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Autore: _V a l e_    12/06/2011    8 recensioni
"Lacrime incessanti cadevano sul mio viso e non c'era modo di fermarle. Neanche la vicinanza del mio ragazzo alleviava il forte senso di vuoto che mi imprigionava e che mi impediva di respirare. Avevo detto addio al mio migliore amico, all'unica persona che mi era stata accanto quando non ero altro che un cadavere, distrutta per la perdita del mio vampiro. Avevo rinunciato alla persona che mi capiva anche con un solo sguardo, un solo gesto, perchè lui non aveva bisogno di poteri soprannaturali per leggermi dentro. Avevo sputtanato un sentimento puro, VERO, VIVO per inseguire qualcosa di irreale, di ossessivo, una droga. Avevo rinnegato il mio SOLE, la mia aria, la mia linfa vitale per avvicinarmi al mondo dei vampiri, al mondo della mia unica ragione di vita,Edward. Ed era la scelta giusta, sapevo che lo era."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Quileute | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Capitolo 29:
Un'unica cosa.
 
 
I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare, 
ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare. 
Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica.
 Perché ci sono legami che sono semplicemente destinati a essere.
 
 
“Jake ma…”
“Ssh” 
Mi trascinava dolcemente lungo il vialetto senza dire una parola tenendomi saldamente per mano, e ogni volta che provavo a dire qualcosa, lui mi zittiva con quel “Ssh” per poi ripiombare nel silenzio assoluto. 
E più lui rimaneva in silenzio più la mia agitazione aumentava a dismisura. Non avevo la ben che minima idea di dove stessimo andando e magari qualche tempo prima questo mi avrebbe fatta ridere insieme a lui, ma adesso no, adesso la situazione era ben diversa. 
Abbassai lo sguardo e mi sorpresi ad osservare più del dovuto le nostre mani unite che oscillavano avanti e indietro. 
Non era certo una novità per noi camminare mano nella mano, lo avevamo sempre fatto, ma quella sera c’era qualcosa di diverso nell’aria. Qualcosa che mi faceva sentire irrequieta e ansiosa al tempo stesso. 
Risollevai subito lo sguardo ed incontrai il suo bel profilo. Aveva la fronte leggermente aggrottata, lo sguardo serio in un’espressione assorta, concentrata, eppure, in un modo o nell‘altro, sapevo che anche lui stava percependo le mie stesse sensazioni. 
Un lampo gli attraversò gli occhi e si fermò di colpo. 
“Siamo arrivati”.
Seguì il punto esatto indicato dalla sua mano e rimasi piacevolmente stupita di ciò che mi trovai davanti. 
“Il tuo garage?”
“Diciamo che volevo un posto tranquillo per poter stare da solo con te, e questo è l’unico che mi sia venuto in mente!”
Sciolse il nodo delle nostre dita e si posizionò esattamente di fronte a me.
“Adesso però ho bisogno che tu chiuda gli occhi”.
“E perché mai dovrei chiudere gli occhi?”.
“Hai detto che ti fidavi, per cui smettila di fare domande Swan!”.
Era inutile discutere con Jacob, alla fine l’aveva sempre vinta lui. 
Chiusi gli occhi e attesi.
Sentì il rumore della serratura che scattava e le due ante enormi aprirsi con un scricchiolio. 
Due mani enormi afferrarono le mie spalle da dietro e mi fecero avanzare nel buio più totale.  
“Non sbirciare!”.
Sorrisi.
“Non sbircio”.
Mi sentivo ridicola e anche parecchio impacciata visto e considerato che non riuscivo a stare in piedi neanche sotto la luce del sole, ma con lui sarei andata anche in capo al mondo, con gli occhi bendati e col rischio di cadere ogni due per tre, se me l’avesse chiesto.  
Avanzammo ancora, e quando si fermò avvicinò le sue labbra al mio orecchio.
“Apri gli occhi”.
Rimasi completamente a bocca aperta: gli attrezzi, le moto, la sua auto, era tutto sparito. 
Al loro posto una coperta rossa enorme era stesa sul pavimento in legno e attorno ad essa, e un po’ ovunque, erano sparsi centinai di candele che donavano alla stanza una luce dorata e intensa. 
“Jake ma è magnifico!”
Mi avvolse da dietro e poggiò dolcemente le sue labbra sul mio collo.
“Sono contento che ti piaccia”
“Ma hai fatto tutto da solo?”
“No, non tutto, Embry mi ha dato una mano”.
Si allontanò da me e accese la piccola radiolina che si trovava sopra il mobile dove solitamente teneva tutti i suoi attrezzi. 
Una canzone dolce e lenta si propagò dentro le quattro mura e la mia agitazione tornò a farsi sentire.
Era un atmosfera surreale e familiare al tempo stesso. Era lo stesso posto che mi aveva accolta quando ero ridotta poco più che un essere umano, che mi aveva protetta quando ne avevo più bisogno con quell’odore di casa e di legno bagnato che avevano da sempre stuzzicato il mio olfatto. 
Eppure, c’era qualcosa di diverso.
“Ti va di ballare?”. 
“Sono una frana a ballare e lo sai anche tu”.
“Eppure non sembrava che avessi problemi quando hai ballato con quel tizio al locale”.
Arrossii violentemente.  
“Touchée”. 
Ridacchiò divertito davanti al mio imbarazzo.  
“Scusa! Farò il bravo, te lo prometto!”.
“Ne dubito”.
“Così mi offendi! Abbi un po’ di fiducia!”. 
Allungò il braccio e stese la sua manona verso di me. 
“Adesso, per favore, balleresti con me?”
Sorrideva, e quando Jacob Black sorrideva in quel modo incredibile era praticamente impossibile resistergli. 
Roteai gli occhi e sbuffai tentando di nascondere il più possibile tutta l’agitazione che scorreva nel mio corpo come sangue nelle vene. 
“Se proprio devo”.
Un po’ titubante poggiai la mano sulla sua e una scossa elettrica trapassò la mia spina dorsale facendomi fremere. Jacob mi avvicinò al suo corpo con lentezza abbandonando immediatamente la sua espressione divertita. Mi guardava fisso negli occhi ed io mi persi per la millesima volta dentro quei pozzi profondi e neri. 
Non c’erano parole per descrivere il modo in cui lui mi guardava. 
Riusciva a sconvolgermi totalmente ed era qualcosa che mi imbarazzava e mi eccitava al tempo stesso perché nessuno era mai stato capace di guardarmi in quel modo. 
Ancora immersa nel suo sguardo mi accorsi troppo tardi che Jacob aveva incollato il mio corpo al suo, quasi a fondersi l’uno con l’altro. Si chinò dolcemente verso il mio viso e cominciò a baciarmi lento, cauto stringendomi ancora di più contro il suo petto. Le mie labbra si trovarono a rispondere al suo bacio con una facilità incredibile, si muovevano con le sue senza fretta, senza strani scatti o voracità improvvisa, ma solo con una dolcezza infinita. 
Poggiai le mie mani sul suo petto mentre le sue braccia avvolgevano la mia schiena in una dolce morsa. Sentii il battito impazzito del suo cuore attraverso i miei palmi, in perfetta sincronia col mio. 
Mi staccai dalle sue labbra e poggiai anche la mia testa contro il suo petto lasciandomi guidare dal suo dondolare e da quella meravigliosa canzone che continuava ad espandersi per tutta la stanza. 
 
“Voglio farti vedere qualcosa”.
“Che cosa?”
Infilò una mano dentro la tasca dei suoi jeans senza mai interrompere il contatto tra i nostri corpi e tirò fuori una pietra bianca e lucida di una strana forma, molto simile ad una foglia. 
Lo guardai perplessa. 
“Una pietra?” 
“Già. Forse non te lo ricordi nemmeno, ma quando eravamo bambini mi dicevi sempre che io ero il tuo cavaliere e che ogni volta che ti sentivi in pericolo o avevi paura pensavi a me e subito riuscivi a tranquillizzarti. Ed è per questo che il giorno prima di partire per la Florida con tua madre, mi hai regalato questa pietra, perché ti sentivi in debito con me. Volevi che ti aspettassi e che mi ricordassi di te anche quando saresti stata lontana”.
La afferrai e la rigirai tra le dita osservandola per bene.  
“La conservo da allora Bells”.  
Era impossibile spiegare quello che provai in quel preciso momento. Tutta la mia vita, la nostra vita passata, mi travolse come un uragano e vidi ciò che eravamo stati: io e lui insieme, la me bambina che raccoglieva dalla spiaggia l’unica pietra bianca in mezzo a tutte quelle nere e scure che abitavano First Beach. Vidi quella stessa bambina cha piangeva mentre donava la pietra al piccolo Jacob con la promessa che si sarebbero rivisti molto presto.
Ma da quel giorno erano passati ben nove anni.  
“Non posso credere di averlo dimenticato” sussurrai ancora sotto shock. 
Le sue dite sfiorarono il mio viso asciugando le mie guancie bagnate di lacrime.
“Non importa, hai avuto altre cose a cui pensare in questi ultimi tre anni”.
“Invece si che importa, Jake! Sono una vera stupida!”. 
Mi baciò le labbra con una dolcezza incredibile non prestando attenzione alle mie parole sconnesse. 
“Bella, ti ho aspettata per così tanto tempo che non mi importa di nient’altro, credimi”. 
“Ma…”
“Ssh, smettila!”.
Mi accarezzava dolce il viso e ci fissammo a lungo, senza dire una parola. Nei suoi occhi riscoprii quel bambino, quello stesso bambino che quel giorno di pioggia mi aveva promesso che mi avrebbe aspettata per sempre. 
Ma come diavolo ho fatto ad essere così idiota?  
“Scusami”.
“Adesso sei qui, il resto non conta”. 
Le sue labbra tornarono ad appropriarsi delle mie ed io mi lasciai travolgere dalla sua irruenza improvvisa mentre affondavo le dita tra i suoi capelli stringendoli con forza. 
I nostri respiri si fecero più affannosi e spezzati e ormai facevamo tutto tranne che ballare. 
Poi fu un attimo: le sue mani mi afferrarono le cosce e mi portarono a cavalcioni su di se poggiandomi su un ripiano in legno. 
“Bella io…” 
Il suo respiro caldo e irregolare si infranse sul mio viso e i suoi occhi non mollarono i miei neanche per un attimo. 
Tremavo di desiderio. Avevo bisogno di lui come l’aria che respiravo. 
Svelta posai due dita sulle sue labbra.
“Ssh, non dire niente” la mia voce era poco più di un sussurro.
Tolsi le dita dalla sua bocca e le portai fino al suo petto dove, incerta, cominciai ad armeggiare con i bottoni della sua camicia. Con entrambe le mani accarezzai le sue spalle larghe e feci scivolare quell’inutile pezzo di stoffa sul pavimento. 
Il mio amore sospirò forte e mi baciò piano il collo accarezzando le mie cosce con brama crescente. 
Non capivo più nulla, il desiderio che avevo di lui era talmente forte da farmi dimenticare perfino il mio nome. 
Le sue mani sparirono sotto il mio maglioncino e dolcemente lo sfilarono via. 
Non c’era imbarazzo, non c’era nulla, solo desiderio e voglia di lui. Nient’altro. 
Gli afferrai le mani e le baciai con dolcezza. Lui mi fissava estasiato, come se fossi l’essere più prezioso sulla faccia della terra, con quegli occhi scuri e profondi che riuscivano a comunicare al posto delle parole. 
Sapevo cosa mi stavano chiedendo. 
Certo che sono sicura amore mio.
Gli afferrai il viso e lo baciai a lungo, avvicinandolo ancora di più al mio corpo. 
Lo volevo, lo desideravo con tutta me stessa.
 
Tutto attorno a me cambiò forma e consistenza. Il mio divenne un mondo parallelo, nuovo, magico, un posto destinato solo per gli spiriti affini. Un luogo solo per noi due.  
Mi trovai in un’altra galassia quando Jacob mi afferrò per i fianchi e il suo sguardo si fece più intenso, più sicuro, determinato a farmi finalmente sua. Mi feci guidare a suo piacimento stringendo saldamente le cosce attorno al suo bacino e le braccia sulle sue spalle larghe e forti. Mi baciava, mi consumava le labbra come un affamato che si nutre finalmente della sua pietanza preferita. Ed io lo baciavo con la stessa urgenza, senza inibizioni, ma solo con puro e intenso desiderio.
Lentamente, si inginocchiò sul pavimento e, con una mano premuta sulla mia schiena, mi lasciò scivolare sulla coperta con dolcezza. Sentivo le sue mani fremere sulla mia pelle nuda, il suo respiro spezzato infrangersi contro il mio viso e i suoi occhi profondi che continuavano a parlarmi. 
Lo bacio e tutto il resto scompare. 
Io baciavo Jacob e tutto dentro di me scoppiava come una bomba ad orologeria. Lo baciavo e le mie mani cercavano vogliose il suo petto, si incastravano tra le linee perfette dei suoi addominali e si perdevano sul bottone dei suoi jeans che lui fece cadere sul pavimento senza difficoltà. 
Mi leccava il collo, le spalle nude senza fermarsi mai, mentre le sue mani si liberavano del mio reggiseno e dei miei jeans con una mossa fluida e repentina. 
Fremevo a contatto con il suo corpo bollente, tremavano le mani del mio uomo quando si impossessarono del mio corpo nudo e voglioso. Sussultai quando anche gli ultimi indumenti che indossavamo finirono sul pavimento. 
Poggiò la sua fronte contro la mia e respirò a fondo.
“Ti amo piccola, ti amo da impazzire”.
Lo baciai e in quel momento mi resi davvero conto di quanto infinito e sconfinato fosse l’amore che provavo per lui. Era avvolgente, talmente intenso che faceva male al cuore. 
“Ti amo anche io Jake”.
Riprese a baciarmi e intrecciò le nostre mani poggiandole ai lati del mio viso. 
E poi tutto divenne rosso, fuoco bollente nel momento in cui penetrò la mia carne facendomi gemere. 
Ma non sentii dolore, non sentii nulla, solo fiamme ardenti che avvolgevano la mia anima donandomi una pura e completa sensazione di benessere. 
Tremava il mio corpo, fremeva la mia anima, vibrava il mio cuore di un desiderio nuovo e travolgente.  
Il mio amore sospirò forte e strizzò gli occhi come a volersi controllare, come a voler tenere a freno il lupo che era dentro di lui. Le braccia erano tese ai lati del mio viso e tremava. Gli accarezzai la guancia, la schiena con dolcezza e gli baciai le labbra per trasmettergli tutto l’amore possibile. 
Fu un attimo e sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto le mie mani. Le sue labbra afferrarono le mie e cominciò a baciarmi con impazienza ed io mi lasciai andare avvolgendo le gambe attorno ai suoi fianchi per sentirlo più vicino.  
Mi aggrappai alle sue spalle e affondai le unghie sulla sua pelle nel momento in cui lo sentii spingere più forte. 
Eravamo un’unica cosa, le due parti della stessa mela che si incastrano alla perfezione, eravamo le due metà di una stessa anima che per troppo tempo erano state costrette a vivere separate. 
Ma adesso sapevo di essere sua. Mi sentivo sua e non c’era sensazione più bella al mondo. 
Ero piena di lui, del suo calore, della sua dolcezza, ma anche della sua irruenza, del suo essere lupo che non lo abbandonava mai, neanche in quel momento così magnifico. 
La sua mano stringeva le mie natiche e la mia coscia spingendo più a fondo, mentre l’altra teneva stretta la mia nuca.
Potevo percepire i nostri cuori che battevano all’unisono, mentre le nostre labbra si cercavano senza sosta e le sue mani erano ovunque sul mio corpo. 
Era la danza infinita di due corpi uniti e incastrati alla perfezioni che non riuscivano a smettere di pretendersi e di amarsi. 
E mi sentii viva, come non lo ero mai stata.   
 
Rimanemmo abbracciati a lungo, mentre mi accarezzava i capelli e mi baciava la fronte in religioso silenzio. 
Sarei potuta rimanere lì, tra le sue braccia, per sempre e non avrei avuto bisogno più di nulla. Era lui il mio tutto.
Distrattamente poggiai il palmo della mia mano sul suo petto e mi beai del battito lento e regolare del suo cuore. 
“E’ tuo”.
Alzai gli occhi verso il suo viso meraviglioso e lo guardai interrogativa.
“Che cosa?”
“Il mio cuore. E’ tuo. Lo so che non è molto ma…”.
“Jake ma che stai dicendo? Tu…”
“No, aspetta fammi finire.”
Mi fissò dritto negli occhi mentre intrecciava le dite delle nostre mani.
“Io non ho nulla da offrirti Bella, non ho molti soldi e non posso permettermi regali di lusso, ma una cosa posso dartela… io posso darti tutto me stesso. Se mi vorrai ti starò accanto per tutta la vita.”
Sentii gli occhi pizzicare e le lacrime che spingevano per uscire fuori. Dovetti respirare a fondo per non farmi vincere dal pianto. 
“Se ti voglio? Jake io ti amo, certo che ti vo...”
Ma non mi lasciò finire che mi zittì con un bacio infuocato mentre rideva contro le mie labbra. 
“Direi che sei stata convincente!”
“Idiota!”
Ridemmo come due bambini e ricominciammo a baciarci mentre lui, dolce come non mai, asciugava il mio viso dalle lacrime.   
Eravamo semplicemente noi due. Solo Jacob e Bella. 



Mi scuso con voi per non aver risposto alle vostre stupende recensioni, ma con gli esami in avvicinamente mi è impossibile fare qualsiasi cosa! Ma voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutte voi delle belle parole che mi avete regalato e perchè siete sempre lì, pronte a sostenermi. Grazie di cuore a tutte e spero che il capitolo possa piacervi! Io ci ho provato =) 
 
   
 
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