Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Jaded_Mars    13/06/2011    3 recensioni
Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto e impotente?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
Mani rilassate. Indifferenza. Imporsi di trattenere le lacrime per non farsi vedere deboli. Odi essere debole. Fingere tranquillità quando dentro turbini di emozioni si scontrano e riscontrano distruttivi minando nel profondo la tua anima. Una sola parola che riecheggia nella testa incessantemente, un’unica sillaba così tranciante, così perentoria,  che riesce a fare più male di qualsiasi insulto o cattiveria: NO.  Ci rifletti su. Improvvisamente la rabbia è troppa da potere essere repressa. La mascella si tende, la fronte si corruga. Stringi il pugno con tutta la forza che hai attorno al pomodoro che hai in mano. Schizzi rossi esplodono in tutte le direzioni, macchiando la parete, la tua maglietta, il lavandino. Vorresti che fosse sangue, rosso, denso e non quel liquido acquoso e pieno di semini che è in realtà. Fissi con lo sguardo vuoto ciò che resta  di quello che prima era un bel frutto rosso, semplice buccia rammollita, penzolante come pelle cadente di un vecchio. Spunta un ghigno quasi sadico all’idea di avere martoriato qualcosa di così perfetto, averla irrimediabilmente devastata, come se avesse potuto provare tutto quel male che stai provando tu. Stai ancora stringendo le dita attorno a quei residui, le unghie che si conficcano nel palmo. Pochi secondi e l’alone di rabbia che ti ha offuscato momentaneamente la ragione si dissolve, ti accorgi che quel gesto irrazionale non ha portato a  niente se non a una transitoria soddisfazione. E se stringessi ancora più forte? Così magari sangue vero sgorgherebbe dalla mia pelle, mi farei male sul serio.  Chiudi la presa, ma non hai il coraggio di continuare sul serio, è troppo stupido ed inutile.  Apri la mano e il residuo di pomodoro cade nel lavandino, solo un altro resto da gettare nella spazzatura. Raccogli la spugna e pulisci in fretta il casino che hai combinato. Una passata, piastrelle pulite. Prima una pungente certezza: non sei compresa. Un’altra passata, maglietta apparentemente come nuova solo un po’ bagnata. Poi una delusione che fa ancora più male: chi non ti comprende è una delle persone a cui tieni di più e che dopo vent’anni dovrebbe sapere tutto di te e capirti più di chiunque altro. Ecco perché brucia. Ecco perché sei così irrequieta. Vorresti con tutto il cuore essere compresa, ma ripetutamente hai avuto la prova che così non è. Le tue passioni non coincidono con le sue, ergo non sono capite, ergo non hanno valore e quindi non esistono. Ciò che per te ha valore è solo una frivolezza ai suoi occhi, qualcosa a cui è facilmente rinunciabile, perché tanto non è una priorità in questa vita. Forse non lo è per lei  ma per te è una boccata d’aria fresca, di cui hai bisogno a intervalli regolari, altrimenti è come se ti mancasse una parte di te. È quella scarica di adrenalina che ti fa sentire energica come non mai, piena di te, al posto giusto nell’universo della tua vita. E con quel comportamento contrario ed autoritario è come se venissi derubata di tutto questo. Ecco perché ti ribelli, sperando di fare comprendere tutto questo a quella persona, tieni disperatamente che riesca a vedere in quelle attività che tu adori con la stessa luce con cui le vedi tu. Magari potessi farle usare le stesse lenti che usi per vedere il mondo, sarebbe così semplice come prestare un paio di occhiali. E invece provi e riprovi schiantandoti costantemente contro un vetro che ti cade addosso in frantumi, lacerando  i tuoi sentimenti. Ci vorrà del tempo prima che si rimarginino le ferite. Resteranno le cicatrici, ma continueranno a fare male, perché anche se il tempo passa, non si curano facilmente gli strappi più profondi. Però sai che il rancore non giova, porta solo a peggiorare le cose. Perciò scegli di incassare  l’ennesimo colpo e andare avanti dritta per la tua strada, te stessa fuori, proiezione di un’ideale a casa. Bene è deciso. E allora perché non appena sei seduta da sola ti trovi con grandi lacrime salate che scivolano sulle guance, cariche di rabbia e delusione come le gocce di un temporale estivo? Finiscono per lasciare un solco indelebile sulle pagine del libro che stai leggendo. L’inchiostro si è dilatato sotto i tuoi occhi, il respiro è stentato, un nodo alla gola. Sei immobile nella tua solitudine. Finalmente puoi cedere alle emozioni. Ma lo fai in silenzio, non vuoi essere sentita. L’orgoglio ti impedisce di lasciarti andare totalmente. Se solo ci fosse di fianco la tua migliore amica, hai bisogno di abbracciarla, per trovare conforto.  Eppure lei non è qui, ora, e sai che devi risolvere la situazione da sola. Il nodo alla gola si scioglie, il respiro ritorna regolare, le mani non tremano più. Pensi alle parole delle persone più sagge a cui fai riferimento e nelle quali trovi inaspettata comprensione e supporto. Ritrovi quella determinazione che è parte della tua personalità. Una volta che hai deciso, non torni più indietro. Provi a indossare la maschera di tranquillità che avevi gettato poco prima e ritorni a comportarti come se nulla fosse successo, come se semplicemente ci fosse stata una futile discussione sul colore della maglietta da abbinare alle scarpe. Sospiri. Nausea. Perché tu devi fingere di stare bene mentre l’altra persona ha diritto a mostrare la sua rabbia? Perché devi sempre rimetterci in qualche modo? Semplicemente perché questo è un win or lose game, uno vince e uno perde. Cristallino. Razionale. Inevitabile. Un conato di vomito si fa strada nel tuo petto, lo schifo per trovarti in una situazione così paradossale. Schifo per non riuscire a comunicare, per non trovare nell’altra persona l’interesse di essere ascoltata, la comprensione totale.  Vorresti solo potere fare ciò che ti fa sentire più realizzata con una approvazione e condivisione. Questione di secondi. Recuperi l’equilibrio. Anche questa è superata. Ecco, la tua maschera calza a pennello, ora aderisce completamente alla tua persona. Sei finalmente pronta per ritornare reprimerti e a fingere di essere ciò che non sei veramente. Con una certezza, prima o poi tutto questo passerà.  

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Jaded_Mars