22. Do you kill him?
http://www.youtube.com/watch?v=8KxKgLnlpR8&feature=feedrec_grec_index
- L’hai ucciso? Rispondimi
Damon, hai ucciso Stefan? – Chiesi, dopo quattro ore, vedendolo rientrare dalla
porta d’ingresso. Aveva gli occhi gonfissimi e arrossati, la labbra secche, il
viso sconvolto.
-
No. – Disse soltanto facendomi rincuorare. Stefan non era
morto.
-
E allora? Perché sei così sconvolto? – Mi avvicinai guardandolo negli occhi e
prendendogli le mani. Sembrava distrutto.. totalmente.
-
Katherine. E’ viva. – Mi disse ed io mi sentii morire.
-
Ma come è possibile? Mi avevi detto che era morta.. –
-
Lo so Elena! Lo so! E invece adesso sta con lui.. – Mi lasciò le mani e
scomparve, rinchiudendosi in camera sua. Andai a vedere cos’avesse ma non volle
aprirmi.. quindi rimasi seduta fuori dalla sua porta, aspettando che si
calmasse. Katherine, la donna che lui aveva amato per molti anni e che aveva
condiviso col fratello adesso riappariva e stava con Stefan. Com’era possibile?
Damon l’amava ancora? Iniziai a realizzare di poterlo perdere. A quanto ne
sapevo Katherine era una stronza quindi avrebbe fatto di tutto per scompigliare
di nuovo le vite di Stefan e Damon, dannata puttana. Non avrei permesso che
Damon soffrisse a causa sua, non di nuovo.
-
Damon, apri per piacere. – Dissi alzandomi e avvicinandomi alla
porta.
-
Vattene Elena. – Mi disse secco, arrabbiato, in procinto di compiere
follie.
-
Damon apri. – Ripetei senza voler accettare ulteriori
rifiuti.
Aprì
la porta con uno scatto deciso e quando l’aprii lo trovai ancora più sconvolto
di qualche minuto prima, se possibile.
Gli
strinsi le braccia attorno al collo, beandomi del suo profumo muschiato e acre..
era il profumo migliore del mondo.
-
Lei era morta, capisci? Era morta. – Mi disse quasi in trance. Vedere che
un'altra donna potesse fargli quell’effetto mi mandò su tutte le bestie ma
provai a stare calma. Se solo avessi fatto la gelosa adesso ne avrei pagato le
conseguenze, arrabbiato com’era.
-
Ormai è passato, ci sono io qua.. – Gli dissi accarezzandolo e improvvisamente
le sue braccia scesero sui miei fianchi e mi strinsero.
Iniziai
a camminare facendolo indietreggiare fino al bordo del letto. Lo spinsi
delicatamente giù facendolo adagiare sul materasso e io mi stirai accanto a lui
stringendolo. La mia testa era qualche centimetro più alta della sua, gli baciai
la fronte e lo strinsi forte.
-
Mi dispiace per quello che ti ho detto l’altro giorno, non è vero nulla.. io..
t.. ci tengo a te, insomma.. – Dissi ricacciando indietro quelle due
paroline.
-
Va bene ma adesso ho davvero bisogno di non pensare a nulla. – Mi
disse.
-
Vuoi che me ne vada? – Gli chiesi malinconica, non volevo un altro rifiuto da
parte sua.. volevo essere io a decidere quando sarei dovuta andare via. Non
avrei accettato ulteriori ordini, in fondo non era mio padre..
-
No, voglio che mi distrai.. Elena. – Calcò il mio nome e io capii subito le sue
intenzioni, voleva fare l’amore.. voleva farlo con me per non pensare a
lei.
-
Non credo sia una buona id.. – Mi bloccò gettandosi tra le mie gambe e
baciandomi con ardore.. provai a divincolarmi ma il suo fascino mi colpì
inesorabile e continuammo a baciarci, toccarci, esplorarci per diverso
tempo.
-
Non voglio fare l’amore oggi. – Gli dissi tra un bacio e l’altro e lui
annuì.
-
Però ti prego, continua a baciarmi. – Passammo tutto il pomeriggio e la sera a
coccolarci, parlare del più e del meno, baciarci e sfiorarci. Poi decidemmo di
andare a letto, mi attaccai a lui con gamba e braccio e lo cullai finché il suo
respiro diventò regolare e rilassato, poi mi concessi di dormire
anch’io.