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Autore: Amanuensis    03/03/2006    34 recensioni
Un'antica legge costringe Harry e Draco a sposarsi, ma la convivenza si rivela molto più focosa del previsto...in tutti i sensi!
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<center><b>Il peggior più bel giorno della sua vita

Il peggior più bel giorno della sua vita

 

Di Amanuensis

 

Tradotta da Luciana

 

Pairing: Harry/Draco

Categorie: Humour/Parodia

Rating: R

Le fanfiction di Amanuensis sono sul suo sito Despoiling Harry

Nota della traduttrice: Ancora una volta ho avuto prova di quanto tradurre Amanuensis sia difficile ma soddisfacente…ci si ritrova a strutturare frasi così lunghe e ingarbugliate che bisogna rileggerle cento volte per ricordarsi chi era il soggetto iniziale, però una volta scovata la forma adatta il senso di soddisfazione è alle stelle! Un grazie a Lori per i suoi preziosi consigli…Lori è ormai diplomata in Giochidiparologia Avanzata :D

 

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Dobbiamo COSA?”

“Temo che i termini siano molto chiari.”

“Dobbiamo COSA?”

“Smettila di farmi da eco, Malfoy!”

“Vi prego, signor Potter, signor Malfoy, cercate di calmarvi. Il documento è molto vecchio, ma la legge è tuttora in vigore.”

“Lei DEVE star scherzando!”

Silente sospirò. “Siete voi i responsabili, miei cari giovani signori. Temo che…non abbiate scelta.”

Il ragazzo bruno e quello biondo si guardarono dai lati dell’antica pergamena sul tavolo del preside, riflettendo ognuno l’espressione inorridita dell’altro.

“Dobbiamo…SPOSARCI?”

 

***

“La legge fu creata nel dodicesimo secolo per risposta a circostanze molto particolari che voi due, sfortunatamente, avete realizzato. Draco, capisco che volessi rubarlo solo per ripicca, ma resta il fatto che il Mantello dell’Invisibilità di Harry è stato distrutto dal fuoco mentre era in tuo possesso, la qual cosa ti rende responsabile.”

“E’ stato un incidente,” rispose Malfoy imbronciato.

“Certo…non ci credo neanche per UN MINUTO!”

“Comunque. Harry, è evidente che sia stato più che fastidioso, ma è anche vero che rubare il Libro dei Malefici Familiari dal Reparto Proibito della biblioteca è stato poco saggio…”

“Soprattutto se poi la tua pronuncia dell’Antico dialetto Superiore della Magia fa schifo,” disse la figura scura appoggiata al muro proprio dietro Silente.

“La prego, professor Piton, lasci che me ne occupi io,” lo ammonì il preside.

Harry riuscì ad apparire insieme imbronciato ed impacciato. Piton aveva la stessa espressione che aveva sempre Piton.

Silente proseguì: “Intendevi colpire l’erede della casa dei Malfoy con Incubi Implacabili…ma quello che hai ottenuto è stato colpire l’erede con Sterilità Irreversibile.”

“Senilità che cosa?” disse Harry, totalmente sconvolto.

Sterile, signor Potter. Infecondo. Incapace di generare. Una maledizione davvero molto, molto seria.”

“TU…Mio padre ti UCCIDERA’, Potter!”

“A dire il vero il reato non è punibile con la morte, bensì venendo spogliati della magia.”

“SI! Oh, meglio ancora!”

“Tuttavia, la causa che ha spinto Harry a lanciare la maledizione coincide con una delle sei condizioni fissate dalla legge. Il mantello contava come eredità familiare, e la sua distruzione premeditata mitiga l’ingiustizia della maledizione di Sterilità. In questo caso la legge prevede che entrambe le famiglie restituiscano il maltolto unendosi in matrimonio al rispettivo erede della stirpe.”

“STIRPE? Io non ho nessuna stirpe! Non ho nemmeno dei GENITORI! Se volete che Malfoy sposi qualcuno, fategli sposare Dudley!”

Silente andò avanti come se non avesse fiatato. “In questo modo gli eredi di entrambe le casate saranno colpiti dalla maledizione, dal momento che nessuno potrà riprodursi se uno dei partner è sterile.

Effettivamente questo fece sì che tanti maghi smettessero di usare quella particolare arma contro stirpi rivali. Finora, a quanto pare,” concluse severamente.

“Ma noi siamo…”

“Non possiamo…”

“Nessuno di noi è…”

“…una RAGAZZA!” urlarono insieme nello stesso momento.

“Già. Beh, temo che questo non cambi le cose.”

“COSA?!”

“La legge non contiene clausole riguardo al genere. Dato che la progenie non era più in questione, non c’era bisogno di prendere in considerazione la cosa.”

“NON LO FARO’!” gridò Harry. “E’ stato LUI ad iniziare. Perché dovrei essere costretto a…sposare…” disse con lo stesso tono con cui molti avrebbero detto sbudellare “quel viscido imbecille che ha cominciato?”

“Oh, finiscila, Potter,” intervenne Piton, “avete iniziato entrambi, sei anni fa, e non siete mai riusciti a finirla, sbaglio? Non siete mai riusciti a lasciar stare. Direi che uno merita l’altro.”

“Ma lui è un…un…” E Harry stupì tutti i presenti con la scelta di parole: “…un Serpeverde!”

Piton torse la bocca.

“OH, e suppongo che i nobili costumi dei Grifondoro includano lanciare maledizioni familiari ogni giorno, GIUSTO?” grugnì Draco. “Mi pare che tu non abbia alcun motivo per essere tronfio, Potter!”

“QUESTO lo chiami essere tronfio? QUESTO? Questa non è superbia, è nausea! Se questo non è un complotto dei Serpeverde per ficcare me nella più rivoltante situazione immaginabile…”

“TE? Io sono un Malfoy, per l’amor di dio! Ricco sfondato, con un nome e una reputazione da far paura, peraltro terribilmente stupendo, come osi fingere di essere disgustato al pensiero? SONO IO quello che dovrebbe essere disgustato all’idea di un matrimonio con un miope senza nome la cui unica distinzione è che è riuscito a sopravvivere per tutti questi anni, ti pare eccitante?”

Harry sorrise beffardamente. (Tutti notarono che il sorrisetto appariva spaventosamente naturale su di lui.) “Almeno, Malfoy, chiunque mi prenda saprà che mantengo la parola. Ti avevo detto che te l’avrei fatto rimpiangere, e pare che ci sia maledettamente riuscito! Eccoti il tuo orgoglio Grifondoro, , Malfoy!” Prima che Draco potesse ribattere, Harry continuò: “E sono MOLTO meglio di quanto potrai mai essere tu come premio di matrimonio! Non devi preoccuparti per la maledizione di sterilità, erezione ambulante: è un miracolo che non sia stato steso da un CENTINAIO di cause di paternità!”

“Che squallida bugia! Sono assolutamente discreto!”

“E questo cosa significa, che nel tuo letto non ce n’è mai più di uno per sesso?”

“Almeno saprò cosa FARE durante la prima notte di nozze, VERGINELLO!”

“Questo è COSI’ ingiusto! Non lo sono affatto!”

“Detesto dovertelo dire, Potter, ma fantasticare su di me mentre ti fai una sega NON equivale a fare con un’altra persona, non importa quanto io fossi bravo!”

“Dovrò chiedere ad entrambi di smettere di sputare sulla mia SCRIVANIA!” urlò Silente, chiaramente sul punto di scoppiare. “O accettate che questo è il vostro destino…”

“…e decidete quale dei due sarà la sposa…”

“SILENZIO, Piton!” gridarono insieme i ragazzi – e Silente con loro –

“…oppure verrete entrambi privati della magia, costretti a vivere una vita da – mi perdonerete la parola – Magonò nel mondo della magia. Così stanno le cose.”

Entrambi i ragazzi rimasero immobili respirando pesantemente, guardandolo in cagnesco, l’aria nella stanza che crepitava solo per l’intensità del loro odio, e Silente formulò un silenzioso ringraziamento per aver pensato di far consegnare al signor Potter e al signor Malfoy le loro bacchette prima che varcassero la porta.

Bene,” scattò Draco. “Benissimo. Parli di onore Grifondoro, Potter…bene, ti mostrerò l’onore Malfoy. Lo…lo FARO’. Farò quello che la mia integrità…”

“Integrità le mie palle…”

“…mi dice di fare. Nonostante sia nauseato oltre ogni fibra del mio essere.”

“Ed ecco un nove dal giudice di Durmstrang! Oh, bravo, Malfoy. Cos’hai in programma per il bis, Amleto?”

“No, Potter, UCCIDERTI!”

“Provaci, piccola checca! Se ci tieni tanto all’onore della tua famiglia, mettitelo TU il vestito!”

“Non ESISTE che indossi un abito bianco, idiota!”

“Oh, ma chi ha parlato di BIANCO, puttana?!”

AAAHHHH! urlò Draco, lanciandosi sulla scrivania verso Harry.

“Signor Malfoy! Signor Potter, per favore!” gridò Silente, mentre Piton si tirò al riparo. “Non nel mio…NO! ATTENTI A FANNY!”

“Sarebbe meglio per loro…avranno bisogno di lei dopo tutto ciò…!” mormorò Piton dal retro del Pensatoio, trasalendo al suono di ossa su ossa.

*****

 

Alla fine nessuno dei ragazzi dovette indossare un abito, bianco o colorato che fosse. E a prescindere dal bianco, non indossarono neanche un completo o altro. Vestiti bianchi, mantelli bianchi su completi neri e smoking bianchi sarebbero sembrati tutti dei compromessi ed erano stati violentemente rifiutati da Harry e Draco.

Entrambi vestirono di nero per adattarsi all’umore.

Il matrimonio ebbe luogo al Maniero Malfoy. Su quello non ci fu da discutere: l’erede dei Malfoy non aveva scelta, e le preferenze di Harry sulla location del Giorno del Giudizio erano inferiori allo zero. Fu incoraggiato ad invitare chiunque volesse, il che vuol dire che dovette obbligare ogni suo amico a stare lontano, se aveva cara la pelle, ma Hermione insisté che non poteva lasciare che tutti gli invitati dei Malfoy pensassero che fosse insignificante, e peggio, non poteva far credere a Draco di avere paura. Le disse che andava bene, che ne sarebbe uscita viva.

E fu così che si ritrovò a dire “Immagino di esserci costretto, no?” davanti a gran parte della casa di Grifondoro, il corpo insegnanti di Hogwarts e altri duecento tra parenti e amici dei Malfoy.

Silente – che era stato scelto per dirigere la cerimonia con la motivazione che se era stato capace di farli arrivare a tal punto sarebbe dovuto essere responsabile dell’intero affare, dannazione – ebbe delle difficoltà con la conclusione tradizionale del rito: “Possa l’unione di questi due maghi essere duratura…cioè, ecco, tollerabile…e gioiosa…che almeno non finisca in omicidio…e benedetta dal dono di ered…oh, al diavolo. Puoi bacia…” S’interruppe di scatto e si passò una mano sugli occhi. “Sono un uomo anziano e non dovrei avere a che fare con queste cose. Vi dichiaro sposati.”

Lucius Malfoy passò tutto il ricevimento a bere per soffocare il proprio stupore, continuando a mormorare “Il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto. Non la Ragazza, no, non sarebbe potuta essere la Ragazza, vero? Il Ragazzo. Che Dio ci assista tutti…”

Narcissa Malfoy, dal canto suo, era l’incarnazione della cortesia. Dava il benvenuto a tutti con incredibile grazia, acconsentì a non mettere niente in cima alla torta a parte rose di glassa, e disse a Harry che era molto bello con quei vestiti. Il ragazzo riuscì perfino a ringraziarla per essere stata così gentile riguardo a tutto quanto.

E fu allora che lei rovinò tutto dicendo “Ma figurati, Harry. Sei nostro genero, adesso.”

Il contingente Serpeverde degli studenti di Hogwarts fu anch’esso stranamente tranquillo. Draco aveva riferito a tutti che Tiger e Goyle avevano ordine di perpetrare orrori impronunciabili sulla prima persona che avessero udito spiattellare battute su qualsiasi cosa remotamente connessa a matrimoni, sesso, camere da letto, bambini, lune di miele, tranquillità domestica, violenza domestica, maledizioni familiari, riunioni familiari durante le vacanze, famiglie in generale, o che avesse usato le posate per esibire gesti non proprio relativi al consumo di cibo.

Di recente Tiger e Goyle erano diventati maestri dell’incantesimo Sparticulus Permanentus, per il quale non esisteva controincantesimo, di conseguenza fu un gruppo notevolmente educato.

Le cerimonie di nozze dei maghi e dei Babbani non coincidevano in tutti i punti. Harry e Draco non dovettero ballare insieme, o imboccarsi con pezzi di torta.

Il che fu positivo, nonostante entrambi morissero dalla voglia di buttarne un po’ in faccia all’altro. La questione del bicchiere di vino fu presto risolta: per quello non c’era neanche bisogno che si trovassero nella stessa stanza. L’unica discussione riguardò chi dei due avrebbe dovuto bere per primo, dato che nessuno dei due confidava che l’altro avrebbe resistito a sputarci dentro in segreto, o addirittura apertamente. Finalmente Sirius minacciò di mordere il suo figlioccio se non si fosse comportato bene, e utilizzò un incantesimo di pulizia sul calice quando toccò a Harry, per amore del quieto vivere.

La battaglia più infuocata che minacciò di esplodere riguardò il bouquet.

Hermione continuava ad insistere dicendo che ignorare la tradizione avrebbe portato sfortuna (Harry capì perfettamente perché insistesse tanto, dal modo in cui continuava a fissare Ron), e un nutrito contingente di invitati sembrò presto appoggiarla.

Né Harry né Draco intendevano cedere su questo punto: se proprio uno dei due l’avesse lanciato, sarebbe stato per farlo finire dritto nella gola del proprio sposo. Proprio prima che avesse luogo il quarto set di pugilato tra i due (e, probabilmente, prima del quarto impiego dell’Oculus Reparo), Piton pose fine alla questione buttando il bouquet giù dal tavolo e lasciando la stanza blaterando qualcosa su come avrebbe potuto usare sia i petali di Rosa Purple Dragon che l’alito di bebé la prossima volta che avesse avuto bisogno dell’Elisir di Morte Per Cioccolato. Lupin non aspettò che passassero tre secondi prima di alzarsi e rincorrerlo.

Quando George si avvicinò a Narcissa Malfoy e chiese quando sarebbe iniziato il karaoke (Narcissa parve terribilmente afflitta, provando che esistevano tinte al di là del pallido), Harry decise che non avrebbe sopportato un altro minuto di quella farsa.

Sfortunatamente ciò voleva dire che c’era un solo posto dove andare.

Ed era previsto che ci andasse anche Draco.

 

*****

 

“A me il letto.”

“A me il letto.”

“A me. Non intendo dormire su quella specie di minuscolo mezzodivano.”

“Si chiama sofà, cretino analfabeta.”

Harry lo guardò storto. “Sai una cosa? Va bene. Starò sul divano. E’ troppo piccolo perché ci siano possibilità che ti ci infili dentro, cosa che invece rischierei accadesse se io scegliessi il letto!”

“CHE COSA hai detto?”

“Mi hai sentito, Malfoy, mi sveglierei con la tua faccia tra le gambe prima ancora di avere il tempo di fare il mio sogno standard in cui ti strozzo!”

“Non posso crederci! Credi che potrei desiderare TE?”

“Oh, non ci provare. Sono ancora convinto che sia tutta opera tua! Dove l’avrebbe preso quel documento Silente, eh? L’hai fatto scivolare sotto la sua porta quando ti sei svegliato dalla maledizione, non è così, Malfoy?”

“IO? Credi che l’abbia fatto per arrivare a TE?”

“Io direi per prendermi.”

“Oh, questo è troppo. Non ti vorrei neanche se fossi ricoperto di miele e io fossi un formicaio!”

“Ho sempre pensato che avessi fantasie bizzarre, pervertito! Per quella lì mi leghi col pensiero o cosa?”

“NON HO FANTASIE SU DI TE!”

“No, ma sei riuscito ad avermi nella tua STANZA DA LETTO, vero, Malfoy? Mi fai schifo.”

Draco afferrò Harry per le braccia e lo inchiodò al muro. “NON SONO STATO IO A PIANIFICARE TUTTO QUESTO, COGLIONE! Non ti voglio! Non ti ho mai voluto! Sei uno stupido piccolo idiota lo-prendo-nel-culo che non riconoscerebbe il sesso nemmeno se gli corresse incontro ricoperto di fragole e panna, e NO, NON è una mia fantasia su di te, principessino!”

“Solo perché a differenza di TE non mi sono scopato qualunque cosa si muova a Hogwarts…”

“E QUESTO cosa vorrebbe dire?”

“Vuol dire che l’ultima cosa che ho sentito è che Mrs Purr e il Cappello Parlante erano sulle spine perché erano gli ultimi RIMASTI!”

“Non proprio. Non ho mai avuto TE, giusto? Non inventare scuse, Potter, non avresti idea di cosa FARE con me, se mi avessi!”

“Col CAZZO che non avrei idea!”

L’espressione di Draco si tramutò in un sorrisetto crudele e soddisfatto. “Oh, eccoci al punto! Harry Potter, l’orgoglio di Grifondoro, sta cercando di nascondere il fatto che è bravo solo coi manici di scopa e le bacchette, e CE N’E’ di simboli fallici, viste le cose!”

“BASTA!”

Harry si divincolò dalla stretta di Draco e lo strattonò più forte che poté.

Draco finì per terra, il cranio salvato da una seria commozione cerebrale da uno spesso tappeto persiano – ma si udì comunque un chiaro tud quando lo colpì – con Harry sopra di sé. “Se MAI ti volessi, una volta finito non ti rimarrebbe una sola cellula cerebrale funzionante!”

“Levati di dosso, Potter!”

“Se avessi il più remoto interesse nei tuoi confronti, staresti gemendo il mio nome così forte che ti sentirebbero da sopra al karaoke!”

“NON C’E’ STATO ALCUN KARAOKE, IMBECILLE CONTADINO!”

“BENE! ALLORA TI SENTIRANNO DI SICURO!”

Harry mise la bocca su quella di Draco come se stesse cercando di soffocare il biondo con le labbra e diventare vedovo in tempo record. Draco produsse un suono pieno di panico pensando probabilmente la stessa cosa: “MMMMMMFFFFFFFFFF!”

Aprì la bocca per mordere, e Harry spinse immediatamente la lingua così in fondo alla gola di Draco che questi si strozzò, e chiudere la bocca in qualsiasi modo fu completamente fuori discussione. Gorgogliò infuriato e scioccato e sembrò essere sul punto di vomitare.

Quando Harry allontanò la testa dalla bocca di Draco, l’istinto gli suggerì di portarsi fuori dalla sua portata, una buona idea, perché appena fu libero Draco si buttò in avanti e i suoi denti si chiusero a scatto proprio davanti al naso di Harry, sbattendo così forte che avrebbe potuto distruggersi un molare.

“Se ci provi di nuovo…!”

Ancora quel ghigno che sembrava tanto naturale su Potter. “Paura, Malfoy?”

“Ti pia…” Si fermò prima di finire. “Morirai! Non m’importa se dovremo seppellirti nel mausoleo dei Malfoy, sarà un prezzo basso da pagare!”

“Se devo morire…” Harry spinse di nuovo le spalle di Draco contro il tappeto, un altro tud quando la sua testa lo colpì – “allora NON INTENDO morire vergine!”

“CAZZO, LO SAPEVO CHE…MMF!”

Draco, le labbra così serrate tra i propri denti e quelli di Harry che sembrava fossero state spappolate, abbandonò all’istante ogni proposito di mordere e tirò un calcio. Non sapeva cosa avesse colpito (ma a giudicare dagli eventi

Che seguirono non si trattò dell’inguine), ma ottenne un suono di dolore da Harry, che allentò la presa sulle sue spalle. Draco approfittò del momento per tirare su le braccia e strattonare Harry all’indietro togliendoselo di dosso.

Sputò. “Insomma DOPOTUTTO ti sei preservato per me, Potter!” grugnì alzandosi in piedi. “Oh, questa MI PIACE! Dovrei offrirti in sacrificio a qualche demone, proprio qui in mezzo al letto! E a dire la verità, credo che lo farò. Il demone si chiama Draco Malfoy, e l’unica arma che mi serve è l’unica con cui sono NATO!”

Harry si pulì con le nocche il sangue sul labbro e si alzò con una furia predatrice sul volto, i capelli neri incasinati e sparati in ogni direzione, le dita curvate come artigli. Draco dovette ammettere che somigliava molto ad ogni fantasia vampiresca che avesse mai avuto. “Ti userò fino a rompermi, piccolo bastardo arrogante!” disse Harry.

“Vorrei proprio vederti PROVARCI!”

Harry scattò.

Draco si era preparato. Harry gli si spinse addosso ancora una volta con le unghie ad artiglio sulle sue braccia e Draco si girò, così che lo slancio li trascinò all’indietro fino al letto, come voleva Harry, ma vi atterrarono fianco a fianco, entrambi gridando come esperti di kung fu e cercando di spaventare l’altro inducendolo ad arrendersi.

Draco rotolò su Harry, ed Harry, le dita affondate nelle braccia del biondo, sfruttò l’inerzia per rotolare di nuovo, quindi Draco spinse Harry un’altra volta e, terminata all’improvviso la superficie del letto, entrambi cascarono sul pavimento con un urlo, e Harry fu sopra Draco all’istante, ma Draco non aveva intenzione di cedere e spinse Harry, e la cosa continuò come se stessero precipitando da una pendenza di ottanta gradi fino a quando Harry gridò “Smettila di cercare di salirmi sopra, dannazione!”

“Cos…NO! PRIMA TU!”

“Oh, non ci provare, piccolo PASSIVO!”

“IO sarei il passivo? IO sarei il passivo?!”

“HAI FOTTUTAMENTE RAGIONE, LO SEI!” gridò Harry, una mano sulla gola di Draco, l’altra che cercava di aprirgli la zip dei pantaloni. “Ti scoperò per tutta la settimana e impazzirai aspettando che ti catturi di nuovo così potrai supplicarmi di farlo ANCORA!”

“Col CAVOLO!” Draco si gettò immediatamente sulla cerniera di Harry. “Ti aprirò come una scatoletta di TONNO!”

Tirò giù con violenza i pantaloni di Harry. In quel momento le loro azioni si accordavano alle intenzioni di entrambi, così che la momentanea collaborazione li lasciò alquanto sconcertati non appena furono in parte svestiti. Quindi Harry fece di nuovo pressione sulla gola di Draco e gli piantò un ginocchio tra le gambe, cercando di fargliele aprire. Draco reagì con un pugno che fece cadere gli occhiali di Harry e afferrò una manciata dei suoi capelli, al che Harry cadde all’indietro con un urlo.

“VEDREMO chi è il passivo!” lo schernì Draco arrampicandosi a stento su di lui e aprendogli a forza la camicia. I bottoncini lo aiutarono, poiché non c’era bisogno di sbottonarli uno ad uno. Al momento Harry aveva ben poco potere, così poté semplicemente ricambiare facendo la stessa cosa a Draco.

“Aspetta che dica a tutti che Harry Potter era vergine la sua NOTTE DI NOZZE! E che mi ha pregato di essere GENTILE con lui!” ridacchiò Draco, suonando completamente pazzo a questo punto, mentre tirava il collo della camicia di Harry dal retro, abbassandolo sulle braccia del ragazzo abbastanza da costringerle in una strana stretta all’altezza dei gomiti. Fra quello e il pugno di capelli che sembrava sul punto di strappare, Harry si ritrovò improvvisamente disperatamente alle strette.

Spinse il viso verso Draco. “Trattami male.”

Draco lo fissò. “Cosa?”

Harry si leccò le labbra. “Non essere gentile. Voglio che sia rude. Usami come uno straccio, Draco.”

Un ghigno si fece strada sul volto di Draco mentre allentò la presa sui capelli di Harry…

…e Harry gli urtò la fronte con la propria gridando, spingendo Draco all’indietro e facendo sì che mollasse anche la presa sulle maniche della camicia di Harry mentre questi gli si lanciò addosso. “AH! Ci sei CASCATO, vero, imbecille?”

Il dolore alla fronte fu quasi accecante, ma Draco non si arrese. Lottò per divincolarsi da sotto Harry, riprese il comando, torcendosi, colpendo ripetutamente qualsiasi parte del suo rivale gli capitasse a tiro, e Harry fece lo stesso, entrambi combattendo e mordendo e strillando e cercando con decisione di essere colui che avrebbe stuprato l’altro fino alla luce del giorno.

Tutti e due iniziarono a sviluppare un grave caso di ustione da sfregatura.

“Che Dio…ti…maledica…Draco,” stridette Harry oltre il blocco del braccio che l’altro gli teneva sulla gola, “per tutto ciò che è…sacro…” riuscì infine a sbarazzarsene “Sarai la mia puttana prima che la notte sia a metà!”

“Tu sei la mia puttana dal giorno in cui ti ho incontrato, Potter! Non cercare di cambiare le cose ADESSO!”

I due erano in ginocchio, uno di fronte all’altro, le mani sollevate in anticipo per il prossimo balzo, ansimando.

“Arrenditi adesso e posso ancora essere buono con te,” disse Draco con lo stesso sorrisino folle sul viso.

“Oh, sarà COMUNQUE bello per te, Malfoy. Ti scoperò così forte che ti sarò dentro e continuerai a chiedermi di più.”

“Sai che cosa ti fermerà?” disse Draco, il viso mosso da un’improvvisa ispirazione. “Piangerò. Se proverai a mettermi dentro quel tuo fantoccino di carne…”

“Cazzo, ti sei appena LECCATO LE LABBRA, troia!”

“…PIANGERO’. Singhiozzerò ‘No, Harry, ti prego non farlo!’ e ti si ammoscerà così in fretta che penserai che ti abbia preso a calci nelle palle! Allora vedremo qual è quello attivo!”

Il ghigno che si fece strada sulla bocca di Harry fu tale da far trasalire persino Draco. “Non l’hai mai saputo, vero?... Non te l’hanno mai detto cosa successe la prima sera a Hogwarts. Il Cappello Parlante cercò di smistarmi a Serpeverde, Malfoy.”

Te?

“Esatto. Credi che non sia abbastanza crudele per quella sfida? Te lo prometto, Malfoy, quando inizierai a piangere non ti farò più smettere.”

“Cazzone. Non ci credo neanche per un attimo. Puzzi di Grifondoro così tanto che potresti anche avere addosso il sospensorio usato di Godric.”

“Allora stenditi e inizia a piagnucolare, Malfoy. Vediamo.”

“Oh, no. Se sarò sotto di te sarà solo perché mi hai sopraffatto, Potter. Ciò NON farà di me la tua puttana!”

“Lo stesso vale per ME.”

Si guardarono, ancora in posizione per attaccare, ancora respirando affannosamente.

“Va bene.” Gli occhi di Draco si assottigliarono mentre sorrise. “Ho capito. C’è un tubetto di lubrificante nel primo cassetto del comodino, Potter. Il primo di noi che supplica l’altro di prenderlo E’ il passivo!”

Harry fece un’espressione da maniaco. “PRONTO?”

Grugnendo e graffiandosi come tigri, si saltarono addosso nello stesso momento.

 

*****

 

“Aaaaaaghhhh…avanti, Malfoy, dillo!”

Maiiiii…

“Sono PER DUE TERZI dentro di te, Draco, mi sto facendo male, porca puttana! Dillo!!”

“MAIIIIIIIIII…!”

 

*****

 

“Oh dio, perché non me l’hai lasciato fare per primo?”

“Sta zitto e continua a succhiare! Oh mio dio, proprio !”

 

*****

 

“Mi hai MORSO!”

“Ti è PIACIUTO!”

“Non è questo il PUNTO, STREGA!”

 

*****

 

“Oh, dio…”

“Esatto, Harry…”

“Oh, dio…!”

“Ammettilo, Harry, il mio è più grosso.”

“Ti servono i MIEI occhiali, testa di cavolo…oh, non ti fermare…”

 

*****

 

“Ho detto che potevi venire? Okay, porta qui la mia cinta!...Con i DENTI, dannazione…Ti ho detto che potevi ALZARTI? In GINOCCHIO!...Adesso GIRATI!”

“Oh, dio, sì! Sono stato un cercatore cattivo, …”

 

*****

 

“Dì il mio nome, puttana! Dì il mio nome!”

“Potter, non ricordo più nemmeno il mio, di nome. Oh, porca miseria, fallo di nuovo…!”

 

*****

 

“Okay, okay, Harry, hai vinto. Ti prego. Sono io la puttana. Lo ammetto, lo sono. Ti prego fermati, ti supplico!”

“Col cavolo! Mi hai preso sei volte e io solo quattro. TI FACCIO VEDERE IO CHI E’ LA PUTTANA! Te ne mancano TRE!”

“OhdiomisericordiosouccidimiADESSO!”

“Taci e baciami, civetta!”

 

*****

 

Narcissa, mordendosi il labbro, tirò fuori la bacchetta e usò un incantesimo di sobrietà su suo marito, che aveva la testa tra le mani e cercava di ignorare i suoni soffocati che scendevano dal soffitto. Lucius sbatté le palpebre mentre l’alcol evaporò dal suo circolo sanguigno.

Sua moglie si inginocchiò davanti a lui, gli strinse le mani e lo baciò intensamente sulla bocca. “Sono…alquanto stimolanti, vero?” sospirò.

Lui la fissò.

Quindi corsero verso la stanza da letto.

 

*****

 

Il mattino dopo, fuori dalla stanza dell’erede dei Malfoy, gli elfi domestici organizzarono un torneo a doppia eliminazione di sasso, carta e forbice per stabilire chi avrebbe dovuto entrare e portare la colazione agli sposini.

 

*****

 

“Oh, mio dio.”

“Mmf…Potter?”

“Oh, mio dio. Guarda la stanza…Il vaso era un cimelio di famiglia?”

“No, era un pezzo di spazzatura da quattro soldi che mia madre ha avuto dai Lestrange.”

“E lo specchio?”

“Fanculo lo specchio. Siamo sposati per tutta la vita, sette anni di sfortuna non sono niente.”

“E quella specie di grossa teiera cinese?”

ABBIAMO ROTTO IL SAMOVAR?! Oh, CAZZO, il poltergeist sarà uscito!”

“Draco, un poltergeist non riuscirebbe a fare la META’ dei danni che abbiamo fatto stanotte. Oh mio dio…!”

“Hai ragione. Al diavolo.” Afferrò il mento di Harry e lo baciò forte.

Harry ricambiò il bacio.

Quando si fermarono non fecero che fissarsi. Il silenzio si fece goffo.

“Senti, Malfoy…” iniziò Harry.

Draco scosse il capo. “Dovrai smetterla di chiamarmi così, lo sai,” disse, baciandolo nuovamente. “Adesso è anche il tuo nome.”

Harry si tirò indietro. “Col CAZZO che lo è!”

Draco aggrottò le sopracciglia e lo guardò male. “Credi che mi chiamerò Draco Potter? Non ESISTE proprio!”

“IO…NON SONO…UN MALFOY!

“Ah SI? Quando ANCHE il poltergeist ti palperà il sedere, allora vedrai!”

“Non sarà niente di NUOVO dopo stanotte! Usa la LINGUA come TE?”

“Fossi in te starei ZITTO! Quand’è che hai cominciato a desiderare quella dieta ad alto tasso di proteine al sapore di me, Harry Malfoy?”

“ORA BASTA!”

Gli ultimi due elfi rimasti dietro la porta, coi pugni pronti a sferrare la manche decisiva di sasso, carta e forbice, scapparono terrorizzati quando qualcosa urtò contro l’interno della porta, accompagnato da inconfondibili urla di rabbia.

Che due minuti dopo erano inconfondibili gemiti di piacere.

 

*****

 

Fu presto stabilito che niente di fragile fosse più posto nella suite dell’erede. Almeno finché l’erede e il suo sposo erano vivi.

Anche se, persino dopo il loro quinto anniversario di matrimonio, i rumori di oggetti pesanti scaraventati sulle pareti durante la notte preannunciavano che ci sarebbero stati due sorrisi molto soddisfatti ai lati del lungo tavolo della colazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fine

 

 

 

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