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Autore: Toya    12/06/2011    1 recensioni
Una fanfic un pò drammatica ma dolce! Spero che vi piaccia!
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era apparentemente una notte come le altre. Il cielo era mite, quasi terso e più stellato che mai.
Una strana luce si distingueva soavemente in quel manto scuro, espandendosi verso una piccola ma modesta casa.
La strana luca filtrò dalla vetrata dell’ultima finestra a sinistra della casetta, colpendo in pieno la stanza dove un piccolo bambino, dai folti capelli azzurrini, giaceva tranquillamente nel suo lettino.
L’immensa e soprannaturale luce plasmò incredibilmente due figure evanescenti e velate.
La prima figura avanzò soavemente verso il lettino dove il bambino giaceva tranquillamente, indisturbato da quell’innaturale luce proveniente dalla sua finestra.. Un caldo sorriso adornò quella docile figura, mentre una leggera brezza movimentò i suoi corvini e sbarazzini capelli.
-Guarda il nostro piccolo.. Guarda come dorme.. Beato tra i suoi sogni- sussurrò calorosamente la donna con tono dolce, voltandosi con un sorriso raggiante verso l’altra figura che era rimasto lì in piedi ad ammirare l’infante.
La donna si inginocchiò delicatamente verso il bambino, cercando di accarezzare il suo angelico volto, ancora perso tra i suoi innocenti sogni, ma non appena ella osò toccarlo, la sua mano affondò, attraversando la pelle dell’infante senza che egli potesse sentire qualcosa.
Un velo di tristezza e malinconia coprì il volto della donna, incapace ancora di accettare quella situazione. Dai suoi splendidi occhi, lacrime di dolore le rigavano quel volto lucente, offuscandole la vista.
La figura dietro di lei accorse subito in suo soccorso, stringendola forte a sé, cercando dolcemente di tranquillizzare quell0anima tormentata.
-Volevo essere io.. la figura materna a cui si doveva affidare.. Volevo essere io.. La figura materna che lo avrebbe riempito di baci e carezze.. Volevo essere io.. la figura materna che lo difendesse dalle insidie di questo mondo.. Volevo essere io.. la figura materna che gli avrebbe insegnato a camminare, a parlare, a usare i suoi poteri.. Volevo essere io.. la figura materna che lo avrebbe sempre protetto e tenuto sempre vicino a sé.. che avrebbe realizzato ogni suo sogno.. che avrebbe venduto la sua stessa anima affinchè continuasse a sorridere.. che lo avrebbe sostenuto in ogni suo momento di debolezza e difficoltà.. Volevo essere la figura materna che per ogni festa avrebbe cucinato tanti tantissimi dolci.. pur di far felice il mio piccolo.. Volevo essere la figura materna che lo avrebbe accompagnato a scuola.. che lo avrebbe aiutato nei compiti.. che lo avrebbe messo in imbarazzo davanti ai suoi amici..- Sussurrò singhiozzando la piangente donna, non staccando gli occhi da quel bambino.
- Volevo essere quella figura su cui egli poteva contare.. in ogni secondo, minuto, ora, giorno, settimana, mese e anno della sua vita.. La prima a incoraggiarlo.. la prima ad essere presente in ogni sua vittoria, in ogni sua perdita, in ogni sua azione.. Ma io.. io non potrò mai essere una buona madre per lui.. mai..-
La donna si perse tra le sue lacrime, urlando di dolore per ciò che le era stato tolto.. Le era stato tolto la capacità di vedere suo figlio crescere.. di vederlo diventare adulto.. di vederlo felice nel realizzare i suoi sogni.. le era stato tolto il ruolo di madre..
Ma una voce calma e pacata, con spunti di dolore nascosti, si alternò al disperato pianto della donna.
-Cara.. tu non sei una buona madre.. e mai lo sarai.. Perché tu sei una madre meravigliosa, una donna splendida e forte. Tu hai donato la tua vita, affinchè nostro figlio vivesse felice e tranquillo in questo mondo.. Tu sei la madre che, anche se da lontano, continui a stare vicino a lui, proteggendolo. Tu sei la madre che ogni bambino vorrebbe.. e il nostro piccolo è davvero fortunato. La distanza non è sinonimo di lontananza.. Tu sei la guerriera che continua a combattere ogni giorno per stare vicino a lui.. e guardalo.. Il sorriso che vedi nel suo docile volto.. è solo merito tuo.. Noi non possiamo fare niente mia cara.. Il nostro compito ora è questo.. di proteggere il nostro piccolo da un posto speciale.. Nessuna lacrime deve rigare quello splendido volto.. Perché nostro figlio sarà felice.. sarà felice perché ha tutti loro vicino a lui, e noi due dall’alto ad osservarlo. Perciò dobbiamo continuare a sorridere.. dobbiamo continuare a sorrider e per lui.. per il nostro piccolo..-
La donna sorrise dolcemente e dando un bacio a quella figura così calma e pacata, avvicinò il suo volto a quello dell’infante e diede candidamente un bacio. L’uomo, addolcito da quella visione, si avvicinò anche lui dal piccolo.
-Voglio che tu diventi una grande persona e che segua il tuo cuore sempre e comunque.. So che lo saprai fare.. Non smettere di credere in te. Noi ti guarderemo dall’alto e saremo sempre vicino a te.. sempre. –
L’uomo non riuscì a trattenere qualche lacrima, e asciugandola, si affiancò vicino alla donna, osservando per l’ultima volta quel docile bambino che dormiva tranquillamente.
-Non mi preoccupa più niente ora.. Perché so che è in buone mani- sussurrò l’uomo, baciando la fronte della donna.
La luce iniziò ad intensificarsi di una lucentezza mai vista. Le due figure capirono che era il tempo di ritornare, e osservando per l’ultima volto il loro piccolo, iniziarono ad incamminarsi verso la scia luminosa che portava verso il manto oscuro.
-Ti vogliamo bene Ted..-
  
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