesso sesso,lo devi tenere per te. Se qualcuno ti ha aggredito perché baciavi la tua donna,non devi denunciare,perché così si verrebbe a sapere della tua perversione e macchieresti la tua dignità. Questi sono i discorsi che noi ci sentiamo dire,quando ci viene fatto un torto.
Chi vorrebbe essere noi?
Non molti,credo.
Genere: Commedia, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La biondina si abbassa gli short, passandosi la lingua sul labbro superiore, con un’occhiata inequivocabile.

La mora, che ha una farfalla tatuata sulla chiappa destra, non ha nessuna intenzione di togliersi il perizoma.

Preferisce il lavoro di lingua, lei.

Si mette in ginocchio davanti all’altra. Le pareti bianche della toilette fanno risaltare la sua malsana abbronzatura da lampada.

La bionda, occhioni verdi e  rossetto fucsia, le sorride maliziosa e le accarezza la chioma.

Io stringo le gambe; Andrea  poggia il suo libro di francese sul suo grembo.

La moretta è contenta, altro che.

Il tanga rosa dell’altra scivola giù. Le labbra carnose della Farfalla sul Culo si avvicinano a quella valle rosa, depilata e morbida.

Un bacio tenero, quasi una presa in giro.

La bionda ride.

Un altro bacio tenero, ma la lingua slitta fuori a sfiorare le Labbra.

La lingua fa su e giù, su e giù. Lentamente sulla vagina dell’altra.

“MA CHE CAVOLO STATE FACENDO?!”

Io e Andrea saltiamo sulle nostre sedie.

Le comode sedie su rotelle del Laboratorio di Francese.

Biagini è ancora al suo pc, tutto intento a guardare un documentario sulla Parigi del 1789. In lingua originale, ovviamente.

Quella dietro di noi, a bocca aperta e occhi fissi sullo schermo, è Lidia.

“Shhhh cazzo urli” le sibila Andrea, rosso in volto.

Il guaderno ancora stretto sul cavallo dei jeans, deciso a non dare spettacolo col suo Cavaliere Sveglio.

“Come vedi, guardavamo un Porno.  Questo prima che tu decidessi di farci scoprire” le dico io, ironica.

“Che succede, lì?”

Biagini si è sporto dalla sua postazione. Ci sta fissando, seccato.

“Locanci, stai facendo attenzione al documentario?”

Cazzo.

“Ehm … io …”

“Devo forse venire a controllare il vostro pc?”

CAZZO!

Andrea si affretta a chiudere la finestra del Browser, senza togliere gli occhi dal prof.

In situazioni come queste io e lui abbiamo il dono della telepatia. Comincio a crederci sul serio.

“Locanci, vieni a sederti vicino a me.”

Dio mio che frantuma coglioni.

Mi alzo lentamente dal mio posto, con un’espressione indecifrabile sul volto.

Lentamente, la coda tra le gambe,  mi avvicino a Biagini.

“Siediti a quella sedia. E GUAI se cambi posto” mi dice, indicandomi con la testa una sedia dietro di lui.

Io mi abbandono sulla sedia.

Che è rotta.

Lo schiena della sedia cede sotto il mio peso, e dalla mia bocca esce un “OHHH!” mentre evito di finire con il culo per terra.

La classe ride.

Biagini, che si era voltato a guardare lo schermo, torna a fissarmi, ancora più incazzato di prima.

Io lo fisso, con un mezzo sorisetto imbarazzato.

“Allora” dice alla fine lui “ continuamo a guardare il documentario. Locanci, perché non ci dici che cosa hai capito fino ad ora?”

Su, Marta. Che cosa hai capito?

Cosa hai capito, a parte il fatto che ad Andrea bastano dieci minuti per raggiungere un’erezione soddisfacente?

“Ehm … sì.” Comincio io. Tossicchio.

“Beh, la Rivoluzione Francese …”

“Vabeh, lasciamo stare” risponde lui seccato, tornando a guardare il monitor.

Io arrossisco. Ho fatto l’ennesima figura di merda.

Beh, almeno non mi ha lasciato continuare la scena muta.

Nella mia tasca destra il cellulare comincia a vibrare.

Deve essermi arrivato un sms.

Non posso permettermi di leggerlo ora, con Biagini a due centimetri di distanza.

Fingo di interessarmi al documentario, ma in realtà sto ancora pensando a quelle scene lesbo.

E a due occhioni nocciola con dei dread.

Una pallina di carta mi arriva in testa.

Mi volto nella direzione del lancio. Francesca si sta sbracciando.

Sta cercando di farmi capire che devo leggere il messaggio.

Con un  movimento di testa le indico il prof. Non posso farmi scoprire, di nuovo.

Torno a fissare lo schermo.

E quella sigaretta tra le labbra, poi …

Altra vibrazione nelle mie tasche.

Cavolo, proprio non capiscono.

 

Ma io , dal canto mio, sono proprio curiosa di sapere che cosa stanno cercando di dirmi.

Lentamente, attenta a non fare un minimo rumore, la mia mano scivola nelle mie tasche.

Tiro fuori il mio Lg Tribe e apro il messaggio.

“Oggi non sei sembrata molto contenta di vedermi”

Uh?

Che diavolo vorrà dire?

Solo leggendo il nome del mittente ricollego tutto. E il sangue mi si gela nelle vene.

Silvia.

Il messaggio è di Silvia Cielo.

Rimetto il cellulare in tasca. Non ho proprio nessuna intenzione di risponderle.

Ma dico io, come cazzo si permette?

Dopo tutto quello che c’è stato, dovrei anche fare i salti di gioia quando la vedo?

Che altro vuole? Che le chieda di camminarmi sulla schiena?

No, no.

Neanche le rispondo.

Non si merita neanche un  nano secondo del mio tempo.

No, no, no. Non le risponderò.

E’ un capitolo chiuso, e basta.

Non è degna di un mio sms.

 

 

Due secondi dopo ho finito di scriverle la mia risposta:

“Beh, che ti aspettavi? Non so, dopo quello che è successo, mi sembra un’atteggiamento normale.”

Cos’altro potrei scriverle?

Nella mia  mente si forma subito la parola “Troia”.

Ma no, non posso scriverglielo. Non ancora.

Invio il messaggio.

Biagini si volta a spiegare qualcosa sulla Rivoluzione.

“La fase del Terrore, ragazzi …”

Vibrazione.

Voglio proprio vedere che cosa mi ha risposto.

“ Capisco che sei arrabbiata con me. E’ normale, hai ragione. Ma sai, ci sono un sacco di cose che vorrei dirti. Cose che dovresti capire. Ti prego, vediamoci , uno di questi pomeriggi. Ho veramente bisogno di parlarti.”

Le scrivo subito la mia risposta.

“ Ah, bene. Meno male che lo capisci anche da te che è legittimo portarti sul culo.”

Sciaff!

Non ho più il cellulare in mano.

Una mano me l’ha tolto con un movimento improvviso.

Alzo la testa, incazzatissima.

I miei occhi, dal punto in  cui prima era il mio cellulare, vanno a cercare chi me l’ha preso.

Merda.

Biagini è ancora più incazzato di prima.Il mio cellulare nella mano destra, mi dice:

“Questo te lo ridò alla fine delle lezioni.”

 

 

Note dell’autrice:

Capitolo di transizione, che cerca di farvi capire cosa sta per succedere.

L’esame è andato male.

L’assistente era una stronza che mi ha preso a calci in culo e io, da brava depressa, oggi ho passato la giornata a dormire.

 

Yawn.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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