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Autore: Tede    11/06/2011    1 recensioni
Immaginatevi una vita che sta prendendo finalmente la piega giusta; un futuro marito che adoro la sua futura moglie e che farebbe di tutto per vederla sorridere ogni istante della vita. Pensate a degli amici che non ti abbandoneranno mai qualsiasi cosa accada. Pensate ad un ragazzo, ad una ragazza, al loro primo incontro; al loro amore, al loro matrimonio, alla scoperta di un bambino in arrivo; ad una notte buia e fredda, a delle urla, a degli esseri della notte che possono essere dei potenti alleati ma anche dei nemici invincibili; a delle vite spezzate e a delle vite che nascono alla luce della luna sotto occhi che nascondono amore, fini egoistici, pentimento. Rimangono solo delle pagine nascoste alla luce del sole, che tengono, nei loro fogli ingialliti, tutta la verità, perchè nulla è scontato fino alla fine. Un solo "sì" o un solo "no" possono cambiare il destino di molte persone. Tutto ciò che si crede vita reale, in verità è la conseguenza di quella risposta. Amore, vita, significato... menzogne solo per salvarsi la pelle! Ma la verità, rimane là, in attesa che, qualcuno veramente abile e soprattutto non ingannato dalla sete di potere, riesca a trovarla... Solo una persona sa la verità, la porta nel proprio cuore e nel proprio sangue, ma arranca sotto il peso delle sue azioni e non chiede altro che la morte... [continuo de "La rottura degli schemi]
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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capitolo 14
CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Anushka

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La pensione faceva alquanto schifo.  I pochi mobili ad arredare quella stanza dalla pareti bianco sporco erano tarlati e si tenevano in piedi a malapena. Il letto era coperto da un lenzuolo che più sporco non poteva essere. Non mi importava, per noi vagabondi era più che soddisfacente. Solo un altro modo per confonderci con gli umani.
Sentivo il cuore della ragazza della reception pompare velocemente il viscoso sangue. Gesto incontrollato e semplice, ma che ad ogni tocco mi mandava in estasi.
Se solo lei... cacciai con disprezzo il suo nome, la figura che mi si era parata nella mente. Mai più avrei dovuto pensarla. La odiavo, la disprezzavo, la bramavo. Lei non era più mia e non l'avrei più toccata o pensata.
Mi avvicinai alla finestra ad osservare il paesaggio. La neve fredda aveva iniziato nuovamente a cadere con abbondanza, già qualche centimetro stava coprendo la strada.
Le persone parevano annoiate, per niente eccitate dall'acqua ghiacciata che scendeva. Vedevo i loro volti, sentivo le loro voci, ma niente di estremamente interessante che mi distraesse dalla noia di quel viaggio.
Finalmente eravamo giunti nella fredda Russia. Avremmo di lì a poco ripreso le ricerche del vampiro: data la neve incessante tutti stavano rientrando nelle loro calde case, e noi, per evitare occhi curiosi e strani mormorii, decidemmo di chiuderci per qualche ora in una pensione da quattro soldi.
Decisi di fare una doccia "calda" giusto per togliere l'odore degli umani con i quali avevo cenato, ma venni interrotto nel mio intento da un lieve bussare alla porta, accompagnato da un forte e dolce odore di sangue. Una ragazza.
Aprii con delicatezza la porta e mi ritrovai la ragazza della reception che mi fissava.
"'Dobryj 'vecher (*) I apologize for the inconvenience, but... but I've bought these shapki and kiepki for you (*)"
Guardai con stupore il cappello di pelliccia con una sciarpa dello stesso colore. La ragazza mi osservava con lo stesso sorriso imbarazzato, eppure nei suoi occhi c'era qualcosa che mi colpì. Non mi guardava con lo sguardo ammaliato che tutte le ragazze mi rivolgevano, colpite dalla mia bellezza vampiresca. C'era qualcosa di più che mi incuriosiva e volevo scoprire cosa fosse. Sulpicia e Marcus erano andati a caccia lontano da Mosca e sarebbero tornati nelle prossime ore, quindi avevo tutto il tempo per scoprire il motivo per cui quella ragazza mi risultasse tanto "strana".
"Oh, spa'siba (*). Please, come in", non sapevo molto bene il russo, ma con le parole più semplici speravo di cavarmela. La ragazza mi sorrise ed entrò.
"Pozhaluĭsta (*)" ad ogni passo che faceva mi osservava, mi studiava e cercava di carpire qualcosa che non capivo.
"Don't you want my blood?" guardai con occhi spalancati la ragazza. Che aveva detto?
"What? What are you saying? Blood?" cercai di deviare la domanda risultando il più ingenuo possibile ma sembrò non berla.
"You know what I'm saying. I know something about your race thanks to a person that I met long time ago" il suo inglese non era perfetto, tuttavia mi stupii della facilità con cui creava frasi.
Deglutii, incapace di darle una risposta. Mi aveva spiazzato.
"Scusa se ti sembrerò un po' strana. E' solo che è da un po' che non vedo vampiri in giro per Mosca, non da quando..." (Nda visto che non potevo scrivere l'intero dialogo in inglese da ora sarà scritto in italiano per rendere la lettura meno difficoltosa) stava per piangere e si sedette sul letto malconcio.
"Da quando?", non so per quale motivo, ma sentivo una compassione verso quella ragazza. In modo lento, per non spaventarla, mi sedetti accanto a lei.
Si asciugò due lacrime che le erano spuntate dagli occhi celesti.
"Mi scusi se la sto disturbando. Solo che oggi quando vi ho visto, non potevo crederci che eravate tornati. Intendo voi vampiri"
"Ma come fa a sapere?" lasciai in sospeso la domanda.
"Dell'esistenza dei miei vampiri? Gliel'ho detto, grazie ad una persona che ho incontrato tanto tempo fa. Vi ha mandato lui? Se vuole le racconto la mia storia"
"Lui? Si sarei molto onorato di sentire la vostra storia"
"Beh il mio nome è Anushka e ho 27 anni. Quando lo incontrai avevo poco più di 16 anni  e subito rimasi affascinata dal suo aspetto. Era schivo e irraggiungibile, ma sapevo che c'era qualcosa oltre quella maschera di freddezza. Era arrivato non da molto tempo a Mosca e di lui si sapeva poco o niente. Viveva in una piccola casa vicino a questa pensione. Usciva di rado e quando lo faceva tutte le ragazze, tutte  le signore si fermavano a guardare un simile essere dalla fattezze angeliche. Un giorno, mentre ero in giro vicino al fiume Moscova, una tempesta di neve mi sorprese; la strada era ormai irraggiungibile e nascosta. Di certo sarei morta se lui non mi avesse salvato. Mi trovò quasi completamente congelata. Può immaginare lo stupore nel sentire la sua pelle fredda. All'inizio credevo fosse colpa mia e del freddo che avevo preso. Dopo quel giorno passò varie volte alla pensione. Vedevo i suoi occhi cambiare e farsi sempre più scuri.  Mai mi aveva spaventato  la loro tonalità rossastra. Un giorno gli chiesi il motivo di quel cambiamento e lui ridendo disse io gli risi in faccia. Non avevo paura, era così dolce."
"Come, non ha mai tentato di morderti?"
"No, mai. Forse era diverso, o forse mi amava a tal punto da resistere. Di solito quando stava con me aveva gli occhi sempre di un rosso acceso. Mi aveva spiegato come si nutriva. Non uccideva persone, mi confessò, quando cercai di evitarlo per il male che pensavo facesse, in realtà si nutriva di sangue donato. Immagini la mia felicità a non saperlo un assassino. La mia vita era cambiata. Io ero cambiata, l'avrei seguito dappertutto ma.." iniziò a singhiozzare.
"Era più di un anno che ci frequentavamo. Mio padre venne a sapere della nostra "relazione" e non gli piacque per niente. Lo odiava, anche lui sapeva cosa fosse in quanto suo padre, mio nonno, lo aveva sempre messo in guardia riguardo alle creature della notte. Lo braccò e gli diede fuoco come si fa con la paglia. Così mio padre mi disse. Da quel giorno non lo vidi più. Se n'era andato come un fiocco di neve trasportato dalla tempesta sempre più lontano dagli altri cristalli. Poi un giorno..." singhiozzò e si coprì il viso per frenare le lacrime.
"Quale era il suo nome?" la interruppi preso dalle curiosità, ma avevo anche un presentimento
"Il suo nome? Beh sapete, lui non era russo bensì americano, almeno da quanto mi disse. Il suo nome era Dean"
"Bugiarda... " mi stupii di sentire la voce di Sulpicia nella mia stanza, ma mi stupii ancora di più quando la vampira saltò contro la giovane e cominciò a morderla dovunque presa dalla collera.
Io la difesi, cercai di salvarla. Sulpicia era davvero forte, mordeva e sbraitava. Quando puntò il collo per darle il colpo di grazia, io mi scontrai con il suo corpo e le staccai un braccio che lanciai nel corridoio rimasto aperto. Lei sembrò rinsavire e con una risata se ne andò.
"Tanto è quasi morta. Oh Demetri, quanto siamo sentimentali. Lei era una bugiarda e ha meritato ciò che gli spettava. Era solo un'umana senza senso" chiuse la porta.
Io ero sconvolto dalla cattiveria che quel corpo di donna vampiro poteva contenere. Mi avvicinai alla martoriata Anushka. Provavo pena per lei, non era colpa sua. Eppure quando le presi la mano, lei la strinse forte e con un sussurro disse:
"Poi un giorno.. poi un giorno.. C'è sempre una speranza.. Cerca nei miei... effetti..." e spirò.
Mi sentivo in colpa. Era colpa mia che avesse finito in quel modo la sua vita. Preso da una rabbia incontrollata andai nella camera di Sulpicia. Lei sul letto era intenta a riattaccarsi il braccio. La presi per il collo e la sbattei al muro. Volevo ucciderla, volevo farle del male senza pietà.
"Perchè? Non aveva fatto nulla. Lei era innocente" ricordavo i suoi occhi celesti così vitali, così vispi, così ingenuamente maturi.
"Era una bugiarda. Era una sciocca umana. E poi era una bugiarda."
"E se fosse vero? E se fosse morto? La sua morte spiegherebbe il fatto che in tutti questi anni non ne abbiamo trovato traccia"

Intanto Marcus, avendo sentito le ultime parole di quella insulsa umana era andato in camera sua e dopo averla setacciata a fondo trovò un misero biglietto.

"Tutte le verità sono facili da comprendere, una volta che siano scoperte, il punto è scoprire loro (*) Ricorda, ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità (**). Mia dolce Anushka, chi ascolta attentamente l'autentica voce del cuore e della conoscenza è illuminato dalla sua verità (***). Ti aspetto dove i flutti del dolce fiume, un giorno volevano spegnere la luce dei tuoi occhi., al tramonto di martedì prossimo. " Era firmato < Dean > e portava la data di una settimana fa. Marcus corse nella stanza dove stava avvenendo lo "scontro". Interruppe Demetri nell'uccidere Sulpicia e lo scaraventò addosso al muro.
"Ho trovato una traccia. So dove è." disse Marcus sventolando il biglietto che fece accendere un  sorriso di vittoria sul volto di Sulpicia.
"No, non sempre c'è speranza" pensò Demetri con una smorfia di sconforto.


Intanto a casa Cullen...

"Charlie, non abbiamo più tempo. Per favore fai al più presto. Speriamo che funzioni."



Dizionario:
(*)'Dobryj 'vecher = buonasera
(*) shapki and kiepki = sciarpa e cappello
(*) spa'siba = grazie
(*) 
Pozhaluĭsta = prego

Citazioni:
(*) Galileo Galilei
(**) Voltaire
(***) Hegel

Correzioni a cura di trettra :)


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Buonasera a tutti!! Da quanto tempo!! Scusate immensamente il ritardo di questo aggiornamento ma fra scuola guida, le ultime interrogazioni e compiti in classe mi è stato impossibile scrivere qualcosa di decente. Non sono nemmeno sicura che questo capitolo sia leggibile o abbia un qualche tipo di senso. Spero vi piaccia...
Devo essere sincera io NON so il russo quindi le poche parole che ho messo non so nemmeno se siano scritte bene!
Ovviamente è solo la pronuncia, non mi pareva il caso di scrivere in cirillico.
Spero di non aver scritto boiate!
Vi è piaciuta la storia di Anushka? Dean in definitiva è vivo, ma allora perchè nessuno ne ha avuto notizie?
E perchè non si è fatto mai vedere da Anushka in tutti quegli anni?
Cosa succederà ora?
Spero di non aver deluso nessuno!
Spero che le visite e le recensioni salgano di numero.
Forse la mia storia vi sta annoiando? E' così brutta? :(
In attesa dei vostri fantastici commenti!!
Un bacione
A presto
 
Tede
  
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