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Autore: kai_chan    12/06/2011    0 recensioni
Storiella tanto per riprendere un pò la mano. Era un pò di tempo che non scrvevo.
Una storia non del tutto vera, ma Lei (Usato come pronome) esiste davvero.
Enjoy it!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ipocrita?

Si svegliò, ma Lei era sparita.
Si guardò intorno in cerca della Sua figura. Non c’era.
Ora era preoccupata, l’aveva avvolta un senso di vuoto, si sentiva stordita. Eppure ricordava di essere andata a dormire con Lei. Ma Lei non era più lì.
Era successo qualcosa la notte precedente.
Il suo sguardo andò a posarsi sulle sue mani fredde che stringevano tremolanti le lenzuola. Delle fasce avvolgevano le sue braccia bianco latte facendole sembrare ancora più piccole di quello che sembravano normalmente.
Qualcosa scattò nella sua mente e corse in bagno. Era ancora lì, nessuno l’aveva toccata, ancora immersa nel liquido rosso che proveniva dal suo organismo.
Non credeva di averlo fatto di nuovo. Non era possibile, aveva promesso e stava mantenendo così bene quella promessa.
Si tolse le fasciature che le avvolgevano le braccia. Questa volta erano sette, tre in meno dall’ultima volta.
Questo però non la rassicurò molto. Aveva promesso, ma non ce l’aveva fatta. Le faceva male, molto male.
Raccolse l’oggetto, lì dove la sera prima Lei lo scaraventò con violenza a terra e rabbia nei suoi bellissimi occhi dorati.
Lo guardò mentre lo faceva girare tra le mani. Era tentata. In fondo è stata colpa sua e doveva punirsi.
Non sapeva fare altro che dare la colpa a se stessa se le cose andavano male. Non ha mai provato a parlare o se l’ha fatto ha solo ricevuto rifiuti da parte degl’altri. Era debole e ingenua. Magari solo vittimismo.
Continuava a fissare quella cosa con desiderio, ma un altro pensiero entrò nella sua testa: Lei non voleva tutto questo, lo detestava, la odiava e odiava l’oggetto del suo desiderio.
Strinse la cosa nella mano e la scaraventò fuori dalla finestra aperta.
Non era ancora del tutto libera, ma sentiva di essersi tolta un peso.
Tornò in camera da letto e notò qualcosa accompagnato da un foglio poggiato sul suo comodino. Lo prese tra le mani e il senso di sollievo che aveva provato pochi istanti prima scomparve così com’era arrivato.
La gemella di quell’oggetto di cui si era appena sbarazzata e che custodiva la persona che credeva fosse al suo fianco nel suo stesso letto, si trovava ora nella sua stanza. Non era solo, era accompagnato da un foglio con su scritto la parola “Ipocrita”.
Era la stessa calligrafia che lei aveva tanto amato ed ammirato in quel poco tempo.
“Sono stati sette mesi di buio” le aveva detto una volta, e alla fine se n’era andata davvero.
  
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