Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Chibi_    14/06/2011    3 recensioni
Nella World Academy c'è aria di cambiamenti. Ludwig, studente modello, si ritrova a fare da tutor a una nuova entrata nella scuola, che gli porterà non pochi problemi! Tra amicizie, amori, rivalità, studenti strampalati e l'imminente arrivo del festival della cultura, riuscirà il tedesco a non farsi venire una crisi di nervi?
primissima fanfic che scrivo.... è una specie di esperimento, spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10- Fairytail

(Elizabetha)
 

 

La musica si espanse piano nella stanza, prima appena un sussurro, poi sempre più forte e veloce. Le sue dita si muovevano abilmente sui tasti senza sbagliare nemmeno una nota, gli occhi non degnavano minimamente lo spartito, ma vagavano per la tastiera concentrati mani.
Elizabetha chiuse gli occhi e sorrise, appoggiando il mento sui palmi. Quella melodia che le entrava piano in testa, eliminando ogni altro pensiero, era davvero un toccasana. Aprendo gli occhi li andò a posare sul ragazzo che suonava: ondeggiava leggermente a destra e a sinistra seguendo il movimento delle mani, gli occhi socchiusi e le labbra che si muovevano impercettibilmente. Poi il ritmo andò rallentando, facendosi più dolce, fino alle ultime note, che si spensero in un sussurro
Quando ebbe staccato le mani dal pianoforte Roderich si voltò verso la sua spettatrice, che applaudì contenta
-Notturno, Chopin. Ti è piaciuto?
-Magnifico, Roderich, sei così bravo!- esclamò estasiata
L’austriaco le sorrise, e per la ragazza fu come se l’intera stanza si riempisse di luce. Lo adorava.
-Oh, dimenticavo… qui ci sono i documenti che mi avevi chiesto.- prese a frugare nella sua cartella fino a che non ne estrasse una grossa pila di fogli e la porse al moro –E…mi sono anche permessa di stendere una bozza dell’organizzazione delle attività del festival, magari ti può tornare utile…
-Oh, Elizabetha, non dovevi!
-Figurati, lo faccio con piacere…
D’improvviso si sentì bussare alla porta, e un secondo dopo la testolina mora di Sesel fece capolino nell’aula
-Permesso…. Oh, scusate! Non avevo più sentito suonare e pensavo aveste finito….
Roderich si alzò e si allontanò dal pianoforte, guardando la nuova arrivata
-Oh, non preoccuparti Leroy, me ne stavo andando. Ah, Elizabetha, potresti portarli tu nell’aula del consiglio studentesco?
Sesel diede un’occhiata veloce all’enorme pila di fogli poggiata su un banco ed impallidì, ma l’amica invece non ebbe nessuna esitazione
-Oh, nessun problema!- esclamò infatti con un sorriso sulle labbra. Roderich sospirò sollevato, prese le sue cose e si avviò alla porta
-Grazie mille, non so proprio come farei senza di te. Ora se volete scusarmi….- e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle
-Eliza, ecco….è da un po’ di tempo che vorrei dirti una cosa…- iniziò incerta, ma non ricevette nessuna attenzione dall’amica, troppo intenta a sospirare sognante –Mi stai ascoltando?
-Oh, Sesel,non è perfetto?- esclamò infatti questa guardando la porta con aria sognante. No, non la stava decisamente ascoltando. Sesel sospirò scocciata, ma diede comunque spago all’ungherese
-Cosa, Elizabetha?
-Ma Roderich, ovvio! Non è bellissimo? E hai sentito come suona bene? E che dire di quei modi così….- Elizabetha adorava Roderich.Fin dal suo primo anno in quella scuola l’aveva colpita, come un diamante in mezzo a tante pietre opache, e improvvisamente qualsiasi altro ragazzo era sparito. Era stato come un fulmine a ciel sereno, e lei ne era rimasta completamente abbagliata. Aveva fatto di tutto per farsi notare, fino a quando un bel giorno lui non la raggiunse in mensa, si sedette al suo tavolo, e sorridendo le aveva chiesto con garbo se voleva diventare la sua assistente nel consiglio studentesco, se ci ripensava ancora oggi gli pareva di sentire ancora la sensazione delle farfalle nello stomaco –Non è il principe azzurro delle favole?
Da quel momento era andato tutto per il meglio, ed Elizabetha si era convinta che prima o poi il suo sogno si sarebbe avverato. Eppure dopo un po’ di tempo qualcosa, o per meglio dire, qualcuno, si era intromesso  nei suoi dolci sogni.
-E…Eliza, tutto bene?
Gilbert. Lui aveva sempre avuto una vocazione: quella di rompere le palle al prossimo. Era senza dubbio il suo sport preferito, che praticava con immensa passione con tutti indistintamente. Eppure guarda caso, sembrava che fosse particolarmente insofferente al suo amato austriaco, e non passava giorno in cui lo lasciasse in pace. Alla ragazza faceva male ammetterlo, ma da quando conosceva Roderich aveva iniziato ad allontanarsi sempre più da Gilbert: da inseparabili quali erano adesso si vedevano solo di tanto in tanto, e la maggior parte di quelle poche volte lo passavano a litigare.
-E…Elizabetha?
Dopotutto non era mica colpa sua se quel tedesco era così ottuso! Perché non poteva prendere esempio da Roderich? Doveva sempre rovinare tutto, quel…quel….
-Quell’idiota!- presa dai ricordi l’ungherese strinse la mano e sbatté il pugno sul banco, sotto lo sguardo perplesso di Sesel,che la guardava ammutolita.
-Ehm… tutto bene?- quelle parole sembravano riscuotere la ragazza,  che rivolse uno sguardo di scuse all’amica riprendendo il controllo
-Scusa un…..un brutto pensiero. Piuttosto….Volevi parlarmi di qualcosa?
-Non credo sia il caso…Ah, a proposito, oggi non vengo in mensa, non mi sento molto bene
Elizabetha le lanciò un’occhiata, sembrava stesse benissimo, ma si mostrò comunque preoccupata
-Ho….ho mal di pancia- si giustificò la mora evitando lo sguardo della più grande
-Se non te la senti di venire a mangiare posso venire a farti compagnia nella tua stan…..
-NO! Cioè…. Non preoccuparti, io starò benissimo! Piuttosto scusami, ora devo andare.
E sparì di corsa, lasciando la bruna nella classe da sola.
-Uhm…va bene- sussurrò perplessa
 
 
-Non va bene per niente- Elizabetha era in piedi, con il suo vassoio strapieno di cibo in mano, a guardarsi intorno nella stanza piena di gente. –Con chi diavolo mi siedo?
Fece un giro sperando di trovare un posto libero, cosa del tutto inutile, visto che Sesel l’ aveva fatta ritardare e a quell’ora trovare un posto in mensa era come dire ad Arthur di vivere di soli hamburger: impossibile. Individuò subito il gruppo di Alfred, ma constatò subito che era strapieno: insieme all’americano sedevano anche Arthur, Yao, Ivan e quella strana ragazza nuova; ad un lato della stanza c’erano invece Feliciano, Kiku e Ludwig,ma non si sentì di andare a disturbarli, e ovviamente di Roderich nemmeno l’ombra. Decise di andare in cortile, mal che vada si sarebbe seduta a mangiare sul prato.
Dopo la bufera della notte prima il cielo si era completamente rasserenato, anche se faceva un po’ freddo ed era presente un forte odore di terra bagnata. Un leggero venticello le fece ondeggiare i lunghi capelli castani. In fondo non le dispiaceva stare lì fuori.
Improvvisamente i suoi pensieri furono interrotti da un rumore e,seguendolo, Elizabetha trovò niente meno che Gilbert seduto sotto un albero a mangiare borbottando il suo pranzo. Beh, meglio che niente
-Ehi, Gil!- al richiamo della ragazza il tedesco si voltò verso di lei, portava due enormi occhiali da sole e al posto della giacca della divisa scolastica indossava una felpa rossa, il cappuccio alzato sulla testa che gli copriva metà volto. Si andò a sedere verso di lui contenta di aver trovato alla fine qualcuno con cui passare la pausa pranzo
-Anche tu qui?- gli chiese sedendosi accanto a lui
-Così pare. Francis non si sentiva bene e mi ha fatto fare tardi…mal di pancia- chissà perché la cosa le suonava familiare.
-E non hai trovato un altro posto? Antonio?
L’albino si limitò a indicare con un cenno del capo verso una finestra dell’edificio, dove Elizabetha vide  lo spagnolo seduto ad un tavolo che cercava di imboccare un alquanto irritato Romano –Ah, si abbandonano anche gli amici per amore!- borbottò indignato. Elizabetha trasalì. Probabilmente si stava riferendo ad Antonio, ma non poteva fare a meno di pensare a lei e a Roderich, e d’un tratto si sentì in colpa e si vergognò di se stessa
-Sciocchezze…- disse, più a se stessa che all’albino. Magari era proprio per questo motivo che Gilbert non sopportava Roderich? No, che cavolata, non era possibile
-Sai… ho saputo della vostra piccola avventura di ieri notte- iniziò cambiando argomento –un maniaco? Che scusa ridicola. Che è successo veramente, Gil?
Al ricordo della notte scorsa il tedesco sembrò incupirsi, e iniziò a grattarsi il collo nervosamente
-Niente di che, una brillante idea del nostro presidente studentesco, lascia stare…. Piuttosto, hai visto i due studenti nuovi?
-Ti riferisci a Ivan e Natalia? Lei è in classe con me, sai? A dire il vero non ci ho parlato molto, ogni volta che può scappa dalla classe per andare da suo fratello, ma secondo me sotto sotto è simpatica, e magari anche Ivan…
-Si, certo, come un pianoforte sul mignolo del piede- borbottò di rimando Gilbert. Elizabetha non poté fare a meno di irritarsi. Perché aveva scelto proprio un pianoforte? Ma d’improvviso le venne in mente un’altra cosa
-Hai notato che Ivan non ti toglie un attimo gli occhi di dosso?  Che hai combinato? Cel’ha con te per qualcosa?- ma quando andò ad incontrare le iridi scarlatte dell’amico, trovò solo sorpresa
-Io?- chiese infatti indicandosi –Io non ho fatto niente. Non che io sappia almeno…. Ma di che ti sorprendi, Lizzie? Dopotutto chi non rimarrebbe abbagliato dalla mia stupefacente bellezza? Quel tipo è solo un’altra vittima del mio fascino!- esclamò impettito, l’ungherese non poté fare a meno di sorridere. Le faceva un po’ freddo, ma guardando l’amico non gli chiese comunque se si potessero togliere dall’ombra dell’albero. Il sole quel giorno era forte e probabilmente era per questo che si era messo gli occhiali da sole e si era seduto all’ombra, a volte Elizabetha dimenticava che Gilbert era piuttosto sensibile alla luce del sole *. Presa dai suoi pensieri per poco non si accorse che Gilbert intanto aveva posato gli occhi sulla sua fetta di torta, un magnifico dolce di cocco e cacao
-Non ci pensare nemmeno- gli disse lapidaria anticipando i pensieri del tedesco
-Eddai, Liz, solo un pezzettino!
-Neanche per sogno, stammi lontano! G..Gilbert, abbassa subito quelle mani, no, no!
Parole al vento, visto che il ragazzo le si era buttato addosso ridendo cercando di prendere il dolce dalle mani della bruna e facendola cadere
-Sarà un tributo al fantastico me, ora mollalo!
-Ma che stai blaterando? E’ mio, levatelo dalla testa!- rideva come non faceva più da un tempo. In effetti da quant’è che non scherzava così con Gilbert? Un movimento del braccio di Gilbert e la torta cadde dalle mani della ragazza, finendo a terra
-Ecco, sei contento? Ora non se la mangia nessuno dei due- ora che ci faceva caso era sceso uno strano silenzio. Alzò gli occhi e sorprese l’albino a fissarla in silenzio, leggermente arrossato; era sopra di lei, i polsi tenuti fermi dalle mani del tedesco e le gambe che le cingevano i fianchi, in un attimo avvampò anche lei di colpo
-S..Scusa- il ragazzo abbassò lo sguardo e si spostò velocemente da sopra l’ungherese
-N..No, figurati- perché era così imbarazzata? Dopotutto conosceva Gilbert da tanti anni, non c’era motivo per cui si dovesse sentire così….strana
-Mi dispiace per la torta
-F…Figurati
 
-Beh, sembra che cel’abbiamo fatta
-E’ ovvio che cel’abbiamo fatta, sono il genio dell’amore, dopotutto.
Sesel abbassò il binocolo e guardò il suo complice, sorridendo. -Lavoro di squadra impeccabile!
Ad una decina di metri dal tedesco e l’ungherese, in un cespuglio, si erano nascosi nientemeno che Francis e Sesel, entrambi vestiti completamente di nero, con tanto di occhiali da sole e binocolo
-Quei due avevano bisogno di un po’ di tempo insieme, dopo tanto tempo- affermò con dolcezza la ragazza
-Ah, ragazza mia, mi fanno una tale pena… Gilbert è innamorato perso di Elizabetha, ma ovviamente è troppo stupido per accorgersene! Mi fanno una tale rabbia…Ma guarda, tutto questo amour sprecato così!
-Calmati, calmati Francis, dopotutto è qui che entriamo in gioco noi, no? Se non se ne accorgono da soli allora avranno bisogno di un aiutino- la ragazza alzò di nuovo il binocolo sui due, sorridendo. –E a dire la verità non mi aspettavo degli sviluppi così interessanti…- Sì, si stava divertendo un mondo in quelle sottospecie di vesti di un’agente speciale in missione segreta, pronta a battersi in nome dell’amore! Senza contare che stava facendo solo un favore ad Elizabetha –Ma guarda come sono carini!
-Potremo chiamarci “I due paladini degli amori perduti”!
-Ok, ora non esagerare, Francis. Piuttosto…spero che non finisca a insulti e padellate come al solito
-Non so, Sesel….. Ho come l’ impressione che invece questa previsione si avvererà
-Eh?
Il biondo indicò un punto poco lontano dai due, e per poco la mora non urlò di rabbia. Cosa ci faceva Roderich lì?? Proprio ora che le cose stavano andando bene!
-Dannazione, non ci voleva!- mormorò a denti stretti seguendo i movimenti dell’austriaco, che si stava dirigendo proprio verso Elizabetha e Gilbert
 
-Oh, Elizabetha, eccoti qui- la ragazza sussultò e si voltò d scatto verso la voce che aveva parlato –Ti ho cercata per tutta la mattinata!
-R…Roderich! Che ci fa qui?- la stava cercando? La stava cercando! Ebbe un tuffo al cuore. Dietro di lei Gilbert bofonchiò qualcosa tra i denti che non riuscì a sentire
-Sì- continuò l’austriaco – aspettavo i documenti del festival scolastico già mezz’ora fa, cosa stai facendo?
-Ah, i…I documenti, certo!- si alzò velocemente e si scrollò dalla gonna il terriccio. Ma che aveva in testa? Come aveva fatto a dimenticarsene? –Mi…Mi dispiace, sono già pronti, devo solo fare una corsa nella mia stanza, prenderli e….
-Se erano tanto urgenti perché non ci hai pensato tu?- s’intromise la voce di Gilbert dietro di lei. Solo allora Roderich sembrò vedere il tedesco, al quale rivolse uno sguardo di sufficienza
-E’ a questo che servono gli assistenti, Beilschmidt. Non può fare tutto il presidente del consiglio studentesco, e il vice presidente sembra sparito nel nulla, quindi è toccato a me, anche se non era di mia competenza.- gli parlava piano, come se stesse spiegando qualcosa ad un bambino
-Elizabetha era occupata, se non hai notato- continuò cocciutamente l’albino alzandosi
-Ok, ragazzi, adesso smettela….
-Elizabetha ha dei compiti da rispettare, pausa pranzo o no. Secondo te ci stiamo divertendo noi del consiglio a compilare tutte queste scartoffie? E’ anche per il vostro festival che stiamo lavorando, mica per noi e basta. Ma non m’illudo che tu possa nemmeno lontanamente capire. Lei ha sbagliato, è ovvio che la devo rimproverare, anche se ciò non mi dà alcun piacere
-Esatto, ha ragione lui, quindi ora finiscila Gilbert….
-Se tu non le chiedessi di fare mille servizi al posto tuo non sarebbe successo. E’ ovvio che si scordi qualcosa, poi!
-Ragazzi….
-Quello che faccio o dico con i miei assistenti non è affare che ti riguarda, Beilschmidt. Non penso proprio che tu abbia l’autorità per rimproverarmi qualcosa quindi, se vuoi scusarmi, noi due abbiamo da fare- Guardò freddamente il tedesco per l’ultima volta, poi si voltò e se ne andò
-Vieni, Elizabetha?
Gilbert fece per ribattere qualcosa, ma venne zittito dall’ungherese, che si voltò di scatto verso di lui e gli rivolse uno sguardo severo
-Non sai proprio quando stare zitto, eh Gil? Falla finita- sussurrò prima di andare a raggiungere l’austriaco.
Si sentiva umiliato, davvero umiliato. Senza pensarci due volte prese il cellulare e compose il numero di Antonio
-Gilbert? ¿Qué pasa?
-Chiama Francis, Tonio, quì c'è qualcuno a cui urge una lezione- sibilò chiudendo il telefono con rabbia
 
 
 
Elizabetha sospirò esausta. Aveva fatto una corsa disumana dal dormitorio fono all’aula del consiglio studentesco, per quei maledetti fogli. Si appoggiò al muro e socchiuse gli occhi. Dopotutto era stata utile a Roderich, no? Quella era la cosa importante. Alzando lo sguardo incrociò quelli scuri di Sesel, che la guardava con un’espressione abbattuta
-Sesel? Che ci fai qui? Stai meglio?- chiese preoccupata. La più piccola le si avvicinò e le rivolse uno sguardo triste
-Io sì, tu stai bene?
-Eh?
-Oh, ecco…- si diede mentalmente dell’idiota, non poteva certo dirle che l’aveva spiata fino a dieci minuti fa! –E’ che hai una faccia….
-E secondo te di chi è la colpa?- esclamò esasperata aprendo le braccia
-Di Roderich?
-Certo che no, che c’entra lui? Di Gilbert, ovviamente!
-Ah, certo…- borbottò di rimando. Dubitava fortemente che la colpa fosse del tedesco –Perché, che è successo?
-E’ un idiota! Deve usare ogni pretesto per discutere con Roderich, non sopporto più questa cosa! Se solo avessi visto la scenata che ha fatto poco fa… Non ti puoi immaginare!
-Ehm…Eh già- si sfregò nervosamente le mani e abbassò lo sguardo per non farle vedere il sorrisetto che e era spuntato sul volto –Secondo me però, Eliza, tu te la prendi troppo con lui, in fondo non è male- terminò arricciandosi con un dito una ciocca di capelli scuri. La ragazza accanto a lei sbuffò esasperata, iniziando a camminare velocemente.
-Beh, ti dirò, lui è fastidioso, egocentrico, piuttosto egoista ed estremamente…
- Divertente!- esclamò Sesel interrompendola  -E credimi, hai bisogno di 1 po’ di divertimento, cara
Continuarono a passeggiare per un po’, Sesel non riusciva a trattenere un’espressione leggermente seccata guardando Elizabetha che ogni volta che giravano un angolo faceva guizzare gli occhi sull’intera stanza  alla ricerca del suo adorato austriaco. Diede un’occhiata veloce al piccolo orologio che aveva al polso, tra poco la pausa pranzo sarebbe finita. -Non sarà così male come lo descrivi….- tentò nuovamente di addolcirla.
Ma ecco che passando accanto ad una finestra la loro vista venne attirata da qualcosa, qualcosa per cui ebbe paura di voltarsi e vedere l’espressione dell’amica
 -No, hai ragione, è decisamente peggio- sussurrò con voce gelida la ragazza un attimo prima di voltarsi e correre verso il cortile
 
-B-basta! Vi consiglio vivamente di smetterla, digli di smettere!
La grossa risata dell’albino riempì tutto il cortile, subito seguita da quella del francese, mentre guardavano Roderich, il calmo, pacato e aristocratico Roderich appeso per le mutande al ramo di un albero che si sbracciava e si dimenava mentre Antonio lo puntellava con un bastone da sotto urlando “piñata, piñata!”
-Vi faccio notare che questo può essere visto come un atto di bullismo, qualcuno prenderà dei seri provvedimenti nei vostri confronti!
-Ehi, Antonio- lo interruppe Gilbert – io ancora non ho visto nessuna caramella, forse devi picchiare più forte per farle uscire, no?
-Ahaha o forse sto colpendo il punto sbagliato- osservò Antonio spostando il bastone dalla pancia dell’austriaco verso il suo naso, seguito dalle urla di incitamento di Francis.
-V-vi prego smettetela subit..
-Fatelo scendere immediatamente!- i tre ragazzi si voltarono verso la voce alle loro spalle, scoprendo con terrore che apparteneva ad Elizabetha
-E…Elizabetha!- piagnucolo Roderich alla vista della sua salvatrice
-Roderich  non si preoccupi, la tirerò giù di lì in un secondo!- cinguettò la ragazza con un tono di voce acuto e smieloso, poi si rivolse con uno sguardo di fuoco ai tre sventurati sotto l’albero –VOI! Come avete potuto? Avete messo in ridicolo Roderich-, lo sapete cosa vi aspetta, vero?- concluse stringendo il manico della padella che aveva in mano.
Francis e Antonio, guidati dall’istinto di sopravvivenza, si diedero alla fuga lasciando Gilbert in balia dell’ungherese urlando –E’ stata colpa suaaaaaaaaaaaa
-Ehi! Begli amici che siete! E-Elza, su…. Non è il caso di arrabbiarsi tanto…- cercò di sdrammatizzare Gilbert arretrando sempre più – dopotutto non abbiamo fatto niente di male,… volevamo solo divertirci un po’…
-Bene, allora non ti dispiacerà se ora mi diverto un po’ anche io, vero?
La padellata quella volta fece più male del solito, e un Gilbert dolorante si ritrovò con suo sommo disgusto a guardare per l’ennesima volta Elizabetha, la sua amica d’infanzia, la ragazza che aveva imparato a rispettare e a cui voleva (anche se non l’avrebbe ammesso mai neanche a se stesso) un bene dell’anima, fare da servetta a quello sfigato di un austriaco, aiutandolo a scendere dall’albero e riportandogli i pantaloni, ripulendoli perfino dal terriccio che li aveva sporcati. Più guardava la ragazza balbettare scuse con una vocina dolce e zuccherosa, e più il tedesco si infuriava: quella non era lei, la Elizabetha che conosceva si esprimeva a pugni e padellate, era fiera e non abbassava mai la testa davanti a nessuno e poi diciamocelo, di modi femminili quella ragazza aveva ben poco. E allora perché doveva comportarsi come qualcosa che non era?
-credo che tu gli debba delle scuse, Gilbert- affermò la ragazza voltandosi finalmente verso di lui.
Il tedesco avrebbe voluto riversare addosso a tutti e due una cascata di insulti, invece si limitò solo ad un semplice
-Tzè, la mia magnifica persona non si abbassa a chiedere scusa a nessuno, al contrario di qualcun altro….-  pungente. Certo, non era stato volgare come al solito, ma a giudicare dalla faccia dell’ungherese aveva colpito comunque il bersaglio.
Quest’ ultima si voltò di nuovo verso l’austriaco, gli disse qualcosa sotto voce, e questo con un sorriso rivolto alla ragazza si congedò, voltandosi un’ultima volta verso l’albino prima di andarsene
-Non ti preoccupare, Beilschmidt, non parlerò ai  professori del tuo irrispettoso comportamento, non per questa volta.
-Non ho certo bisogno della tua pietà, sfigaustria.- il moro lo guardò con sufficienza, e con una scrollata di spalle se ne andò.
Erano rimasti da soli. Elizabetha guardò l’albino, che distolse subito lo sguardo. Ecco, adesso che non c’era davanti il suo principino si sarebbe messa a urlare e a insultarlo, come al solito.
-Gilbert…- il tono era insolitamente calmo. Strano, troppo strano, il ragazzo alzò lo sguardo e la guardò, aspettando che continuasse –posso sapere una volta per tutte cosa ti da fastidio di Roderich?
-Tutto.- rispose senza la minima esitazione il tedesco, a cui seguì l’espressione scocciata della ragazza.
-Tutto?? Non sai trovare una motivazione migliore? Allora illuminami, perché solo tu ( e i tuoi due amici malsani, ma loro non contano, ti assecondano e basta)lo trovi tanto irritante, quando il resto del mondo (?) lo rispetta e lo ammira? Cos’è che ti manca, la gentilezza? O forse è solo una questione di intelligenza? Roderich è una persona fantastica, eccelle nei voti, è bello e affascinante, ha dei modi di fare così raffinati ed eleganti, sa suonare divinamente il pianoforte e sembra fatto per metà di pura gentilezza, tutti dovrebbero prendere esempio da lui….
-ORA SMETTILA!
Elizabetha sobbalzò, sorpresa dalla rabbia nella risposta del ragazzo
Gilbert cercò di darsi un contegno, perché era così difficile da capire? A lui l’austriaco non dava solo sui nervi, lo odiava, lo odiava davvero. Non perché gli avesse fatto qualcosa di male, certo, figuriamoci se il signorino perbenista avrebbe mai fatto qualcosa di sconveniente, lo odiava perché era lui,tutto qui. Ogni cosa gli dava fastidio di quel ragazzo: dai modi educati, allo sguardo strafottente, da quel suo comportamento aristocratico e snob, al modo in cui suonava quel suo fottutissimo pianoforte, per non parlare di come aveva ridotto la ragazza che gli stava di fronte. Ma soprattutto odiava il modo in cui lo trattava: lo guardava come si guarda un insetto brutto e fastidioso che si vuole schiacciare, gli parlava come si parla ad un bambino stupido a cui non si deve dare troppa corda,in definitiva lo trattava come si tratta un pezzente e ne era sicuro, Gilbert era sicuro che era proprio questo quello che pensava l’austriaco di lui.
Guardò la ragazza che aveva di fronte. A che serviva dirgli quello che provava? Lei era capace di vedere solo i pregi dell’idiota e sembrava non riuscire a vedere oltre la nuvoletta rosa dove si era rifugiata, non avrebbe capito. Sbuffò sonoramente, girò i tacchi e iniziò ad allontanarsi
-Lascia stare
-E’ solo questo quello che riesci a dire? Bel motivo! Secondo me non hai neanche una parola sensata da dire contro Roderich. Sei infantile, Gilbert, sei davvero infantile… Ehi, ma mi ascolti? Torna qui!- urlò la ragazza alle sue spalle. Niente, il ragazzo non tornò indietro.
Perché doveva finire sempre così?
 
 
 
 
 
 
*No, non è che Gilbo d’un tratto è diventato un vampiro, tranquilli XD Solo che mi sono ricordata che questa è una delle conseguenze dell’albinismo, per cui chi ne è affetto può subire danni se esposto alla luce solare
 
N.d Ary
Scusate, non riesco a trattenermi quando si tratta di Prussia e Ungheria ^^
Giusto perché non mi è bastato maltrattare Austria su A Christmas Carol l’ultima parte di questo capitolo è dedicata tutta a lui <3 mi divertirò molto con te, caro mio…. *si sfrega le mani*
Il cognome (come il nome) di Seychelles non è ufficiale, ho scelto un cognome francese randomico che mi piaceva... Coooomunque, capitolo non in ritardo, non riesco a crederci! *lacrimuccia* Comunque come promesso i prossimi saranno più o meno regolari, anche perché ne ho già scritti un paio di già, e devo solo trascriverli al computer….
 
 Hullabaloos:Ahahah oddio, beh…grazie xD Natalia farebbe paura a chiunque, e Ivan in quello stato è tanto tenero (?). Felice di averti fatta divertire ^^
 
Morgana Midnightmare :Beh, se nella mia scuola ci fossero davvero degli individui così ci andrei decisamente più volentieri xD Mah, non direi fantasia… Magari film mentali, quelli sì, tanti XD Poi i miei sono più che altro giri di parole enormi per dire due cose se ci fai caso, ma sono contenta ti piaccia ^^
 
Gil_girl: O-ok, Ecco la risposta vera e propria….. Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ;_____; grazie mille davvero! Grazie grazie e grazie ancora! (Si, non sono nemmeno un po’ ripetitiva 8D) e…e… non so che dire,sono davvero contenta che ti sia piaciuta .//. Non credo che questo capitolo ti possa essere piaciuto più di tanto, visto che sprizza Prungary da tutti i pori e da quel che vedo tu preferisci la RuPru ma vabbè…
Davvero, la Spamano? ASD, sono contenta, anche perché è una delle coppie che mi diverte di più quando scrivo.Grazie ancora per aver perso tempo a leggerla, davvero >__< E sono contenta che ti abbia donato una piacevole sensazione di tranquillità xD (alò, sono meglio dell’Oki) Ok, basta, sto degenerando, la finisco qui.
 
nippon93:Mah, veramente non lo sapevo cosa ne pensavi, visto che ti avevo detto di non dirmelo se non con una recensione .___. Romanticamente squallido? Ehmmmmmm si, va bene (non ti esprimere, non ti esprimere, non ti esprimere). OOOh, e se facessimo anche noi un giorno una nottata come quella? Daaaaaaaaai dai dai dai daidaidaidaaaaai :D Comunque, non penso che tu sia arrivata nemmeno alla fine di questo capitolo, visto che la Prungary non è decisamente la tua coppia preferita… ma tanto lo sapevi che prima o poi ne avrei scritto uno del genere, no?
 
Un grazie infinito a chi legge, segue, inserisce tra preferite o ricordate, e soprattutto a chi commenta questa storia! *si inchina* Grazie davvero >___<
 
 
Next----> “Tre deviati e una videocamera”
(“Ragazzi… Questo è il nostro capolavoro” Si sentivano realizzati, quasi come avessero fatto qualcosa di eroico e leggendario) 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Chibi_