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Autore: Deirdre_Alton    14/06/2011    2 recensioni
C'è un piccolo ragno di nome Agravain che tesse la propria tela, nella sua trama saranno in molti a cadere. Sarà l'imprevisto però a far crollare il suo mondo.
C'è un'altra tela, grande, immensa, tessuta da Dio e dalla Dea. Questa trama si espande, oltre il mare, chi ne rimarrà impigliato?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agravaine, Gawain, Mordred, Morgana, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a chi ha letto il primo capitolo *_*, il secondo è deliberatamente ispirato (ovvero c'è un riferimento alla sua storia) a "Poison - A portrait of Sir Lucan" di SakiJune, sperando che l'autrice non si offenda *si genuflette davanti a lei*


Capitolo 2

Gawain mi donò uno dei suoi sguardi intensi, alzò un sopracciglio «Buon giorno Mordred, entri o te ne vai?», avevo voglia di andarmene ma non sarei certo morto sedendomi a fare colazione con lui.
Non lo odiavo, lo invidiavo e basta.
E lo credevo uno stupido.
Uno stupido idiota.
Entrai senza dire nulla, mi sedetti al suo fianco e incominciai a sbocconcellare del pane, lui seguiva ogni mia mossa, «svegliato con la luna storta Mordred?», quasi mi strozzai. Lui allungò un braccio e mi diede dei lievi colpi sulla schiena con fare fraterno.
Scossi la testa, bevvi un poco di vino. Quando riuscii a respirare normalmente gli dissi «Sembri triste Gawain, qualche pena d'amore ti affligge?» volevo suonare ironico ma mi uscii una voce penosa.
Lui trattene il respiro, sembrava quasi che volesse parlarmi. Confidarsi con me? Lui? Avrebbe trovato un pessimo confessore, però ero stato io a lanciare il sasso, non potevo ritirare la mano, era troppo tardi.
Sentii una mano sulla mia coscia.
Cercai di non guardare in basso.
Quella dannata mano incominciò a salire verso il mio inguine, mi mossi sulla sedia, accavallai le gambe in modo da poterla bloccare in una stretta. Ci riuscii.
Gawain non commentò le mie contorsioni sulla sedia, appoggiò le mani sul tavolo, fissando il piatto vuoto davanti a se.
«Parlerei volentieri con te Mordred, non lo facciamo da troppo tempo. Ma preferirei che fossimo soli», mi guardò, era così serio.
«Perchè non ora!» la mano tra le mie gambe si mosse insidiosa, doveva essermi salito il sangue al viso, Gawain mi indicò «Non siamo soli, credo che tu ti sia accorto da un pezzo che Agravain è sotto il tavolo.»
Lasciai andare la mano, Agravain uscì da sotto il tavolo ridendo, si inchinò cerimonioso a noi due mentre Gawain si alzava e mi dava appuntamento per il pomeriggio, nel giardino della sala delle udienze.
Uscì senza salutare e a passo svelto.
Guardai Agrvain con interesse, lui ricambiò il mio sguardo sorridendo dolcemente.
Voleva qualcosa da me.
Si accomodò di traverso sulle mie gambe, circondò con un braccio le mie spalle e mi diede un casto bacio sulla guancia. Io cercai di mostrarmi indifferente.
Spostò le sue labbra vicino al mio orecchio, la sua voce era soave «Mi tradisci, caro fratello, hai spezzato il mio cuore», aveva la mia totale attenzione. Non attese una mia risposta, «qualcuno ti ha visto uscire dalle stanze di un cavaliere dagli occhi verdi e dallo spirito impetuoso», lo fissai, voleva forse ricattarmi?
Lui mi lesse il pensiero, le sue sopracciglia schizzarono in alto, sul quel suo volto simile a quello di Gawain, si disegnò un sorriso di derisione.
«Ah! Mordred, Mordred, Mordred, non penserai mica... lo sanno tutti, inutile fare tanto il misterioso e fuggire come un ladro la mattina.»
Arrossii, reagii facendolo cadere in dietro di schiena sul pavimento, gli presi i polsi con forza, lui era divertito.
«Cosa vuoi Agravain?» ringhiai. Lui si fece serio, alzò leggermente il mento, come in segno di sfida «Hai saputo chi è arrivato oggi a corte?» mossi la testa spazientito, «il figlio di Lancillotto, Galahad. E' stato ricevuto con tutti gli onori, neanche fosse un re.»
Ed io suo figlio, il figlio di Artù, ero stato ricevuto di notte, alle porte di Camelot come un viandante qualsiasi, assegnato alle cure del siniscalco Kay, lo spigoloso rosso fratellastro del Re.
Agravain continuò, aveva toccato il mio punto debole «Devi sedurlo, sarà tremendamente facile per te mio oscuro Mordred. E' un ragazzino appena uscito dal monastero, capitolerà tra le tue braccia in...» lo lasciai, alzandomi mi rassettai i vestiti.
«Se è tanto facile perché non te lo fai tu, il monaco? Oppure Gaheris?», quel genere di gioco mi avrebbe valso qualche soddisfazione ma, perché mai fare un piacere ad Agravain?
Lui si alzò agile, mi si avvicinò, troppo.
«Sto già corteggiando una persona, i primi tempi sono sempre i più delicati, non posso avere alle spalle alcun tipo di sospetto. Devo essere puro e candido. Gaheris? Mordred! Hai presente la delicatezza che usa per corteggiare? Uno stalliere sa fare di meglio.» Rise delle sue stesse parole. «Tu hai un qualche genere di relazione, ma nulla di importante, giusto? Poi siete due uomini adulti, con altre relazioni alle spalle. E poi... chi ti dice che Sagramore ti sia stato fedele per tutto questo tempo, ah non dico con la mente, anche con il corpo?»
Stava giocando la carta del sospetto. Sagramore che tocca un altro uomo? Sagramore che bacia un altro? O una donna?
Agravain mi fece sedere, si inginocchiò vicino a me, mi prese le mani, perché stavo credendo alle sue pericolose parole? Aveva ormai piantato il seme del sospetto in me?
«Mordred, lo sai anche tu che non c'è futuro con lui. Non è vero amore se lui non ricambia i tuoi sentimenti» stavo pericolosamente iniziando a credergli.
Io ero consapevole di non aver futuro con Sagramore. Era forse il caso che mettessi io la parola fine a quella storia impossibile? Agravain si alzò leggermente, le sue labbra si avvicinarono alle mie, «Ti divertirai fratello, potrai vedere Galahad al banchetto oggi a pranzo», per il figlio di Lancillotto era stato organizzato anche un banchetto.
Sentimmo la porta aprirsi, era Gareth.
Rimase pietrificato vedendoci così.
Mi alzai, liberandomi di Agravain, trascinai via Gareth da quella serpe.
Gareth era irritato, non sapevo cosa dirgli, sicuramente aveva pensato che me la facessi con quel disgraziato di nostro fratello.
Fu lui a parlare per primo «Lo odio quando fa così, lo fa anche davanti alle damigelle della Regina a volte, con me.» Ah, che potevo dire? Avrei voluto ascoltarlo ma, non potevo certo diventare il confessore di... quanti? Tre dei miei fratelli? Gareth avrebbe dovuto cercare qualche ragazzo della sua età per farsi ascoltare.
«Gareth, non ci pensare. Ascolta, hai visto il figlio di Lancillotto? Come si chiama? Galahad?» dissi con leggerezza, per fare conversazione.
Gareth era molto informato, aveva già conosciuto il ragazzo, gli era sembrato un tipo a posto, assomigliava a Lancillotto, ma con i tratti leggermente più gentili e anche se non lo voleva dire apertamente, meno arroganti.
«Bene Gareth, ci troviamo al banchetto, spero che mi presenterai al tuo nuovo amico», detto questo lo lasciai.
No. Non avevo deciso di fare quello che mi aveva chiesto Agravain. Però dovevo pur valutare il figlio di Lancillotto.
Sagramore... spazzai qualsiasi genere di pensiero dalla testa andando in sala d'armi a scaricare un po' di energia accumulata in poche ore.

   
 
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