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Autore: terrastoria    12/06/2011    13 recensioni
[SasuSaku] Dedicata a Sae.
Sasuke si mise seduto facendo scricchiolare il letto e solo grazie a quel suono realizzò – per l'ennesima volta – che non era solo: una donna gli dormiva accanto, ciuffi di capelli rosa su lenzuola bianche ed un corpo nudo.
Da quando in qua Sakura dormiva a Villa Uchiha?
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Human Wheels

- spin round and round -


Si svegliò di colpo da un sonno pieno di incubi, la testa che rimbombava di urla. I soliti fantasmi erano tornati a fargli una visita notturna, ne era abituato.
Si mise seduto facendo scricchiolare il letto e solo grazie a quel suono realizzò – per l'ennesima volta – che non era solo: una donna gli dormiva accanto, ciuffi di capelli rosa su lenzuola bianche ed un corpo nudo.
Da quando in qua Sakura dormiva a Villa Uchiha?
Sasuke aveva perso il conto di molte cose, dacchè aveva rimesso piede a Konoha un'alba di di dodici mesi prima, quando anche la vendetta era morta, calpestata dalla forza disumana di Naruto che aveva ucciso prima Madara e poi l'odio, tutto in un colpo. Aveva creduto di morire, quell'alba, Sasuke. Poi era sopraggiunta Sakura con gli occhi verdi dilatati per il terrore ma le mani chiuse a pugno, con la voce rotta dal pianto ma azioni sicure: gli aveva dato le prime cure, lo aveva preso in braccio e si era ritrovato all'ospedale. Sfinito, perdente ma sano e salvo.
Quella che pacificamente gli dormiva accanto non sembrava la ragazza energica e snervante delle ore diurne, quella che per mesi gli aveva messo il broncio, che per ore ed ore lo aveva curato senza dire alcunchè fino a che la sua pelle era tornata liscia, senza un graffio; quella che un bel giorno era piombata a Villa Uchiha nel pieno della notte e aveva chiesto di poter dormire con lui, che da sola non riusciva.
Non ce la faceva più. Quella che si era riconquistata il posto nella sua vita d'Uchiha asettico e che non aveva intenzione di lasciarlo mai più, tale sudato posto.
Sasuke alzò una mano nell'aria tiepida e la lasciò sospesa così per un bel po', pensando che davvero non ricordava il momento preciso in cui le cose erano diventate
così normali: villa Uchiha di nuovo abitata, respiro umano nelle orecchie, il battito di un cuore, il calore di un corpo. Che fosse proprio da quella notte che tutto aveva straordinariamente incominciato ad ingranare? Come se improvvisamente gli ingranaggi della sua vita avessero ricominciato a girare nel verso giusto.
Si sentiva così strano.
Non sapeva che fare, che pensare, come
reagire. Addirittura la mano rimaneva sospesa per aria sotto esitazione di una mente confusa.
“Sas'ke...”
Sakura chiamò il suo nome, succedeva sempre, ed era il suo nome pronunciato da tale donna a fargli vedere la luce, a rischiarargli fulmineamente la mente. Ogni notte così.
Finalmente la bianca mano di Sasuke andò ad accarezzare la guancia calda della ragazza che sorrise nel sonno, un sorriso puro come quello di un bambino.
Avrebbe dovuto fuggire da un sorriso del genere, non avrebbe dovuto essere lì a riceverlo poiché egli non lo meritava, non lo poteva avere. Egli era il peccato fatto in persona e stava scontando una pena così blanda in confronto ai crimini commessi.
Che punizione era restarsene ai sequestri domiciliari in compagnia di Sakura?
Probabilmente era proprio la seconda parte della pena, quella riguardante la donna, a rappresentare il vero pericolo. La vera violenza. In fondo si rendeva benissimo conto che lei lo destabilizzava, che ricevere tanto amore in uno spazio così breve era da impazzire.
Sasuke si domandò se davvero ne sarebbe uscito pazzo, da lì ad un anno. Dopotutto dodici mesi erano tanti e Sakura non aveva intenzione di andarsene da lì.
Sasuke si chinò su di lei e le diede un bacio sul collo, uno solo, un effimero contatto elettrico. Non voleva svegliarla per una notte in cui ella non sussultava per via dei soliti incubi.
Ognuno aveva i propri fantasmi. Lui era ancora il fantasma di Sakura.



Sasuke dormiva rannicchiato su di un fianco, le dava le spalle.
Sakura si mise seduta sul letto e cercando di non svegliarlo si chinò su di lui, voleva vedere com'era il volto di un Uchiha che dorme.
Succedeva sempre, che lei si svegliasse nel pieno della notte, forse a causa della luce lunare che prepotente entrava dalla finestra aperta, e che provasse il forte desiderio di osservare il volto di Sasuke.
Sì, Sasuke Uchiha dormiva per davvero, le labbra sottili schiuse e il respiro lento.
A Sakura si riempiva il cuore di emozione a a sentirlo così
vivo, mai come quando egli le dormiva accanto lei si sentiva piena di lui.
Ripeteva a se stessa che quell'uomo abbandonato ai sogni era tutto ciò che aveva, al di là di Naruto, Kakashi, Ino e tutti gli altri, Sasuke Uchiha era la sua essenza, la sua casa, la sua famiglia. Ciò che aveva sempre desiderato.
Eccolo lì, così assurdamente rilassato; dimostrava parecchi anni di meno. Agli occhi di Sakura sembrava un bambino, un bambino da amare e proteggere, da non far fuggire mai, mai, mai.
Sakura si rimise distesa, s'avvicinò al corpo di Sasuke e lo abbracciò da dietro, circondandolo con un braccio ed affondandogli la testa sulla schiena.
Se si concentrava per bene poteva udire il battito di quel cuore orgoglioso e aveva l'assoluta certezza che andasse allo stesso ritmo del suo, del suo cuore di donna innamorata.
Ancora quasi non ci credeva, di trovarsi a villa Uchiha, di vivere con Sasuke, di poterlo amare incondizionatamente ogni singolo minuto, ogni singolo respiro.
Quantunque fosse difficile, quantunque lui a momenti la rifiutasse, la supplicasse di smetterla di amarlo, Sakura poteva dirsi finalmente in pace con se stessa.
Non poteva ancora definire felice, la sua vita, ma era certa di aver ottenuto piccole fondamentali soddisfazioni da tale vita: il corpo addormentato di Sasuke accanto, il proprio nome sulle labbra di lui la mattina quando si svegliava in ritardo, il
suo respiro affannoso in un orecchio allorchè egli sussurrava di desiderarla ancora e ancora.
Se Sakura si svegliava di soprassalto da uno dei tanti incubi che le voleva portare via l'amore della sua vita ecco che la presenza di Sasuke la calmava all'istante, le asciugava le lacrime, la cullava facendola riaddormentare, in un sonno senza sogni.
Sakura sentì il proprio corpo staccarsi dal letto, sentì il calore totalizzante di Sasuke su di sé, l'unione dei loro respiri e come ogni notte si riaddormentò appagata. Non aveva paura di ritrovarsi faccia a faccia con gli incubi riccorenti.
Era certa che il risveglio sarebbe giunto presto e ad ogni risveglio, agitato a dolce che fosse, avrebbe trovato Sasuke lì con lei, addormentato o sveglio che fosse. Ne era certa come in passato era stata certa che Naruto
avrebbe mantenuto la promessa.

Ed eccolo lì, il Sasuke Uchiha della promessa, placidamente addormentato accanto a Sakura.* Accanto alla Primavera* della sua vita.

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N.A.

Il titolo è preso dall'omonima canzone di John Mellencamp.

*Sakura: significa fiore di Ciliegio. Quest'ultimo sboccia in primavera ed è di buon auspicio per il futuro. Ho voluto accostare Sakura a *primavera per creare un gioco di parole e significati: non solo il Sakura rappresenta il futuro (luminoso) della vita dell'Uchiha ma anche la primavera della sua esistenza ovvero un nuovo colorato inizio.
Spero di essere stata chiara ^^

Flash fic senza pretese né originalità, è semplicemente nata dal bisogno di cimentarmi in SasuSaku di vecchio stampo, sullo stile di quelle che scrivevo e leggevo in passato, ambientata in un ipotetico dopo guerra, con Naruto che ha mantenuto la sua promessa ed una Sakura che può assaporare finalmente un anelito di soddisfazione.
Avevo bisogno di scrivere una cosa così e spero vi possa essere piaciuta! ^^

Dedicata alla
mia Sae (grande scrittrice che DEVE tornare sugli schermi di efp, la costringerò io! ;) ).
Inoltre è un
tributo allea vecchia generazione di efp. E a ciò che di buono c'è, rimane ancora in questo fandom ormai confuso.



Grazie mille a coloro che sono arrivati fin qua con la lettura e mi vorranno far sapere che ne pensando di questa piccola
cosa nera.

Un abbraccio a voi tutti!
terrastoria

   
 
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