Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: 1918    12/06/2011    2 recensioni
*Cambiato titolo da il vento*
Una Bella con un triste passato alle spalle, persa tra le meravigliose isole caraibiche, ritroverà la serenità tanto cercata ?
Un Edward con un triste segreto, scappato da una caotica città per rintanarsi nelle calme isole caraibiche, troverà la sua pace ?
Ed Esme, riuscirà finalmente ad assopire il senso di colpa ?
Tratto dal prologo: - Si girò verso il mare, non c'era nessuna barca, nessun ormeggio, ma cosa più importante sul quella poca porzione di isola che era riuscita a vedere, non c'era nessun segno di presenza umana.
Il petto si alzava e abbassava rapidamente, con respiri sempre più brevi, la vista si sdoppiò, mentre la testa le girava sempre di più.
Poi tutto si fece buio-
spero vi piaccia e che mi lasciate un piccolo commento =)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6


Bella sentiva qualcosa di bagnato sulla fronte. Sentiva il corpo intorpidito, e mugolando svogliatamente mosse le gambe. Un leggero fruscio le diede da pensare. Così decise di tastare con le mani la superficie morbida su cui era distesa.
La superficie su cui era distesa era morbida e fresca, sembrava quasi un lenzuolo.
Decise che era il momento di cercare di aprire gli occhi, quel sogno avrebbe dovuto finire. Era sicura di trovarsi ancora sulla sabbia, sola e sperduta nell’oceano.
Con fatica aprì prima un occhio e poi l’altro.
Non vide niente e si spaventò. Era anche cieca oltre che sola. Le lacrime premevano per uscire, ma lei le ricacciò indietro. A cosa sarebbe servito cedere? Si girò su di un fianco. E cadette. Non sapeva da cosa, ma d’un colpo si ritrovo su di una superficie dura. Le lacrime premevano per uscire, le lasciò libere e decise di fare un altro tentativo. Il primo pensiero che fece fu oddio sono morta.
Una luce accecante, bianca, le riempì il campo visivo. Poi delle voci, prima confuse, poi sempre più chiare “Carlisle, si è svegliata!” una voce maschile,
mai sentita prima d’ora.
Due braccia muscolose la riportano sul letto.
Il suo sguardo era fermo sul viso del ragazzo, a cui apparteneva la voce che aveva chiamato un certo Carlisle. Aveva dei capelli ramati, le cui ciocche le accarezzavano il mento. Gli occhi verdi sembravano due fari nel viso abbronzato, illuminato da un leggero strato di barba, ramata anch’essa.
Indossava una leggera maglietta bianca, e le sorrideva. “Come ti senti ?” le chiese mentre l’appoggiava sul letto.
A Bella sembrava di avere le parole bloccate in gola, non usciva un suono.
Ci riprovò e finalmente le uscì un sussurro “Bene, credo” la gola le bruciava da morire, sentiva la testa pesante e le doleva in un punto sotto ai capelli. “Io sono Edward, tu come ti chiami ?” Bella non aveva per niente voglia di parlare, la gola le doleva troppo. “Bella” la sua voce era ancora un sussurro.
“Bene Bella- le aveva sorriso- immagino che la gola ti faccia male, devi aver bevuto molta acqua. Comunque io sono Edward”.
Edward era veramente un bel ragazzo, pensò Bella. Le grosse spalle e l’ampio petto le davano un senso di protezione. Voleva essere abbracciata da lui.
Quel pensiero la turbò; non aveva mai avvertito la necessità del calore umano, poi naufragava su di un’isola che pensava deserta, dove uno sconosciuto la portava nella sua capanna,e non vedeva l’ora di essere tra le sue braccia solo perché aveva un bel viso ?
Che fine aveva fatto l’imperturbabile Bella?
Decise di smettere di fissare Edward, e spostò il suo sguardo verso un punto qualsiasi della capanna, fino a che sulla porta comparve un uomo biondo.
“Ciao, io sono Carlisle, come ti senti ?” le sorrideva amichevolmente, come se la conoscesse già. “Mi gira la testa” Bella aveva optato per la verità, quei volti così amichevoli la confortavano, come una nave che ritorna nel porto dopo una terribile tempesta.
“È normale - l’uomo le sorrise- hai dormito per molto tempo, vuoi alzarti ? Gli altri sono impazienti di conoscerti” Bella annuì anche se era un po’ confusa. Gli altri ? Edward le si avvicinò e le diede una mano ad alzarti “Come ti senti ora?” le guance della ragazza si imporporarono, non era abituata a quelle carinerie.
“Bene grazie” non lo guardò negli occhi.
Bella notò che la voce andava sempre meglio, era quasi tornata normale. “Quanto ho dormito?” una delle tante domande che avrebbe voluto porgli in quel momento.
“Da quando noi ti abbiamo trovato sono passati due giorni, penso che fossi sulla spiaggia o dalla mattina o dalla notte prima. Comunque ti abbiamo visto nel pomeriggio dopo la tempesta.”
Lentamente si diressero verso la porta della capanna, Edward che la sosteneva con un braccio intorno alla sua vita.
Le guancie di Bella continuarono ad essere rosse. Carlisle li precedeva solo di pochi metri, e diede una mano ad Edward a farle fare i gradini.
“Oh, non hai un paio di scarpe.”
Bella quasi non se n’era accorta, il vestiario era il suo ultimo pensiero, e poi era abituata a non indossare scarpe. “Non imp-” Edward l’aveva presa in braccio, e aveva iniziato a camminare verso dove probabilmente erano gli altri.
Il pensiero de ‘gli altri’ le riportò alla mente un’altra domanda. “Ehm.. Chi sono gli altri?” non sapeva dove guardare.
L’ondeggiare di Edward, dovuto alla camminata, la faceva sbattere contro il suo petto, facendole avvertire tutti i suoi muscoli, per fortuna ben coperti dalla maglietta. “Gli altri sono mia mamma Esme, i miei fratelli Jasper e Emmett, le loro fidanzate, praticamente sorelle mie, Alice e Rosalie. Carlisle è mio padre” il fiato di Edward si infrangeva sulla sua guancia, rendendola sempre più rossa.
“Non ti peso?” non sapeva cosa dire, e quella era la prima cosa che le era passata per la mente, anche se non era la domanda migliore.
Aveva paura che nel silenzio lui avrebbe sentito il battito del suo cuore, che in quel momento batteva all’impazzata.
“Sei leggerissima, piuttosto hai mai mangiato?” Bella sentì dal tono di voce usato da Edward che il ragazzo stava sorridendo. Si girò verso di lui con il viso. Erano così vicini, le braccia della ragazza a circondargli il collo. Gli sorrise e poi tornò a guardare verso il sentiero, il viso in fiamme.
Il debole sole del tramonto riusciva a filtrare sempre di più sotto le spesse chiome, illuminando di rosso i contorni della vegetazione sopra di loro, il rumore del mare era sempre più vicino.
“Come ti senti? In questi due giorni hai avuto la febbre piuttosto alta” perché si preoccupava così tanto per lei? In fin dei conti era una sconosciuta.
“Bene, potrei anche camminare da sola. Credo” non era sicura di riuscire a tenersi in piedi. Edward rise. Il suono della suona risata le penetrò fin nello stomaco, scuotendola tutta.
“Dimenticavo, questo è tuo” le disse mentre mancavano pochi metri alla spiaggia e quando la sua risata si era smorzata. Caricando il peso di Bella solo su di un braccio, frugò nella tasca alla ricerca di qualcosa.
Bella era confusa, cosa mai poteva avere di suo?
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un qualcosa, racchiuso completamente nella sua mano. Portò la mano davanti al viso di Bella e l’aprì.
Quando vide cosa la mano conteneva, Bella si tastò il collo, chiedendosi come aveva fatto a non sentire che niente premeva sul suo petto.
Il suo medaglione e la chiave della cassetta erano nella mano di Edward.
Sentì le lacrime premere per uscire, e si affrettò a prendere quell’oggetto per aprirlo.
Ad Edward sembrava quasi di partecipare ad un momento privato, voleva distogliere lo sguardo, ma non poteva, o meglio non ci riusciva.
Una volta che Bella ebbe aperto il medaglione se lo strinse al petto, un groppo in gola che non le permetteva di parlare, gli occhi lucidi.
Sussurrò solo “Grazie” rivolto ai suoi genitori che le aveva permesso di arrivare sana e salva su quella isola, ma anche a Edward e alla sua famiglia, che in quel momento si occupavano di lei.
Arrivarono sulla spiaggia, e Bella notò come fosse ben organizzata, c’era una zona per il fuoco e per mangiare, una per riposarsi vicino al mare ma comunque all’ombra e una specie di credenza all‘ombra, dove forse conservavano il cibo e gli utensili.
Vide una ragazza bionda e una mora in acqua, vicino a due ragazzi, mentre Carlisle era vicino ad una donna con dei delicati capelli color caramello acconciati in una coda.
Bella pensò che probabilmente era Esme, e quelli in acqua Alice, Rosalie, Emmett e Jasper.
“ Ora puoi mettermi giù, grazie” le guance erano ancora rosse, il medaglione era al suo posto sul suo petto.
Edward fece come la ragazza gli aveva chiesto, appoggiandola sulla soffice sabbia bianca.
Esme si girò verso di loro, mentre Carlisle chiamò i ragazzi che erano in acqua.
Un tornado bagnato si gettò su Bella.
“Ciao, finalmente ti sei svegliata, io sono Alice” Alice aveva corti capelli neri, un viso e un corpo da folletto.
L’altra ragazza, Rosalie, era più pacata, oltre che di una bellezza statuaria. Aveva lunghi capelli dorati che alla luce del sole brillavano ancora di più. La salutò con un cenno della mano e un sorriso caloroso “Io sono Rose, scusala, è un po’ iperattiva” Bella sorrise un po’ impacciata.
Un enorme ragazzo moro le si avvicinò stringendo le braccia intorno alla vita di Rose “Io sono Emmett, fratello di quella mozzarella” indicò Edward con un cenno del mento. Come prima impressione Emmett le piaceva, le sembrava molto simpatico.
Un ragazzo biondo si avvicinò al gruppo, sicuramente era Jasper, il ragazzo di Alice. “Io sono Jasper, piacere di conoscerti” Alice si avventò su di lui abbracciandolo al collo.
Rose non scherzava quando diceva che quella ragazza era iperattiva.
La donna si avvicinò al gruppo, insieme a Carlisle, che una volta fermati le mise una mano sulla spalla. Esme sorrise calorosamente. “Ciao, io sono Esme,la madre di questi scalmanati”.
Bella sorrise guardandoli tutti, “Io sono Isabella, ma preferisco Bella” le sembrò quasi che Emmett sussurrasse un ‘lo sappiamo’, ma non ne ebbe modo di verificare perché Esme parlò subito. “Bene Bella, cosa ne diresti di mangiare ? Immagino tu abbia fame”. Solo in quel momento Bella si rese conto della fame che aveva. Si limitò ad annuire alla donna.
Da quel lato dell’isola si vedevano altre isolette più piccole, poco distanti. I momenti durante la tempestale ritornarono in mente, ma fu riportata al presente quasi subito da Esme. “Ti va bene del pesce? O preferisce della frutta?”.
Lo stomaco brontolava, ma non voleva essere invadente, quel pesce lo avevano pescato solo per loro e l’ultima cosa che voleva era togliere del cibo a qualcuno,anche se aveva un aspetto appetitoso come quello.
“Un po’ di frutta andrà bene” disse alla donna che rovistava tra le pentole sul fuoco. Le porse delle banana caramellate che Bella fu felice di mangiare, erano così dolci!
Edward si sedette di fianco a lei, gli rubò un pezzettino di banana dal suo piatto, e poi le sorrise, rispondendo alla sua occhiata perplessa “Preso dal piatto degli altri è sempre più buono” disse con una alzata di spalle. Bella ridacchiò.
Carlisle era seduto davanti a loro, Esme vicino al marito. Bella notò che la donna non staccava gli occhi di dosso a lei e a Edward, e che aveva un sorriso estatico.
Anche gli altri ragazzi si sedettero vicino a loro. Bella si sentiva così stanca, nonostante avesse passato molto tempo a dormire, aveva ancora sonno. Il fuoco scoppiettava, riscaldando il viso di Bella e ammagliandola.
Quasi senza rendersene conto si appoggiò alla spalla di Edward, e Morfeo la rapì.








   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: 1918