Questa breve one-shot vorrei
dedicarla alla mia amica Agartha per il suo compleanno.
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Spero che possa piacerti e ancora tantissimi auguri di buon compleanno (scusa se
non sono riuscita a postarla sabato).
Poi vorrei ringraziare ancora una volta Yumeko, che mi ha fatto da beta.
Grazie!
Questa versione piace anche a me
Ad Agartha,
che vede Remus e Sirius
come due metà
che si completano
a vicenda.
Buon compleanno!
Uno…
Due…
Tre…
Remus prese un respiro profondo e aprì gli occhi.
Tre persone stavano sopra di lui e lo fissavano con il sorriso sulle labbra, ma
prima che potesse riuscire a salutarle, due braccia possenti le spostarono e una
voce a lui conosciuta interruppe il momento.
« Potter, Evans, Minus, fuori di qui! Il signor Lupin deve riposare, non credo
di doverlo dire a voi che le trasformazioni non sono uno scherzo ».
« Ma… » cercò di dire James.
« Niente ‘ma’ signor Potter, il suo amico ha bisogno di riposo ».
« Ehi Rem, ci vediamo più tardi ».
Lily si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia. Remus le sorrise e
osservò i tre uscire dalla stanza.
James, Lily e Peter: i suoi migliori amici, sempre con lui quando aveva bisogno
di sostegno.
E poi c’era Sirius.
Un attimo… Dov’era Sirius?
Remus si guardò attorno aspettandosi di vederlo sbucare da qualche parte, ma era
tutto inutile.
Sirius non c’era.
Dopotutto doveva aspettarselo.
Era il giorno di san Valentino e il malandrino più ambito dalla popolazione
femminile di Hogwarts, dopo che James era riuscito a conquistare il cuore della
sua amata Lily, non avrebbe di certo passato quel giorno al capezzale del suo
migliore amico.
Tutto ciò lo faceva soffrire, ma non era questo a fargli più male: la cosa
peggiore era la certezza che non avrebbe mai potuto occupare nel cuore di Sirius
quel posto speciale che, invece, l’amico occupava nel suo.
Remus si girò compostamente su un fianco e chiuse gli occhi cercando di riposare
ancora un po’, ma una raffica di pensieri invase la sua mente.
Prima era diverso.
Prima di quell’episodio Sirius era solo un amico.
Certo, un carissimo amico, ma prima la sua vicinanza non gli faceva battere il
cuore e perdere la concentrazione, mandando all’aria tutti i suoi propositi di
tenere James e Sirius a freno. Era quasi certo che Felpato sapesse di avere un
certo ascendente su di lui, per questo non era mai Ramoso a chiedere certe cose.
« Remus, che ne dici se oggi togliamo le mutande a Mocciosus? »
« Sì ».
Ma poi alla fin fine, che male c’era se si divertivano un po’?
Erano giovani, con una lunga vita davanti a loro.
Di lì a poco avrebbero preso i M.A.G.O. e poi avrebbero fatto ciò che
progettavano da tempo: James con ogni probabilità avrebbe messo la fede al dito
di Lily il prima possibile e anche Sirius prima o poi si sarebbe sposato.
E lui?
Lui sarebbe rimasto sempre solo, come la sua condizione di licantropo gli
imponeva.
Remus scosse la testa. Ma a chi voleva darla a bere, a se stesso?
Non era solo la licantropia, ma Sirius: finché sarebbero stati amici, lui non
sarebbe riuscito ad eliminare il sentimento che provava nei confronti di
Felpato.
Sconsolato Remus si girò dall’altra parte, cercando di non pensare al dolore
alla spalla su cui era poggiato. Forse l’aveva fatto apposta: sperava, per
quanto assurdo potesse sembrare, che il dolore gli conciliasse il sonno. Ma il
vuoto che la mancanza di Sirius quella mattina gli aveva provocato era
amplificata dall’amore che provava nei suoi confronti e il male che sentiva alla
spalla non poteva bastare a fargli dimenticare la delusione che aveva provato
non trovandolo accanto a sé.
Prima di quel bacio era stato tutto diverso: si sarebbe voltato dall’altra parte
e si sarebbe addormentato senza rimuginare troppo sull’assenza di Sirius.
Ma dopo… dopo quel bacio…
Era la fine del quinto anno.
Come consuetudine Grifondoro aveva vinto la coppa di Quidditch, ma prima della
partita non vi era stato niente di certo e avevano temuto di non riuscire, vista
la sconfitta subita il match precedente, per cui gli animi quel giorno erano
stati molto più euforici di ciò che accadeva solitamente. Troppo euforici per
quel che lo riguardava.
La squadra era entrata in sala comune esibendo con orgoglio il trofeo e Remus
aveva sorriso notando i volti soddisfatti di James e Sirius. Il secondo,
stranamente, si era staccato dal gruppo e gli era venuto incontro. Lupin si era
alzato dalla poltrona in cui sedeva, pronto a congratularsi per la splendida
partita, ma Felpato lo aveva sorpreso abbracciandolo di slancio e baciandolo.
Le sue labbra erano carnose e avevano il sapore di Whisky Incendiario. Quando
Sirius si era staccato da lui con un sorrisino soddisfatto sulle labbra, tutti
avevano riso e fischiato per il gesto del ragazzo, divertiti dagli effetti
provocati da qualche bicchiere di troppo.
Perché Sirius, come il resto della squadra, era ubriaco. Non avevano aspettato
l’arrivo in sala comune per festeggiare. E come biasimarli? Quella partita era
qualcosa di storico per l’eccezionale rimonta in classifica che aveva permesso
ai Grifondoro.
Tuttavia quel bacio, di cui probabilmente Sirius non si ricordava nemmeno (e non
sarebbe stato di certo lui a ricordarglielo), fu l’inizio delle sue angosce.
Perché fin dal primo momento in cui le labbra dell’amico si erano posate sulle
sue, aveva capito che Sirius non era mai stato un semplice amico, ma qualcosa di
più… un qualcosa che non avrebbe mai ammesso prima di quel bacio.
Lui, Remus Lupin, era innamorato di Sirius Black.
Da lì ad urlarlo ai quattro venti, però, ne passava di acqua sotto i ponti: era
impensabile confessare una cosa simile a chiunque, persino a James, uno dei suoi
migliori amici, nonché una specie di fratello per Sirius.
« Lupin ».
Remus alzò pigramente la testa riconoscendo la voce di Madama Chips.
« Vedo che non riesci a dormire e quindi ti ho preparato una pozione ».
Il licantropo afferrò grato il bicchiere che gli veniva offerto e, nonostante il
sapore, bevve la pozione tutta d’un fiato, poi si risistemò sotto le coperte e
ben presto un sonno senza sogni lo colse, facendogli dimenticare i pensieri che
gli vorticavano in testa.
Quando quel pomeriggio si svegliò, si sentiva molto meglio.
Ormai l’angoscia di quella mattina non era che un pallido ricordo e Remus era
pronto ad affrontare il resto della giornata serenamente. Uscì dall’infermeria e
si diresse a passo spedito verso la sala comune. Non incontrò nessuno, tranne
Nick-Quasi-Senza-Testa che lo salutò con un inchino. Dovevano essere ancora
tutti a lezione e ringraziò il cielo che fosse così: preferiva rientrare in
dormitorio senza che nessuno se ne accorgesse, in modo da non suscitare troppo
interesse nei compagni sul perché avesse saltato di nuovo le lezioni. Non che
uno come lui suscitasse molto interesse, ma preferiva evitare gli sguardi
curiosi che si posavano ogni volta su di lui.
« Stellefilanti ».
« Vedo che sta meglio signor Lupin » disse la Signora Grassa che sembrava in
vena di conversazione.
« Sì, grazie » mugugnò Remus, per nulla intenzionato a parlare col quadro.
La Signora Grassa sembrò un po’ risentita, ma non poté rifiutarsi di aprirgli il
passaggio alla sala comune e il ragazzo si affrettò ad entrare prima che questa
iniziasse a brontolare.
Si guardò un attimo attorno, poi si sedette stancamente su una poltrona accanto
al camino.
Era seduto lì il giorno del famoso bacio.
Ogni volta tornava a sedersi su quella poltrona, come per scaramanzia, nella
speranza che Sirius entrasse e tornasse a baciarlo ancora una volta.
Qualcuno entrò in sala comune distraendolo dai suoi pensieri e Remus sussultò
rendendosi conto di chi fosse.
Sorrise impercettibilmente.
« Ciao Sirius ».
Ma l’altro affrettò il passo per raggiungere il dormitorio e alzò
frettolosamente la mano in segno di saluto.
Remus rimase ad osservare la figura dell’amico che saliva le scale, finchè non
sparì dalla visuale.
Era stato freddo e distaccato.
Perché?
Perché l’aveva fatto?
« Ehi Remus! »
Immerso com’era a riflettere sul comportamento dell’amico, non si era reso conto
che anche gli altri erano rientrati dalle lezioni. Fece un sorriso tirato a
James, Lily e Minus che si erano seduti accanto a lui.
« Sei sicuro di stare meglio? » domandò Lily avvicinandosi preoccupata « ti
trovo più sciupato del solito ».
« Va tutto bene ».
« James, vuoi darti una mossa? »
Remus sussultò rendendosi conto che Sirius era accanto a lui. Non l’aveva
sentito arrivare.
Sembrava avere fretta.
Stava per caso cercando di evitarlo?
« Come scusa? » domandò James perplesso.
« L’allenamento! Non sono io l’idiota che l’ha fissato il giorno di San
Valentino » disse Sirius spazientito.
Il licantropo spalancò gli occhi perplesso.
I conti non gli tornavano. Si era forse perso qualcosa durante la sua breve
permanenza in infermeria? Possibile che Sirius avesse litigato con i Malandrini
e lui non lo sapesse?
James sorrise ironico e Remus capì che non erano loro il problema.
« Calmati Don Giovanni. Avrai tutto il tempo per farti sommergere di attenzioni
dalle tue ammiratrici dopo l’allenamento ».
Sirius sbuffò e uscì dalla sala comune a passo rapido.
« È la prima volta che Sirius sembra essere così preso da questa festa. Che
abbia trovato la ragazza giusta con cui passarla? »
Il cuore di Remus si fermò.
« Lily, sei sicura di conoscere lo stesso Sirius che conosco io? Quello non
rinuncerà mai a fare il Don Giovanni » ridacchiò James passandosi una mano fra i
capelli.
« Tu l’hai fatto ».
« Ma io ho sempre amato te ».
Lily ridacchiò e baciò dolcemente il ragazzo.
« E se Sirius fosse innamorato di qualcuno? » sbottò Minus che fino a quel
momento non aveva proferito parola.
Remus si sentì gelare sul posto.
James scoppiò a ridere, ottenendo una sberla di disapprovazione da Lily.
« James, ti vuoi dare una mossa? » urlò Sirius spuntando dal buco del ritratto.
James alzò gli occhi, divertito dall’insistenza del suo amico.
« Meglio che mi muova: sia mai che Sirius sia davvero innamorato… non vorrei
rovinare la sua storia d’amore con questa misteriosa fanciulla ».
« JAMES ».
« Arrivo! »
James diede un bacio veloce alla propria ragazza e salutò gli altri,
raggiungendo di corsa Sirius. Minus borbottò qualcosa di poco chiaro che
somigliava ad un “Vado da Patricia” e si defilò nei dormitori. Lily si sedette
meglio sulla poltrona e Remus poteva essere quasi certo che l’osservasse
pensierosa. Di sicuro aveva capito che c’era qualcosa che non andava: quella
ragazza aveva un fiuto formidabile per certe cose.
« Non ho mai capito perché frequentassi quei due pazzi scatenati di James e
Sirius… almeno finchè non mi sono messa con uno di loro. Posso capire come ti
senta ».
Remus alzò lo sguardo verso la ragazza che si sistemava compostamente la divisa.
Non era una tacita domanda e nemmeno un’insinuazione: era semplicemente una
constatazione su come stessero le cose. Lily aveva capito cosa gli passasse per
la testa.
« Studiamo un po’ e poi raggiungiamo quei due alla fine dell’allenamento? »
« D’accordo. Sarà il caso che mi passi gli appunti di stamattina ».
« Certamente » disse Lily con un sorriso « non so proprio come facessi senza di
me. Gli appunti di James e Sirius, se possono chiamarsi tali, sono un tantino
caotici ».
« Oh, non lo dire a me! ».
Remus si alzò in piedi ridendo e, facendo cenno a Lily di aspettarlo, andò in
dormitorio a recuperare il proprio materiale scolastico. La stanza era una
baraonda, tranne il suo letto, sul quale erano ripiegati ordinatamente i suoi
vestiti. Afferrò velocemente le sue cose e uscì dalla stanza. Sorrise a Lily che
lo stava ancora spettando e insieme si diressero verso la biblioteca.
Non parlarono molto in quell’ora di studio, del resto Madama Pince li avrebbe
cacciati prima ancora che potessero dire “Merlino”, e Remus ebbe tutto il tempo
per riflettere con cura sullo strano comportamento di Sirius.
Quella mattina non si era presentato in infermeria ad aspettare il suo
risveglio.
Quando l’aveva incontrato era stato freddo e distaccato.
Aveva la netta impressione che Sirius lo stesse evitando. Anche il comportamento
affrettato con James… non aveva mai tutta questa fretta nell’andare agli
allenamenti.
E se invece avessero ragione Lily e Minus, e semplicemente Sirius si era trovato
una ragazza con cui passare seriamente San Valentino?
Ma allora perché era stato così freddo e distaccato con lui?
« Remus, mi stai ascoltando? »
Lily aveva alzato il tono della voce per ottenere l’attenzione del ragazzo e
ricevette un’occhiataccia da Madama Pince che le intimava di stare zitta o di
andarsene. Remus sospirò e sussurrò delle scuse all’amica. Lei scrollò le spalle
comprensiva e, prima che il ragazzo se ne rendesse conto, aveva già chiuso i
libri di entrambi e lo stava trascinando fuori dalla biblioteca.
« Muoviti, andiamo a vedere un po’ gli allenamenti. Oggi non ci sei con la
testa, quasi quasi batti James come compagno di studio ».
« Scusa ».
« Fa niente. Ma perché non glielo dici? »
Remus si fermò di scatto, osservando la ragazza che lo precedeva.
Aveva detto e inteso ciò che pensava lui?
Lei sapeva?
« Co-come? »
« Sì, intendo Sirius » disse Lily prendendolo per un braccio e trascinandolo
nuovamente per i corridoi « Digli quello che ti passa per la testa. James è
convinto che ricambi ».
« J-James lo sa? »
Lily ridacchiò vedendo l’amico sbiancare di colpo.
« Ormai lo sanno anche i muri. Perché pensi che ti abbia dato quel bacio al
quinto anno? »
« Era ubriaco ».
« Questa è la versione ufficiale secondo James, ma lui è convinto che Sirius
provi qualcosa per te ».
« E le ragazze? »
« Le ragazze e i ragazzi che ha avuto non sono mai stati nulla di serio a detta
di James » disse Lily, premurandosi subito dopo di rispondere alla faccia
stupita dell’amico « Sì Remus, Sirius ha avuto anche alcune storielle con dei
ragazzi ».
« Io… Non sapevo niente dei ragazzi ».
Lily scrollò le spalle: « Beh, questa parte Sirius non la sbandiera proprio ai
quattro venti ».
« Ma io sono uno dei suoi migliori amici » balbettò Remus stralunato da quelle
rivelazioni.
« Se io e James abbiamo visto giusto, tu per Sirius non sei un semplice amico ».
« Ma… »
« Tu glielo hai mai detto? »
Remus abbassò lo sguardo e continuò a camminare.
Se era vero che Sirius provava qualcosa per lui, Lily aveva ragione insinuando
che lui non avesse mai fatto niente per farglielo capire. Il punto era: come
poteva dire a Sirius ciò che provava, senza avere la certezza di essere
ricambiato? C’era in ballo la loro amicizia e lui era sempre stato disponibile a
cancellare i suoi sentimenti per il ragazzo, pur di non rovinarla.
Come avrebbe potuto dire a Sirius ciò che provava, se lui non faceva che passare
di ragazza in ragazza — e a quanto pare anche di ragazzo in ragazzo — con la
paura di rovinare l’amicizia che c’era fra loro?
La fredda aria invernale lo riportò alla realtà.
Remus strinse le braccia attorno al corpo continuando a camminare lungo il
prato: avevano dimenticato di prendere i mantelli in tutta quella fretta,
tuttavia Lily non sembrò farci caso e continuò a camminare radiosa verso il
campo. Con molta probabilità anche lui non avrebbe fatto caso al freddo, se ad
attenderlo ci fosse stata la persona amata.
Quel giorno per lui, invece, c’era semplicemente un’amara sorpresa.
Lily si fermò troppo di scatto di fronte a quella scena per mascherare lo
stupore e il disgusto che trapelava sul suo volto. Remus guardò oltre e sbiancò
vedendo Samantha Nott, languidamente appesa a Sirius, che lo baciava
appassionatamente. Ma la cosa che più lo faceva star male era il fatto che
sembrava lui ricambiasse molto volentieri quel bacio.
Sirius alzò gli occhi e i loro sguardi s’incrociarono.
In quel solo attimo, Remus si sentì morire.
« Lily, io vado… Saluta James ».
Prima che questa potesse replicare, il ragazzo si era già avviato a passo
spedito verso il castello.
Era stato stupido e un illuso a credere di poter contare qualcosa per Sirius.
Insomma, era logico: cosa poteva trovarci uno come Sirius in lui?
Assolutamente niente.
Lily aveva sbagliato su tutti i fronti.
Sirius non provava nulla per lui e quel bacio era solo una conseguenza
dell’alcool in corpo.
Era stato da stupidi credere per un solo istante che le cose fossero diverse.
Remus camminò velocemente fino ai dormitori e raggiunse la sua stanza.
Non badò a Minus e Patricia che stavano pomiciando sul letto del ragazzo. Non
notò il loro imbarazzo, mentre in fretta e furia cercava nel baule ciò di cui
aveva bisogno in quel momento. Non sentì neppure il bisogno di scusarsi per
averli interrotti.
Prese la bottiglia di Whisky Incendiario che sapeva essere nel baule di Sirius
e, nascondendola sotto la divisa, uscì fuori dai dormitori diretto verso la
torre di Astronomia.
Non era il tipo da annegare i dispiaceri nell’alcool, ma in quel momento non gli
fregava molto di cosa avrebbe fatto Remus Lupin, il Prefetto che faceva sempre
le cose in modo razionale. In quel momento la razionalità non aveva posto. Solo
la disperazione faceva da padrona e il Whisky Incendiario era un buon modo per
conviverci senza soffrire troppo.
Quando fu arrivato a destinazione, si lasciò cadere per terra, aprì la bottiglia
e ne bevve una grossa sorsata. Subito si maledì per la sua impulsività,
tossicchiando in cerca di aria.
Era forte, non era abituato a cose simili.
Tirò un profondo sospirò e bevve un’altra sorsata, cercando di non esagerare
troppo. Sentì il liquido infiammargli la gola e le lacrime premergli le palpebre
per uscire. Stava bevendo per non piangere dalla disperazione, non aveva senso
fare entrambe le cose.
Bevve un’altra sorsata e un’altra ancora, cercando di scacciare la voglia
infinita di urlare e piangere.
Da domani tutto sarebbe cambiato.
Avrebbe dato un taglio a tutta quella storia, ma per ora voleva ancora
crogiolarsi nel ricordo di quel bacio.
Non sapeva nemmeno lui quanto tempo era rimasto lì a bere, sapeva solo che era
arrivato a metà bottiglia quando una voce pronunciò il suo nome fra il
preoccupato e il rattristato.
Per un attimo pensò che non fosse vero, che fosse colpa dell’alcool, ma quando
il proprietario della voce arrivò vicino a lui, seppe che era reale.
« Remus » disse Sirius accucciandosi accanto a lui « che stai facendo? »
« Non lo vedi? Sto bevendo » rispose ridacchiando.
Non lo vedi che sto soffrendo? È colpa tua!
Sirius, sei uno stupido!
« Vuoi favorire? » domandò Remus, anche se non era quello che voleva dirgli.
« No, fa pure. Questa volta vorrei essere io quello sobrio, giusto per non avere
dubbi in proposito ».
Remus rimase con la bottiglia di Whisky Incendiario a mezz’aria.
Cosa cercava di dirgli?
Si riferiva forse al bacio? A quel bacio?
Ma ancora una volta il suo cervello non gli diede il permesso di dire ciò che
pensava.
« Immagino che baci bene la Nott o almeno così sembrava dalla tua espressione»
disse Remus bevendo un altro sorso dalla bottiglia.
« E smettila Remus! » esclamò Sirius dando una manata alla bottiglia, che sfuggì
alla presa del licantropo, andando a frantumarsi a pochi metri da loro.
« Era tua ».
« Non importa ».
« Prima potevo bere e ora no? »
« Ho cambiato idea, mi sono accorto che non mi piace questa versione di Remus ».
« Ah no? E dimmi, quale versione ti piace? Quella che si lascia baciare come una
stupida e non dice niente? Quella a cui fai credere di essere un amico e poi non
racconti metà delle cose che ti succedono? O forse quella che non calcoli
neanche di striscio, manco fosse un estraneo? »
Ecco, quella volta aveva detto tutto quello che pensava, forse un po’ troppe
cose per uno che voleva dare un taglio ai sentimenti che provava.
« Vuoi sapere quale versione di Remus mi piacerebbe? »
No, no che non lo vuoi sapere. No che non lo vuoi sapere.
Remus scosse il capo in maniera affermativa.
Sirius si avvicinò a lui e lo baciò.
Remus scollegò il cervello o forse lo ricollegò nel momento stesso in cui le
labbra dell’amico si posarono sulle sue.
Non capiva esattamente cosa stesse succedendo: sentiva solo il suo cuore e
quello di Sirius, così vicino al suo, battere forte.
Quando i due si staccarono, Remus non seppe se fosse stato l’alcool o la
certezza che Sirius ricambiasse i suoi sentimenti a farlo parlare. L’unica cosa
di cui era certo era di aver detto un’unica frase, prima che Sirius riprendesse
a baciarlo.
« Questa versione piace anche a me ».
Fine
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