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Autore: Lord_Envy    14/06/2011    1 recensioni
Il secondo (atteso?) capitolo della saga "Dèi ed altri dèi" è qui! Avviso chi seguirà la storia che questo secondo 'libro' analizzerà meglio i caratteri dei vari protagonisti e si vedranno nascere relazioni più concrete... ecco a voi una citazione:
''Allora, che vi sta succedendo?'' domandò la donna ma nessuno dei quattro rispose.
''Tranquilli, so tutto di voi'' sussurrò sorridendo e i quattro si irrigidirono scambiandosi sguardi preoccupati ''Mi manda il professor Fos. Lui al momento è occupato con faccende burocratiche troppo noiose'' e gesticolò guardando in alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-8 agli esami e io trovo il tempo e la voglia di scrivere questo racconto... Maturità, sto arrivaaaaaaaaaaaaaaaando!!!
 
Swan
 
''Grand-Plies, Fouttès, Arabesque...'' L'insegnante di ballo stava elencando i passi a distanza di 10 secondi l'un dall'altro sottolineando ogni cambiamento con un rumoroso colpo di bastone (che in realtà era un scopa ma nessuno dei suoi alunni osava farglielo notare) sul pavimento.
Come al solito Luft si stava mostrando la migliore ma anche la più rumorosa. Ogni volta che muoveva le braccia, le scapole le schioccavano rumorosamente facendo sembrare quei movimenti una tortura quando, invece, non sentiva alcun dolore.
''In quinta... Echappè...'' ma questa volta Luft si lasciò sfuggire un gridolino di dolore poiché questa volta le scapole le avevano fatto male.
''Se non riesci a danzare perchè sei venuta?'' domandò acidamente l'insegnante.
''Perché prima non mi faceva male... ahi!'' rispose Luft facendo qualche movimento con il braccio.
''Ma ora sì... per oggi può bastare. Domani vi ricordo che non c'è lezione, riprenderemo Lunedì.'' sentenziò la donna.
Luft aspettò che tutti uscissero, insegnate compresa, e si sedette al centro della sala. Era un rituale che applicava ormai da qualche settimana perchè la aiutava a rilassarsi e a meditare.
Con la mano destra iniziò a tirare un filo dello scaldamuscolo rosa che pendeva sulla caviglia sinistra mentre il dolore alle scapole aumentava.
''Questa è una posizione di danza che non conosco.'' disse Torm entrando dalla porta.
''Che ci fai qui?'' domandò Luft ansimando a causa del dolore.
''Stai bene?'' chiese Torm inclinando leggermente la testa verso sinistra.
''No! Esci che fra un po' arriverà Mel.'' ringhiò Luft contorcendosi dal dolore.
''Che hai?'' domandò Torm inginocchiandosi al suo fianco e sfiorandole per sbaglio la schiena con le mani.
''NON MI TOCCARE!'' urlò Luft dopo che una fitta di dolore la attraversò come un brivido gelido.
''Luft, ma...'' cerco di dire Torm a metà fra lo stranito e l'offeso ma la porta della sala iniziò ad aprirsi lentamente.
Grazie agli specchi che riempivano un'intera parete della sala da ballo, Luft potè riconoscere Mel che stava per entrare ma qualcosa in lei l'obbligò a pensare prima a come avrebbe reagito il ragazzo a vederla con Torm piuttosto che a pensare a sè stessa.
Con una mano spostò Torm con non troppa delicatezza mentre con l'altra, usando la telecinesi che si manifestava solo in momenti di crisi, sbattè la porta in faccia a Mel il quale non riuscì ad entrare e si fece male al naso.
Sempre utilizzando la telecinesi, Luft posizionò il bastone della sua insegnante fra le maniglie della porta sicchè nessuno sarebbe potuto entrare nella sala, tornando così a concentrarsi sul proprio dolore.
''Luft, vieni, andiamo all'ospedale!'' disse Torm con fermezza uscendo le chiavi della macchina dalla tasca della sua giacca di pelle.
''No... sto... bene!'' ma appena finì un grido le usci dalla bocca e tirò su col naso mentre sulle labbra scivolavano lascrime che non ricordava di aver versato.
Purtroppo però il 'problema Mel' non era risolto poiché le ante della porta che dava alla sala avevano una parte in vetro trasparente ma, grazie al cielo, fu Torm che risolse la situazione.
Si alzò in piedi, mise le braccia a croce sul petto e poi le spinse in avanti con grande sforzo come se stesse cercando di cacciare qualcosa.
Subito la sala si riempì di una fitta nebbia mentre Luft afferrò il polpaccio di Torm poichè il dolore rimaneva costante ma potente.
Torm tornò ad inginocchiarsi affianco a lei, le prese la mano, gliela baciò e le chiese per l'ennesima volta cosa avesse. 
Senza curarsi di quello che Torm stava dicendo Luft strinse la mano del ragazzo mentre fuori qualcuno stava iniziando a dare colpi alla porta per entrare.
Istintivamente e contro ad ogni logica, Luft arcuò la schiena e spinse con tutta la sua forza fino a quando dalle scapole uscì qualcosa.
La maglia ed il reggiseno si strapparono mentre due ali enormi ma tuttavia proporzionate al corpo di Luft riempirono la sala.  Erano grandi, piumate e regolari. Sembravano quelle che si attribuiscono agli angeli, solo più belle e curate.
Torm strabuzzò gli occhi mentre Luft rimase impietrita dal vedere quelle due ali spuntare proprio dalla sua schiena che ormai non le faceva più male.
Poco dopo le appendici piumate si ripiegarono su loro stesse sparendo nella schiena di Luft che, inorridita e stanca come non mai, svenne.
''Andiamo, stanno per entrare e la nebbia si sta diradando.'' Disse Torm alzandosi. Prese la ragazza in braccio mentre una piccola parte di sè godeva di quella scena tanto eroica e romantica.
Uscirono dal retro (sempre diffondendo nebbia per l'intera scuola di ballo) e posizionò il corpo di Luft che gli sembrava tanto leggero e fragile sul sedile della propria macchina. Le tolse i capelli dalla fronte e dopo aver fatto il giro si sedette al suo fianco partendo in quarta.
Passarono un paio di minuti prima che Luft si svegliò tutta intontita. Per pochissimi secondi pensò di aver sognato tutto, di essere stata vittime di un brutto scherzo giocatole dalla psiche ma la dura realtà la costrinse a prender coscienza quasi subito che quello che era accaduto apparteneva alla realtà.
Aveva la spalla indolenzita, si sentiva la pelle della faccia tirare per le tante lacrime che aveva versato e le faceva male la gola a causa delle urla che aveva lanciato. Si spostò un po' sul sedile e notò Torm al volante. 
''Dove stiamo andando?'' sussurrò senza forze.
''All'ospedale, ecco dove!'' tuonò Torm mentre il cielo notturno si riempiva di nuvole.
''Cosa, no... non ce n'è bisogno.'' bisbigliò poggiandogli una mano sul braccio con troppa naturalezza.
''Stavi urlando di dolore e... e ti sono spuntate delle ali...'' disse con difficoltà anche perché ancora non ci credeva.
''No, ti prego!'' sussurrò portando i suoi occhi in linea con quelli di Torm.
Il ragazzo accostò perchè per esperienza sapeva bene che non era conveniente discutere mentre si guidava. Si guardarono per un po' ma nessuno dei due dava cenni di cedimento, erano entrambi testardi e determinati. La mano di Luft scivolò dal braccio sulla mano del ragazzo la quale, sotto le dita, sembrava stranamente ruvida. 
Luft la guardò attentamente e vide delle ferite quasi guarite e non troppo profonde mentre sulle unghie della sua mano vi era del sangue rappreso. La ragazza rimase sconvolta poiché non riusciva a collegare le due cose.
''Hai stretto molto forte...'' disse Torm accenando un sorriso.
''Mi dispiace!'' sussurrò senza forze.
''Fa niente, non è niente in confronto a quello che hai passato tu!'' spiegò Torm facendo spallucce.
Colpita dalla frase, Luft trovò la forza per afferrare il ragazzo dal collo e portare le sue labbra a contatto con le proprie. Aveva deciso, avrebbe scelto lui.
  
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