CAPITOLO VI: Witches are
coming
EPOV
La bionda continuava ad
urlare.
- Vi prego, lasciatemi andare! Oh, mio Signore, Gesù Cristo
Santissimo, aiutami! –
- Basta con questi piagnistei, biondina! – affermò
Pam
mentre faceva roteare gli occhi per l’esasperazione - Cosa ci
facevi sulla
statale per Bontemps? Le streghe devono davvero essere cadute in basso
per
mandare una come te da queste parti. –
Mi avvicinai a lei
lentamente, sollevandole il mento per
riuscire a guardarla in faccia. – Rispondi. – dissi
con tono risoluto.
- Stavo…stavo
andando a cercare…Jason…Stackhouse. –
disse
singhiozzando.
Il suo appariscente
tailleur giallo canarino era
irrimediabilmente ricoperto di sangue e notai che nonostante le catene
a
sorreggerla riusciva a malapena a tenere dritte le gambe. La paura la
faceva
tremare come una foglia.
- Sono…sono
scappata da mio marito. Lui…non è più
lo stesso
da quando sono arrivate quelle…empie streghe. Non potevo
rimanere in quel luogo
profano! – continuò la Newlin.
- Si certo, tu sei
scappata e io sono la fata turchina, come
no. Non crederai mica che crederemo alle tue volgari bugie, stronzetta!
–
ingiunse Pam subito dopo averla colpita con un terribile schiaffo in
pieno
viso.
- Liberala Pam.
– ordinai.
- Ma lei… -
- Ho detto liberala!
Portala nel mio ufficio. - mormorai
mentre già risalivo le scale.
Un attimo dopo mi trovavo
dietro la mia scrivania e una Sara
Newlin ancora distrutta era seduta proprio di fronte a me.
- Avevi una storia con
Stackhouse, giusto? – domandai
cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
La sola vista di quella
donna mi ricordava Godric, ma quello
non era né il momento né il luogo per soffermarmi
a pensare alla sua morte, o
all’immenso dolore che avevo provato.
La donna fece un lieve
cenno di sì con la testa.
- Ho bisogno che mi
racconti tutto ciò che sai su quelle
streghe. –
- Non so se dovrei
raccontare proprio ad un vampiro le cose
che ho visto. Il Signore… -
- Ascoltami Sara
– la interruppi – Credo che Jason, e tutti
noi, siamo in grave pericolo. Sono certo che il tuo dio non
vorrà permettere a
quelle scellerate streghe di compiere i loro blasfemi
incantesimi… -
- Oh, non ci avevo
pensato. – rispose la bionda
semplicemente. – Beh, in verità non è
che io sappia molto. Credo che Steve, mio
marito, sia stato incantato o qualcosa del genere da una di loro.
–
- Continua. –
chiosò Pam che stava appoggiata allo stipite
della porta.
- Ecco… credo
che questa donna…questa strega sia a capo
della Congrega. Le ho visto dare ordini in giro. Ha detto di chiamarsi
Marnie,
Marnie Stonebrook e…oh, sapete tenere un segreto? –
Io e Pam ci sporgemmo in
avanti per ascoltare con sempre
maggiore interesse.
- Credo che questa
Marnie…sia l’anticristo! – disse in un
sussurro.
Scoppiai in una risata
fragorosa. Adesso capivo
perfettamente l’alchimia tra questa biondina e Jason
Stackhouse!
Poi lei aggiunse: - Non
c’è assolutamente nulla da ridere!
Quella donna è il demonio! Non sopportavo
l’effetto che aveva su mio marito e
continuava a dire delle strane cose su un potente rituale… -
A quel punto mi bloccai.
Fu come se il sangue mi si fosse
gelato nelle vene.
Avevo già
assistito alle conseguenze di quel rituale una
volta e non avevo alcuna intenzione di lasciare che si ripetesse.
In
quell’occasione, quasi due secoli fa, moltissimi vampiri
e umani e esseri soprannaturali di ogni genere erano morti.
Non potevo permettere che
tutto ciò si ripetesse,
soprattutto non ora che, stando a ciò che Sookie aveva
appreso a Fae, il
rituale di certo sarebbe stato compiuto con il suo sangue.
Le streghe avevano bisogno
di sangue molto potente per
portare a termine il loro cerimoniale e quello di Sookie, fata telepate
di
discendenza reale, faceva sicuramente al caso loro.
No,
non posso
permettere che accada di nuovo, pensai.
- Pam, accompagna questa
donna fuori dal mio ufficio, poi
corri a casa di Sookie, prendi tutte le sue cose e portala qua. Prendi
anche
Jason. Veloce. –
- Come desideri, Master.
– e in un istante Pam e Sara Newlin
sparirono dalla mia vista.
Presi il mio cellulare e il più velocemente possibile digitai il numero di Nan Flanagan.
- Northman? –
disse la voce all’altro capo del telefono –
Dimmi che hai un buon motivo per interrompere la mia cena. –
- L’Authority si
sbagliava. Hallow non è ancora tornata, ma
lo farà presto. La congrega sta per compiere il rituale. -
SPOV
Al mio risveglio il
vampiro, Eric, non era più al mio
fianco.
Mi sentivo ancora un
po’ stordita ma il dolore al ventre si
era notevolmente attenuato grazie al suo sangue, quindi provai a
sollevarmi dal
letto.
Nonostante le gambe
fossero ancora deboli ed incerte, riuscii
ad alzarmi in piedi.
Dopo essere andata in
bagno per soddisfare le mie necessità
umane, lentamente scesi le scale.
Nel soggiorno Jason
sembrava intento a riguardare per
l’ennesima volta i dvd di Lost.
Credo abbia visto e
rivisto la prima e la seconda stagione
almeno un migliaio di volte, eppure è ancora terrorizzato
quando vede spuntare
il Fumo Nero!
Mi spostai nella cucina.
L’appetito mi stava semplicemente
divorando.
Aprii il frigo e dopo aver
messo insieme tutto il necessario
per preparare un toast, infilai il pane nel vecchio tostapane malconcio
della
nonna.
La nonna.
La mia adorata nonna era
morta e non riuscivo nemmeno a
ricordare in che modo.
L’ultimo anno e
mezzo della mia era stato spazzato via e l’unico,
piccolo frammento che mi rimaneva era l’immagine della nonna
stesa in una pozza
di sangue in quella stessa stanza.
Scoppiai a piangere e mi
lasciai scivolare a terra,
poggiando la schiena lungo il bancone della cucina.
Sentii il piccolo
fastidioso click del tostapane avvisarmi
che il mio spuntino era pronto ma non mi importava.
Improvvisamente
l’istinto mi spinse a correre verso la porta
d’ingresso: dovevo vedere la sua tomba.
Giunta davanti
l’uscio mi fermai di botto.
Un’immagine
apparve nitida davanti ai miei occhi.
Un
uomo stava correndo verso di me. Anch’io correvo verso di
lui, indossando una camicia da notte bianca. Lui mi baciò,
intensamente, poi mi
prese tra le sue braccia e mi porto in una casa poco distante.
Facemmo l’amore,
poi lui mi morse sulla giugulare.
Un vampiro.
Non ricordai nient’altro, ma questo fu sufficiente a sconvolgermi nel profondo. Chi era quest’uomo, questo vampiro?
E quando,
perché
avevo fatto l’amore con lui?
Io sono, a quanto pare
ero, vergine.
Un vampiro. La mia prima
volta con un vampiro, e non
riuscivo a ricordare nient’altro.
Lo avevo amato? E
perché lui non era con me adesso? Ed Eric,
allora? Potevo sentire un profondo legame con lui.
Non ebbi il tempo di
riflettere a lungo.
Un silenzio soffocante
sopraggiunse dietro la porta,
fortunatamente ancora chiusa. Un vampiro, pensai.
Sapevo che i vampiri non potevano entrare in casa senza un invito, quindi tirai un respiro profondo e aprii la porta.
Una donna bionda, con uno
strano tailleur rosa confetto che
sembrava uscito da una versione anni ’60 di Desperate
Housewives, si parò di
fronte a me.
- E’ un piacere
rivederti Stackhouse. – disse con tono
evidentemente ironico – Eric desidera che tu e il tuo
brillante fratello
veniate con me al Fangtasia. –
- E tu chi diavolo sei? E,
Fangtasia, sul serio? Che razza
di nome è? –
- Sapevo che non lo
avresti reso facile. Hey, Stackhouse?
Jason? Muovi le chiappe e corri alla porta! -
Pochi secondi dopo Jason
fu al mio fianco: - Hey Pam, che ci
fai da queste parti? Stavo per scoprire cosa c'è dentro la
botola, vuoi unirti
a me? – disse ripiegando la testa su un lato, cosa che lo
faceva sembrare un
po’ stupido ma anche estremamente esilarante.
- No, grazie, credo che
per stavolta passerò. – rispose la vampira
con lo stesso identico sorrisetto che avevo visto poche ore prima sul
volto di
Eric. – Ho bisogno che tu e la tua irritante sorellina mi
seguiate al
Fangtasia. Subito. –
Credevo che Jason si
sarebbe opposto duramente a quella
richiesta, d’altronde, quella era la puntata di Lost che
preferiva in assoluto.
Invece, con mio immenso stupore corse a spegnere il televisore e in
tutta
fretta mi pilotò verso l’auto della vampira: una
splendida Mercedes rosa
confetto.
Ovvio.