Human Wheels
- spin round and round -
Si
svegliò di colpo da un sonno pieno di incubi, la testa che
rimbombava di urla. I soliti fantasmi erano tornati a fargli una
visita notturna, ne era abituato.
Si
mise seduto facendo scricchiolare il letto e solo grazie a quel suono
realizzò – per l'ennesima volta – che non era solo: una donna
gli dormiva accanto, ciuffi di capelli rosa su lenzuola bianche ed un
corpo nudo.
Da quando in qua Sakura dormiva a Villa
Uchiha?
Sasuke aveva perso il
conto di molte cose, dacchè aveva rimesso piede a Konoha un'alba di
di dodici mesi prima, quando anche la vendetta era morta, calpestata
dalla forza disumana di Naruto che aveva ucciso prima Madara e poi
l'odio, tutto in un colpo. Aveva creduto di morire, quell'alba,
Sasuke. Poi era sopraggiunta Sakura con gli occhi verdi dilatati per
il terrore ma le mani chiuse a pugno, con la voce rotta dal pianto ma
azioni sicure: gli aveva dato le prime cure, lo aveva preso in
braccio e si era ritrovato all'ospedale. Sfinito, perdente
ma sano e salvo.
Quella che pacificamente gli dormiva accanto non
sembrava la ragazza energica e snervante delle ore diurne, quella che
per mesi gli aveva messo il broncio, che per ore ed ore lo aveva
curato senza dire alcunchè fino a che la sua pelle era tornata
liscia, senza un graffio; quella che un bel giorno era piombata a
Villa Uchiha nel pieno della notte e aveva chiesto di poter dormire
con lui, che da sola non riusciva. Non ce la faceva più.
Quella che si era riconquistata il posto nella sua vita d'Uchiha
asettico e che non aveva intenzione di lasciarlo mai più, tale
sudato posto.
Sasuke alzò una mano nell'aria tiepida e la lasciò
sospesa così per un bel po', pensando che davvero non ricordava il
momento preciso in cui le cose erano diventate così
normali: villa Uchiha di nuovo
abitata, respiro umano nelle orecchie, il battito di un cuore, il
calore di un corpo. Che fosse proprio da quella notte che tutto aveva
straordinariamente incominciato ad ingranare?
Come se improvvisamente gli ingranaggi della sua vita avessero
ricominciato a girare nel verso giusto.
Si sentiva così
strano.
Non sapeva che fare, che pensare, come reagire.
Addirittura la mano rimaneva
sospesa per aria sotto esitazione di una mente
confusa.
“Sas'ke...”
Sakura chiamò il suo nome, succedeva
sempre, ed era il suo nome pronunciato da tale donna a fargli vedere
la luce, a rischiarargli fulmineamente la mente. Ogni notte
così.
Finalmente la bianca mano di Sasuke andò ad accarezzare la
guancia calda della ragazza che sorrise nel sonno, un sorriso puro
come quello di un bambino.
Avrebbe dovuto fuggire da un sorriso
del genere, non avrebbe dovuto essere lì a riceverlo poiché egli
non lo meritava, non lo poteva avere. Egli era il peccato fatto in
persona e stava scontando una pena così blanda in confronto ai
crimini commessi.
Che punizione era restarsene ai
sequestri domiciliari in compagnia di Sakura?
Probabilmente
era proprio la seconda parte della pena, quella riguardante la donna,
a rappresentare il vero pericolo. La vera violenza. In fondo si
rendeva benissimo conto che lei lo destabilizzava, che ricevere tanto
amore in uno spazio così breve era da impazzire.
Sasuke si
domandò se davvero ne sarebbe uscito pazzo, da lì ad un anno.
Dopotutto dodici mesi erano tanti e Sakura non aveva intenzione di
andarsene da lì.
Sasuke si chinò su di lei e le diede un bacio
sul collo, uno solo, un effimero contatto elettrico. Non voleva
svegliarla per una notte in cui ella non sussultava per via dei
soliti incubi.
Ognuno aveva i propri fantasmi. Lui
era ancora il fantasma di Sakura.
Sasuke
dormiva rannicchiato su di un fianco, le dava le spalle.
Sakura si
mise seduta sul letto e cercando di non svegliarlo si chinò su di
lui, voleva vedere com'era il volto di un Uchiha che dorme.
Succedeva
sempre, che lei si svegliasse nel pieno della notte, forse a causa
della luce lunare che prepotente entrava dalla finestra aperta, e che
provasse il forte desiderio di osservare il volto di Sasuke.
Sì,
Sasuke Uchiha dormiva per davvero, le labbra sottili schiuse e il
respiro lento.
A Sakura si riempiva il cuore di emozione a a
sentirlo così vivo,
mai come quando egli le dormiva accanto lei si sentiva
piena di lui.
Ripeteva a se
stessa che quell'uomo abbandonato ai sogni era tutto ciò che aveva,
al di là di Naruto, Kakashi, Ino e tutti gli altri, Sasuke Uchiha
era la sua essenza, la sua casa, la sua famiglia. Ciò che aveva
sempre desiderato.
Eccolo lì, così assurdamente rilassato;
dimostrava parecchi anni di meno. Agli occhi di Sakura sembrava un
bambino, un bambino da amare e proteggere, da non far fuggire mai,
mai, mai.
Sakura si rimise distesa, s'avvicinò al corpo di Sasuke
e lo abbracciò da dietro, circondandolo con un braccio ed
affondandogli la testa sulla schiena.
Se si concentrava per bene
poteva udire il battito di quel cuore orgoglioso e aveva l'assoluta
certezza che andasse allo stesso ritmo del suo, del suo cuore di
donna innamorata.
Ancora quasi non ci credeva, di trovarsi a villa
Uchiha, di vivere con Sasuke, di poterlo amare incondizionatamente
ogni singolo minuto, ogni singolo respiro.
Quantunque fosse
difficile, quantunque lui a momenti la rifiutasse, la supplicasse di
smetterla di amarlo, Sakura poteva dirsi finalmente in pace con se
stessa.
Non poteva ancora definire felice, la sua vita, ma era
certa di aver ottenuto piccole fondamentali soddisfazioni da tale
vita: il corpo addormentato di Sasuke accanto, il proprio nome sulle
labbra di lui la mattina quando si svegliava in ritardo, il suo
respiro affannoso in un orecchio
allorchè egli sussurrava di desiderarla ancora e ancora.
Se
Sakura si svegliava di soprassalto da uno dei tanti incubi che le
voleva portare via l'amore della sua vita ecco che la presenza di
Sasuke la calmava all'istante, le asciugava le lacrime, la cullava
facendola riaddormentare, in un sonno senza sogni.
Sakura sentì
il proprio corpo staccarsi dal letto, sentì il calore totalizzante
di Sasuke su di sé, l'unione dei loro respiri e come ogni notte si
riaddormentò appagata. Non aveva paura di ritrovarsi faccia a faccia
con gli incubi riccorenti.
Era certa che il risveglio sarebbe
giunto presto e ad ogni risveglio, agitato a dolce che fosse, avrebbe
trovato Sasuke lì con lei, addormentato o sveglio che fosse. Ne era
certa come in passato era stata certa che Naruto avrebbe
mantenuto la promessa.
Ed
eccolo lì, il Sasuke Uchiha della promessa, placidamente
addormentato accanto a Sakura.* Accanto alla Primavera* della sua
vita.
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N.A.
Il titolo è preso dall'omonima canzone di John Mellencamp.
*Sakura:
significa fiore di Ciliegio. Quest'ultimo sboccia in primavera ed è
di buon auspicio per il futuro. Ho voluto accostare Sakura a
*primavera per creare un gioco di parole e significati: non solo il
Sakura rappresenta il futuro (luminoso) della vita dell'Uchiha ma
anche la primavera della sua esistenza ovvero un nuovo colorato
inizio.
Spero di essere stata chiara ^^
Flash fic senza
pretese né originalità, è semplicemente nata dal bisogno di
cimentarmi in SasuSaku di vecchio stampo, sullo stile di quelle che
scrivevo e leggevo in passato, ambientata in un ipotetico dopo
guerra, con Naruto che ha mantenuto la sua promessa ed una Sakura che
può assaporare finalmente un anelito di soddisfazione.
Avevo
bisogno di scrivere una cosa così e spero vi possa essere piaciuta!
^^
Dedicata alla mia
Sae
(grande scrittrice che DEVE tornare sugli schermi di efp, la
costringerò io! ;) ).
Inoltre è un tributo
allea vecchia
generazione di
efp. E a ciò che di buono
c'è, rimane
ancora in questo fandom ormai confuso.
Grazie
mille a coloro che sono arrivati fin qua con la lettura e mi vorranno
far sapere che ne pensando di questa piccola cosa
nera.
Un abbraccio a voi tutti!
terrastoria