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Autore: Orange Dream    14/06/2011    8 recensioni
Shikamaru e Temari, un rapporto d'amore e sfide che li lega.
Questa storia è ambientata negli ultimi capitoli, quindi occhio allo spoiler.
La guerra continua ad incombere... Shikamaru ha una grande responsabilità, saprà mantenerla?
Genere: Guerra, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Prima e Dopo la Fine'
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Tu sei la MIA mendokuse

Che seccatura essere innamorati di chi ti fa dannare...

Stanco. Mal di testa.
Quella dannata guerra lo avrebbe ucciso solo per l'impegno che richiedeva organizzarla, non serviva anche un nemico.
Il giovane Nara si alzò dal tavolo della riunione passandosi una mano sulla nuca e stendendo le gambe per sgranchirsele finchè non sentì un forte crock e un lieve sollievo si diffuse sulle articolazioni indolenzite.
Per fortuna non era solo a fare lo sporco lavoro di organizzare le truppe, selezionare i ninja da mandare in missione nelle schiere nemiche, l'ordine in base alle tecniche di ognuno... era la peggiore partita di shioji che avesse mai fatto, ma almeno accanto a lui c'erano i jonin rappresentativi di ogni villaggio.
Essendo ancora un chunin dovette lottare affinchè le sue idee fossero riconosciute da tutti, ma alla fine l'appoggio costante dell'Hokage e del Kazekage  e le dimostrazioni della sua intelligenza avevano fruttato ammirazione. Preso com'era dalla situazione il ragazzo non si accorse nemmeno dei passi sempre più vicini, finchè una voce non lo riscosse
-Sei ancora qui?
Shikamaru si voltò, sorpreso da quella voce inaspettata.
-Sì... la riunione è appena finita, e ho anche riferito le informazioni che mi aveva dato ieri sera. Ora dovrò riorganizzare le squadre per domani. La situazione è difficle.
-Capisco... anche per me è dura non poter dare una mano e ridurmi a fare la spia da lontano... potrei spazzarli via in un soffio quegli stronzi bianchi che spuntano dal nulla. Questi Zetsu fanno proprio schifo...
-Non sei ancora scesa in campo Temari san ?
-No. Mio fratello me l'ha impedito.
Shikamaru distolse lo sguardo e puntò gli occhi marroni sul terreno in terra battuta della tenda. Non disse niente, ma una strana sensazione lo sorprese a pensare che era felice che la ragazza di Suna non fosse ancora stata immersa nelle manovre più cruente della guerra in corso.
Un lampo di dolore attraversò le tempie del ragazzo, che si piegò in due tenendosi la testa tra le mani. Temari gli fu subito accanto preoccupata
-Shikamaru! che hai femminuccia?- Nonostante la battuta ironica c'era una sincera traccia di preoccupazione nella sua voce, forse dettata dall'improvviso malessere dell'amico.
-Che palle Temari san, ancora con la storia della femminuccia sei rimasta... comunque non è niente... sono davvero molto stanco se mi faccio prendere così da un mal di testa...
-Anche lo scontro che hai dovuto fare pochi giorni fa di sicuro non ti ha giovato... io non so se sarei riuscita a uccidere il mio maestro dopo che ho sofferto tanto a vederlo morire...-
Shikamaru strinse i denti con amarezza - E' stata fatta la cosa giusta, non ho avuto modo di evitarlo -
Temari lo guardò tristemente, senza che il ragazzo ancora piegato in due se ne accorgesse. Le sembrò di tornare indietro nel tempo. Era in una sala d'attesa dell'ospedale di konoha, mentre il migliore amico di Shikamaru, Choji, lottava tra la vita e la morte. 
 
Shikamaru piangeva così tanto quella volta che lei, tentando di sdrammatizzare, aveva fatto quella battuta che poi per loro era rimasto un segno, un qualcosa che si dicevano sempre quando si vedevano. Una presa in giro fatta per provocare, sfidare un loro gioco sottinteso. Gli aveva dato della femminuccia, anche se poi la situazione l'aveva fatta pentire subito. Il fatto che ora Shikamaru se la prendesse per quell'innoqua battuta era segno di quanto fosse stressato.
-Ti accompagno alla tenda - disse la ragazza istintivamente, sovrastando con voce decisa il rumore appena accennato del vento polveroso dell'accampamento. Shikamaru la guardò beffardo - Non dovevo essere io una volta la tua guida? Da quando in qua mi farei accompagnare da un donn... ahh..-
-Ma smettila, tra un po' non ci vedi più... Dai, alzati e appoggiati a me-
Temari lo sorresse fino alla tenda degli strateghi, dove lo accompagnò a una branda e lo fece distendere. Era confusa, non era solita a tali gesti premurosi e non sapeva se sentirsi felice o irritata da tanta compassione. Da quando l'aveva conosciuto il Nara le aveva dato non pochi problemi.
La sua pigrizia la ostacolava nelle organizzazioni delle prove chunin e quando finalmente si decideva a collaborare veniva fuori con critiche alle sue decisioni che la facevano infuriare per la loro effettiva verità. Quel ragazzo sembrava nato per sfidarla e lei non intendeva certo perdere!
Lei era la sorella del Kazekage Gaara, non avrebbe perso contro niente e nessuno, la sua sicurezza era crollata ben poche volte. Eppure... qualcosa le diceva che perdere Shikamaru sarebbe stato come perdere una parte di se stessa. Non che avesse bisogno di qualcuno però alla fine lei era... sola. Il suo carattere ribelle e orgoglioso aveva tenuto lontani tutti tranne Shikamaru. Quando soggiornava a Konoha il ragazzo l'aveva portata spesso fuori con il suo team, nonstante lei si sforzasse di sembrare totalmente indipendente.
Si era affezionata ad Asuma, sempre così impassibile sebbene molto generoso con i suoi allievi. Ino le stava antipatica, ma non lo avrebbe mai dato a vedere. Ignorava Choji o al massimo si era limitata a notare il grande legame che c'era tra Shikamaru e l'Akimichi.
 
-A che pensi?
La voce di Shikamaru la riscosse dai suoi pensieri. Guardò il ragazzo che aveva un mano sugli occhi spostata tanto quanto bastava a guardarla da uno spiraglio tra le dita. Da quanto la stava osservando?
-A niente!- rispose lei velocemente -anzi... pensavo di chiedere a mio fratello di far pressione domani per mandarmi in battaglia.. sono stufa di stare qua ad annoiarmi.-
Shikamaru aggrottò le sopracciglia e reclinò la testa sul cuscino sbuffando. -Mendokuse Temari san, non sai proprio startene buona tu nhè?
- A quanto pare no- ribattè lei lasciando che il lembo della tenda svolazzasse dietro di lei dopo che era uscita.
 
L'indomani Shikamaru si ritrovò a organizzare le squadre d'attacco. Erano così dannatamente pochi! Anche senza le pressioni degli altri strateghi sarebbe stato costretto ad includere anche chi attualmente era tra le spie, nei ranghi di quel giorno. 
-... e per finire questa è la lista degli incursori di oggi. Devono arrivare sulla cima della collina, così amplieremo il fronte e saremo più liberi di muoverci. Dovranno coprire la seconda fila che occuperà il posto.-
Shikamaru diede irrequieto la lista al Kazekage incaricato di radunare le truppe e istruirle sul da farsi.
Gaara scorse velocemente la lista e giunto all'ultimo nome senza muovere un muscolo sollevò gli occhi con fare interrogativo su Shikamaru.
- Ritieni.. che Temari sia necessaria per questa operazione?
- Sì, Kazekage sama...
Il comandante non aggiunse altro, ma si vedeva che non era soddisfatto mentre usciva a radunare la truppa.
Shikamaru si lasciò andare sulla sedia appena furono tutti fuori. Si prese la testa fra le mani e chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.
Temari era un ninja. Un assassino come loro e molto bravo per giunta. Non aveva motivo per tenerla confinata e il fatto che fossero amici non era una scusante.
Ma non aveva scuse neanche per quello stato di irrequietezza che stava provando lui stesso.
Uscì di corsa, rovesciando la sedia nella foga.
 
-Temari!
- La ragazza, già pronta a partire con il grande ventaglio fissato sulla schiena si voltò sorpresa nel vedere Shikamru affannato correre verso di loro.
- Che succede? 
- Ecco... bhè... stai attenta a nord.
- Cosa?
- Secondo i miei calcoli la maggior parte dei nemici dovrebbe venire da là...
- Ah.. ok, grazie- rispose lei con un sorriso sincero, poi fece per andarsene, ma la voce ferma di Shikamru la riprese ancora
-Temari- lei volse solo metà del viso, inarcando un sopracciglio - vedi di tornare o sarà una mendokuse venire a riprenderti, chiaro?
Temari gli diede le spalle per non mostrare il sorrisino soddisfatto che aveva.
- Contaci, femminuccia.
 
Shikamaru guardò la squadra da lui scelta allontanarsi nel chiarore del mattino appena sorto, poi tornò alla propria tenda in attesa di essere chiamato per i nuovi piani.
 
Verso il tardo pomeriggio un messaggero corse trafelato a chiamarlo: era stata convocata una riunione urgente.
-Che succede?
-La squadra comandata da Temari è riuscita a prendere la collina e i nostri uomini della seconda fila la stavano occupando, quando da Nord il nemico ha attaccato alla sprovvista e ben pochi sono tornati... è stata una grave perdita!
Il cuore di Shikamaru perse un colpo. Il tempo sembrò dilatarsi e rallentare fino a bloccarsi. Un sapore metallico sulla lingua gli riportava con crudeltà che non era un incubo, ma tutto vero.
-I morti?- chiese con la lingua impastata, sapendo che quegli uomi erano deceduti per colpa sua e di nessun altro. Il sudore gli correva freddo sulla schiena.
-Più della metà. Molti sono dispersi, tra cui anche la sorella del Kazekage, il quale ancora non lo sa.
Un sospiro di sollievo duro con una secchiata d'acqua gelata riscosse Shikamaru fino al più piccolo nervo. Ora gli era impossible stare fermo.
Senza aspettare risposta o ordini di qualche sorta corse alla sua tenda e fece incetta di kunai, medicamenti e altro.
La sua mente lavorava senza sosta: aveva un piano.
Ritornò frenetico al padiglione per le decisoni strategiche.
 
-Non possiamo permetterci una simile perdita- dichiarò tenendo a freno la voce che sembrava voler solo urlare o tremare - è  colpa mia se molti ninja sono dispersi, guiderò io stesso una spezione per ritrovarli!-
Gli altri confabularono tra loro su ciò che fosse meglio, ma alla fine il verdetto fu negativo, non potevano privarsi così presto di altri uomini per una squadra di ricerca. Shikamaru tirò un profondo respiro per calmarsi.
- Allora andrò da solo-
- Non puoi senza la nostra autoriz...-
- Lasciatelo andare-
La voce cupa del kazekage attirò gli sguardi di tutti all'ingresso.
Shikamaru si girò sorpeso e riconoscente, sebbene la vergogna per aver spinto tanti uomini in un'azione così poco utile lo sommergeva e gli impediva di alzare gli occhi.
Uscendo dalla tenda sentì chiaramente il Kazekage sussurrare - Riportala.-
 
La notte scendeva sempre più velocemente. Ormai unicamente un lieve bagliore traspariva in lontananza e solo i sensi acuti di un ninja potevano passare le tenebre. Superare il campo di battaglia di notte non era una cosa per tutti, ma chi meglio di un Nara, padrone delle ombre, poteva farlo?
Quando giunse alla collina vide una scena orrenda, ma ormai tristemente tipica di quei giorni. Corpi squartati e mutilati giacevano a terra ormai da ore. Nessun movimento, nessuna traccia di chakra. Erano morti, ma non era possibile che fossero tutti lì.
Shikamaru si chinò a terra perlustrando il terreno intriso di sangue e polvere. Poi vide un largo segno nel terreno che segnava dove qualcuno era stato trascinato a forza. Lo seguì.
Si inoltrò sempre di più nel territorio di nessuno, sempre più vicino al nemico. Ormai doveva procedere guardingo.
Un improviso rumore lo fece girare si scatto. Sudava freddo e il cuore gli batteva forte sotto la divisa militare, come cercando una via di fuga.
Tuttavia al chiarore lunare riusciva a intravedere delle forme: si aquattò nell'erba alta, Kunai alla mano. La figura si fece più vicina, silenziosa e diretta proprio verso di lui. Shikamaru preparò il chakra sui piedi per darsi un grande slancio, trattenne il fiato e quando non riuscì più a trattenere la tensione saltò fuori dal suo nascondiglio, dritto addosso al nemico.
 
Prima che questi potesse dire qualcosa Shikamaru gli era sopra a cavalcioni e puntava il kunai alla gola mentre l'altra mano premeva sul petto nemico per tenerlo fissato a terra.
Tuttavia la forma della testa era strana... e anche familiare! Shikamaru avvicinò il volto circospetto e si trovò davanti due occhi verde smeraldo che lo fissavano infuriati, le labbra strette in un grido trattenuto e gli inconfondibili codini di Temari che avevano attirato la sua attenzione.
-Che cazzo stai facendo??? Sono ferita, merda... e levami le mani di dosso! - sibilò Temari con astio.
Shikamaru (che dalla sorpresa non aveva realizzato di essere ancora seduto sopra di lei e di premerle forte appena sopra il seno) fece un salto degno di un acrobata e si allontanò trattenendo un'imprecazione.
Temari si tirò su con fatica. Era ferita internamente alla coscia e sulla pancia, ma nonostante questo era riuscita a non urlare quando Shikamaru l'aveva attaccata, per non rivelare la loro posizione.
-Dannazione Temari.. non ti avevo detto di tornare sta sera? Possibile che tu debba sempre fare il contrario di quello che dico?- replicò lui mantenendo iìlo stesso tono basso e stizzito, sebbene fosse decisamente sollevato.
-Ma guarda secchioncello... me ne stavo così comoda qui, a farmi spezzettare... credi davvero che l'abbia fatto apposta??? Idiota, sono rimasta a cercare di salvare la squadra! Solo io e altri due ninja siamo sopravvissuti... quei bastardi sono arrivati da nord come avevi detto e se non mi avessi avvisata sarei già morta...-
-Taci è solo colpa mia se sono morte tutte queste persone oggi...- Disse Shikamaru avvilito. Temari lo guardò duramente
- Parleremo di colpe o no più tardi, ora seguimi al nascondiglio, non sono l'unica a stare male.
Shikamaru si alzò prontamente e attento a non far rumore seguì Temari poco lontano, dove una piccola grotta rischiarata solo da una lanterna nascosta, cerano Neji e Hinata, entrambi sanguinanti e addormentati ai lati opposti della rientranza rocciosa.
-Ah! Dannazione!..- disse Temari stringendo i denti quando inciampò in una radice nascosta.
-Attenta!- disse Shikamaru sorreggendola un attimo prima che la ragazza perdesse l'equilibrio. Poi vedendo che non riusciva comunque a stare in piedi, il giovane la prese in braccio e con un saltò furono anche loro affianco alla luce tremolante.
-Ci sei solo tu della squadra di soccorso?- chiese Temari cercando di ignorare la sensazione di formicolio che le avevano lasciato le mani di Shikamaru dove lui l'aveva sostenuta.
-E grazie a tuo fratello, altrimenti avreste dovuto aspettare ancora...- 
-Capisco... ma perchè proprio tu? Non sei fondamentale per gli strateghi? Che senso ha venire da soli?
Scese un silenzio imbarazzante.
-Io.. dovevo rimediare il mio errore
- Smettila di sparar boiate Nara. Non hai sbagliato - aggiunse lei cercando di nascondere, ma senza molto riuscirci la nota d'affetto che le sorgeva spontanea - hai comunque preveduto l'arrivo dei nemici, cosa di per se già considerevole vista la scarsità di prove che ti aveva fornito e... Ahi!-
La ragazza si chinò di scatto a stringersi la coscia, ma così facendo la pancia si piegava e le doleva ulteriormente.
Shikamaru la guardò indeciso. Erano in guerra e non c'era tempo per la privacy! Eppure sapeva benissimo che l'orgoglio della kuoichi non si spingeva così tanto da permettergli quello che aveva in mente... provò comunque, dopo una serie di calcoli mentali che non lo portavano da nessuna parte. Possible che con Temari fosse sempre così? Nessuno dei pensieri che calcolava di prevedere nella mente della principessa di Suna alla fine era quello che realmente la ragazza aveva pensato.
Avrebbe potuto vincerla in battaglia, non seguire tutti i suoi pensieri contorti.
-Fammi vedere le ferite- ordinò perentorio.
Temari sbuffò beffarda - Se, come no, ti piacerebbe Nara-   
- Quelle ferite a giudicare da così sembrano profonde, dolorose e facili da infettarsi, vuoi questo? vuoi essere un peso nel ritorno alla base?
- Sto bene! prima questi due Hyuga mi hanno assicurato che non sono gravi!- ma era una menzogna e glielo si leggeva in volto.
- Non sei brava a mentire Temari... e non mi aspettavo che fossi neanche così timida sai!
Punta sul vivo Temari gli diede le spalle e si sdraiò su un fianco, come a dichiarar chiusa la questione.
Shikamaru sbuffò e deciso a non lasciar perdere  strisciò silenziosamente verso di lei, le mise una man sulla bocca e la girò velocemente a pancia all'aria, sotto lo sguardo sbigottito e scioccato dell'ammutolita Temari che si ritrovò all'improvviso supina sotto di lui.
Lei provò a divincolarsi, ma le braccia le ricaddero presto lungo i fianchi in seguito a una nuova scarica di dolore.
Shikamaru che aveva assistito a quell'inutile tentativio in silenzio fece un espressione da "e insomma, che facciamo?" aggrottando la fronte e lasciando che la ragazza lo fissasse incazzata nera, ma immobile.
Poi dopo alcuni momenti che sembrarono infiniti, dove i due si fronteggiarono sfidandosi, Temari  chiuse gli occhi seccata e con uno scatto repentino scosse la testa liberandosi dalla mano di Shikamaru ancora premuta sulla sua bocca. Mantenne la testa voltata e si irrigidì al punto che sembrò un pezzo di marmo.
-Mendokuse...- disse il ragazzo sollevandole la veste dal ventre al torace, ma senza scoprile il seno o sapeva che non avrebbe superato la notte vivo.
-Ma che aspettavi a dirmi che avevi sta ferita Temari?!? Cazzo,  è viola e profonda, con cosa ti hanno colpito?
-Un'arma nemica... non l'avevo mai vista - rispose lei, sciolta contro la sua volontà dalla sua posa statica a causa del dolore.
Shikamaru la medicò come meglio poteva e ragionando sugli effetti che aveva avuto l'arma ( probabilmente avvelenata) arrivò ad azzardare un misto di medicinali che l'avrebbero aiutata, ma era esitante.
E se non avesse funzionato? Lui non era un ninja medico.
Temari notò la sua incertezza. Notò anche lo sforzo che stava facendo, nonostante lei non lo avesse neappure ringraziato per aver rischiato la vita da solo per venire a riprenderla. Mandando giù una grossa fetta d'orgoglio mormorò debolemente -Grazie.
Shikamaru la guardò sorpreso e capì, quindi non disse niente. Si fece forza e spalmò l'unguento sulla ferita che sotto i suoi occhi spaventati cominciò a magiarsi i lembi della zona martoriata, unendoli e bruciando come per pruficare. Nonostante funzionasse doveva fare un male tremendo perchè Temari si contorse e strinse i denti più che potè cercando di non urlare.     Shikamaru vedendola così in difficoltà non seppe che fare. Non c'erano strategie, non c'era tempo per pensarle e dovevano rimanere il più possibile in silenzio, per la loro vicinanza al nemico.
D'istinto il giovane Nara  circondò i fianchi dell'amica con un braccio e si strinse a lei premendole l'altra mano sulla bocca, frustrato dal non poter fare altro che farle sentire di essere vicino a lei.
Temari trattenne il respiro, non si lamentò del gesto anche forse per il dolore che le toglieva il fiato, però cominciò ad avvertire un piacevole calore farsi spazio nella zona che fino a un momento prima bruciava. L'effetto del medicamento era già finito, ma in effetti se Shikamaru non l'avesse abbracciata distraendola dal dolore Temari era sicura che non sarebbe stata in grado di non urlare.
Shikamaru si alzò lentamente senza guardarla negli occhi. - Va meglio?
-S-sì...- disse lei ansimando piano.
Il ragazzo fece un debole, stanco sorriso e poi tirò fuori delle bende disenfettanti che avvolse con cura intorno ai fianchi di Temari perchè non si fidava ancora dell'efficacia della medicina. 
Poi toccava alla coscia, che in tutto quel momento aveva continuato a sanguinare, però almeno questa sembrava una normale ferita da kunai.
Qui sorse un problema però... come aiutarla se del complicato vestito a rete di Temari si doveva togliere la parte inferiore perchè quella ferita fosse scoperta e medicata?
Shikamaru e Temari si guardarono imbarazzati senza dire niente. Poi alla fine Shikamaru riflettè su quanta confindeza gli avesse dato Temari fino a quel punto e decise di non poterne abusare ancora. Lei era orgogliosa e testarda, ma era pur sempre una persona speciale e come tale voleva rispettarla.
Prese un kunai dalla sua bisaccia e tagliò accuratamente la rete intorno alla ferita, in modo da lasciare solo un grosso buco nella stoffa, che gli permise di disinfettare e curare megliò che potè.
Temari lo guardò per tutto il tempo _Perchè? _   pensava   _perchè ci tiene così tanto a me ? Sono sempre stata ironica e provocatoria con lui... E lui mi è rimasto sempre vicino, come nessuno aveva mai fatto. Non pensavo che un giorno sarei stata felice che qualcuno si prendesse cura di me, eppure questa notte... vorrei dirgli quanto gli sono grata di avermi sempre accettata per come sono, nonostante il mio carattere prepotente. Sono sempre stata troppo orgogliosa per dirgli grazie, ma non per volergli bene... In fondo che male ci sarebbe se... diventasse il mio schiavetto?_
Una lieve risatina le uscì dalle labbra a quel pensiero. _Shikamaru sarà pigro e sensibile, ma non farebbe mai una simile parte... L'unica cosa che lo riscute sono le sfide, per lui essere sottomesso a una donna sarebbe una... seccatura_
-Perchè hai riso? - le chiese Shikamaru all'improvviso
- Mi piace vedere persone così devote alla mia salute...- lo prese in giro lei con ironia. Eppure era il suo modo per dirgli grazie e Shikamaru lo sapeva.
Si coricarono che la lanterna stava finendo il suo combustibile. Tra poche ora sarebbe stata l'alba, e avevano tutti bisogno di riposare prima di tornare all'esercito.
Temari si addormentò subito su un fianco, sfinita. Shikamaru la coprì con la sua giacca e rimase sveglio ancora un po', per guardare senza timore di essere preso in giro, il volto della bella principessa del deserto addormentata vicino a lui. Le fiamme deboli le illuminavano la guancia liscia e magra, mentre i codini disordinati che erano il simbolo del suo essere ribelle, le ricadevano sul collo e sotto la testa. Le labbra appena socchiuse le davano un'aria tranquilla, normale, altro che la tipa aggrassiva che era da sveglia. Shikamaru stava notando tutte queste cose con la consapevolezza che ben pochi avevano potuto notare questo lato affascinante ed esclusivo di Temari, che ancora meno avevano potuto scorgerla indifesa e rilassata. 
Stregato dalla sua amica che gli rendeva la vita difficile e per questo così bella, Shikamaru le passò un dito sulla guancia scoperta, con la stessa sensazione che si ha quando si fa una cosa proibita. Il cuore gli batteva forte contro le costole e gli occhi erano socchiusi nel guardarla. Il suo volto fu l'ultima cosa che vide prima di addormentarsi.
 
L'alba era appena sorta quando Neji si alzò dolorante dal suo giaciglio. Le ferite sue e di Hinata non erano gravi come quelle di Temari, ma necessitavano di un ninja medico al più presto. Il giovane Hyuga si passò una mano sul volto, stordito e ancora confuso dal sonno, non era più abituato a svegliarsi senza la sua Tenten affianco. Poi si riscosse e svegliò gli altri compagni della grotta.
Shikamaru, che si era dimenticato di aver coperto Temari con la sua giacca, si vide la ragazza di Suna tendergliela grata, ma anche divertita.
Tuttavia non c'era tempo per giocare. Aproffittando della luce bassa dovevano muoversi verso il loro campo, e bisognava partire subito.
Cancellarono ogni traccia del loro passaggio e controllarono col byakugan se ci fossero nemici. Nessuno all'apparenza.
Procedettero a ritroso in fila indiana fino al luogo dello scontro, dove i corpi ancora giacevano a terra. Il sangue ormai seccato rappresentava un oscuro monito a non rincontrare gli autori di quella strage.
Bisognava superare anche un largo tratto scoperto, pianeggiante e intervallato solo da alcuni grandi roccie, prima di arrivare alle trincee alleate.
-Bene, uno alla volta dobbiamo passare da un masso all'altro fino ad essere più vicini possibili alla barriera, non fermatevi per nessun motivo, io partirò per ultimo.
Decisero che Neji sarebbe partito per primo, poi una volta giunto al masso Hinata avrebbe controllato col byakugan che desse il via libera, quindi sarebbe partita lei, seguita da Temari e per finire Shikamaru.
Andò tutto perfettamente fino all'ultimo masso. Si ritrovarono tutti tesi e nervosi dietro il loro ultimo riparo prima di un inevitabile pezzo scoperto.
-Io vado- sussurrò Neji prima di lanciarsi avanti. Lo seguirono col fiato sospeso finchè non saltò attraverso le barricate che gli erano state aperte dagli alleati.
La guerra ricominciva anche quel giorno e il clangore delle armi e del combattimento sorvolava la piana non distante da loro, dovevano muoversi!
Hinata lo raggiunse presto, ma ormai si erano accorti della loro presenza e la giovane Hyuga fu ferita di striscio al braccio da un kunai.
Il vento riprese a soffiare con più forza sul campo che dovevano attraversare. L'erba alta fino alla vita ondeggiava come le onde del mare, e poteva nascondere loro quanto i nemici.
Shikamaru e Temari decisero di partire insieme, sarebbe stato poco saggio che uno di loro rimanesse da solo dietro la roccia con gli Zetsu che si avvicinavano.
Partirono veloci come il vento e muovendosi a scatti per evitare i numerosi kunai che volavano intorno alle loro teste. Il ventaglio di temari li faceva volare lontano, ma creava anche un'enorme spiazzo nell'erba alta, che si piegava spezzandosi e rendendoli un facile bersaglio.
Sfruttarono questa tecnica di Temari per appiattire l'ebra davanti a loro, procedendo più veloci e permettendo a Shikamaru di prendere il controllo dell'ombra dei kunai che non sarebbero riusciti ad evitare, deviandoli e facendo deviare altre armi che puntavano verso di loro.
Erano quasi arrivati quando Temari lanciò un grido e si bloccò dov'era atterrata dopo un salto, mentre Shikamaru avanzò ancora prima di fermarsi.
Uno Zetsu bianco sporco, deforme e ripugnante le aveva afferrato la gamba ferita e la teneva inchiodata a terra, mentre cercava di strangolarla.
-TEMARI!!!
L'urlo di shikamaru fu schiacciato dal vento e solo un debole suono giunse alle orecchie della ragazza, che cercava in tutti i modi di allontanarsi dal mostro. I pugnali non lo fermavano, ma affondavano come nella sabbia e tagliargli le braccia era inutile, perchè ricrescevano.
-Muori...- sibilò malvagio Zetsu.
Temari sentì la gamba cederle sempre di più, mentre una paura cieca si impadroniva di lei. Faceva fatica a mettere a fuoco e i suoi arti erano congelati dal terrore che la pervadeva. Tuttavia non si dava per vinta e lottava disperatamente contro il nemico.
-MUORI TU, STRONZO!
L'urlo veniva da dietro di lei e cadde contemporaneamente a un lungo filo di chakra che tranciò di netto la testa all'essere. Shikamaru ansante reggeva l'estremità dell'arma che aveva improvvisato, ma la dovette lasciare subito per sorreggere Temari, ferita alla gamba già malconcia. La prese saldamente in braccio, mentre lei si legava repentina il ventaglio sulla schiena per avere le braccia libere. Shikamaru partì più veloce che poteva, il vento sul viso sembrava volerlo fermare e non poteva far nulla per nascondersi in quel mare d'erba. Intanto Temari si stringeva forte a lui, la faccia premuta nell'incavo del collo e le gambe coperte di sangue. Doveva fare presto!
Erano a un passo dalle barricate e alcuni ninja già tendevano le braccia appena a un metro da loro, pronti a ricevere la ragazza ferita e a sorreggerli, quando anche Shikamaru si senti afferrare dolorosamente il polpaccio. Rivide quell'orrenda faccia gignante e nella furia che ne scaturì spinse Temari nella braccia degli alleati, mentre componeva velocissimo i sigilli con le mani. Un lungo spuntone d'ombra attraversò da parte a parte il nemico e finalmente anche Shikamaru fu in grado di trascinarsi nella sicurezza del proprio accampamento.
Appena fu dentro si guardò intorno scorse Neji che abbracciava una TenTen in lacrime e Hinata che veniva portata di peso in infermeria da Naruto, pallido come un cencio, ma nessuna traccia di Temari e per quanto chiedesse di lei non vide altro che braccia di ninja che lo trascinavano in ospedale e a nulla valevano le sue proteste e il suo insistere.
Finalmente lo lasciarono su un letto, con due ninja medici che esaminavano il punto in cui Zetsu l'aveva afferrato, constatando che il danno, per quanto di breve durata, era pericoloso perchè il polpaccio era tutto rosso e gonfio.
Shikamaru non potè far altro che aspettare, e ad un certo punto per la stanchezza, la tensione e il dolore non ce la fece più a resistere al sonno e rimase addormentato fino a sera.
 
Quando aprì gli occhi un debole chiarore proveniva dall'apertura della tenda. Era notte e l'accampamento era immerso nel silenzio.
Shikamaru tirò un lungo respiro e, ormai sveglio, si mise a fissare il soffitto della tenda. 
"Chissà dov'è lei... Spero che nessuno si sia preoccupato perchè non tornavo ieri sera... Mendokuse! Possibile che devono succedere tutte a me?" Si girò sul fianco destro e quasi non cadde dal letto quando vide che accanto a lui, seduta nell'ombra, Temari che lo fissava in silenzio.
-Oddio, Temari! Mi hai fatto venire un colpo!
-Hihi... scusa- disse lei divertita e per niente dispiaciuta. -come va?-
-Io sto bene... non so perchè abbiano fatto tutte queste storie per un graffio... tu?
-Non erano troppo difficili le mie ferite, e i ninja medici ci hanno messo poco a curarmi, e mi hanno anche fatto i complimenti per i bendaggi e la pomata... ovviamente ho ringraziato-
- Tsk, a te tutto il merito, brava, dopo che mi sono anche preoccupato di medicarti!
-Infatti... sono qui per qualcosa no? Baka...
-E cosa? prendermi in gioro come tuo solito Sabaku?- insistette ironicamente Shikamaru 
-Non parlarmi così Nara- disse lei improvvisamente dura. Shikamaru la guardò perplesso, non riuscendo a capire cosa le passasse per la testa e sopratutto facendo fatica a scorgere le sue espressioni nella penombra. Gli sembrava infatti che la ragazza sorridesse, nonostante la voce che non ammetteva repliche.
-Ma che hai da prendertla tan...-
-Ti ho detto di non parlarmi così...- lo interruppe ancora Temari, ma ora la sua voce era suadente e ammaliante e il leggero sussurro che venne dalle sue labbra colpì Shikamaru come una ventata improvvisa. Le labbra piene e morbide di Temari erano a un niente da lui, così come i suoi occhi smeraldo. -Non parlarmi così... quando ti devo ringraziare- finì lei posando decisa le labbra sopra quelle di lui, che sorrise e ricambiò il bacio con trasporto.
Non era riuscito a prevederla neanche questa volta.
Le sue mani le accarezzarono i capelli crespi e arruffati, ribelli come lei. Temari per tutta risposta gli accarezzò il collo maliziosa prima di spostarsi e mordicchiarlo dove la sua mano era appena passata.
Shikamaru, che non riusciva a staccare gli occhi da lei, era felice come non lo era da tanto, troppo tempo. Si sentiva leggero come le nuvole che ammirava tanto e per un attimo si dimenticò della guerra, del sangue del suo maestro e dei problemi che lo circondavano. Temari si accorse dello sguardo vincitore che il Nara le rivolgeva e ricambiò con un sorriso di sfida. Non c'era bisogno di parole, come sempre ovviamente. Ormai esprimevano per piccoli gesti, brevi sguardi e atteggiamenti.
Lo sguardo di Temari esprimeva:  _Te l'aspettavi questo femminuccia? Ora devi riuscire a tenermi con te però, perchè io sono libera e questo è solo un mio capriccio_
_Fai come vuoi Temari. Solo uno stupido non si accorgerebbe di come tu ti leghi spontaneamente a me._
 
Il silenzio tra loro fu rotto dalle parole di Shikamaru che chiuse gli occhi come per arrendersi a una verità innegabile.
-Eh Temari... non trovi sia una bella seccatura che io ami proprio te che tra tutti sei quella che mi fa dannare di più?-
-Che gusto avresti con un'altra insipida e banale donna?- disse lei cercando di dissumulare l'orgoglio per avergli fatto confessare per primo ciò che provava e la voglia di rispondergli di getto. Faceva fatica a mantenere la sua maschera di superbo distacco, lei aveva un carattere molto impulsivo ed emozionale, ben più sensibile di quello che molti potevano pensare
-Non sei mai stata modesta... anzi sei un' orgogliosa, testarda e dura ragazza. Una ragazza che mena, sbeffeggia e sfugge. Ti senti superiore... per questo adoro vedere quando mostri il tuo lato più sensibile. Lo trovo un privilegio vederti così perchè...-
Ma qui Shikamaru la prese di sorpresa e la trascinò di scatto affianco a se sul letto, tappandole la bocca con un bacio prepotente come Temari non si sarebbe mai aspettata.
-...perchè dimostra quanto mi ami!- rilanciò lui beffardo.
Temari si sentì scoperta in pieno e lo picchiò senza fargli male contro il petto, prima di di fermarsi, sorridendo.
-Vedila come vuoi Nara... per me dimostra che tu appartieni a me e basta, chiaro? perchè...-     La risposta la diedero in coro:
 
-Tu sei la mia mendokuse!- 
  
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