23. Do you really love her?
http://www.youtube.com/watch?v=waXo-x1IHio
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Buongiorno. – Adoravo la sua voce impastata dal sonno, roca, fragile.. come se
appartenesse a un bambino bisognoso di coccole.
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Mm.. Buongiorno.. – Dissi anche io e lui per un momento sorrise poi tornò ad
essere cupo e visibilmente ferito, come da cinque giorni a quella
parte.
La
scoperta di Katherine tornata a Mystic Falls per suo fratello l’aveva a dir poco
annientato, erano giorni che non mi guardava con desiderio, giorni che non mi
chiamava “regina”, giorni che non mi baciava o mi
accarezzava.
La
situazione stava cominciando a pesarmi.. possibile che non capisse che non c’era
niente che poteva fare? Katherine non lo amava, probabilmente non lo aveva mai
fatto e per quanto la sua relazione con il fratello potesse infastidire anche me
dovevamo passare avanti. Ero sua, lui aveva me.. perché non poteva semplicemente
essere felice?
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Vado a lavarmi, poi vado a mangiare qualcosa. – Mi disse e io intuii che avrebbe
nuovamente morso qualche giovane concittadina per poi lasciarla priva di memoria
e agonizzante nei boschi vicino alla città. Una volta avevo provato a
dissuaderlo, ad arrabbiarmi con lui.. ma mi aveva detto che almeno si limitava a
bere un po’ e a non ucciderle totalmente.
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Va bene, almeno stasera torni? – Sbuffai, ormai passava quasi tutte le notti
fuori casa e tornava all’alba, piangendo ubriaco.
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Non lo so, c’è qualche film sul tavolo del salotto. Divertiti, non fare
cazzate-
Mi
disse, scomparendo e inchiavandosi dentro il bagno. Cos’è, adesso aveva anche
paura che lo spiassi mentre era nudo sotto la doccia? Ero stata tollerante con
lui.. l’avevo confortato, lasciato in pace quando me l’aveva chiesto,
abbracciato quando piangeva, curato e coccolato. Ma per quanto sarebbe andata
avanti quella situazione? Decisi di intervenire, pur sapendo a cosa andavo in
contro. Se solo mi avesse scoperta mi avrebbe uccisa.
Mi
vestii di corsa, senza farmi vedere, sistemai le coperte come se fossi ancora
dentro il letto e scesi in garage, presi la vecchia moto che lui non utilizzava
mai, uscii dal vialetto in silenzio e mi posteggiai all’angolo pronto a seguirlo
ovunque sarebbe andato.
Poco
dopo uscì e montò sulla sua Porsche, diretto in città. Misi il casco integrale e
lo seguii a distanza, finché non si posteggiò davanti la sua vecchia casa.
Quella dove adesso abitavano Stefan e Katherine, scese dall’auto nascondendosi
tra gli alberi ed estrasse una bottiglia di Jack Daniels dal cofano dell’auto.
Iniziò a bere, seduto su un vecchio tronco, e ad ascoltare le conversazioni
all’interno della casa. Improvvisamente sentii il bisogno di andare da lui, al
diavolo le conseguenze, al diavolo i suoi complessi.
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Damon. – Lo chiamai e lui sobbalzò guardandomi sconvolto.
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Che cazzo ci fai tu qua? – Mi chiese con voce aspra e acida.. era
arrabbiato.
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Io.. volevo sapere dove andavi.. mi lasci tutto il giorno da sola e torni
distrutto.. non volevo farti arrabbiare.. – Mi giustificai come una
bambina.
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Non dovevi uscire di casa Elena, per nessun motivo.. e se ti vede qualcuno? e se
ti facessi del male? Non dovevi farlo, porca puttana, non dovevi vedermi qui,
così.. andiamo a casa forza. – Si alzò tirandomi per il braccio verso la
macchina, iniziò a stringere forte e io iniziai a
divincolarmi.
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Basta lasciami Damon mi fai male.. DAMON! – Urlai e lui mi tappò la
bocca.
Mi
nascose dietro un albero schiacciando la mia schiena sul suo
petto.
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Zitta. – Mi intimò a voce bassissima.. vidi delle strane ombre passarci accanto,
nascondersi tra e sopra gli alberi.. poi fermarsi davanti a
noi.
Spalancai
la bocca, rimanendo stretta a Damon, mi sembrava di aver davanti uno
specchio.
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Sapete che è cattiva educazione spiare la gente? – La mia sosia parlò rivelando
una voce molto simile alla mia. Era lei Katherine? Vestita in pelle, capelli a
boccoli, sguardo da gatta morta, unghie lunghe laccate di
nero.
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Ciao Stefan. – Salutai e lui mi fece a malapena un segno, abbracciando Katherine
da dietro proprio come Damon stringeva me.
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Vedi fratellino? Alla fine ognuno di noi ha avuto la sua Katherine. – Disse
Damon, sorridendo ubriaco. Io mi sentii offesa e maltrattata, lui stava con me
solo perché pensava che io fossi Katherine? Che la potessi
rimpiazzare?
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Si Damon, ma io ho l’originale. – La baciò sul collo ridendo
diabolicamente.
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Io non sono Katherine. – Dissi a bassa voce, scostandomi da Damon infastidita e
lui mi guardò severo, riavvicinandomi.
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Oh.. certo che non lo sei.. tu non sarai mai come me, Damon non ti amerà mai
come ha amato me. Lui ama ancora me piccola Elena, fattene una ragione. – Mi
disse Katherine, parlandomi per la prima volta.. un istinto omicida mi assalì in
pieno, avrei tanto voluto strapparle quei boccoli finti e quelle unghie rifatte.
Infima puttana manipolatrice e bugiarda.
Stesi
zitta sperando che Damon intervenisse al posto mio ma non lo fece, quindi
iniziai a piangere. Stefan mi guardò divertito mentre Damon strinse le sua
braccia ancora di più attorno alla mia pancia.
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Io sto bene con Elena. – Disse ad un tratto, rompendo le risatine dei due
vampiri di fronte a me, smisi di piangere per un secondo.
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Si ma è Katherine quella che hai sempre voluto. Altrimenti non saresti qui a
spiarla adesso.. – Lo corresse Stefan e Damon lo guardò con aria di sfida, stava
iniziando ad arrabbiarsi.
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Sai bene che non puoi fare nulla contro di me, sei debole fratellino.
–
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Non più, Damon.. grazie a Katherine ho riscoperto le gioie e gli incredibili
vantaggi del sangue umano, a proposito.. ne vuoi un po’? – Chiese porgendogli
una sacca probabilmente proveniente dal Mystic Falls Hospital.
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Grazie ma ho già mangiato, puoi ficcartela su per il culo. – Rispose
Damon.
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Sarà meglio che voi andiate adesso, io e Katherine non possiamo intrattenerci
oltre.. siete pregati di non invadere più il nostro territorio.. oppure..
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Oppure cosa? ucciderai il sangue del tuo sangue? – Chiese
furibondo.
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Potrei anche farlo.. o potrei uccidere la tua copia mal riuscita della mia
donna.. o forse potremmo uccidervi entrambi. Vi conviene non scoprirlo.
–
Detto
questo sparirono e Damon mi trascinò in macchina, diretto verso casa, furibondo
e fuori di sé.