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Autore: reggina    11/06/2011    4 recensioni
Un evento inaspettato sconvolge la vita di Amy:Julian sarà in grado di restituirle il sostegno che lei gli ha offerto per anni? Intanto nella romantica Parigi, una vecchia conoscenza che chiede di essere approfondita irrompe nella vita di Tom. Finchè le circostanze intrecceranno le loro vite...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Taro Misaki/Tom, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Yamaoka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Tienimi con te”

“Cosa è successo a Malaika?”

Trovò il coraggio di informarsi Amy, temendo la risposta. Se ne restava rannicchiata sul divano sperando che la mamma la tranquillizzasse e la proteggesse dal mondo, come aveva sempre fatto.

Ma quella mattina Kezia era chiamata a mettere la figlia innanzi alla prova più dura.

“C’è stato un incidente stradale! Malaika è…”

Non riuscì a continuare, passandosi una mano sul volto arrossato.

“No, non dirlo! Non è vero! Non può essere vero!”

L’aggredì Amy, tappandosi le orecchie per non scoprire la più drammatica delle verità. Kezia le si avvicinò e le prese dolcemente le mani tra le sue.

“Forse non è lei! Devi aver capito male!”

Cercò di tenere acceso un barlume di speranza, di trincerarsi dietro un muro di illusioni che le certezze della mamma sgretolarono.

“Bambina mia devi farti forza!”

Amy si ritrasse, non volendo essere consolata, si alzò in piedi e quasi si tagliò un piede. Dimentica del tazzone che aveva rotto, quasi camminò sui cocci.

Corse in camera sua per vestirsi e per convincersi che avrebbe iniziato una normale giornata. Solo innanzi alle ante spalancate dell’armadio capì che qualsiasi cosa avrebbe indossato quel giorno, l’avrebbe odiata per sempre.

Afferrò il cellulare pensando di fare uno squillo a quello di Malaika: certamente l’amica avrebbe risposto e tutto sarebbe tornato a scorrere al ritmo di sempre.

Ma non lo fece.

Non voleva andare dalla mamma nel salone e neppure uscire per strada: in ogni sguardo che avrebbe incrociato avrebbe riconosciuto un presagio di morte.

Non voleva pensare a quello, non poteva e non voleva credere che Malaika se ne fosse andata per sempre, all’improvviso, senza salutarla, senza vivere la sua vita.

Si chiuse in bagno, guardandosi inquieta attorno: doveva trovare qualcosa che la impegnasse per evitare al dolore di sopraffarla.

Scorse la cesta del bucato piena di indumenti sporchi: anziché azionare la lavatrice li buttò nella vasca e li cosparse di sapone.

Li immerse nell’acqua con le mani guidate dalla rabbia, li risciacquò per due volte cercando di concentrarsi soltanto sul getto dell’acqua dal rubinetto; era un modo per restare ancorata alle sue certezze, a quei ieri felici che quella mattina erano stati spazzati via per sempre.

//////

“Amy, tesoro esci di lì! Vieni a mangiare qualcosa!”

Kezia bussava insistentemente alla porta, facendole rendere conto di essere rimasta nel suo mondo in sospeso per diverse ore.

Come un automa sedette a tavola, senza toccare cibo e senza lasciarsi avvicinare dalla mamma.

Avrebbe potuto chiederle come era successo, perché proprio Malaika, perché la vita era così ingiusta.

Ma non chiese nulla e non versò neppure una lacrima.

Pensava ad una vita cancellata per sempre. Ad un futuro negato. Ad un’amicizia restata in sospeso. Ma non riusciva a realizzare che tutto questo lo stava vivendo in prima persona.

Le ore successive scivolarono via lente, inghiottite da lacrime represse e singhiozzi spezzati: il sole accarezzava timidamente chi ancora viveva ma quel tepore infastidiva Amy.

Vinta dalla stanchezza e dal continuo negare di quella giornata, si buttò sul letto e si addormentò.

“Così Sensei te ne vai ad Osaka eh?”

“Lo sai che è solo un arrivederci temporaneo!”

“ Noi siamo al di sopra di tutto Amy: anche se le nostre strade dovessero dividersi, la nostra unione non si spezzerà mai!”

“Basta che non passi una vita prima che ci rincontriamo!”

Reminiscenze delle ultime frasi che si era scambiata con Malaika si fondevano con i suoi incubi impedendole di dormire.

Balzò sul letto, l’animo svuotato e la solitudine a martoriarla e a costringerla a guardare in faccia il suo dolore.

I Pierrot sugli scaffali la guardavano con l’aria più triste del solito e l’attiravano nel loro mondo di disillusioni, facendola tremare.

Non voleva restare da sola con i clown quella notte.

Non voleva rifugiarsi tra le braccia della mamma per farsi consolare da frasi scontate.

Non voleva farsi una ragione di quanto accaduto ed accettare che la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Doveva riappropriarsi della sua vita.

Si rivestì ed usci in punta di piedi, con le scarpe in mano: solo quando fu sicura che nessuno l’avrebbe notata, le infilò.

Iniziò a girovagare nella capitale addormentata. Poteva essere pericoloso andarsene in giro, da sola, a quell’ora ma non le importava.

Non le interessava di vivere o di morire.

Non le importava se quella sera c’erano le stelle o lo smog intrappolava il paesaggio nelle sue nebbie.

Tutto scorreva uguale ed immutabile e le sembrava ingiusto che il mondo non si fermasse a condividere il suo dolore.

Camminò per diversi isolati senza una meta precisa; poi trovandosi all’ingresso del Liceo ebbe l’impulso di correre via.

Un rumore proveniente dal campetto dove si allenava la Mambo la trattenne. Barcollando, raggiunse il punto del campo dove era proiettata l’ombra di qualcuno.

//////////

Con le spalle contro la rete di protezione, Julian, seduto sul rettangolo verde, strappava ciuffi di erba e li sgretolava tra le mani. Si accorse che c’era qualcuno ad osservarlo.

“Amy non sapevo fossi tornata!”

Le loro ombre si intrecciarono e proiettarono un unico, grande, spazio buio sul campo.

“Come stai?”

Era la prima persona quel giorno che si preoccupava di chiederglielo. Amy gli si buttò sul petto, distrutta dal dolore che si era tenuta dentro fino ad allora.

“Mi dispiace così tanto per Malaika! Eravate così legate!”

Le bisbigliò dolcemente Julian, accarezzandole la testa e lasciandola piangere, cancellando quei mesi di silenzi.

“Ti prego Julian non dirmi anche tu che la vita va avanti! Che devo farmi forza!”

Lo implorò, vinta dai singhiozzi.

“No Amy! Piangi e soffri come è giusto che sia! Ora è troppo presto per dirti che devi dimenticare!”

La ragazza si staccò da lui per fargli una richiesta.

“Julian…tienimi con te!”

Solo la sua vicinanza di Julian le avrebbe impedito di sprofondare nel baratro, lo sapeva bene. Il ragazzo la allontanò un attimo e si sfilò il giubino per posarlo sulle spalle tremanti di lei, quindi l’attirò nuovamente su di sé, pronto a restare con lei anche tutta la notte.

Un po’ di calore riscaldò Amy, che si strinse ancor di più a Julian e pianse contro il suo petto. In quella gelida notte sentiva i battiti di un cuore per cui tante volte aveva trepidato che pulsavano solo per lei.

   
 
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