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Autore: jasmine88    14/06/2011    3 recensioni
- Eric, posso farti una domanda un pò…personale? – dissi rigirandomi tra le opulente lenzuola color avorio di quello spendido letto king size. Diavolo, erano proprio le lenzuola più belle che avessi mai visto, e quel letto, quella stanza, tutto era straordinariamente perfetto. Ed io ero lì, seminuda, a pochi centimetri da Eric Northman... (Waiting Sucks!Ispirata dai promo degli ultimi giorni ho scritto una mia versione della Season 4.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fly me to the moon

CAPITOLO VII: Fly me to the moon.

 

SPOV

Impiegammo poco più di trenta minuti per raggiungere Shreveport.

Durante il tragitto avevo goduto dello splendido silenzio che ero in grado di assaporare solo in presenza di vampiri.

A quanto pare era impossibile per me sentire i loro pensieri e potevo finalmente gustare quella quiete che avevo desiderato per tutta una vita.

Il silenzio era stato interrotto dalla vampira bionda che si era preoccupata di spiegarmi che il Fangtasia era il locale notturno di proprietà di Eric, anche se in quel periodo era chiuso per “motivi di ordine pubblico”, aveva detto.

Secondo Jason quello era uno dei più famosi bar per vampiri dell’intero stato della Louisiana ed era frequentato da moltissimi umani.

La maggior parte di questi umani, aveva aggiunto mio fratello, erano veri e proprio fangbangers in cerca di un vampiro dal quale farsi mordere.

O con il quale fare sesso.

Probabilmente avrei dovuto essere sconvolta da quest’ultima affermazione ma per quello che ricordavo anch’io avevo fatto sesso con un vampiro e mi ero lasciata mordere da lui.

Per quanto ne sapevo, magari anch’io potevo essere stata una fangbanger.fangstasia

Il solo pensiero mi faceva sprofondare nella vergogna.

Fortunatamente non ebbi il tempo di riflettere a fondo sull’argomento visto che eravamo già arrivati al Fangtasia.

L’esterno del locale era piuttosto semplice: un edificio abbastanza anonimo, con una piccola porta d’ingresso accanto alla quale un insegna di neon rosso riportava il nome del bar.

La vampira scese dalla macchina e in un batter d’occhio si spostò davanti l’entrata, facendo cenno di seguirla.

Esitai un momento, poi feci un lungo respiro e mi indirizzai verso la porta.

Jason entrò nel locale subito prima di me e fu di colpo bloccato da una ragazza bionda che gli era praticamente saltata addosso.

La cosa non mi stupì più di tanto. Voglio dire, mio fratello ha sempre avuto delle “ammiratrici” un po’ ovunque.

Solo non mi aspettavo che ne avesse anche in un locale per vampiri. Mi soffermai per un attimo ad osservare la ragazza. Aveva un’aria familiare.

Aspetta. Io conosco quella ragazza, pensai, l’ho vista in tv, in quei dibattiti contro i vampiri!

Che diavolo ci faceva la moglie del Reverendo Newlin con mio fratello? E soprattutto, che diavolo ci faceva in un locale del genere? Abbassai le mie barriere mentali e in un attimo riuscii a leggere nella mente di Sarah Newlin.

Pensava a quanto fosse felice di trovarsi in quel luogo, di essere con Jason, di essersi allontanata dal marito e da quelle maledette streghe.  La sua mente trasmetteva in modo chiaro e preciso, tanto che fui persino in grado di cogliere delle immagini.

Vidi un locale abbandonato alla periferia di Shreveport, Titty Twister diceva l’insegna, poi vidi Sarah scrivere un biglietto d’addio per il marito. Infine vidi mio fratello, in una vasca da bagno, e lei si era chinata accanto a lui…

Ok, era decisamente il momento di uscire dalla mente di quella donna.

Mi voltai in preda all’imbarazzo.

Non avrei MAI dovuto sbirciare nei pensieri più intimi di Sarah Newlin!

Sollevai lo sguardo dal pavimento e dopo aver rivolto un cenno e un sorriso alla Newlin, che comunque era troppo presa da mio fratello per notarmi, mi inoltrai all’interno del locale.

Immediatamente il mio sguardo si posò sul lato sinistro della stanza come se fossi stata attratta da una calamita di qualche genere.

Eric mi stava osservando, seduto su un trono posto in un angolo leggermente rialzato rispetto al resto della stanza.

Non appena lo vidi, qualcosa scattò nella mia mente. 


eric pam fangstasiaUna strana sensazione di déjà-vu, e in un lampo davanti ai miei occhi vidi Eric, appollaiato su quello stesso trono che mi rivolgeva uno sguardo lascivo mentre con una mano mi faceva cenno di avvicinarmi.

Al suo fianco, una Pam con i capelli raccolti e un aderentissimo completo in pelle nera gli sfiorava i lunghi capelli biondi.

Quando riaprii gli occhi scoppiai a ridere e mi avvicinai ad Eric.

- Cosa c’è di tanto divertente? – chiosò il vampiro senza battere ciglio.

- Niente. – risposi con una chiara espressione divertita dipinta sul volto - Avevi proprio dei bei capelli lunghi! – accennai cercando di trattenere le risate.

- Credevo che a voi donne piacesse lo stile “corteggiatore di Uomini e Donne”... – farfugliò, abbozzando un sorriso anche se mi parve di cogliere un espressione leggermente turbata sul suo volto. 

- Sei, sembri preoccupato da qualcosa. – affermai tutto d’un fiato.

- Dobbiamo andare. Il sole sorgerà nel giro di un’ora e abbiamo bisogno di un luogo sicuro. –

Detto questo, si sollevò di scatto dal trono e corse incontro a Pam, sussurrandole qualcosa a voce bassissima.

Notai che la vampira aveva un’espressione a dir poco seccata ma, in una manciata di secondi, lei, mio fratello e Sarah Newlin erano spariti dalla mia vista.

Mi stropicciai istintivamente gli occhi per lo stupore.

- Dove sono finiti tutti? –

- Pam li ha portati in un posto sicuro. Tu verrai con me. –

Sentii le sue possenti braccia che mi afferravano per la vita e, senza avere neppure il tempo di reagire, mi ritrovai avvinghiata al corpo di Eric Northman che stava…stava VOLANDO!

D’istinto iniziai ad urlare e a scuotermi per il terrore mentre Eric serrava la presa su di me.

- Cerca di stare ferma. – disse il vampiro con un filo di voce guardandomi intensamente negli occhi – Non aver paura, fidati di me. –

Fidati di me.

Quelle parole risuonarono nella mia mente come un mantra e in pochi attimi riuscii a tranquillizzarmi.

Non sapevo spiegarmi il perché ma ero certa che il glamour dei vampiri non avesse alcun effetto su di me. Eppure quelle parole…erano riuscite a infondermi una profonda quiete.

Appoggiai la testa sul suo petto, socchiudendo gli occhi, e lasciai che il silenzio assoluto mi avvolgesse, regalandomi una nuova e inaspettata sensazione di benessere. 

Atterrammo poco dopo in uno splendido viale alberato che faceva tanto Wisteria Lane, attorno a noi, una lunga serie di classiche villette a schiera. Mancava solo che spuntasse Bree Van de Kamp da una delle siepi!

- Dove ci troviamo? – chiesi cercando di non barcollare dopo il nostro “atterraggio”.

- Questa è la casa in cui sto durante il giorno. – rispose Eric mentre mi porgeva una mano per sorreggermi e guidarmi verso la porta d’ingresso.

Rimasi a dir poco stupita.

Nelle mie fantasie Eric il vampiro viveva, non so, in un castello o in un’enorme villa d’epoca. Non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte un’anonima villetta a schiera, immersa nel centro residenziale di Shreveport, ecco tutto.

- Nessuno si sognerebbe mai di cercare uno come me in un luogo come questo. – disse mentre digitava a velocità supersonica il codice dell’allarme che bloccava la porta d’ingresso.

Beh, su questo aveva maledettamente ragione!, risposi tra me e me.

L’ingresso era abbastanza ampio, arredato con molta semplicità e sulla destra potevo intravedere una piccola cucina.

- Devo fare una telefonata. Aspettami qui. – affermò Eric in un soffio prima di sparire dalla mia vista.

Sapevo che non avrei dovuto eppure non riuscii a fare a meno di entrare a curiosare.

La cucina era piuttosto piccola, d’altronde era sempre la casa di un vampiro, ma molto ben attrezzata, con mobili ed elettrodomestici modernissimi. Sembrava appena uscita da un catalogo d’arredamento e pensai che probabilmente nessuno l’aveva mai usata finora.

Senza quasi riflettere aprii leggermente l’anta dell’enorme frigorifero che si trovava alla mia destra.

Una quantità assurda di True Blood e quelle che ipotizzai fossero sacche di sangue occupavano quasi tutti i ripiani, ad eccezione di uno, nel quale erano stipate delle bottiglie d’acqua e del cibo per umani.

Richiusi immediatamente il frigo, poggiando la schiena contro lo sportello.

Che sciocca che sono, pensai, sicuramente moltissime umane saranno entrate in questa casa con Eric!

Lentamente scrollai la testa, come per allontanare quel leggero barlume di gelosia che sentivo salirmi addosso.

Poi mi spostai nella stanza adiacente, il salotto.

Una parete colorata con un intenso blu oceano si stagliava sullo splendido parquet di legno chiaro, mentre un moderno divano in pelle nera, posto di fronte al camino, dominava l’intera stanza.

Mi avvicinai piano piano al divano e mi tolsi le scarpe.

I piedi mi dolevano in modo insopportabile ma Pam non mi aveva permesso di tornare dentro casa per indossare le mie adorate Nike.

Una gran perdita di tempo, aveva detto.

Sollevai i piedi e li appoggiai cautamente sulla seduta del divano, continuando a guardarmi intorno per esplorare con lo sguardo quella meravigliosa stanza.

Accanto a me, su un piccolo tavolino di vetro, notai un libro semiaperto. Lo presi tra le mani spinta dalla curiosità: Cent’anni di solitudine.

Beh, per lo meno questi vampiri avevano un certo senso dell’umorismo!

Quel pensiero mi fece iniziare a ridere rumorosamente e proprio in quel momento mi accorsi che Eric era appoggiato alla parete e mi stava guardando.

- Sono contento che ti trovi a tuo agio, Sookie! –

Scattai in piedi in un lampo.

- Oh, Eric! Io…ero solo curiosa…la tua casa è bellissima. – quelle furono le uniche parole che riuscii a mettere insieme. – Mi chiedevo…Ero mai stata in questa casa prima d’ora? –

- In realtà nessuno, a parte me, Pam e il maggiordomo che si occupa della casa, era mai entrato in questo posto. – affermò mentre si avvicinava lentamente a me e mi tendeva una mano – Dobbiamo spostarci, Sookie. Il sole sta per sorgere. –

Presi la sua mano e lasciai che mi conducesse verso il piano interrato, nel quale si estendeva un lungo e tetro corridoio illuminato solo da piccole appliques.

Sulla destra notai una porta e senza che io facessi in tempo a domandare Eric mi spiegò che si trattava della stanza di Pam.

- Oh, credevo che tu e Pam… -

- Cosa? Che io  Pam dormissimo assieme? – chiosò scuotendo la testa.

Poi mi condusse verso il fondo del corridoio dove, nascosta nella parete e protetta da un’altra lunga serie d’allarmi, si trovava la sua camera da letto.

Un enorme letto king size con la testata e le lenzuola di color cioccolato padroneggiavano la stanza, anche questa con pareti del blu più bello che avessi mai visto.

eric shirtlessD’un tratto, Eric si sfilò la maglia.

Mi sentii il sangue affiorare sulle guance, ormai vistosamente arrossite.

Cercai di distogliere lo sguardo da quel corpo marmoreo ma ogni tentativo era inutile.

- Avevi detto che dovevi parlarmi di qualcosa. – sussurrai, tutto in una volta, per cercare di limitare l’imbarazzo.

- Credo sia meglio che ti sieda, Sookie. – disse mentre lasciava cadere sul pavimento i suoi jeans, rimanendo seminudo con solo dei boxer rossi addosso.

Per un istante credetti di rimanerci secca, tant’era la vampata di calore che mi aveva sopraffatto alla vista del suo splendido sedere. 

Poi lui si voltò verso di me, sorridendomi e sollevando un sopracciglio con fare malizioso.

In un istante fu a meno di un centimetro dal mio corpo.

- Se continui a fare così finirai per uccidermi, min älskling. – mi sussurrò in un orecchio.

Potevo sentire tutto il mio corpo fremere alla ricerca di un contatto con il suo. Riuscivo a sentire che i suoi canini erano completamente estesi e mi sporsi leggermente in avanti per permettergli di accarezzarmi con maggiore intensità.

- Non farò sesso con te, stanotte. – aggiunse lui, abbassandosi a sfiorarmi il collo con le labbra –  Manca poco all’alba e ho bisogno di parlarti di alcune faccende importanti. –eic sookie

Le sue mani continuavano a sfiorarmi la schiena, il collo e le braccia.

- Inoltre, quando deciderò di fare sesso con te – mormorò con le labbra quasi contro la mia bocca – dovrà essere un’esperienza indimenticabile, min älskling. –

Potete credermi se dico che in quel momento, se mi avesse presa e sbattuta sul letto, non avrei avuto la minima obiezione da fare.

Eppure, si limitò a baciarmi velocemente sulle labbra e si allontanò lentamente fino ad adagiarsi sul letto, continuando a sorridere soddisfatto.

Maledetto vampiro!

- Di…Di cosa volevi parlarmi? – borbottai cercando di ricompormi e di focalizzare la mia attenzione su un altro argomento che non fosse il suo corpo fantastico.

- So che ti sembrerà una follia ma credo che una strega, una potente strega stia per tornare. E credo anche che avrà bisogno di te per farlo. –

 

  
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