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Autore: jessica80    12/06/2011    4 recensioni
Il re si avvicinò di più all'insolente mortale continuando a fissarla. La donna poteva sentire il fiato di lui mescolarsi al suo.
- Sarah rilassati, io non ho fatto proprio niente al tuo… amico. -
Dopo tredici anni Sarah torna nell'Undergroud per riprendere qualcuno che lui ha rapito.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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 Un pigro raggio di sole filtrava dalle tende della finestra e Sarah, aprendo lentamente gli occhi, intuì che doveva essere ancora molto presto. Si mise seduta sul letto ripensando alla sensazione che le aveva trasmesso il leggero soffio del re sulla pelle. Era un uomo bellissimo, affascinante, sensuale e lei era una donna, non era più la ragazzina che aveva attraversato il labirinto tredici anni prima. In verità il ricordo del re era sempre stato una persecuzione per lei. Girandosi di lato vide la porta misteriosa da dove la sera prima era uscito Jareth. Quando il re se n’era andato, Sarah si era alzata dal letto e aveva provato ad aprire quella dannata porta, ma i suoi sforzi erano stati vani. La porta era chiusa a chiave e, non potendo certo sfondarla, si era rassegnata a tornare a letto, aspettando l’occasione giusta per riuscire a sbirciare dietro quel mistero.
Sarah accantonò quel pensiero e, facendo spallucce si alzò. Dopo essersi lavata e vestita, decise di prendere una boccata d’aria sul terrazzo. Uscì gustando l’aria fresca del mattino che le accarezzava la pelle e si appoggiò con le mani al parapetto del balcone contemplando il panorama. Un piacevole color aranciato proveniente dallo spuntar del sole investiva i giardini del castello. Chiuse gli occhi assaporando il dolce profumo di glicini che le riempiva le narici.
- Buongiorno, Sarah.- la salutò una voce calda e sensuale.
Non era possibile, la seguiva ovunque…
- Allora è vero, sei la mia persecuzione ! Possibile che tu debba controllarmi in continuazione? -
Sarah aveva aperto gli occhi e si era voltata verso l'ipotetica provenienza della voce. Ciò che vide le bloccò le parole in gola. Il re se ne stava appoggiato con indolenza sul parapetto della terrazza ed era rivolto verso di lei con il suo solito strano e odioso sorriso malizioso stampato sul volto. Indossava un paio di pantaloni grigi molto attillati, forse troppo per i suoi gusti, e la camicia bianca era completamente aperta mostrando il bel petto glabro del re e mettendo in evidenza il medaglione.
Sarah distolse subito lo sguardo, senza riuscire a nascondere un leggero rossore che le imporporava le guance. Il re sorrise compiaciuto, adorava metterla in difficoltà e gioiva nel vedere il suo volto così ingenuo segnato dall’imbarazzo.
- Stavi forse dicendo che ti perseguito Sarah ? O mi sbaglio…-
Il re si era voltato appoggiando completamente la schiena alla ringhiera del terrazzo. Sarah si voltò verso di lui, questa volta decisa.
- Hai capito perfettamente, Maestà. Nel mio mondo non è consuetudine rapire bambini e trasformarli in folletti, e non ci divertiamo a seguire i nostri amici o conoscenti, altrimenti ci accuserebbero di stalking. Nell’Aboveground non giochiamo con il tempo delle persone perché noi siamo mortali e il tempo che abbiamo a disposizione è così poco che non ci possiamo permettere di sprecarlo. Come vedi, Jareth, il mio regno è forse più grande del tuo e il rispetto è la forma di comunicazione più alta che abbiamo.-
Lo stava sfidando ? Sì, era decisamente  una sfida per il re. Come osava rispondergli in quella  maniera ? Jareth si fece improvvisamente serio, si scostò dalla ringhiera mentre fissava la ragazza che ricambiava il suo sguardo con la stessa intensità.
- Ringrazia la tua buona sorte di mortale se sei ancora viva, ragazzina. Perché la prossima volta potrei non essere così generoso.-
Sarah sorrise, sapeva che non diceva sul serio.
- Sire, ho detto che il mio regno è forse più grande del tuo. Se il tuo orgoglio ne risulta ferito possiamo anche ritenerli uguali.-
Jareth la fissò per un istante prima di voltarsi verso i giardini reali.
- Il tuo regno è forse più grande del mio ? – disse sorridendo continuando a guardare il panorama.
- Nel tuo regno, Sarah, mi risulta che si combattono guerre sanguinose, vi uccidete per i motivi più banali, troppi bambini non avranno mai la fortuna di essere trasformati in goblins perché la fame lì porterà via prima che io possa raggiungerli. E tu hai il coraggio di sostenere che il tuo regno è più grande del mio ? – Si voltò verso di lei e Sarah lesse la tristezza in quegli occhi ferini mentre lo fissava di rimando. Che cosa avrebbe dovuto rispondergli ?
- Rapire bambini e trasformarli in mostri non è una salvezza Jareth, è altrettanta sofferenza, e forse non te ne rendi nemmeno conto.-
Gli occhi del re divennero di fuoco. Dovette ricorrere ad una grande forza di volontà per non oltrepassare la ringhiera e prenderla a schiaffi per l’insolenza con cui osava rivolgersi a lui.
- Io non rapisco Sarah, prendo gli umani che mi vengono offerti e, come sai bene, non sempre sono fanciulli e non sempre vivono in condizioni disperate ma bisogna anche sapersi accontentare.-
Gli sembrò di vedere un’ombra di delusione attraversare il volto della ragazza, poi proseguì.
- Malgrado ciò, nel mio regno non c’è tutta la sofferenza che c’è nel tuo.-
Quell'ultima frase fu quasi sputata, come se gli provocasse disgusto, mentre lei continuava a fissarlo inorridita come fosse un mostro da combattere o uno squallido insetto da schiacciare.
- Dimmi una cosa mia preziosa, cosa fai tu per salvare gli abitanti del tuo regno ? Che io sappia la gente continua a combattere l’uno contro l’altro, a soffrire e a morire.-
Sarah abbassò lo sguardo. L’aveva messa in difficoltà ma ci doveva essere di sicuro una risposta a tutto questo. Ma quale ? Quando alzò gli occhi per replicare, il re era già sparito.
Si voltò verso i giardini battendo una mano sulla ringhiera mentre sentiva la rabbia farsi strada dentro di lei.
- Dannazione a te Jareth, mai che si riesca a discutere senza dover ricorrere a sparizioni.-
- Sono qui.- Sarah si voltò di scatto.
Il re era comparso improvvisamente dietro di lei, la camicia abbottonata, lo sguardo fiero.
Si affiancò alla ragazza appoggiando le mani al parapetto. Il freddo del bronzo gli trapassava i guanti e strinse più forte. Chiuse gli occhi mentre un soffio di vento gli scompigliava i capelli. Sarah lo fissava, ammaliata da tanta bellezza e regalità. Non c’era ilarità o sarcasmo nel suo volto ma solo un velo di malinconia che lo rendeva ancora più affascinante. Ci fu un lungo silenzio che a Sarah sembrò infinito.
- E’ vero, nel mio regno c’è tanta sofferenza inutile, egoismo, odio. – Si fermò sorridendo. – Anche se tredici anni fa non era certo questo il regno di cui ti parlavo.-
- Lo so.-
Il re si voltò a guardarla intensamente con una strana luce negli occhi che Sarah non gli aveva mai visto prima.
- Ma nel mio regno attuale, Jareth, c’è anche amore. Vero amore. Tu, hai mai amato veramente qualcuno ? –
Il re, a quella domanda, piegò la testa di lato socchiudendo gli occhi. Aveva capito bene ? Sarah si morse le labbra nervosa. Che razza di domanda gli aveva fatto ? Maledizione, quando avrebbe imparato a tenere a freno la lingua ? Aveva senz’altro esagerato. Discorsi così personali, così intimi non erano certo da fare con un re, per giunta suo acerrimo nemico. La ragazza gli sorrise amichevolmente cercando di stemperare la tensione che si era creata.
- Beh… forse non sono affari miei dopotutto. Era una cosa così per dire e… credo che ora sia meglio che vada a prendere una giacca. Fa un po’ freddo qui fuori. Ci vediamo più tardi.-     
Stava fuggendo ? Sì, stava compiendo una fuga in piena regola, ma che altro poteva fare ? Fece per andarsene, quando sentì una mano guantata bloccarle il polso. Il re la guardò per un lungo istante con quel suo solito dannato sorriso.
- Dimmi un po’, mia cara, ti fa sempre questo effetto la vicinanza di un uomo ?-
La ragazza era in evidente imbarazzo, le guance le si erano improvvisamente arrossate e una vampata di calore l’aveva assalita a contatto con la mano del re. Lui ovviamente se n’era accorto e ne strava approfittando per ferirla, deriderla, schernirla.
- Devo aver dimenticato di dirti che nel mio regno non siamo abituati a comunicare con i… fae.-
Sarah cercò di riversare nell’ultima parola tutto l’odio di cui era capace, ma si rese subito conto di non esserci riuscita. Il re le lasciò delicatamente il polso per prenderle la mano e scoppiare in una fragorosa risata. Si stava prendendo gioco di lei, un’altra volta. La voglia di prenderlo a schiaffi stava prendendo il sopravvento ma decise, con non poca fatica, di ricacciare indietro quella tentazione.
- Senti Maestà, non so come tu sia abituato, ma questa mancanza di rispetto comincia veramente a starmi stretta. Non costringermi a…-
Jareth le si avvicinò continuando a fissare i suoi occhi verdi con insistenza. Le lasciò andare la mano cingendole la vita con un braccio, e appoggiandole delicatamente le dita sulle labbra per farla tacere. Era un tocco leggero e gentile e la ragazza ne avvertiva il calore sulle labbra. Il re cominciò a tracciare dolcemente le curve del suo viso. Con le dita le accarezzò le labbra e la guancia, fino a risalire verso la fronte mentre continuavano a guardarsi, persi l’uno negli occhi dell’altra. A Sarah cominciarono a tremare le gambe, tutto quel contatto non andava affatto bene, ma non fece assolutamente nulla per evitarlo o interromperlo. Lo vide sorridere, ancora quella risata di scherno mentre si chinava su di lei. Jareth le si avvicinò all’orecchio e lei  avvertì la carezza del suo fiato caldo sul collo. Se il re non l’avesse sorretta per la vita sarebbe crollata a terra.
- Ci vediamo a colazione mia preziosa, sempre che le gambe ti sorreggano.-   
Si scostò da lei lasciandola libera e scoppiando in una fragorosa risata, fece qualche passo indietro e scomparve nel nulla. Solo in quel momento Sarah si lasciò cadere a terra, sconvolta.

*** *** ***

Ragazze, scusate il ritardo ma prima di pubblicare aspetto sempre la mia BR Federica (che ringrazio sempre, sempre, sempre...)
Baci e a presto. J.

  
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