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Autore: Zomi    14/06/2011    4 recensioni
Fisso la copertina della rivista con bocca spalancata e occhi fuori dalle orbite. Sono senza parole. Che significa? Che cavolo vuol dire questo stupido articolo? Da dove cazzo hanno tirato mai fuori questa foto così… così… così impossibile e improbabile?!? Chi cavolo sono questi di sta rivista “Bubble a Go Go” per permettersi di pubblicare una cosa del genere?
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Supernova, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Ciao a tutti. Nonostante lo sclero pre esami, ho trovato un po’ di tempo per scrivere. Premetto che in allegato a questa FF dovrebbe esserci un’immagine che me l’ha ispirata, ma non sono certa di avere le facoltà mentali necessarie per postarla nella storia, ci proverò comunque… anticipo che è una FF scritta in tutta velocità e che quindi non è tutto sto gran ché, anzi ritengo che sia un vera e propria c****a. Spero mi perdoniate se vi farò scappare in bagno per uno stano stimolo a livello intestino... Detto ciò mi raccomando commentate in molti e fate gli scongiuri per me e i terribili membri della… Cp9? No, della commissione d’esame… =P

Zomi92

 
 
P.S.: un saluto special a Zonami84(Recensore Veterano), Miiitica Rosa, Gaia Z_N e a tutti quelli di cui mi sono dimenticata ma che commentano e leggono le mie FF. In particolar modo vorrei ringraziare RoloChan105 che mi ha avvisato del problema “manga.it”: grazie tremila ancora =)

 
 

BUBBLE A GO GO

 

 
 
 
 
Fisso la copertina della rivista con bocca spalancata e occhi fuori dalle orbite. Sono senza parole. Che significa? Che cavolo vuol dire questo stupido articolo? Da dove cazzo hanno tirato mai fuori questa foto così… così… così impossibile e improbabile?!? Chi cavolo sono questi di sta rivista “Bubble a Go Go” per permettersi di pubblicare una cosa del genere? Mi temano le mani e quasi non riesco più a sorreggere il giornale. Robin me lo sfila dalle mani divertita e inizia a sfogliarlo. Ridacchia e il suo sguardo si posa innumerevoli volte sul mio viso sconvolto. –Suvvia navigatore…- commenta cercando tra le pagine del giornalaccio l’articolo collegato alla copertina, -… questo inconveniente potrebbe rivelarsi assai interessante…-. Con rabbia le strappo dalle mani quell’insulso spreco di cellulosa e torno a folgorare con lo sguardo l’immagine della copertina: io e quel buzzurro muschiato tra mille bolle di sapone, lui che mi abbraccia da dietro e io comodamente rilassata sui suoi pettorali. Ma non è questo che mi sconvolge più di tanto. È il come siamo abbracciati, o meglio in che condizioni siamo: completamente nudi dalla vita in su e l’unica cosa che semi nasconde il mio seno, oltre che a qualche bolla e un po’ di vapore acqueo, è un suo braccio.
Il titolo poi dell’articolo mi raggela il sangue nelle vene: “Amore sulla nave pirata più temuta della Rotta Maggiore”. Deglutisco a fatica e leggo, per l’ennesima volta, anche il sottotitolo: “I fan più romanticoni dei Mugiwara si chiamano Zonamisti e in questo numero potrete leggere le loro fantasie sulla coppia pirata da loro più amata: Roronoa Zoro e Nami la Gatta Ladra…”.
Mi sento male. Giuro che ora muoio. Faccio un infarto e muoio qui. La mia sorellona mi ruba nuovamente la rivista e, curiosa va a leggere l’articolo.
Mi accascio in preda alla disperazione sul lettino prendi sole su cui mi trovo. Porto una mano alla fronte e cerco di riflettere. Riflettere? Su che poi? Mi auto schiaffeggio per non so quale motivo e cerco di ritrovare l’equilibrio mentale che ho perso in questi ultimi 5 minuti. Indirizzo lo sguardo sulla mia sorellona, intenta a leggere appassionata l’articolo che mi riguarda. Ma come ho fatto a finire in sto casino?!?
Siamo arrivati in questa pacifica isoletta estiva questa mattina verso l’alba e abbiamo deciso i gruppi di chi doveva scendere a terra e chi, invece, doveva riamare sulla Sunny per fare la guardia. Dopo una furiosa battaglia, io e Chopper siamo rimasti sulla nave, mentre tutti gli altri si sono sparsi per il paesino portuale. –Mi raccomando Rufy: non attirare troppo l’attenzione dei Marines, idem per voi Roronoa, Brooke e Sanji… conoscendovi mettereste sotto-sopra l’intera isola se poteste…- ho avvisato prima di veder scomparire i membri della mia famiglia per le vie del centro.
-Non ti preoccupare mia dolce Nami… non ti faremo stare in pensiero…- mi hanno salutato all’unisono Brooke e Sanji, lanciandomi baci con le mani. Il cavernicolo con i vestiti invece non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo e si è subito infilato in una viuzza buia e nascosta.
Ho sospirato delusa. Speravo in almeno una linguaccia. –Non ti abbattere…- mi ha consolato Robin, scendendo la passerella che collegava al molo la Sunny. –Ti porto qualche libro, ok?- mi ha proposto per tirarmi su il morale. Ho annuito e poi ho speso tutta la mattinata nel mio studio a disegnare cartine nautiche. Chopper trotterellava qua e là sul ponte, rotolandosi tra l’erba e sonnecchiando tra i mandarini.
Verso mezzogiorno sono tornati tutti. Chi carico di acquisti, chi quasi ubriaco, e ancora chi urlante di fame. Mr Price ha preparato il pranzo a tempo di record, nonostante gli avessi proposto di prepararlo io, dato che lui era stanco per il gran andare a zonzo per la città.
-Mai, mia dolce sirena. Non lascerò che le tue delicate manine vengano a contatto con qualche pericolosissima fiamma dei fornelli o di qualche affilata lama di questi diabolici coltelli…- aveva risposto, baciandomi la mano e facendo piroettare un coltellaccio da carne su di un suo dito.
-Anche perché se no, moriremmo tutti avvelenati…- aveva aggiunto maligno Zoro. Gli avevo ringhiato contro per poi andarmene sul ponte a chiamare gli altri per mangiare. A fine pasto, io e la mia sorellona ci siamo stese sui nostri lettini a prender il sole, mentre metà della ciurma si appisolava al fresco del mio agrumeto. Sfogliavo svogliata un libro sulla navigazione notturna, quando Robin mi ha posato sul volume l’orribile rivista. –Guarda…- mi ha detto radiosa. Da prima non capivo, ma poi, voltando il giornale sulla prima di copertina, un grido mi si è strozzato in gola. Quella foto, quel orribile fotomontaggio mal riuscito e spaventoso mi ha seccato la gola facendomi andare in iper ventilazione. Ecco come mi sono cacciata in questo casino. Perché casino? Perché di certo quel Morimo lo verrà a sapere, e andrà su tutte le furie. Per l’imbarazzo, molto probabilmente, non riuscirà più a guardarmi in faccia, non sarà più in grado di rivolgermi la parola e mi eviterà sempre di più.  Per non pensare a come reagirà Sanji. Dio mio, quello muore. E Brooke? Santo cielo… Ma perché ci sono tutti questi depravati nella mia ciurma?!? Mi mollo una cinquina a mano aperta sulla fronte e cerco di ignorare le risate di Robin sul mio comportamento e situazione. Ok, calma. Proviamo a riflettere. I giornali scandalistici, da che mondo è mondo, esistono e riportano soltanto bugie. Quindi non ci sarà nessun problema a convincere gli altri che quella foto è solo un fotomontaggio, cosa che tra l’altro è. La guardo terrorizzata e mi convinco della sua falsità. A parte il fatto che è vecchia di due anni, è lampante come il sole che è un fotomontaggio. In fatti a Zoro manca la cicatrice sull’occhi destro e io ho ancora i capelli corti e non lunghi come ora sono. Per di più si possono notare la sovrapposizione dei nostri corpi e altri errori. Rimane comunque il dubbio su come siano riusciti ad avere una mia foto nuda. Ripenso all’isola cha abbiamo visitato prima di essere divisi, in cui abbiamo conosciuto quell’enorme coleottero. Anche lì, quei pervertiti di bambini miei fan, erano riusciti dalla mia foto segnaletica a riprodurre il mio bel corpicino con tutte le sue grazie al vento. Dell’articolo poco mi preoccupo: sono solo le fantasie di pochi romantici con fervida immaginazione. Quello che più mi preoccupa è il fiuto infallibile di Zoro sul capire a pieno il mio stato d’animo. Lui sa sempre se sono preoccupata, agitata, triste o qualsiasi altro sbalzo del mio umore. Quindi si accorgerà, senza ombra di dubbio, del mio scompiglio. Capirà ciò che provo per lui. Si accorgerà di certo di quanto questa rivista mi abbia scombussolato dentro, e non tanto per la poca castità della foto, ma per il fatto che qualcuno ci crede insieme.  Sinceramente non mi dispiacerebbe affatto fare coppia fissa con lui: è bello, muscoloso, misterioso, affascinate, protettivo, carismatico. L’unica sua pecca è quel carattere di merda che ha, ma al quale non rinuncerei mai. Sospiro e chiudo gli occhi. Ormai è in utile fingere: mi sono innamorata di Roronoa Zoro, l’unico uomo al mondo che non degna di una virgola le donne. Mi rigiro sulla sdraio e osservo Robin, rapita dalla lettura del giornale. Mi imbroncio un po’. -È così interessante?- chiedo con una certa nota aspra nella voce. Lei sorride bonaria e annuisce. –Questi nostri fan hanno un’ottima immaginazione. Per esempio, questa ragazza immagina che tu e Zoro lo facciate ovunque: nella vasca da bagno, su nella torretta di vedetta, tra i tuoi mandarini, nella biblioteca…-.
Strabuzzo gli occhi ancor di più e trattengo il respiro. Robin continua nel suo elenco e quasi mi sento male. Oh, ma che credono che siamo degli allupati? Che non siamo in grado di tenerci i vestiti addosso? Mi metto seduta sul bordo della sdraio e cerco di riprendere a respirare normalmente. La sorellona ha interrotto la sua lista dei luoghi adibiti al fornicare. Mi manca il respiro, sul serio. Non so perché ma al mio fianco appare anche Sanji. –Mio delicato fiorellino, che succede? Stai male? Ma dov’è Chopper quando serve?-. Annaspo in crisi critica di ossigeno.
-Tranquilli, è tutto a posto…- sorrido a fatica, alzandomi in piedi. Ritorno calma. Sanji mi guarda confuso e poi nota la rivista che Robin tiene tra le mani. –Cos’è mio usignolo?- chiede dolcemente. L’archeologa gli sorride e nasconde il giornale dietro la schiena. Non da risposta. Inizio a sudare e cerco di spostare l’attenzione del cuoco su altro. –Sanji dimmi, com’è la città?-.
-Niente di che amoruccio… solo locande di zotici e 4 negozi in croce. Ma mia bella Robin cosa nascondi dietro la tua meravigliosa schiena?- continua incuriosito. Guardo la mia sorellina, e lei guarda me. Sa benissimo cosa potrebbe causare quell’ammasso informe di carta. –Oh niente di che cuoco. Solo un saggio di sto..- ma con un strattone ben assestato, Zoro le toglie di mano l’oggetto della discordia. Sbianco in meno di un decimo di secondo e fisso quell’ammasso di muscoli apparso da chissà dove. Lui guarda il giornale, lo radrizza e esamina ben bene la copertina. Sbuffa un sorrisetto e poi si dirige verso il balconcino del ponte. Si sporge appena e butta in mare il volume. Lo guardo persa, non capendo il perché del suo gesto. Nessun commento, nessuna espressione di rabbia o, come minimo, fastidio, nessuna reazione. Si rigira verso di noi, mi guarda e poi si sdraia sul prato, addormentandosi nonostante le proteste rabbiose di Sanji per quella sua azione. Mi siedo con un tonfo sulla sdraio e mi fisso i sandali. Perché ha reagito così? Anzi, perché proprio non ha reagito? Chiudo gli occhi e li riapro accorgendomi che un velo di nebbia li ricopre. Piango per la sua indifferenza. Niente lo smuove. Speravo in una qualche sua reazione, di qualsiasi tipo: rabbia, imbarazzo, almeno seccatura. Almeno avrei capito cosa prova per me o se prova qualcosa, cacchio. Sospiro e mi asciugo le lacrime con il palmo della mano. Mi alzo e mi avvio verso la mia stanza. –Dove vai mio bigné alla crema?-. Mi giro assorta verso Sanji, intento a picchiare a sangue Zoro che si difende con le braccia contro la gamba alzata del giustiziere mascherato delle donzelle in pericolo. Scuoto la testa e apro la bocca per rispondere. Guardo un attimo in faccia lo spadaccino e lo vedo fissarmi, incapace di comprendere il mio morale atterrito. Sorrido, per una volta non riesce a decifrarmi. –Mi sono ricordata che proprio questa mattina ho finito la carta millimetrata per le cartine. Vado fino in paese a cercarne un po’…- ed è la verità. Così dicendo, mi dirigo verso la mia stanza a recuperare la borsa per poi scendere velocemente la passerella. Attraverso veloce il ponte e saluto con un bacio Robin, mentre con un cenno della mano accarezzo la guancia posta da Sanji, speranzoso in un bacio anche per lui. –Ok allora io vado… quando gli altri si svegliano ditegli che sono andata a fare spese ma che torno presto. Spero comunque di tornare prima-. Sto pre mettere il primo passo giù per la passatoia, quando la solita amata voce roca e profonda mi richiama indietro. –Ma come? Non ti serva una mano per portare i pacchi?-. Mi volto verso di lui.
-No, credo di riuscirci anche da sola…- anche perchè non credo di poterti stare vicino senza diventare rossa peperone. Lui, da in piedi qual era, pronto per venirmi dietro brontolando, si ri-distende a terra e con sguardo dispiaciuto fissa il sereno. Sospiro, rendendomi conto che questo sentirmi a disagio con lui durerà ancora a lungo per colpa di quello stupido articolo. Scendo rapida la passerella e mi dirigo verso il centro città. Passeggio tranquilla per le vie del centro, cercando senza tanta premura un negozio specializzato nel vendere oggettistica per la navigazione. Non ho fretta. Anzi me la prendo comoda proprio per liberarmi dall’imbarazzo che mi è nato dentro a causa di quella foto e del dispiacere nel scoprire che Zoro non prova niente per me. Sospiro e cammino guardando le vetrine dei negozi. Nulla mi attrae, ma mi è d’aiuto a distendere la mente. Alle sei di sera mia accorgo di non aver ancora preso il necessario che mi serve e mi incammino veloce verso una bottega che ho notato durante il mio girovagare a vuoto. Prendo 15 rotoli di carta millimetrata e 32 boccette d’inchiostro. Dovrebbero bastarmi per un bel po’. Esco salutando educatamente e mi avvio verso casa, ciò verso la Sunny.
Ripercorro a ritroso le strade su cui per tutto il pomeriggio ho marciato, per poi fermarmi ammaliata davanti ad una vetrina. In mostra vi è un bellissimo abito da sera blu notte. Senza maniche si regge a mo di corpetto intorno al busto del manichino, una piccola scollatura a V sul davanti. La gonna che completa l’abito è lunga fino a terra e con un generoso spacco su entrambi i lati, fino a più di metà coscia. Rimango estasiata da quell’indumento e vorrei poter avere il tempo per provarlo. Ma è tardi e non posso tardare se non voglio che…
-Ti starebbe meravigliosamente…-
Sussulto e mi volto veloce verso il mio interlocutore. È un giovane sui 25 anni, capelli rossi e cappello da Marine. Intorno agli occhi una mascherina nera. Lo conosco? Sforzo la memoria e poi ricordo. Due anni prima ci siamo incrociati sull’arcipelago Saboudy: Drake, l’ex marine che ha abbandonato la marina per diventare un pirata. Lo fisso aggrottando le ciglia. Non sono certa di potermi fidare di lui. Arretro un poco verso la vetrina, ma lui galantemente si inchina davanti a me e mi fa il bacia mano. –Non aver paura di me, meravigliosa creatura… non voglio farti del male. Mi chiamo Drake e non ho saputo resistere al tuo fascino serafico. Ho seguito l’impulso irrefrenabile che mi ordinava da dentro di venirti a conoscere-. Rialza lo sguardo e mi fissa. Io arrossisco appena e distolgo lo sguardo dal suo. Libero la mano dalla sua presa e cerco di rispondere garbatamente come lui. –Piacere, io sono…- ma lui scuote la testa con forza. Mi blocco. –So esattamente chi tu sia, o leggiadra Nami, e devo essere sincero mi affascini molto, con il tuo sguardo seducente e intelligente e con il fuoco dei tuoi capelli-. È in evitabile, arrossisco senza freni. Mai un uomo mi aveva fatto la corte così spudoratamente e con così tanto garbo e gentilezza. Si piega appena in avanti e prende le mie borse come un vero gentiluomo farebbe, senza brontolare o sbuffare in modo esagerato come chi so io. Mi pone il suo braccio, in segno di offerta di appoggio per passeggiare e io, sinceramente, non so resistere. Accetto l’invito e lo prendo sotto braccio. Iniziamo a camminare lentamente lungo la via che porta verso il porto. Parliamo, a mia sorpresa, di navigazione, orientarsi con le stelle, del mare, di isole che credevo di conoscere solamente io, di filosofia per fino. Arriviamo alla Sunny e con una delicatezza estrema, appoggia le mie compere ai miei piedi, baciandomi di nuovo la mano. Sorrido felice e lo ringrazio di cuore. –Sono io che ringrazio te, mia cara. Ho imparato più aspetti del mondo in un ora insieme a te che in tutta la mia vita navigando per i mari. Spero con ardore di poterti rincontrare ancora domani-. Mi si inchina davanti e poi si avvia verso la sua nave. Resto senza parole. Un cavaliere. Un vero gentile man. Un principe azzurro. Sospiro a questi miei pensieri. Perché Zoro non è così romantico e gentile? Perché ho dovuto innamorarmi per forza di un emerito cretino che crede che il Galateo sia una tecnica per spezzare le tavole di legno con un dito? Sbuffo e prendo in mano le sacche con dentro i miei acquisti e mi volto verso la passerella. Stravolgo gli occhi quando mi accorgo che in cima ad essa c’è proprio Zoro. Mi fissa con sguardo severo e rabbioso. Le braccia incrociate al petto e gli occhi chiusi in due fessure. Reggo il suo sguardo e percorro la salita senza problemi. Arrivata sul ponte mi fa spazio e rimane immusonito. Lo guardo appena e poi non riesco più a trattenermi. –Si può sapere che hai?- domando, già mezza incazzata. Lui non emette un verso e rimane lì, fermo in piedi come un palo. Gli volto le spalle e mi avvio verso il mio studio per depositarci le borse. –Sei stata tutto il pomeriggio con quello?- mi chiede con tono da padre arrabbiato per il rientro dopo il copri fuoco della figlia. Non mi volto nemmeno verso di lui, e semplicemente gli rispondo:-Nono sono affari tuoi…-.
A cena tra noi due regna il silenzio più totale. È glaciale nei miei confronti. Fa come se fossi invisibile, come se non esistessi. Giochiamo all’indifferente? Bene, e allora sappi che non ho alcun problema a fingere la tua assenza. Mangio senza alzare una sola volta lo sguardo su di lui. Evito qualsiasi forma di interazione con lui e il suo stupido umore mutevole. Ma che cavolo! Orami è lampante che non gli interesso minimamente, altrimenti avrebbe almeno detto qualcosa su quella ormai famosa rivista. Invece non ha proferito verbo. E io che mi struggevo tanto l’anima chiedendomi se mi volesse almeno bene. Inforco con rabbia gli spinaci che ho nel piatto e, nella mia testa, urlo tutti gli insulti possibili e immaginabili contro di lui. Idiota, non ti sei mai accorto che ti amo e ora ti arrabbi pure se qualcuno mi corteggia in modo elegante e romantico?!? Cretino, scemo, deficiente, morimo della malora. Ti amo, ti amo, ti amo e non te ne potrebbe fregare di meno. Perché non hai capito che quell’articolo mi ha messo in imbarazzo? Te lo spiego io perché… perchè pensi sempre e solo a te stesso e alle tue katane. L’unica donna che ti ha sfiorato il cuore è stata Kuina. L’unica che è riuscita a smuoverti. La invidio a morte. Mastico con rabbia e cerco di non far trapelare il mio pessimo umore all’esterno. Alzo appena la testa e incrocio i suoi occhi bui e tetri. Perchè non capisci? Leggimi dentro, decifra quello che provo per te. Cazzo, Roronoa, per una volta chiediti perché sono triste guardandoti. Ma lui, niente, non ci arriva. Riesce a comprendere il mio stato d’animo solo quando io non vorrei. Sospiro e mi alzo da tavola. –Scusa Sanji, ma non ho molta fame… vado a lavorare nel mio studio- abbandono il tavolo e mi indirizzo verso il corridoio.
-Logico che tu non abbia fame. Quel damerino mascherato ti avrà chiuso lo stomaco con tutto il miele che ti versava ai piedi-. Mi blocco all’istante. Mi giro, molto lentamente verso lo spadaccino di bordo e lo fulmino. –Che vorresti dire?-.
-Voglio dire che trovo davvero difficile mangiare dopo un intero pomeriggio passato ad ascoltare demenze e moine varie che farebbero venire il diabete pure a un sasso…-.
Chiudo le mani a pugno e cerco di mantenere la calma. I miei compagni già si preparano a una zuffa con i contro fiocchi ma non li voglio accontentare. Respiro a fondo e scelgo le parole con cura. Sebbene abbia perso totalmente la speranza di una possibile storia con lui, ciò non vuol dire che il mio amore sia scomparso così, in un lampo. Lo amo ancora e non lo voglio far soffrire. Non troppo per lo meno.- Solo perché Drake conosce più di 50 parole di un dizionario, non vuol dire che sia demente. Solo perché Drake sa come si tratta una donna, non vuol dire che sia svenevole. Solo perché Drake sa essere romantico, non ti da alcun permesso di deriderlo-.
Zoro scatta in piedi e la sedia cade a terra rumorosamente. –Romantico? Avanti Nami apri gli occhi. Quello vuole solo portarti a letto e basta. Saprà pure usare la lingua ma di certo ragiona con quello che tiene dentro i suoi pantaloni…-. Potrebbe avere ragione, lo so, ma che gliene importa a lui chi mi porto a letto? Avrò il diritto anch’io di poter decidere il come dimenticarlo, no? Le lacrime iniziano a salirmi agli occhi, ma testarda le trattengo. Perché dovrei piangere? Forse per quello che sto per dirgli.
-Sei solo geloso Zoro, perché lui sa essere romantico con me e mi considera una donna invece che una mocciosa come te. Tu non saresti mai in grado di amarmi come almeno lui ci sta provando. Sei solamente un piccolo uomo che non vede al di là della lama della sua katana- . Gli do la schiena e me ne vado. Sono stata crudele, meschina, stronza, lo so. Fuggo nel mio studio e piango per tutta la notte. Piango perché so di averlo trattato malissimo, perché lui voleva solo proteggermi e perché mi sono comportata da vera mocciosa. Piango perché io per lui sono solo una sorella da difendere e mai sarò qualcosa di più. Alle prime luci dell’alba esco fuori sul ponte e ammiro il nascere di un nuovo giorno. Sospiro e mi lascio cadere sul prato erboso. Porto le ginocchia al petto e fisso atona il mare piatto. Un fruscio dietro le mie spalle mi fa voltare veloce. Lui è lì, fermo come una statua di marmo. Sudato per l’umidità mattiniera e per i suoi duri allenamenti. Si asciuga la fronte con la sua maglia bianca. È appena sceso dalla palestra e ora molto probabilmente andrà a dormire. Lo seguo con lo sguardo ancora per qualche attimo, per poi tornare a fissare l’oceano. Mi sento in colpa per la nostra litigata e voglio rimediare. –Zoro...- lo chiamo. Lui si blocca all’entrata della cucina. –Che vuoi?-.
-Volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri sera…- mormoro piano. Lo cerco con gli occhi e lo vedo dare una scrollata di spalle. Il suo segno che mi ha perdonata. Ritorno per l’ennesima volta a fissare l’alba. –Credi davvero che io non sia romantico?-. Giro di scatto la testa sentendo la sua voce così vicina. Mi è a poco più di 10 passi di distanza. Che dirgli? Suppongo voglia la verità per cui:
-In effetti non credo che tu sia il massimo della dolcezza in fatto di donne…- ridacchio divertita. Lo vedo grattarsi imbarazzato la testa. È così tenero. Approfitto del suo temporaneo buon umore, per porgli la domanda che mi ha tormentato per tutto il pomeriggio di ieri. –Perché non hai detto niente della rivista, ieri?-. Arrossisce un po’, continuando a scompigliarsi la zazzera verde. Scrolla le spalle di nuovo e non mi concede risposta migliore. Come dovrei tradurla dallo Zoro –italiano? Intende forse: non mi importa niente di quello che c’era scritto sopra? Non volevo creare imbarazzo inutile? È pressoché impossibile una situazione simile a quella riportata sulla foto? Ditemi voi come devo interpretarlo sto scrollamento di spalle!!!
Sospiro sfinita e mollo definitivamente la spugna. –Ho capito…- mento e torno nel mio studio a dormire qualche ora.
-Nami, Nami svegliati dai… c’è una sorpresa per te…- Robin cerca di svegliarmi con leggere spinte ma io non voglio affatto alzarmi dal mio caldo lettuccio. Morbido e coccoloso mi dà l’utopia di essere immerse nelle nuvole. Un violento scossone mi fa cadere a terra insieme a tutte le coperte. Una decina di mani hanno sollevato di peso il materasso e ora mi ritrovo a stretto contatto con il gelido pavimento. Fulmino la sorellona e provo a chiederle che cavolo vuole, ma lei mi ruba le parole di bocca. –Prima che tu ti arrabbi, sappi che c’è una splendida sorpresa per te in cucina…-. Confusa mi sistemo. Mi pettino la lunga chioma e stiro qualche piega del vestito leggero color menta che indosso. Con lei mi dirigo in cucina e sul tavolo scorgo un pacco color arancio intenso. Alzo le sopracciglia e mi siedo al tavolo da pranzo. Intorno a me Rufy, Franky, Usop e Chopper saltellano, curiosi di sapere il contenuto dl pacco, mentre Sanji e Brooke gli darebbero volentieri fuoco. Mi tiro una ciocca di capelli dietro l’orecchio e cerco Zoro. È appoggiato allo stipite della porta e osserva il mio regalo trattenendo il respiro. Robin è dietro le mie spalle e appoggia delicatamente le mani su di esse. –Aprilo…- mi sprona. Con mano titubante lo apro e ne estraggo il favoloso abito che il giorno prima ha rubato la mia attenzione. Rimango a bocca aperta e non so che dire. Mi guardo attorno, curiosa di sapere chi è l’autore di questa meravigliosa sorpresa. Involontariamente mi giro verso il mio spadaccino ma questi ha tutt’altro che l’aspetto di un uomo felice nel scoprire l’apprezzamento del suo regalo. Provo a chiedere ai miei compagni chi me l’abbia portato, ma è Robin di nuovo a leggermi nel pensiero. Mi porge un bigliettino in carta decorata con narcisi blu. Apro il biglietto e leggo: ” Mia dolce Nami, quando ho visto quest’abito non sono stato in grado che vederlo indosso a te. Esalterà di certo le tue sinuose gambe e si intonerà perfettamente con il tuo leggiadro tatuaggio. In oltre sono certo che saprà farti risplendere in tutta la tua bellezza. Incapace di poter aspettare l’onore di vedertelo indosso, invito te e la tua famiglia a una serata danzante sulla mia nave, dove sarete tutti ben accolti. Spero in un tuo arrivo questa sera, con sommo affetto e devozione: tuo servo d’amore Capitan Drake”.
Resto senza parole e rileggo più volte queste poche righe piene d’amore. Mi abbandono alla sedia e cerco di tornare lucida. Il boss prende il biglietto e annuncia a tutti che siamo invitati alla festa di Drake. Rufy e i componenti scalmanati della famiglia ballano già di felicità, mentre invece Sanji e Brooke inveiscono contro il mio corteggiatore:
-COME SI PERMETTE QUEL PROCIONE LAVATORE DI PROVARCI CON LA MIA CROSTATINA?!? LO AMMAZZO!!!!!-.
-MALEDETTO AVVENTORE!!! NON SA CHE NAMI E’ PAZZA DI ME? YOHOHOHHO…-
-TACI SCHELETRO… OH CHE NON CREDA DI PASSARLA LISCIA, NO, NO, NO, NO… STASERA LO AVVELENO, LO STROZZO CON LA CRAVATTO, LO METTO A MOLLO CON LE ACCIUGE SOTTO SALE, LO ACCOLTELLO CON UNO STUZZICADENTI…-
Io fissavo il tavolo atona. Cavolo, ma che crede quello? Si, ok c’era buona intesa tra noi, ma da lì a dichiarasi “mio servo d’amore” ce ne era di strada. Deglutisco a fatica e cerco la mia roccia di salvezza nella stanza: Zoro. È ancora lì sulla porta, guarda fuori dall’oblò. Lo guardo in cerca di aiuto: dovrei accettare?
Se solo lui mi desse anche un piccolo segnale, ritornerei sui miei passi e lo aspetterei in silenzio. Tornerei ad amarlo di nascosto come ho sempre fatto fin ora, negando la sua indifferenza di questi giorni. Ma lui rimane lì, fermo immobile, menefreghista di questo invito. La gelosia che mi pareva di aver captato la sera prima, scomparsa nel nulla. –E tu non dici niente?- mi lascio scappare a fior di labbra. Si volta appena verso di me, nella cucina diventata silenziosa tutta d’un tratto. Di nuovo smuove le spalle. –Che vuoi che dica…?-.
Prendo il vestito e ritorno nella mia stanza.
La sera si avvicina a una velocità spaventosa e in men che non si dica è già ora di andare alla festa di Drake. Mi osservo allo specchio della mia stanza. Il vestito mi sta a pennello e sembrerei meravigliosa se i miei occhi non fossero così lucidi di tristezza. Distolgo lo sguardo dal mio riflesso e mi raccolgo i capelli in uno scignon sopra la testa. Lascio libera solo la ciocca ribelle preferita da Zoro. Poi ci ripenso e la incateno insieme agli altri capelli. Ci ripenso di nuovo e la libero, per poi fermarla ancora con un fermaglio su di un lato del capo. Mi fisso allo specchio e la lascio selvaggia sul lato del viso. Una risata mi coglie di sorpresa: Robin mi fissa dalla porta del bagno. –Sarebbe tutto più semplice se gli parlassi…- mormora avvicinandosi al letto e prendendo la sua borsa -… invece che litigare con te stessa se essere bella per il tuo spadaccino o per il Capitano Drake…-. La guardo e sospiro. –Sarebbe tutto più semplice se LUI mi parlasse.. ma orgoglioso com’è è più facile che Rufy smetta di mangiare che lui si confessi a me. Anche perché dubito seriamente che vi sia qualcosa da confessare…-. La fisso e lei mi sorride malinconica. Usciamo dalla nostra stanza e ci avviamo sul ponte dove i ragazzi ci aspettano. Sono tutti in giacca e cravatta, tranne Franky che è come suo solito in mutande e camicia hawaiana nera però. Fisso rapita Zoro, meraviglioso nel suo completo scuro da sera. Forse Robin ha ragione, se gli parlassi forse potrei mettere in chiaro tutto ciò che provo per lui e capire se anche lui ricambia. Provo ad avvicinarmi ma Sanji mi blocca la strada. –Oh mia dolce dea ramata, permetti che ti accompagni fino alla nave di quell’avventore dalla maschera da procione?-. Annuisco e sorrido alla battuta. In pochi attimi siamo alla festa e devo dire che Drake ci sa proprio fare: il ponte è illuminato a giorno da luci di tutti i colori che si intervallano tra loro a ritmo di musica, migliaia di persone ballano scatenate e l’orchestra ci da dentro con ritmi che passano veloci dal blues al rock. Subito prendo Robin per la mano e ci scateniamo in pista. Rufy, Franky, Brooke e Sanji ci seguono a ruota. Cerco di dimenticare le mie pene d’amore, annegando il cervello nella musica. Mi muovo a ritmo e cambio cavaliere a ogni nuova canzone. D’un tratto mi sento stringere la vita da una presa più forte delle precedenti e mi accorgo che il mio nuovo ballerino è il padrone di casa. Gli sorrido e danzo con lui volentieri. Cavolo, è pure un ottimo ballerino. Praticamente l’uomo da sposare. –Grazie per il vestito, non dovevi…- gli urlo per farmi sentire tra la folla. Lui sorride e mi stringe più forte. Inclina il capo fino a sussurrarmi all’orecchio:-Mi piaci Nami e voglio stare con te-. Sbianco. Perché? Perché me lo dice lui e non Zoro? Perché è lui che mi stringe così forte e non il mio spadaccino? Una lacrima mi riga il volto e con gli occhi cerco ilo mio amore. Lo vedo appoggiato alla balaustra del ponte, circondato da un decina di ragazze. Ride e scherza con loro. Accarezza la guancia di una di esse, divorando con gli occhi un’altra. Abbasso lo sguardo prima di incrociare il suo. Stringo la spalla di Drake e gli rispondo dolcemente: - Mi dispiace Drake, ma amo un altro… perdonami…-. Un'altra lacrima mi riga il viso. Lui mi sorride felice e semplicemente dice:-Non preoccuparti mia cara. Comprendo alla perfezione… spero solo che lui sia degno di posseder il tuo cuore-. Gli sorrido e gli accarezzo una guancia. Lui abbassa il volto e mi bacia castamente, per poi liberare il nostro abbraccio e disperdersi nella calca. Rimango lì, sola e ferma tra la gente delirante per la musica. Mi riprendo e piangendo, scappo tra la folla. Con gran fatica arrivo alla passerella della nave e la percorro senza voltarmi. Voglio tornare sulla Sunny e dimenticare tutto: dimenticare che Zoro non mi ama, dimenticare che ho appena rifiutato l’uomo perfetto, dimenticare che morirò d’amore entro stanotte molto probabilmente. Arrivo sul ponte della nave e mi getto nella mia stanza. Mi chiudo dentro e affondo il viso sul mio cuscino, piangendo in perfetto stile mocciosa. Urlo per il mio cuore spezzato e ansimo per il forte dolore al petto. Grossi tonfi risuonano sulla mia porta. Qualcuno bussa con forza. –Vattene chiunque tu sia… voglio stare da sola!- urlo tra le lacrime. La mia richiesta non è accolta e i colpi sembrano prendere maggior slancio e potenza. –Vattene!!!- grido alzandomi dal letto e mettendomi a sedere appoggiata sulla spalliera di esso. Niente, i colpi aumentano, fino a quando la serratura non cede e Zoro entra nella mia stanza ansante per lo sforzo. –Vattene…- mormoro vedendolo e nascondendo il viso tra le braccia. Lui sembra sordo e mi si avvicina. –Nami che succede? Perché sei scappata così? Che ti ha fatto quel cretino? Giuro che l’ammazzo… adesso torno là e lo faccio a fette…- si avvia a passo spedito verso la porta. –Drake non mi ha fatto niente. Anzi è stato un vero galantuomo, a differenza di altri…- piagnucolo. Lui torna da me e mi si siede vicino.  Mi abbraccia con un suo braccio e mi stringe al suo petto. – Che è successo allora? Chi ti fa stare così male?-. E no, questo è il colmo. Manco si è accorto che mi fa soffrire?!? Scoppio e inizio a pestarlo, mollandogli pugni e schiaffi su tutto il corpo. –Roronoa sei un cretino patentato. Un emerito deficiente. Una testa da circoncidere. È da 2 giorni che ti parlo a mala pena e pure mi vieni a chiede chi mi fa soffrire?!? Tu mi fai star male testa di verza! Tu che non ti accorgi che ti voglio bene. Tu che te ne freghi altamente se pubblicano un intero articolo su una possibile storia d’amore su noi due mentre io ci muoio di vergogna per la foto e di speranza perché spero si realizzi anche nella realtà. Tu che prima ti incazzi come una iena se uno mi fa la corte e poi te ne sbatti se si dichiara. Tu che fai il play boy tra decine di ragazzine e poi ignori me che ormai sono una donna matura e a dir poco meravigliosa. Tu che manco se te lo scrivo a caratteri cubitali capisci che ti amo…-. Mi fermo a prender fiato e ad asciugarmi qualche lacrima. Zoro se ne sta lì, immobile con le braccia per aria per difendersi dalla mia sfuriata. Ritrovo l’aria nei polmoni e anche un po’ di ragione. I fin dei conti ho seguito il consiglio di Robin, no? Parlato gli ho parlato, poco importa che nel frattempo lo picchiavo. –Nami, rischio la pelle se parlo?- prova a fare il spiritoso lui. Lo fulmino con gli occhi e urlo con tutto il fiato che ho ripreso:-FUORI DI QUI!!!!-. Lo vedo ghignare con il suo più maligno sorriso sghembo e in un attimo mi è spora. Scalcio e gli grido di togliersi, ma lui non mi ascolta. Mi ferma i polsi con le sue forti mani e… mi bacia. Dio mio, mi sta baciando. Strabuzzo gli occhi e cerco di capire se è un sogno o pure una follia. Si stacca lievemente da me e sogghigna. –Mi lasci parlare ora?-. Annuisco senza parole e lui si sdraia accanto a me. Mi abbraccia per la vita con una mano e con l’altra mi carezza il viso. Pochi millimetri ci separano e posso sentire senza problemi il suo respiro sulle mie labbra. –Non ho detto niente della rivista perché sinceramente non sapevo cosa ne pensasi tu. Quel fotomontaggio ha catturato completamente la mia testa e non sai che avrei dato per dirti subito quello che provo per te. Ma poi tu ti sei rabbuiata e ho creduto che ti avesse dato fastidio quell’articolo, che una storia con me ti desse il volta stomaco. La botta finale poi è stato vederti con quel Orsetto Lavatore: lui così a modo e ben educato e tu che pendevi dalle sue labbra, per il suo essere romantico. Sono morto di gelosia. Ho cercato di metterlo in cattiva luce ma ho solo peggiorato la situazione. Quando poi questa mattina è arrivato quel regalo per te, ho avuto la tentazione di buttarlo a mare. Ma se lui ti rendeva felice allora lo avrei sopportato. Tutto pur ti vederti felice. Alla festa ho cercato di distrarmi con quelle 4 oche ma con gli occhi ti cercavo sempre. Quando prima l’ho visto baciarti, ho perso le staffe e stavo per venirlo a pestare a morte. Cavolo, mi arrendevo così? Ti lascivo tra le braccia di un altro senza lottare? Così poco vale il mio amore per te? Ti ho visto correre fin qui e credevo volessi preparare le tue cose per scappare con lui. Non te lo avrei permesso. Ma quando ti ho sentito piangere, il panico ha preso il sopravvento: che aveva osato farti quel bastardo? E poi tu come il solito mi sorprendi, prendendomi in contro piede e dicendo che mi ami e che sono praticamente una testa di cazz…-gli blocco quelle labbra diaboliche che ha, e lo bacio con una passione tale che credo di aver preso fuoco io e lui. Lo avvicino a me strattonandolo per la camicia. Lui torna sopra di me, stringendomi per la vita e sciogliendo i miei capelli. Ci baciamo con foga e passione. In pochi attimi, tutti i nostri vestiti sono a terra e noi ci rotoliamo nudi tra le lenzuola. Sento la sua erezione tra le mie gambe e le sue labbra ardenti sul mio collo. Lo stringo forte a me, accarezzandogli la schiena e il membro, mentre lui mi stuzzica la mia femminilità con due dita. Ansimiamo e gemiamo quasi urlando. Finalmente entra in me e inizia ad amarmi come solo nei miei sogni più audaci ho sognato. Spinge con forza, senza darmi tempo di riprendermi. Il ritmo dei nostri movimenti è dato dal tintinnare dei suoi orecchini. Raggiungo l’orgasmo e incurvo la schiena per meglio aderire al suo torace. Lascio cadere la testa all’indietro e lui ne approfitta per baciarmi il collo. Si libera in me e raggiunge anche lui l’apice del piacere. Ancora qualche spinta e poi ci rilassiamo tra le lenzuola scomposte e umide del nostro sudore e delle nostre secrezioni. Mi stendo sul suo torace e mi lascio coccolare dalle sue vellutate carezze. –Ti amo…- sussurro, prima di cadere tra le braccia di Morfeo. –Anch’io ti amo piccola- sorride lui, coprendomi con il suo braccio e addormentandosi profondamente.
Dormiamo pacifici, incuranti del fatto che la mattina dopo Robin ci troverà semi nudi sul mio letto, la porta della nostra stanza a penzoloni, i vestiti sparsi ovunque e delle urla di disperazione di Sanji nel vederci così. D’altro canto se avesse visto quella rivista, avrebbe di certo capito che quei Zonamisti vedevano giusto fantasticando sul nostro amore.
   
 
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