Partecipo
al contest "Sorprendimi’ indetto da
LadyEl su Facebook.”
"Di
qualunque cosa siano fatte le anime, certo la sua e la mia sono simili."
Cime tempestose- Emily Brontë
Non
ho mai provato amore. Ho provato il calore di
un'infatuazione, di un innamoramento... eppure nessuno di questi era
amore. Non
l'amore che cercavo io, almeno.
Ammetto, anche, di non essermi mai interessata dell’amore
troppo impegnata a
tenere alto il mio orgoglio smisurato passando ore sui libri e
dimenticandomi
delle volte di essere anch’io come tutte le altre ragazze.
Da bambina mia madre mi raccontava, prima di andare a dormire, le
storie
d'amore babbane: Cenerentola che incontra il suo principe azzurro,
Biancaneve
salvata da un bacio... tutte vivevano felici e contente con i loro
principi, ma
erano solo favole.
Nelle favole la principessa non s’innamora mai di un ragazzo
che non è il
principe con la sua armatura scintillante pronta a salvarla da ogni
situazione,
ma è magari chi ostacola l'amore perfetto tra la principessa
e il suo
principe... no, non succede mai.
Eppure la principessa ha il diritto di amare chi vuole, no? E se io,
Hermione
Granger, non sognassi il principe azzurro ma l'orco cattivo, la Bestia?
Draco Malfoy non si può considerare un principe azzurro.
Assolutamente no, è un
pensiero inconcepibile.
E allora perchè mi ritrovo tra le sue braccia, nuda nella
Stanza delle
Necessità, invece che essere nel mio letto, nella sala
comune dei Gryffindor,
il più lontano possibile da lui? E pensare che mi
considerano la più brillante
studentessa di Hogwarts... stupida, Hermione, sei un'emerita stupida!
«Mezzosangue,
gradirei avere la tua attenzione.». La
sua voce invade la mia mente allontanandomi dai miei incoerenti
pensieri. «Lo
sai che odio essere ignorato.»
Alzo lo sguardo verso di lui incatenando il mio sguardo al suo che pare
ghiaccio. E' tutto sbagliato. Cosa ci faccio io qui?
«Dobbiamo parlare » dico con voce sicura,
stringendo inconsciamente la camicia
della divisa di Draco.
Lo sguardo di Draco è annoiato e privo
d’interesse.
«Di cosa? » domanda con voce svogliata.
«Non possiamo continuare a vederci clandestinamente. Harry e
Ron... »
ignorai il ghigno di derisione che deformò
il suo volto a sentire il nome dei miei due migliori amici. .
«... incominciano
a farmi domande ed io non so più che scuse inventare.
»
«Non è affare mio, Granger. »
No, lui non potrà mai essere un principe azzurro: lui
resterà sempre
l'antagonista.
Mi alzo decisa a chiudere in modo definitivo questa farsa.
«Che cosa stai
facendo? »
Lo ignoro, mentre raccolgo le mutandine e le infilo frettolosamente.
Ora come
ora, mi vergogno di essere nuda davanti a lui.
Lui, il ragazzo che mi ha umiliato, derisa e ferita infinite
volte in
questi quattro anni.
«Non si
nota? Me ne vado. »
Si alza dal letto con insolente eleganza e mi si avvicina lentamente.
Devo
andarmene il più in fretta possibile.
Dove diavolo è finita la mia gonna?
«Granger, perché tanta fretta? »
Il suo braccio passa intorno alla mia vita stringendo forte,
bloccandomi contro
il suo corpo.
«Lasciami. »
«No.
»
Stringo i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne, cercando di
rimanere
lucida.
«Che cosa succede, Mezzosangue? »
Dio, ma perché non capisce? Perché
è così cieco?
Chiudo gli occhi e cerco di farmi forza: forza Hermione, diglielo!
Diglielo!
Le sue mani mi accarezzano leggermente e la sua bocca lascia scie di
baci umidi
sul mio collo. Rabbrividisco.
«Malfoy... »
«Granger... » sussurra sul mio collo.
«Smettila...» sussurro a mia volta.
Come risposta ricevo altri baci sul collo. Lucida, resta lucida.
«Ti ho detto di smetterla! » grido, rompendo il
momento.
Lui mi guarda con gelida rabbia. La vedo nei suoi occhi che lanciano
scintille.
«Qual è il problema, Granger? » sibila,
avvicinandosi, di nuovo,
pericolosamente. «E'
il sesso? Non mi
pare che tu in questi ultimi due mesi ti sia mai lamentata. »
Le sue parole mi feriscono come una lama in pieno petto.
«O forse è il senso di colpa che ti frena? Eh
già... cosa penserebbe Potty e
Lenticchia se sapessero che vai a letto con Draco Malfoy. »
La sua voce è
tagliante come un rasoio.
Gli occhi mi s’inumidiscono e credo che mi sia infilzata
talmente tanto le unghie
nei palmi da sanguinare.
«Smettila... » bisbiglio cercando di non piangere.
«La verità fa male, eh Mezzosangue? »
Non resisto più, con le lacrime agli occhi, mi avvento
contro di lui, tirandogli
pugni contro il petto.
«TU! LURIDO VERME! » urlo in preda alla rabbia,
mentre lo colpisco con tutte le
mie forze. Lui non muove un muscolo, mi guarda solamente, con pena.
«Non
capisci eh? Proprio non ci arrivi, stupido purosangue che non sei
altro! Mi
sono stufata! Sì, mi sono stufata di nascondere questa...
questa cosa!
Di mentire ai miei amici e di essere trattata da te come una delle
tante che passa
per il tuo letto! Hai capito? Io voglio una relazione alla
luce del sole!
». Scandisco bene le ultime parole e vedo
che s’irrigidisce. Mi ha ferito,
ora voglio vendetta. «E sì! Che cosa penserebbero
le persone se vedessero il
grande Draco Malfoy insieme a una mezzosangue, eh già! E'
questo il problema!
Io sono solamente la cretina di turno che ti scalda il letto e ti fa
provare un
cazzo di orgasmo quando più ti aggrada! »
M’impongo
di ricompormi, abbassando un po’ il tono
della voce.
«Non è così? Bene, Malfoy ti comunico
una notizia flash: io non sono una delle
cretine che ti scaldano il letto, ora non più! »
Ho il fiatone, il cuore mi batte a mille e ho lo sguardo appannato. Non
m’interessa,
però, ho detto quello che pensavo.
Il silenzio regna sovrano per minuti interminabili. «Vuoi una
relazione alla
luce del sole? » domanda, infine. Incapace di proferire
parola annuisco
solamente. «Non posso darti quello che desideri. Lo dovresti
sapere Granger, io
sono il cattivo. »
Non sarebbe mai stato un principe azzurro.
Che cosa credevi, Hermione, che dichiarandoti avresti vissuto come
Cenerentola
e le altre?
Povera
illusa. Incrocio i suoi occhi ancora un
momento, poi prendo la gonna e la cravatta, infilo la camicia bianca e
le
scarpe della divisa e mi dirigo alla porta silenziosamente.
«Granger... » Mi fermo senza tuttavia voltarmi.
«Non sei mai stata una cretina
che mi scaldava il letto. »
Con le lacrime che scendono copiosamente sul mio volto, esco e una
volta fuori
mi metto a correre fino al mio dormitorio.
***
Sono passati tre mesi dal mio sfogo nella Stanza delle
Necessità e di Draco
neanche l'ombra. Quando lo incrocio per i corridoi o non mi degna di
uno sguardo,
oppure è troppo impegnato a farsi risucchiare la faccia da
Pansy Parkinson.
Ho
raccontato tutto a Ginny. Lei non mi ha urlato
dietro, come credevo, anzi mi ha consolato mentre piangevo lacrime
amare.
Harry e Ron continuano a domandarmi perchè abbia sempre gli
occhi rossi e non
tocchi cibo da quasi tre mesi: uso la scusa del ciclo mestruale, loro
sono
uomini certe cose non le capiscono proprio. Ho avuto un calo sul mio
rendimento
scolastico con grande stupore da parte di tutto il corpo docenti. Ginny
cerca
di farmi mangiare e mi sprona a guardare avanti e di lasciarmi il
passato alle
spalle, ma non ci riesco. La notte sogno le sue carezza e i suoi baci e
di
giorno il solo vederlo con quell’oca della Parkinson nei
corridoi mi spezzano
il cuore. Lei è una purosangue, secondo
l’etichetta, lei è perfetta.
«Hermione!
» Ginny sta correndo verso di me, il viso
sfigurato dalla preoccupazione.
«Ginny,
cosa c’è? » proferisco stancamente.
«Harry…Harry…»
«Che cosa ha
fatto Harry? » domando, porgendole la bottiglietta
d’acqua che tengo sempre in
borsa. Ginny beve un lungo sorso prima di rincominciare a parlare.
«Harry
e Malfoy se ne stanno dando di santa ragione
nel corridoio del terzo piano! Corri, devi venire subito! »
Lascio
cadere la bottiglia dell’acqua mentre
registro le parole di Ginny. Harry…Draco!
Mi
metto a correre incurante degli altri studenti
che vanno a lezione. La corsa per arrivare al terzo piano mi sembra
interminabile, mentre il cuore mi batte a mille.
Dove
sei, dove sei?
Arrivo
nel corridoio…deserto. Non c’è anima
viva.
Che
Ginny mi avesse dato il luogo sbagliato?
«Sapevo
che saresti venuta credendo che Potter se le
stava prendendo. »
Draco
Malfoy sbuca da dietro una colonna, perfetto
come al solito. Non ha un graffio, un capello scomposto.
«Che
cosa significa? » domando, mentre, inutilmente
cerco di calmare i battiti del mio cuore.
Sorride
un sorriso vero. Un sorriso che gli illumina
il volto rendendolo ancora più bello di quello che la mia
mente e il cuore
ricordavano.
«E
pensare che dicono che sei la strega più
brillante della scuola. »
Non
so cosa ribattere la mente svuotata da qualsiasi
pensiero. «Non capisco» sussurro.
Si
avvicina senza staccare lo sguardo dal mio. «Devo
ammettere che l’ultima dei Weasley è
più
intelligente dei fratelli. Sono colpito. »
Non
parlo anche se l’istinto di abbracciarlo per
sentire ancora il suo odore di tabacco e dopobarba è molto
forte.
Si
ferma a pochi centimetri da me, le mani in tasca.
«Sai, la tua cara Ginny,
esattamente
un mese fa, mi ha parlato, anche se parlare non è il termine
esatto: diciamo
più una paternale stile McGranitt, e oltre a dirmi che sono
un’
incommensurabile coglione, uno stronzo e un…aspetta
com’è che ha detto…» Alza
gli occhi al cielo, assumendo un’espressione pensierosa.
«Ah sì, uno ai livelli
di Potter in quanto a cervello, devo dirtelo: quest’ultimo mi
ha offeso di più
che gli aggettivi precedenti, mi ha anche detto che sono tre mesi che
piangi
tutte le notti e che non tocchi cibo. E’ vero? »
Ero
senza parole. Che cosa aveva fatto Ginny?
«Mezzosangue.
E’ vero? »
Alzo
lo sguardo incrociando il suo, quanto mi è
mancato, e non mentii. E’ inutile. Era tutto vero.
«Sì,
Malfoy. E’ tutto vero. »
Vidi
qualcosa passare nelle sue iridi ma scomparve
quasi subito.
Fece
un passo e le nostre divise si sfioravano.
«Mi
vorresti dire, Hermione, che tu sei
stai male da tre mesi per me?
»
Hermione
sta zitta, non confessare! L’orgoglio! Tira
fuori, l’orgoglio!
«Hai
problemi di udito Malfoy, per caso? Ho detto di
sì. »
Sorride,
mentre la sua mano si poggia sulla mia
guancia, sfiorandola. Ha le mani così fredde…
«Mancano
dieci minuti alla campanella della prossima
ora…» commenta.
Lo
guardo confusamente non capendo.
«Tra
esattamente nove minuti e quarantatrè secondi
questo corridoio si riempirà di studenti pronti a sapere
l’ultima novità di
Hogwarts. »
Il
suo profumo m’inebria i sensi, offuscando
qualsiasi pensiero coerente.
«Quale
novità? » sussurro stupidamente. Lo sento
ridere rocamente, il suo braccio mi attira contro il suo corpo,
facendomi
aderire a lui.
«E’
semplice, mezzosangue. Ora io ti bacerò davanti
a tutta la scuola, incurante del fatto che a Potter e Lenticchia
verrà un
infarto. »
Non
potevo crederci, cosa stava dicendo?
«Cinque
minuti… » bisbiglia. «Hai qualche
richiesta
mentre aspettiamo? »
Cerco
di tornare lucida per un momento. Volevo
solamente capire una cosa.
«Sì
» rispondo. «Cosa ti ha fatto cambiare idea?
»
«Ottima
domanda, Granger…» sussurra. «Beh, per
prima
cosa nessun’altra ragazza sana di mente si sarebbe mai
permessa di farmi il bel
discorsetto che mi hai fatto tre mesi fa nella Stanza delle
Necessità. Secondo:
mi manchi. Mi manca svegliarmi e averti con me nel letto. Mi manca la
tua voce
e la tua risata. Mi manca il tuo corpo nudo sotto il mio. E mi manca il
sapore
delle tue labbra che finalmente dopo tre mesi sentirò di
nuovo. E terzo…» si
zittì di colpo e mi osservo solamente. Il suo sguardo aveva
delle sfumature
grigiastre. Non l’avevo mai notato prima.
«E terzo: Io
ti…» Il suono della campanella, copre le sue
parole ma io riuscì perfettamente
a leggerne la labiale e il cuore mi esplose nel petto.
Ti
amo.
Le
voci intorno a noi si fecero sempre più forti e
in poco tempo fummo circondati, ma non mi preoccupai minimamente del
fatto che
stavo tra le braccia di Draco Malfoy.
Catturò
le mie labbra in un bacio mozzafiato,
facendomi vedere le stelle.
Il
rumore intorno a noi smise di colpo. In
lontananza sentì un applauso, seguito subito da altri.
Un
urlo di gioia proruppe da un angolo indefinito
del corridoio.
Sono
sicura che fosse Ginny.
Ci
stacchiamo, mentre intorno a noi gli applausi sembrano
non voler smettere.
«Ti
amo anch’io» sussurro prima di baciarlo, di
nuovo.