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Autore: _CrazyWriters_    11/06/2011    1 recensioni
Chi avrebbe mai pensato che la cosa che amavo di più al mondo mi si sarebbe rivolta contro? Chi avrebbe mai pensato ad una cosa simile? Una sola domanda… perché? Forse una risposta non la troverò mai… forse dev’essere così e basta…
E poi… lui è un vampiro. Insomma chi sarebbe tanto scema da mettersi con un vampiro? Ovvio, solo io...
*Ila*
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ila*

Capitolo 11: Preparativi… rovinati

Lo scroscio dell’acqua tiepida sulla mia pelle era davvero molto rilassante così la lasciai scorrere e rimasi ferma sotto la doccia per ben dieci minuti. Non stavo pensando a niente, avevo la mente completamente sgombra.
Ad un tratto un rumore nell’altra stanza mi fece sussultare.
Considerando che mi trovavo nella camera da letto di Damon, il rumore poteva averlo causato proprio lui.
Infatti avevo ragione.
Damon era entrato in camera e aveva buttato a terra un soprammobile. Sembrava infuriato e borbottava tra se e se parole incomprensibili.
Con molta calma afferrai un asciugamano e lo avvolsi attorno al corpo. Uscii dalla porta del bagno e mi avviai verso l’armadio controllando le reazioni di Damon con la coda dell’occhio.
Stavo prendendo un paio di slip e un reggiseno ma il vampiro non aveva ancora parlato.
Improvvisamente due mani mi presero i fianchi e li strinsero forte.
“Che fai Damon?” chiesi sorridendo.
Non che mi dispiacesse essere stretta da quelle forti mani, ma finsi di essere stupita.
Quando mi voltai mi sorprese baciandomi. Quel bacio però aveva un gusto strano… delizioso.
Aprii gli occhi e osservai quelli del vampiro moro… completamente rossi.
Non ci pensai neanche un secondo in più e mi staccai da lui. Mi passai velocemente la lingua tra le labbra e riconobbi il gusto del sangue. Del sangue fresco.
“Damon, che hai fatto?” domandai sgranando gli occhi.
“Tranquilla, l’ho preso dalle scorte del frigo nel sotterraneo di casa…” rispose e tentò di baciarmi di nuovo.
“Non è vero! Non mentirmi…” lo rifiutai.
Rise, stranamente cattivo.
“Faccio semplicemente quello che devo, noi siamo questo…” rispose e riuscì a raggiungere le mie labbra.
Ma che combinava? Era sconvolto e si era sicuramente consolato con qualche alcolico.
“Damon, sei ubricao… Basta!” riuscii a fermarlo di nuovo spingendolo lontano da me.
“Hai ucciso una persona…” sussurrai allibita.
“Era da troppo tempo che non lo facevo… E’ stato incredibile! La tua preda che tenta di scappare terrorizzata e sul più bello, quando crede di essere in salvo… un bel morso e il sangue ti scalda la gola.” si leccò le labbra ancora sporche compiaciuto.
“Sai, dovresti provare…” disse guardandomi invitante.
“No, non farei mai una cosa simile… Damon, se sconvolto per quello che ha detto Elijah. Ora dormi un po’, rilassati e si sistemerà tutto…” cercai di convincerlo calma.
“No no, ho tutta Mystic Falls da visitare. Vado al Mystic Grill a farmi qualche bicchierino di Bourbon e poi mi faccio un giretto con la mia Porsche. Sono sicuro che mi divertirò un casino!” disse tutto esaltato.
“Aspetta!” lo fermai poco prima che riuscisse ad attraversare la porta.
Avrei dovuto chiamare Stefan. Damon era completamente impazzito, dovevamo calmarlo.
“Vengo con te…” conclusi.
Era meglio se lo tenevo d’occhio, almeno non avrebbe combinato altri casini.
 
La 911 Turbo nera sfrecciava velocissima per le strade di Mystic Falls.
Ad ogni incrocio, dove Damon era costretto a rallentare per evitare qualche incidete, tutti ci guardavano e si sporgevano per cercare di capire a chi appartenesse quella splendida macchina.
Avevo sempre amato la Porsche di Damon ma non ci avevo passato molto tempo seduta dentro perché la teneva praticamente sempre in garage.
In poche parole, ammetto che era divertente correre a tutta velocità ed essere invidiati da tutti quelli che ci fissavano estasiati.
Ma c’era pur sempre il problema Damon.
Non dovevo permettergli di tornare a bere sangue fresco e umano per di più, sarebbe stato un disastro.
Fino a che lo prendeva dalla banca del sangue era ok, ma non poteva andarsene in giro per la città ad ammazzare la gente anche perché avrebbe attirato l’attenzione.
La Porsche si era fermata all’inizio di un sentiero che conduceva nel bosco.
Ma quando ci eravamo arrivati? Persa nei miei pensieri non mi ero resa conto di dove mi aveva portata.
“Prego.” Damon m porse la mano per aiutarmi ad uscire dall’auto.
“Che ci facciamo qui?” chiesi riconoscendo la strada che conduceva alla nostra radura.
“Pensavo che avessi voglia di fare un giro…” mi baciò feroce, impaziente mentre le sue mani mi stringevano a lui.
“Damon…” bisbigliai.
Non ero preoccupata per quello che voleva, avrei tranquillamente potuto respingerlo, senza troppo sforzo.
La cosa che mi preoccupava di più era la mia reazione.
Al sangue potevo anche resistere, certo a fatica, ma ci riuscivo.
Ma non potevo resistere a Damon…
All’ennesimo suo tocco gemetti di piacere e quella fu per lui la certezza che avrebbe ottenuto ciò che desiderava così ardentemente.

...continua...

  
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