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Autore: Chiaretta    01/03/2006    19 recensioni
Fanfic iniziata molto prima dell'uscita del numero 49, quindi non tiene conto di alcuno degli avvenimenti a esso sia in parte precedenti che successivi.
"Sei tu che hai torto... Il vento non può essere tenuto prigioniero..."
La domatrice dei venti riesce finalmente a fuggire, ma quanto può durare la sua fragile libertà?
Kagura/Sesshomaru!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagura, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo capitolo

Non ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo capitolo… è stato un autentico parto! Non mi soddisfa pienamente neanche ora, ma per evitare di postarlo dopo gli ottant’anni, dato che me ne mancano ancora parecchi, alla fine ho deciso di aggiornare lo stesso… però non sono convinta…c’è qualcosa che mi sfugge! È un capitolo talmente decisivo (come leggerete) che volevo cercare di cogliere nella sua pienezza la personalità di Kagura e Sesshomaru –almeno come l’ho intesa io ^^”- ma temo comunque di aver tralasciato qualche aspetto importante, o di averli caratterizzati male! Vi prego di concedermi i vostri pareri in proposito perché se non ho veramente colto una parte importante dei personaggi vorrei che me lo faceste notare, per poter correggere e migliorare! Vi ringrazio per l’infinita pazienza che mi concedete, in quanto anche stavolta sono in atroce ritardo, e per la gentilezza e l’affetto che dimostrate nelle vostre numerose e splendide recensioni! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

All I've ever learned from love

was how to shoot somebody who outdrew ya

it's not a cry that you hear at night

it's not somebody who's seen the light

it's a cold and it's a broken Hallelujah

(Frammento della canzone “Hallelujah”- Jeff Bukley)

***

 

 

Capitolo 9

 

 

 

 

Quando ebbe raccolto tutto il coraggio di cui disponeva e si fu stancata di ascoltare i respiri regolari che battevano il tempo in quella grande stanza di legno, Kagura scivolò silenziosamente fuori dal futon e, evitando di guardare apertamente il demone cane, tirò fuori dall’obi del kimono un piccolo pugnale che aveva preso il giorno in cui era scappata, per ogni evenienza. Rimase un attimo ancora in ginocchio vicino alle lenzuola, guardando Rin addormentata. Inevitabilmente pensò a come avrebbe reagito, la mattina seguente, vedendo il suo amato papà esanime in una pozza di sangue, e mentre lo pensava, poteva lei stessa vedere la scena. Guardava con distacco il biancore della sua pelle risaltare nel rosso. Lui era lì, morto.

Sentì un brivido percorrerle la schiena a gran velocità, così decise di scacciare quel pensiero e di passare subito alla pratica, prima di essere di nuovo confusa dalla paura.

 

Lei era debole.

Talmente debole che per ottenere la sua libertà doveva ricorrere a simili vigliaccate, come colpire un uomo addormentato.

Ma doveva farlo.

Era l’unico modo.

 

Fece scorrere il suo sguardo per tutta la camera: superò Jaken, rannicchiato vicino alla finestra, osservò le assi delle pareti, il piccolo tavolo, poi di nuovo il futon, infine raggiunse l’obbiettivo.

Sesshomaru era seduto poco distante da lei, con la Tenseiga abbandonata sul pavimento e il mantello sulle spalle larghe, gli occhi chiusi, il respiro lento, quasi impercettibile. Il primo giorno non sicuramente lui non aveva chiuso occhio, intento com’era a controllarla, ma adesso sembrava aver abbassato la guardia. Sembrava quasi le avesse concesso un po’ di fiducia…

Stava per tradire l’unico essere sull’intero globo terrestre che si era fidato un minimo delle sciocca Domatrice dei Venti.

Brava Kagura, un gesto davvero degno di Naraku…

 

 

Si sentì quasi disgustata da quel paragone, ma purtroppo doveva accettare la dura realtà: lei, la creatura di quel mostro odioso, aveva davvero preso buona parte delle sue capacità da lui, il tradimento, innanzitutto, la crudeltà…

Esatto! Lei era una cinica e maligna assassina! Una apostata del proprio creatore, una vigliacca e un’egoista! Perché mai avrebbe dovuto sentirsi in colpa per un atto in perfetta coerenza con il suo modo di essere?

 

Silenziosamente si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui con il pugnale sguainato.

 

 

Lei era infida, bugiarda, debole.

Lui era forte, carismatico e freddo.

 

Così debole da non riuscire a controllare le proprie paure e celare i propri pensieri.

Così freddo da essere impassibile e distaccato in qualunque situazione.

 

 

Quanto detestava quell’indifferenza? Tutto in lui le risultava fastidioso: il parlare a monosillabi sprezzanti, lo sguardo scettico di chi sa sempre qualcosa in più, il portamento fin troppo fiero, la totale impenetrabilità dei pensieri.

Ma una persona del genere, cosa diavolo pensava?

Sembrava sempre impegnato con ragionamento trascendente, ma in realtà, chi poteva mai sapere cosa nascondeva l’ambra dei suoi occhi?

Mai una volta l’aveva visto indeciso o spaventato, né felice, né triste, tanto meno amareggiato o confuso, o molto arrabbiato, oppure amichevole, né sadico…

Non c’era niente in lui che svelasse qualcosa di diverso dalla freddezza.

 

Per questo lei lo disprezzava.

 

 

No…

 

Per questo lei lo ammirava…

 

Lo ammirava quasi follemente, ed invidiava questa sua capacità.

 

Anche mentre dormiva rimaneva imperscrutabile.

E quel comportamento glaciale si ripercuoteva probabilmente sul suo aspetto…

Kagura osservò per l’ennesima volta i capelli argentati che ricadevano lievemente scomposti sulle spalle larghe. Il loro colore ricordava quello del ghiaccio, ed erano talmente lisci da non trasmettere alcun tipo di movimento. Ed erano lucenti, anzi, abbaglianti, come la sua personalità agli occhi dell’inesperta e sfinita Domatrice.

E poi i lineamenti del suo volto, decisi ed aguzzi come la lama di una spada.

Infine il suo corpo possente, sempre pronto a combattere e resistente a qualunque colpo. Davvero qualsiasi attacco…

 

 

Ma cosa stava facendo?

Non doveva perdere altro tempo!

Avvicinò il pugnale al petto della vittima, trattenendo il respiro e chiudendo gli occhi per un ultimo disperato appello alle forze, ma non riuscì ad impedire che quella micidiale domanda ritornasse a scombussolarle la mente e che i pensieri vagassero all’impazzata. Si abbandonò esasperata al flusso dei ricordi.

 

 

Voleva veramente uccidere lui?

 

Lui, che quando aveva scoperto, al loro primo incontro, che la donna che si trovava davanti era una sembianza di Naraku, aveva inarcato un sopracciglio e aveva detto semplicemente “E allora?”. (*)

 

Lui, che era rimasto del tutto indifferente alla sua esclamazione “sei davvero fantastico!” e alle altre calcolate adulazioni. (*)

 

Lui, che l’aveva osservata volare via, con i capelli agitati dal vento. (*)

 

Lui, che si era ricordato il suo nome. (*)

 

Lui, che aveva rifiutato di aiutarla e l’aveva a spronata alla battaglia. (*)

 

Lui, che l’aveva lasciata allontanarsi con gli occhi colmi di ira. (*)

 

Lui, che le aveva permesso di avvicinarsi in un balzo senza mettersi in guardia e fissandola negli occhi. (*)

 

Lui, che a testa alta aveva deciso di attraversare il confine tra vivi e morti. (*)

 

Lui, che aveva ascoltato le sue parole e aveva indirettamente accettato il suo aiuto. (*)

 

Lui, che le aveva detto “Puoi fare quello che vuoi.”, tenendo una Rin mezza addormentata tra le braccia.

 

Lui, che le aveva appoggiato sulle ginocchia il suo mantello per non farle sentire freddo.

 

Lui, che non aveva riso dei suoi ragionamenti e delle sue paure e le aveva risposto in maniera dura.

 

Lui, che aveva camminato di fronte a lei con un passo cadenzato e deciso.

 

Lui, che aveva comprato delle patate dolci a un banchetto del mercato.

 

Lui, che l’aveva trascinata attraverso i cunicoli del villaggio per cercare una sacerdotessa.

 

Lui, che senza chiederle nulla, l’aveva guidata lungo strade a lei sconosciute per non farla smarrire.

 

Lui. E basta.

 

Doveva uccidere l’unica persona che desiderasse veramente incontrare, che sperasse di incrociare, anche solo casualmente, durante le sue brevi uscite. L’unico di cui voleva veramente sapere cosa ne pensasse di lei.

 

Non aveva capito per quale motivo si sentisse così scossa di fronte a lui, o forse semplicemente non aveva potuto accettarlo, o forse non l’aveva davvero compreso, perché non aveva mai conosciuto alcuna forma di amore, quindi non si era accorta di quanto in realtà era accaduto dentro di sé, anche in assenza di un cuore materiale.

 

Ansimò rumorosamente e subito si morse forte il labbro, spingendo ancora più vicino al petto di Sesshomaru il pugnale, a stento mantenendo la vista lucida: c’era qualcosa nei suoi occhi, che la infastidiva…

 

Fallo, si disse.

Fallo.

FALLO!

… ora che non può vederti…

Uccidilo.

 

Ma la sua vista era sempre più annebbiata, perché?

Si strofinò forte gli occhi, abbassando la lama e poggiandosela sul grembo, e quando si osservò le dita, le trovò stranamente umide…

 

E poi la sua voce…

 

 

“Cosa stai aspettando?”

 

 

 

Fulmineamente sollevò il volto fissandolo su quello di Sesshomaru: i suoi occhi ambrati erano aperti e la osservavano.

 

Lei avrebbe voluto dire qualcosa, bisbigliare almeno un “eri sveglio, allora?”, mosse le labbra ma dalla sua gola non uscì alcun suono. Si sentiva strangolare da un nodo.

 

Il demone cane non si spostò di un solo millimetro. Era sempre lì, appoggiato contro la parete, con la Tenseiga vicina, neppure minimamente intenzionato ad allontanarsi, nonostante la situazione decisamente strana che si era creata tra loro due.

 

“Cosa stai aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza “non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.

 

Kagura era paralizzata. Cosa significava tutto questo? Perché se aveva capito subito le sue intenzioni non si era difeso? Perchè non l’attaccava?

 

“Ti saresti… fatto colpire?”  biascicò con un tono incredibilmente lamentoso: da dove veniva quella voce? Non lo sapeva neppure lei, ma aveva di nuovo la vista annebbiata…

 

“Non lo so.” Sussurrò lui in risposta, e aggiunse “Può darsi.”

 

 

Fu come se tutte le sue difese fossero state annientate da due semplici parole: precedute da un piccolo tremito, delle grosse lacrime cominciarono a scivolare lungo le gote della Domatrice, sempre più incredula, senza sapere bene se quella confusione ara dovuta alla risposta dell’uomo, alle lacrime o ad entrambe le cose.

 

Lasciò che il pugnale rotolasse a terra con un piccolo tonfo.

 

Si era ripromessa di non piangere mai, soprattutto davanti ad un nemico, per non mostrarsi ancora più vulnerabile, ma non riusciva assolutamente a fermare il corso del suo primo pianto. Si rannicchiò ancora di più su se stessa e nascose in parte il volto tra le braccia, prendendo a singhiozzare rumorosamente.

E pregò.

Pregò che lui non la toccasse, e che magari non la guardasse neanche.

Non voleva la sua compassione. Non voleva da lui alcun gesto di pietà, né di conforto.

Voleva solo che rimanesse seduto accanto a lei.

Nient’altro.

Se le avesse posto anche solamente una mano sulla spalla, l’avrebbe odiato.

L’avrebbe odiato perché si sarebbe sentita ancora più debole e miserabile e disprezzata.

E allora desiderò che lui ascoltasse in silenzio il suo pianto. Che lo ascoltasse e basta.

Anche se non lo avrebbe compreso, così come lei stessa non lo comprendeva.

 

E Sesshomaru non fece nient’altro che voltarsi in direzione di Jaken e Rin per scoprire che si erano destati e che li fissavano con aria interrogativa e, mettendosi l’indice davanti alla bocca, fargli il gesto di rimanere in silenzio.

 

 

Will you hold my heart? Stop flowing tears.
Again, all of my heart is broken….

Will you stay with me? Wait until after the wind passes,
all my tears are still flowing…

(“Forever Love” (traduction) – X Japan)

 

***

 

Sesshomaru sentì il flebile fruscio delle lenzuola del futon, ma rimase con gli occhi chiusi.

Sapeva che era lei che si stava muovendo.

Chissà cosa era successo in quella capanna…

… l’indomani sarebbe tornato per la terza volta da quella sacerdotessa: vi era stato anche prima di andare a dormire, quando aveva lasciato Jaken, Rin e Kagura alla locanda da soli e ciò che aveva trovato non gli era piaciuto per niente. La donna nella casupola non rispondeva: sembrava del tutto assente, come se il suo corpo non fosse stato altro che un contenitore. Temeva si trattasse di qualche strano caso di possessione, o qualcosa del genere, il fatto certo è che dietro quella storia c’era di sicuro un maleficio…

Ed era successo qualcosa a Kagura.

Era improvvisamente diventata strana, agitata, forse addirittura spaventata… Non gli aveva rivolto i suoi soliti commenti taglienti per tutta il resto del pomeriggio, e aveva accuratamente evitato di guardarlo…

 

Ecco.

Aveva ricominciato a muoversi. Veniva verso di lui. La sentiva vicinissima, doveva essersi seduto proprio lì davanti, ma si era fermata nuovamente. Si sforzò di non aprire gli occhi, né di muovere un muscolo: che intenzioni aveva?

Forse avrebbe fatto bene a stare in guardia, ma, non capiva bene da quando, aveva incominciato ad abituarsi alla sua presenza. Non si stupiva più di vederla comparire nei luoghi meno consueti, sopra le scogliere, nelle grotte, o anche scendere dal cielo. Si era assuefatto al contatto con lei e non riusciva a preoccuparsi neppure di lasciarla con Rin. Probabilmente perché le aveva viste dormire accoccolate, o forse perché avevano mangiato insieme…

La domatrice era ancora immobile, ma lo stava fissando. Riusciva a sentire il suo sguardo penetrante bruciargli sul volto, e la cosa non gli dispiaceva affatto, caso strano…

Non sapeva perché, va credeva di star sviluppando un anomalo senso di preoccupazione nei suoi confronti… forse da quando, quella notte, l’aveva vista tremare.

Il che era davvero ridicolo.

Lui, il grandioso, potente, crudele Sesshomaru, prendeva a cuore la sorte di una creatura di Naraku?

Assolutamente improbabile. Sarebbe stato quasi come stare in pensiero per Hakudoshi o Naraku stesso.

Improbabile, ma evidentemente possibile.  

 

 

Schiuse leggermente un occhio.

La Domatrice si fissava una mano che impugnava un corto pugnale con aria addolorata.

 

 

Sesshomaru richiuse immediatamente le palpebre facendo molta attenzione a non cambiare espressione.

Che diavolo significava quell’arma?

Voleva colpirlo?

 

Beh, sembrava assolutamente logico…

 

Ma cosa stava aspettando? Era in quella posizione già da alcuni minuti. Se fosse stata realmente intenzionata ad attaccare, con ogni eventualità, avrebbe già dovuto averlo fatto.

E cos’era quell’espressione triste sul suo volto?

 

Doveva difendersi…

Però… quella era la prima volta.

Era davvero la prima volta che Kagura cercava di ucciderlo.

Non avevano mai combattuto prima. Che quel gesto fosse necessario?

 

Ma cosa stava pensando?

Era una nemica che semplicemente si comportava come un’avversaria. Una cosa del tutto naturale.

Allora perché non riusciva a trattarla da nemica?

Lo era veramente, lei?

 

Lei, che era comparsa dal nulla esclamando “salve!”. (*)

 

Lei, che l’aveva adulato molto goffamente. (*)

 

Lei, che era volata via provocando un forte vento. (*)

 

Lei, che l’aveva sempre chiamato per nome. (*)

 

Lei, che aveva cercato il suo aiuto. (*)

 

Lei, che si era allontanata con gli occhi colmi di ira. (*)

 

Lei, che si era avvicinata senza alcuna esitazione e l’aveva fissato senza paura né esitazione. (*)

 

Lei, che l’aveva condotto al limite tra vivi e morti. (*)

 

Lei, che gli aveva offerto il suo aiuto. (*)

 

Lei, che gli aveva chiesto “Cosa devo fare?.”, fissando titubante una Rin mezza addormentata.

 

Lei, che, svegliatasi di soprassalto, aveva appallottolato il suo mantello e gliel’aveva restituito evitando di guardarlo dritto in faccia.

 

Lei, che aveva espresso con molta insicurezza i suoi timori.

 

Lei, che aveva camminato dietro di lui, senza rimanere troppo indietro, senza avvicinarsi troppo.

 

Lei, che arrossita ad un’affermazione del locandiere.

 

Lei, che si era lasciata condurre attraverso i cunicoli del villaggio per incontrare una sacerdotessa.

 

Lei, che aveva camminato velocemente senza una meta, né una direzione, pur di trovare una qualche via di fuga.

 

Lei, che si era rannicchiata tra le lenzuola del futon pulito, voltandogli le spalle.

 

Lei. E basta.

 

 

Il demone cane aprì di nuovo gli occhi, stavolta senza alcuna discrezione, e vide che ancora Kagura si stava osservando le dita di una mano, ma il pugnale era appoggiato sulle ginocchia. Aveva gli occhi stranamente lucidi. Non li aveva mai visti così umidi e tristi.

 

“Cosa stai aspettando?”

 

Vide lo sguardo di lei posarsi sui suoi occhi ambrati e la osservò boccheggiare sconvolta. Dalle sue labbra non usciva alcun suono e gli occhi erano sempre più sgranati.

 

“Cosa stai aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza “non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.

 

“Ti saresti… fatto colpire?”  biascicò la Domatrice con un tono incredibilmente lamentoso.

 

 

Si sarebbe fatto colpire?

Da lei?

 

 

“Non lo so.” Sussurrò lui in risposta  “Può darsi.”

 

Una grossa lacrima sul volto pallido di Kagura.

Due, tre…

Com’erano belle quelle lacrime, tanto lucenti nel buio della notte…

 

Il pugnale rotolò a terra con un piccolo tonfo.

 

La osservò coprirsi il viso con le braccia e incurvare la schiena verso terra, scossa da tremiti, e sentì i suoi forti singhiozzi. Sembrava cercasse di frenare il pianto, ma i suoi ansiti diventavano sempre più violenti e scuotevano con vigore il suo corpo gracile. Come se qualcosa di immenso che aveva sempre tenuto nascosto nel suo petto, avesse cercato di liberarsi.

 

E Sesshomaru poteva rivedere la sua fragile luce, come quella di una lucciola, lottare per rimanere accesa.

L’avrebbe coperta lui affinché non si spegnesse per via del forte vento.

Poteva stare tranquilla, nessuno poteva vederla né sentirla. Anche lui avrebbe finto di non comprenderla unicamente per lasciarle la sua dignità.

 

Si voltò in direzione di Jaken e Rin. La bimba si strofinò gli occhi e, ancora avvolta tra le coperte, lanciò uno sguardo preoccupato in direzione di Kagura, mentre il ranocchio sembrava intenzionato a parlare.

 

Meccanicamente il demone cane gli intimò di fare silenzio con un gesto della mano.

 

Nessuno doveva disturbare il dolore della lucciola.

Nessuno doveva udire il suo grido disperato.

Ci sarebbe stato lui, lì, a vegliare.

 

 

I don't know where I am, I don't know where I went wrong

either way let's start again

 

(“Seemed like a good Idea” – The darkness)

 

 

 

 

 

 

(*) sono tutti riferimenti agli incontri tra Kagura e Sesshomaru che potete trovare nei n° 25, 30, 43, 44 e 46, se volete rinfrescarvi un po’ la memoria ^_^

 

***  

 

Grazie a: kiba91 (^__^ meno male che ti è piaciuto! Ad essere sincera, ero un po’ terrorizzata dall’idea di aver sfornato, dopo tutto quel tempo, un capitolo scarso e poco interessante! Grazie per gli apprezzamenti e gli incoraggiamenti, mi servono davvero tanto! Cosa mi dici di questo? Troppo diabetico?), fra 86 (benvenuta! Sono lieta di sentire che la storia ti ha tenuto incollata al pc! ^//^ sono queste piccole rivelazioni che rendono un autore felice… con questo cap hai avuto la risposta alla tua domanda! Fammi sapere se ti è piaciuto!), Earine (Grazie! Sia per il bel commento sia per la palla di neve! Spero di aver ricambiato la tua simpatia e cortesia con un buon capitolo!), giodan (mia giodan! Ciao! Eheh, ci avrei giurato che ti eri già più o meno resa conto della situazione! … ehm… un capitolo hentai?^^”  Mi spiace deluderti, ma penso proprio che non ci sarà, innanzitutto perché Kagura e Sessho non sono ancora  poi così “intimi”, in secondo luogo… con loro ci sono una bambina e un ranocchio: un minimo di pudore! Grazie per i complimenti! ^__^ a presto!),  lucy6 (Ciao! Benvenuta sul www.comefiniràKagura.com! Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti! A presto!!), giugisama (bene, sono contenta che ti sia piaciuto! Anch’io mi sono sentita molto sfigata, ma dato che sabato sarei dovuta rientrare a scuola, ma la mia città ha dato lo stato di calamità, me la sono spassata tra la neve! ^__^ E’ troppo bella!!), fede_chan 90 (^^ grazie per avermi perdonato! Mi impegnerò al massimo anche per il prossimo capitolo! Come va la tua fic? Procede senza problemi? Naturalmente attendo a mia volta il seguito! Bacioni!!), kate92 (scusami!! Non volevo farti temere di aver lasciato la ficcy! Non intendo assolutamente farlo, specie perché finalmente credo di aver trovato un modo decente per farla finire, quindi ce la metterò tutta! Sono davvero dispiaciuta di averci messo così tanto, sappiate che purtroppo sono lenta di natura, ma almeno ci provo! Alla fine ce l’ho fatta ad uscire, grazie per l’interessamento ^__^ ci risentiamo presto!), Sumire89 (Ciao Silviotta! Attendevo con ansia il tuo commento, grazie per i complimenti, per quanto riguarda la mia genialità… ormai mi conosci da tanti anni –cavoli, quanti sono? Sei??- non hai ancora capito che sono solo fuori di testa? ^^ sono contenta che il colpo di scena ti sia piaciuto! … quando andiamo a trovare Hiromitsu?? ^__^ Ci vediamo presto!), Hina (Benarrivata! Mi fa sempre piacere ricevere commenti da “nuovi” lettori e sono molto felice che la ficcy ti piaccia! Spero che continuerai a seguirla e a darmi il tuo parere! Grazie ancora e ciao!), AKITO (Carissima! Grazie mille per la recensioncina, mi fai sempre molto contenta e spero di poter sentire il tuo parere anche su questo cap, arrivato in ritardo come l’altro, lo so T__T, ma io incrocio le dita lo stesso… bacioni!), Neera (^_^ meno male che è valsa la pena attendere, ma chissà stavolta? Sii pure brutale, talvolta la terapia d’urto funziona… bye bye!), Serry_Black (Carissima Serry, non è affatto vero che il tuo commento non ha senso! Anzi! Sono stata molto contenta di riceverlo e sentire il tuo parere circa la storia e i vari passaggi. ^///^ grazie per le frasi, sono lietissima che ti siano piaciute perché ciò realizza anche uno dei miei sogni! Bè, sembra una cosa stupida, ma ti spiego lo stesso… mi è capitato tante volte di leggere delle fic e di ritrovarmi a dire “questa frase è davvero splendida” o “è proprio così! Sentivo di provarlo anch’io ma non sapevo dirlo!”ed è una cosa che mi riempie di emozioni! E se anch’io dicendo semplicemente quello che penso e provo attraverso i personaggi posso provocare qualche emozione ai lettori, non posso che esserne ultra-felice! Per quanto riguarda Rin, è proprio vero che forse è troppo OCC! Dici che dovrei addirittura indicarlo magari nel riassunto o cose del genere? Ci si sconvolge a leggere la mia interpretazione? Sei già la seconda che mi lo fa notare, e devo dire che è proprio vero che l’ho resa un po’ troppo autonoma, però francamente non avrei saputo proprio come muoverla se fosse stata quella specie di ameba che è nel manga… e adesso, senza pietà, dimmi cosa ne dici di questo capitolo: sono uscita dalle caratterizzazioni dei personaggi? C’è qualche altra frase che ti è piaciuta? ^^ Grazie mille!), inu88 (^^ anch’io non trovo che Kagura sia cattiva… più che altro la definirei magari un po’ snob :P ciao!!!) barbysbarby (eheh, visto che per adesso non ci sono stati morti stecchiti?? Magari però mi rifaccio nel prossimo, un po‘di truculenza mi potrebbe aiutare a sfogare gli istinti omicidi repressi… ^__^ Alla prossima!)

 

 

AAAAAHHH!! ^^ Non vi dico che sollievo provo in questo momento! Ho finalmente postato ‘sto capitolo infernale! Non mi resta che tenermi pronta a ricevere le vostre amabili batoste…

Spero caldamente di non aver dimenticato di ringraziare nessuno, e se l’ho fatto, fatemelo notare assolutamente che rimedierò il prima possibile!

 

Nel caso la domanda fosse venuta in mente a qualcuno, rispondo subito: non ho pubblicato nessun capitolo-avviso perché non ero certa di rispettare a pieno le regole del sito… infatti mi sembra che è possibile postare questo genere di capitolo per informare i lettori del ritardo, unicamente se è già passato il doppio del tempo normale di pubblicazione… ebbene, io non ho un “tempo normale di pubblicazione”, all’inizio era 8 giorni, poi 10, poi 15, poi un mese… insomma, non sono minimamente puntuale, ma non lo faccio volutamente quindi, se avessi lasciato l’avviso e il giorno dopo fossi stata in grado di aggiornare mi sarebbe dispiaciuto…

 

Comunque sia! Mi scuso ancora con il cuore in mano per l’attesa che spero sia stata in qualche modo ripagata! ^__^ vi mando tanti baci e spero di poter leggere presto i vostri commenti!

 

Grazie per la pazienza e la costanza!!!

 

A presto

 

Chiaretta

 

  
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