Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: GaTTaRa PaZZa    13/06/2011    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Ryou e Keiichiro avessero scelto altre ragazze con il DNA compatibile a quello degli animali codice rosso? Se invece di Ichigo, Minto, Zakuro, Purin e Retasu avvesero trovato altre candidate?
Questa fiction è un adattamento delle puntate dell' anime secondo il carattere di queste altre mew mew (vedrete moltissime similitudini e citazioni, le battute a volte sono anche le stesse, a volte con varianti). Noterete che le mew mew non saranno cinque, ma ben sette. Sono ispirate alle mie amiche più intime, non potevo tralasciarle!!
Spero vi piaccia, commentate negativamente o positivamente, voglio sincerità! :)
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kurumi stava osservando Kanzō da una quindicina di minuti: stramente, non stava sgobbando con i clienti, come al suo solito, ma se ne stava in un tavolino a fissare il vuoto, con una margherita in mano.
Di fronte a lei c' era ovviamente Sakuranbo, sempre seduta sui tavolini, che sorseggiava un succo alla mela verde (spremuto direttamente dalle manine pazienti di Ryou), e la guardava con cirscospezione.
«Guardala, è ancora sconvolta da come è stata trattata da quella Hana...» sussurrò Shikimi, sbucata alle spalle della camerierina bronzea.
«Sì, è molto strano... guarda che occhi spenti, fa paura...» rispose quella, sottovoce, mentre impilava dei piatti sporchi su un vassoio.
«Beh, ha trattato malissimo tutte noi!» commentò Satō, apparsa praticamente dal nulla con un aspirabriciole in mano.
Tacquero, squadrando l' amica da testa a piedi. Era praticamente paralizzata, se non per le dita che rigiravano un fiorellino bianco.
«Secondo me..» attaccò Sakuranbo, agitando l' indice, «... bisogna andare a parlarne con Keiichiro» concluse, dopo una lunga sorsata.
«Beh, proviamo» rispose scettica Kurumi, scrollando le spalle. Camminò velocemente verso la cucina, spalancando la porta, mentre le altre la seguirono a ruota.
Era il solito caos: pile di piatti e posati sporchi nei lavandini, la lavastovigle fremente e rumorosa, il forno bollente e profumato di pasta frolla, Akasaka-san che farciva degli invitanti pasticcini alla menta piperita mentre Ryou mescolava l' impasto, Mash che svolazzava allegramente per la stanza, Shikimi che si era fiondata ad "assaggiare" la crema chantilly, bottiglie di latte e vasetti di marmellata ovunque... tutto ok.
«Che cosa ci fate voi qua? Non dovreste servire i clienti?!» s' esasperò il biondo, piuttosto affaccendato.
«Ma ce ne saranno sì e no una decina, li abbiamo lasciati in mano a Jundo-chan» spiegò prontamente la tigrotta, mentre strappava di mano all' amica la ciotola con la profumata crema color vaniglia.
«Ed è proprio per lei che siamo venute qui a parlarvi» sentenziò Satō, sfiduciosa delle capacità empatiche dell' odiato ragazzo. Se non altro la presenza del moro la confortava.. o forse era quel delizioso cioccolato fondente fuso?
«Beh... di che si tratta?» domandò, concedendosi un attimo di pausa.
«Ehm, ecco, non saprei come dire...» s' intromise Shikimi, ficcandosi un bocca una quindicina di biscotti alle nocciole sotto lo sguardo esasperato di Keiichiro. «Parlate liberamente ragazze, qualsiasi cosa sia successa non potremmo mai rimproverarvi» disse, gentile come al solito. Nel frattempo però prese le braccia della coniglietta impedendole di muoverle, sempre con il suo solito sorrisone stampato sulle labbra.
«Abbiamo la conferma che Hana Yuzu sia una di noi, perché Kanzō ci ha detto così, ma da come si comporta si direbbe che non ne sappia nulla! Lo è veramente una mew mew? Perché in pratica ci ha detto chiaro e tondo che non gliene importa! E voi dovete sicuramente sapere se lo è dato che gli scienziati pazzi siete voi, avete voi mischiato i DNA! E a noi tocca andare a prenderla e questa ci dà due di picche! E ora mi chiedo, cosa dobbiamo fare? Non potete lavervene le mani! Siamo nella confusione più totale, e ci si mette pure Jundo che è in catalessi per non so che trauma ricevuto da quella smorfiosa e va in giro come uno zombie!» raccontò l' occhialuta inferovarata: più pensava a quella ragazza, più si rendeva conto di detestarla.
In quel momento entrò infatti la pipistrellina, mise su un vassoio due fette di torta e se ne andò senza dire una parola, ligia al suo dovere. Sembrava davvero un robot, altro che Mash.
«Ok Sheru, ma non capisco perché ti scaldi tanto! Se Hana non vuole entrare nella squadra non è colpa nostra, ma in quanto mew mew è vostro dovere cercare di farla cambiare idea» constatò, mentre ignorava i bisticci della piccoletta affamata dietro che cercava di disarcionarsi da un finto Keiichiro calmo.
«Questa è nuova!! E DA QUANDO E' NOSTRO DOVERE?!?!» esplose Satō, avvicinandosi al biondo per potergli puntare un minaccioso indice sul petto, gli occhi marroni assottigliati.
«Fammici pensare... da... adesso!». *Svenimento generale da parte delle cameriere*
«Se volete sapere la mia, quella Yuzu è la nostra nemica giurata, non una compagna di squadra! Magari è tutto un complotto dell' alieno lì, farcela ritorcere contro! Magari è dalla sua parte!» ipotizzò Sakuranbo; odiava starsene zitta.
«Ma andiamo, koneko, adesso stai esagerando!» esclamò Shikimi dal pavimento, insaccata in uno spago in perfetto stile salame di qualità: Keiichiro stava per l' appunto misteriosamente mettendo lo spago in un cassetto con un' espressione angelica.
«Chi non è alleato, è nemico!» sibilò Kurumi, melliflua.
«Dovete tentare ancora, ne vale proprio la pena».
«Uff, d' accordo ci riproveremo, non c' è altra soluzione... ma... un momento... come ha fatto Hana a trasformarsi se nessuno le ha dato il ciondolo?» chiese l' orsetta, stupita. Nessuno ci aveva ancora pensato? Si vede che mancava la razionalità di Kanzō...
«Questo ve lo posso spiegare io!» commentò Mash, con una strana espressione di senso di colpa. «Ero a casa di Kanzō-chan per il suo turno, e c' era anche Yuzu-chan, e ho rilevato che era una mew mew! Ma non sono riuscito a dirlo a Kanzō-chan perché lei mi aveva nascosto nell' armadio... Quindi sono riuscito ad uscirne solo quando Yuzu-chan è andata via, e l' ho inseguita per darglielo. Yuzu-chan mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno, neanche a Kanzō-chan. Lei non sapeva che anche l' amica era una mew mew... E io ho mantenuto il segreto fino ad ora, che avete scoperto tutto!» concluse, sotto lo stupore totale del gruppo.
Sakuranbo, che da sempre torturava il poveretto, lo afferrò per la coda con severità. «Perciò... tu sapevi tutto da subito... e siamo state costrette ad indagare per niente,eh?» sussurrò con un voce che dava i brividi. Lui annuì, preoccupato, e si ritrovò stritolato dalla padroncina che biascicava parole indecifrabili sotto gli strilli del piccoletto.
«Ecco svelato il mistero. Beh, andate pure a cercarla, ma fate attenzione! Magari è vostra nemica davvero!» scherzò Ryou, mentre le spingeva verso la porta. Era proprio ora di metterle al lavoro.
«Certo che l' incontro con Yuzu le ha proprio scombussolate,eh?».
«Che vuoi farci? Hana-san è fatta così, ma è perché ha quel carattere che può esserci utile».
«Verissimo!».
«Sì,sì, va bene, Yuzu di qua e Yuzu di là, ma MI VOLETE TOGLIERE QUESTO DANNATO SPAGO?!?!».

***


E ora concentriamoci su Kisshu.
Come al solito era inginocchiato al cospetto di Deep Blue, così si chiamava il chiarore bianco, unica fonte di luce in quella dimensione oscura che tanto somigliavano ai profondi abissi oceanici, che lo interrogava sul piano.
«Chiedo perdono. La prossima volta andrà meglio, progetterò un attacco così potente che non potranno reprimere» mormorò, in un tono mielosamente pentito, esageratamente calcato, in modo che solo lui potesse intuire l' ironia delle sue parole. Davvero, detestava fare il lecchino, ma era costretto. Costretto.
Si sentiva così oppresso, non desiderava altro che libertà di parola e pensiero. Ma non gli era concessa, nel suo pianeta non ne era concessa.
Regnava un' artistocrazia crudele e senza scrupoli e la percentuale di segreti di Stato gareggiava con quella degli omicidi e schavitù dei liberali, puniti semplicemente perché giusti.
Kisshu sapeva di essere un semplice ragazzo e che "certe cose non le poteva capire", ma il futuro del loro pianeta in quel momento dipendeva solo da lui. Perciò nessuno doveva provocarlo, e poteva fare tutti i pericolosi ragionamenti che al resto del popolo era vietato fare. Però non avrebbe dovuto giocare col fuoco.
«Me lo auguro» rispose freddamente la voce, mentre un velo di rabbia piombava sull' atmosfera.
Quel furore colpì anche il nostro cadaverico fanciullo: «Con quella ragazza potrò fare molte cose. Potrà essermi utile come informatrice, potrebbe fare il doppio gioco. Fingere di stare col team e contemporaneamente informarmi. Inoltre, è bravina nel combattimento. Dopodiché morirà» grugnì, chiudendo gli occhi. Una fugace immagine di Yuzu che sorrideva malvagiamente a Kanzō gli penetrò nella mente.
«Poi c'è anche Kanzō... quella terrestre ha dei poteri molto utili per noi. La convincerò a schierarsi dalla mia parte. E' forte, grintosa, coraggiosa e potente. Ha l' aria d di una che combatterebbe fino alla morte sul campo di battaglia... » aggiunse, velocemente. "E poi è bellissima" pensò, involontariamente. Scosse la testa. Perché continuava a pensarla? Era una nemica, doveva ucciderla. Ma se si fosse alleata non sarebbe stato necessario farlo. No! Niente sentimentalismi. Era un' umana, era diversa, doveva scomparire col resto della sua razza.
«Perfetto. C' è altro?»
«No» rispose, e svanì lentamente nella galleggiante superficie verde acqua.

***


Yuzu stava seduta sul tetto di una grande cattedrale con una palla rossa da volley in mano e un' espressione pensierosa; guardava il sole rosso fuoco scomparire all' orizzonte, ultimo bagliore prima che il velo scuro della sera ricopra la megalopoli giapponese.
Com' era finita lì, lo sapeva solo lei. Stringeva convulsamente la palla al petto, una smorfia sulle labbra. Ogni volta che si metteva a pensare, andava sempre male.
Non doveva pensare, doveva cercare di tenersi sempre la mente impegnata con altro.
"Cosa sono diventata... mi faccio disgusto da sola. Una zoccoletta mezzo volpe che sta condannando l' umanità alla morte, alleandosi con il nemico della mia migliore amica. Che razza di persona sono?" sospirò, sdraiandosi. Era duro.
«Ehi, che succede? Sei triste?».
Ecco, si parla del diavolo... La ragazza girò la testa per fissarlo. Si era appena materializzato, vedeva ancora l' aria ondeggiare.
Sedeva a pochi centimetri da lei, e la stava scrutando con quegl' occhi gialli incredibilmente magnetici. Era bello.
I capelli verde scuro brillavano alla luce del tramonto, le pupille sottilissime e brillanti, un sorriso amichevole con il canino bianco che spuntava, la pelle colorata di arancione sembrava splendere.
Tuttavia, non provava alcuna attrazione per lui. C'è, per una botta e via sì, ma sicuramente non sarebbe caduta nel tranello dell' amore.. no,no, nell' amore non ci aveva mai creduto, figurarsi per un alieno complice della distruzione della Terra. Sembrava davvero incredibile.
«Io sono sempre triste. Anche quando sembro allegra» rispose, con naturalezza, come se stesse parlando con un amico d' infanzia o simili. Si trovava a suo agio con lui, era gentile, simpatico e ben organizzato. Una compagnia piacevole, ma di cui doveva costantemente diffidare. Teneva la guardia alta, non poteva permettersi di farsi ingannare.
«Capisco». Seguì lo sguardo della mew mew: era presa da una nuvola dalla forma originale. «Senti, devo farti una proposta» aggiunse, cauto.
«Spara»
«Stavo pensando che magari... invece di schierarti contro le altre, potresti fingere di stare dalla loro parte... Così mi daresti delle preziose informazioni. Tu mi sei utile lo stesso, con i tuoi poteri potresti distrarle mentre il Chimero le attacca, ma lo saresti ancora di più come doppiogiochista» chiese, con un tono determinato e il più convincente possibile.
«Dovrei fare la spia?!?!» sibilò Yuzu, aprendo di scatto gli occhi e fulminandolo.
Lui le lanciò un' occhiataccia, nervoso. «Sei sì o no con me?!»
«Di sicuro non sono dalla tua parte per te... semplicemente, sono convinta che abbiate ragione. La Terra sarebbe un posto migliore senza l' uomo, e la vostra popolazione mi sembra molto più ambientalista e intelligente della nostra»
«Intelligente no... Infatti la società è in crisi. I regnanti non sono capaci di gestirla... mio nonno era re, ma è stato spodestato ed esiliato da una confraternita di aristocratici, i Nobili di Sayari, e tutto sta andando a rotoli. Sembra di essere tornati all' epoca feudale...»
Yuzu alzò il busto, mettendosi seduta difronte al ragazzo. Gli occhi marroni erano accesi d' interesse. «Se ti va di continuare a raccontare, a me piacerebbe molto ascoltarti» disse, quasi sottovoce, chissà poi perché.
Kisshu si bloccò un attimo e la squadrò per bene. Che cosa voleva veramente? Non sapeva se fidarsi di quella lì o no. D' altronde, si erano conosciuti da qualche giorno, e avevano parlato solo di... "lavoro". Però si vedeva dagli occhi che la terrestre amava ascoltare le storie altrui, si vedeva che era interessata davvero... oppure stava solo recitando? «Le condizioni climatiche ed ambientali del nostro pianeta sono catastrofiche. Non ci si può vivere, come ti ho già spiegato in precedenza, che è per questo che vogliamo la Terra, il nostro pianeta d' origine. E devi ancora rispondere alla mia richiesta» disse infine, con molto più distacco di prima.
Yuzu chiuse gli occhi per un po', pensierosa. E se avesse fatto il triplo o magari quadruplo gioco? Non voleva rivelare tutti i segreti delle mew mew, non poteva tradire in questo modo Kanzō. Però gli ideali per cui quelle cinque lottavano erano sbagliati! Non sapeva che fare. «Dammi del tempo per rifletterci bene sopra» rispose infine, con durezza. L' atmosfera amichevole di poco fa era sparita, tornando quella abituale tra i due.
Così, senza aggiungere altro o aspettare risposta, la rossa saltò agilmente sulla finestra della cattedrale, aperta, ed entrò. Chissà come avrebbe fatto a scendere con quella palla in mano.

***


Satō era seduta sulla seggiola regolabile della scrivania in legno chiaro della sua stanza, assorta da un quesito matematico piuttosto complesso.
«Mash...» cominciò, lanciando un' occhiata al robot bellamente sdraiato sopra il quadernone ad anelli verde.
«Dimmi, Satō-chan» rispose, con quel suo tono stridulo.
«Tu sei un robot... perciò sei bravo in matematica,no?» domandò, lasciando cadere la penna sul foglio. Scrutò per bene il nanerottolo rosa, pensierosa. Magari poteva sfruttarlo alla grande non solo a scuola, ma fargli pulire la camera, lavare i vetri alle finestre... Almeno si trovava un' utilità a quell' essere.
«Sì, Mash è bravissimo! Bravissimo!» trillò entusiasta, ed impungò la matita con l' aluccia fuxia. All' istante la pagina si riempì di segni, che la ragazza non stava neanche controllando. Avrebbe letto tutto una volta finito. Tempo due minuti, e il robot decretò di aver terminato.
«Grande!! Hai fatto otto problemi in due minuti, sei un genio!» esclamò la mew mew sorridendo, afferrando la pagina fitta di nero. E... rimase di sasso.
Il foglio era colmo delle stesse tre operazioni: 0+0=0; 0+1=1; 1-1= 0; 1-0= 1
«Ma che diamine?!?! Che cavolo è sta roba?!?! Dovevi risolvermi questo strillò indicando il testo del quesito.
«Chiedo scusa, ma tutti i computer utilizzano il sistema binario! Ed è troppo difficile per me usare tante cifre!»
La mora assunse la tipica espressione omicida/isterica/nevrotica di chi scopre di aver fatto fare i propri compiti alla persona sbagliata, mentre cercava qualcosa di pesante da tirare addosso a Mash.
«A-aspetta!!! P-percipisco la presenza di un Chimero!» improvvisò, nascondendosi sotto al letto.
«Non venire a dirmi balle!!» gridò, nervosa. Meno male che suo fratello aveva messo la musica a tutto volume, così almeno non la si sentiva urlare.
«No, no, lo sento sul serio... ora! Proviene dal centro sociale di questo quartiere, il Kakumei!» protestò, veramente convinto di ciò che stava dicendo.
«Avviso le altre. Se scopro che mi stai prendendo in giro, ti smonto bullone per bullone» sibilò, tirando fuori il cellulare dalla tasca.
Con velocità inaudita anche per una ragazza figlia della tecnologia, scrisse ed inviò lo stesso identico messaggio alle altre: Venite IMMEDIATAMENTE al centro sociale Kakumei. Chimero in vista!
Stava proprio per uscire dalla stanza, quando vibrò il telefonino: L'hai detto a Shirogane-san? - Shikimi
Ryou? Cosa c' entrava quell' idiota? Mica poteva venire a darle man forte, era un semplice ragazzo. Ok, con muscoli, ma pur sempre un ragazzo normale.. fino a prova contraria, non era UN mew mew.
Forse però bisognava avvisarlo dei Chimeri... almeno usava in qualche maniera costruttiva quel computer con il radar nello scantinato/base segreta del Caffe Mew Mew. Tanto per rendersi utile.
Satō, con un sospirone, scrisse un messaggino pure a lui: Mash ha avvistato un Chimero, accendi quel tuo cacchio di computer e controlla. Sappimi dire chi è in pericolo. Diretta, semplice, cruda.
Le dita cominciavano a sudare sulla tastiera, in tensione. Chissà se qualcuna di loro era stata attaccata, chissà se si era ferita...
Sì l' ho localizzato. C'è una mew mew presente, ma non posso capire chi sia. Potrebbe essere chiunque fu la risposta, ancora più fredda e distaccata.
Ne parli come se fossero vermi!!!! Sono le nostre amiche, sottorazza di GHIACCIOLO!!!!!!!!! scrisse subito, scioccata. Ok, cominciava ad odiarlo ancora di più.
Resistendo all' impulso di scaraventare il cellulare per terra dal nervoso, lo mise in una borsetta avorio a pois marroni, per poi andare in camera del fratellino e avvisarlo che sarebbe uscita.
Questa volta è potente. Dovresti cercare di convincere Hana Yuzu
"Col cavolo che avviso quella bastarda, ce la facciamo da sole come sempre!" pensò,leggendo mentre correva a perdifiato.
Quando arrivò, il fiatone e le guance rosse, vide tutti quei ragazzi ammucchiati, più o meno sbandati (jeans strappati, punkettoni, rasta e compagnia bella) che guardavano in una sola direzione: Un serpente gigantesco con il volto umano, che faceva terrore e ribrezzo solamente a vederlo di sfuggita.
E, in mezzo a quella massa, una ragazza vestita con degli shorts e un corsetto arancione brillante, con orecchie e code da volpe, brandiva un qualcosa di appuntito che l' orsacchiotta non riconobbe. Era la sesta mew mew, quella del giornale, quella che forse era Yuzu.
Non c' era tempo da perdere; la moretta strinse i denti, irritata. Doveva trasformarsi davanti a tutti... che probabilmente stavano riprendendo tutto col cellulare. «Mew Satō Metamorphosis!» enunciò, mentre veniva avvolta dalla solita luce bianca, d' un bagliore accecante.
Come previsto, una ragazza con dilatatore sul lobo e dread stava filmando il tutto a bocca aperta, esclamando qualcosa in tono spaventato.
«Mew Satō, c'è un alieno! Un alieno!» l' avvisò Mash, che svolazzava là di fianco, seminascosto da una folla di gente.
Ed effettivamente, la volpetta era appena saltata vicino a Kisshu, che teneva in mano due pugnali biforcuti, e sembrava se le stessero suonando di santa ragione.
«GENTE! ANDATE VIA DA QUI, O FINIRETE TUTTI MALE!! VIA PRESTO!!» gridò una voce, acuta e perentoria: Kanzō.
"Sono arrivate le altre?" pensò l' orsetta, girandosi. Sì, con la pipistrellina c' erano Sakuranbo, Dai e Kurumi, già trasformate.
Il serpentone sibilò, facendo vibrare la coda a sonagli; un chiaro segno intimidatorio. La massa cominciò a sfoltirsi, rimasero solo una dozzina di persone, lontane dal campo di guerra ma decise a riprendere tutto per il bene del giornalismo...
«Ribbon Satō Snowflake! Ragazze, presto! Fermate quella sottospecie di Basilisco!» le intimò, afferrando il flauto con la mano coperta dal guanto candido in pelliccia sintetica.
«Sì, capo! Ribbon Kurumi Maze!» le urlò dietro la ragazza, brandendo il bordone. Immediatamente cominciò a girare su sé stessa, come una ballerina, ed ecco che milioni di bolle velenose scaturirono verso il Chimero, che le evitò facilmente. Soffiò di nuovo, sputando veleno un po' ovunque, e facendo cadere un palo della luce con una codata, sotto gli strilli delle mew mew e dei passenti, che si salvarono in tempo.
«Dannazione! Saku-chan, corri a soccorrere quelle persone!» esclamò mew Kanzō, che fece apparire la falce. Fissava dritto dritto Kisshu. Quella con cui stava combattendo.. era sicuramente Yuzu. "A noi due, alieno. Non ti permetterò di fare del male ad Imouto!" pensò, socchiudendo gli occhi. Spalancò le ali, neri, grandi, spaventose, con artigli ad ogni punta.
«Signorsì signora!» le rispose la rossa, correndo in direzione dei feriti.
La tenebrosa ragazza volò in direzione dei due; mew Yuzu aveva qualche graffio sanguinante qua e là, mentre Kisshu qualche segno di bruciatura.
«Onee-chan? Che diavolo ci fai qua?» domandò la volpetta, mentre saltava sulla schiena del ragazzo. Aveva degli occhi giallo-arancioni inquietantissimi.
«Mollami, terrestre!» biascicò Kisshu, mentre cercava di scrollarsela di dosso; inutile, l' aveva preso da dietro, avvinghiata stretta per non cadere nel vuoto. Poco prima stavano combattendo su un tetto, ma lui si era spostato e lei l' aveva ingenuamente seguito.
«Yuzu... casomai che ci fai tu qua! Non avevi detto che non ne volevi sapere niente?? E tu stai zitto, idiota!» disse la pipistrellina, puntando la lama verso il collo del verdino.
La ragazza si allarmò: non poteva permettersi che il suo complice morisse! Gli diede un colpetto d' avvertenza, e lui si smaterializzò, per poi comparire sulla strada, in mezzo a tutte le altre eroine. Così, scese dalla schiena del "nemico", e gli diede anche un pugno in pancia, così per soddisfazione personale.
«Ouch! Malefica piccoletta!»
«Piccoletta lei? Ah, devi ancora vedere me!!!» s' intromise Mew Shikimi, separandosi dalle altre che guerrigliavano contro il Chimero, più incazzato che mai. Aveva spruzzato veleno corrosivo dappertutto; auto distrutte, asfalto lacerato.. Il vestito di Kurumi era abbastanza bucherellato, e nemmeno quello dell' orsetta era messo molto meglio. Almeno, nessuna si era fatta veramente male.
«Mew Shikimi Coin!» esordì la coniglietta, tirando il suo solito tappo d' amianto completamente a caso, che per pura fortuna colpì la nuca dell' alieno.
«Ahia! Come ti permetti, nanerottola?!»
«Ehi tu, ameba! Abbiamo un conto in sospeso!»
«Non ora principessa, devo far fuori la tua amica qua!»
«Ohu, chi ti credi di essere?!»
«Ehm, ragazze, non vorrei dire, ma quelle tre hanno bisogno di aiuto» commentò Yuzu sarcastica, indicando il terzetto, parecchio affaticato.
Sakuranbo cercava di far combattere Mash, le bolle di mew Kurumi non avevano alcun effetto, e mew Satō non riusciva a suonare perché era troppo presa dal cercare di non farsi ingoiare dalle fauci del rettilone.
«Ehm, è il caso che intervenga» commentò Kanzō, dissipandosi dalla rissa con lo sfacciato pretendente. Iniziò a sbattere le ali, ma l' amica la fermò in tempo.
«Accecalo, taglialo un po' a fette. Poi ci penso io» le suggerì, con un ghigno malvagio.
«O...k... ma devi ancora rispondermi: perché ci stai aiutando?» domandò, mentre si sollevava in aria.
«Ne avete proprio bisogno».
Kisshu seguiva la mew mew nera nell' alto dei cieli, pronto a fermarla se avesse dovuto ferire seriamente il Chimero.
«Piccola, m' irriteresti parecchio se anche stavolta riuscissi ad ammazzare la mia creatura» disse, pacato ma minaccioso all' orecchio della ragazza, che cercò di tirargli il manico della falce addosso. Inutile, l' alieno aveva ottimi riflessi e la capacità di smaterializzarsi.
«E chissenefrega,scusa? Mica devo accontentare te» ribadì, sicura che lui l' avrebbe sentita anche senza urlare.
«Sei proprio testarda! Di questo passo sarò costretto ad eliminarti...ma ti faccio una proposta: perché non ti schieri dalla mia parte? Hai tutto da guadagnarci, te lo dico io».
«Scordatelo!» sibilò, sbattendo le ali più velocemente. Voleva guadagnare velocità e cavare l' occhio di quel mostro, che stava attorcigliando nelle sue spire mew Kurumi e mew Sakuranbo.
«Detesto le bamboline che non mi danno retta!» commentò, irritato. Perché diamine non gli obbidiva?
«IO NON SONO UN TUO GIOCATTOLO! Ribbon Kanzō Fury!» urlò, e i suoi colpi puntarono dritto dritto alla bocca del serpente-umano, che colto alla sprovvista lasciò cadere le due ragazze.
Il Chimero allora soffiò, spargendo veleno dappertutto, dritto nella direzione della pipistrellina. «Oh minchia!» sussurrò quella, cercando di tenere salda la presa. Quel coso si stava avvicinando con una velocità spaventosa.
Ma un grido la salvò da quella situazione: «Ribbon Yuzu Pain!». Dall' arma della ragazza, un attizzatoio triforcuto giallastro, scaturirono lunghe fiammate rosse, che appena entrarono in contatto con le scaglie verdi e viscide del rettile divamparono per tutta la sua lunghezza.
Il serpente si fermò, attorcigliandosi da solo soffocato dal fumo e bruciato dal fuoco crudele della volpe, che si rifletteva nei suoi occhi arancione brillante, scintillanti.
Mew Kurumi ne approfittò per creare una barriera con le bolle velenose, impedendogli di muoversi. Dopo qualche minuto, il Chimero, distrutto, si accasciò per terra e di dissolse, le particelle volavano un po' per poi sparire.
Rimase solo l' Ankh a terra, preso in mano da mew Shikimi, e l' alieno parassita, prontamente ingoiato da Mash.
La ragazza col dread spense la videocamera del cellulare, rilassata. Finalmente poteva respirare tranquillamente.
Aspettava solo che il ragazzo misterioso con i capelli verdi svanisse...
«E va bene ragazze. Avete vinto la battaglia, ma non la guerra» commentò, nervoso. Tutta scena: sapeva che grazie a Yuzu avrebbero vinto, ma era maledettamente bravo a fingere. Detto questo, scomparve senza attendere risposta.
Mentre la piccola coniglietta cercava un corpo bianco a terra privo di sensi, inveendo a vuoto e implorando il Grande Demone Celeste di aiutarla, mew Sakuranbo si era avvicinata a mew Yuzu. «Grazie Hana-san, se non fosse stato per te..» balbettò, con la coda tigrata che scodinzolava bassa a destra e a sinistra in segno di sottomissione e le orecchie abbassate. Faceva molta tenerezza.
«Ve lo ripeto, non amo lavorare in squadra» ripeté, squadrando le mew mew una per una: c' erano sguardi assassini, rassegnati, delusi e con l' aria di dire "che vi avevo detto?". «...ma stavolta sono pronta a cambiare idea» concluse, con un mezzo sorriso laterale.
Mew Kanzō la guardò a bocca aperta: chi cavolo le aveva fatto cambiare idea? Forse dopo lo scempio assistito, era convinta che avessero bisogno d' aiuto? Era carità la sua? Ma d' altronde non le importava veramente. L' interessava solo riavere un' amica. «Imouto!» trillò, e l' abbracciò tutta contenta.
«Ma sì, abbraccio di gruppo!» propose la rossa, unendosi al duo ridendo.
«ARRIVOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!» gridò mew Shikimi, intromettendosi come sempre. Non aveva neanche sentito il discorso, però poteva benissimo immaginarselo.
Le altre due rimasero fuori, scuotendo la testa, però avevano un mezzo sorriso sotto i baffi. Tutto si era risolto per il meglio, e Ryou e Keiichiro sarebbero stati molto soddisfatti. Che bellezza.
«Non so spiegare bene cosa sia successo, ma posso dirvi,come potete vedere anche voi dal video, che stasera cinque supereroine sono state riprese e verranno subito mandate su youtube...» disse qualcuno di completamente esterno alla vicenda: la fattona si era avvicinata, e aveva ripreso tutto, inquadrando il sestetto con un sorrisone. Aveva un brillantino sul dente.
«No aspetta, stai dicendo che siamo in onda? E magari adesso c'è tutto il Paese che ci sta guardando, è così?» chiese l' orsetta, arrossita. Cavolo, sarebbero diventate una celebrità.
«Beh, questa non me l' aspettavo proprio... che cosa posso dire? Le mie amiche ed io siamo una squadra che si occupa di proteggere la Terra da...» cominciò la tigrotta, fiera di apparire in rete e probabilmente in un futuro non lontano anche televisione.
«Shhhhhhhhhhh, zitta!! Vuoi che tutti vengano a sapere del nostro segreto?!» le tappò la bocca mew Kanzō, imbarazzata.
«Raccontatemi qualcosa di più! La gente vuole sapere! Che cosa rappresentano quegli strani costumi? Su, avanti, non essere timida!» rispose la tipa, avvicinando il telefonino a mo' di microfono -e quasi lo metteva in bocca alla rossa-.
«E va bene basta, avete vinto voi!! Noi formiamo un team, le Mew Mew, paladine della giustizia!» esclamò la coniglietta a mento alto, vanitosa e con aria di fierezza.
«Per il futuro della Terra, saremo a servizio! Nyaaan!» squillò Sakuranbo, facendo il suo solito movimento felino con le mani. Di sicuro al pubblico sarebbe piaciuto, era talmente puccioso...
L' ultima a parlare, prima che si scaricasse per miracolo la batteria del cellulare, fu Kurumi con un' espressione scocciata e rassegnata: «Figurati se non si metteva in mostra!».
  
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