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Autore: paffywolf    14/06/2011    7 recensioni
Come sarebbe potuta finire la storia tra Rachel e Jesse? E cosa è successo a lui dopo la vittoria alle Regionali dello scorso anno?
Io l'ho immaginata così...
[La trama non tiene conto degli eventi successivi alla puntata 2x16]
[St. Berry pairing - cenni Sam/Quinn]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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12. When you say nothing at all



La sveglia sul mio comodino segnava le 2 e io ero sveglio come se fosse mezzogiorno.

Rivedevo nella mia mente l'immagine del volto di Rachel. Diamine, come mi era saltato in mente di chiederglielo in quel modo?!

I suoi occhi erano... spaventati. Erano gli occhi di un cerbiatto che nella penombra distingue il riflesso della lucida canna del fucile. Appena prima dello sparo, appena prima del buio.

Le sue labbra erano tremanti mentre mi diceva un flebile sì. Le sue gambe insicure mentre scendeva dalla macchina e saliva il vialetto di casa, dopo avermi salutato con un filo di voce.

Non avrei dovuto chiederglielo in quel modo. O forse non avrei dovuto chiederglielo affatto.

Lanciai un cuscino contro l'armadio, maledicendo me stesso.

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Avevo fatto sì che il mio istinto prendesse il sopravvento sulla mia ragione. Avevo fatto sì che il desiderio di sentire il calore di Jesse sulla mia pelle prendesse il sopravvento sulla mia stramba morale. Avevo fatto sì che i miei ormoni, i miei maledetti ormoni, mi spingessero di getto tra le braccia del mio ragazzo.
Ma sotto le coperte, avvolta nel mio pigiama preferito, tremavo. Non era l'eccitazione, non era l'adrenalina di un salto nel vuoto. Era paura allo stato puro.

Cercai di affrontare con razionalità la situazione. In fin dei conti, di cosa avrei dovuto avere paura?

Di restare incinta? Basta usare le giuste precauzioni e il problema si risolve.
Di non piacergli? Ma se Jesse era pazzo di me!
Di essere inadeguata? Che stupidaggine.
No, non erano quelli i motivi per i quali sentivo una morsa allo stomaco ogni volta che ripensavo a cosa mi attendesse il giorno dopo. Il motivo era un altro.

Non volevo essere abbandonata. Non un'altra volta. Non dopo avergli dato tutta me stessa.

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


“Ciao Rachel.” le dissi, cercando di mantenere un tono disinvolto.
“Ciao Jesse” mi rispose lei, sorridendo appena. “Ai miei papà ho detto che dopo cena mi accompagnavi da Quinn.”

Loro cosa fanno, vanno a teatro?” le chiesi, avviando il motore.
“Come ogni sabato. Tuo zio è andato via?” mi rispose lei, con la voce leggermente tremante.

Sì, è partito stamattina. Tu... come stai?”
“Bene, perché me lo chiedi?” Approfittando del semaforo rosso, mi voltai nella sua direzione. Si passava le mani tra i capelli osservando il proprio riflesso nello specchietto, cercando di rimettere al proprio posto qualche ciuffo che era sfuggito via dallo chignon.
“Beh, è dura stare con le scarpe con la punta in gesso se hai le vesciche. Non ti danno più fastidio?”
“No, ho usato dei cerotti.”

Se ti fanno troppo male avvisami, possiamo rimandare le prove a un altro giorno.”

Avevo chiesto a Mike il favore di farle da partner per la coreografia che stavamo ideando: qualcosa di semplice, ma abbastanza elaborato da non passare inosservato. Brittany assisteva alla loro performance ogni giorno in sala prove con aria afflitta, leggevo nei suoi occhi la voglia di esibirsi su un palco come protagonista. A volte si stufava di correggere gli evidenti errori di Rachel e si metteva al posto suo, invitando Mike a provare con lei.

 

Anche quel giorno non andò diversamente e Rachel, dopo infinite cadute, era uscita di corsa dalla sala prove in preda allo sconforto. Mike e Brittany mi lanciarono uno sguardo d'intesa, mentre si avvicinavano l'uno all'altra e provavano ancora una volta la coreografia che avevano ormai imparato alla perfezione. Li lasciai soli e andai verso la caffetteria, dove di solito Rachel si rifugiava. Era seduta su un muretto, le gambe ciondolanti e il viso rivolto verso il muro d'acqua che era a pochi metri dal suo naso. Ispirava forte: amava l'odore dell'aria nei giorni di pioggia. “Mi tranquillizza”, mi aveva detto un giorno.

Cosa diavolo sto facendo?” sussurrò, una volta che la raggiunsi. “Brittany è molto più brava di me, non ha senso che io mi metta in mezzo in un modo così... umiliante! Io ci rinuncio, Jesse!”

La lasciai sbollire per qualche minuto, ma più passava il tempo più sembrava innervosirsi. A volte qualche lacrima sembrava voler fare capolino dai suoi occhi, ma lei era sempre pronta ad asciugarla via velocemente, convinta che io non notassi nulla.
“Rachel, cosa c'è davvero che non va?” le chiesi, dopo un silenzio che mi parve infinito.
“Io... sono nervosa.” ammise lei.
“Le Nazionali saranno una passeggiata per una come te, vedrai.” le accarezzi una mano, cercando di confortarla.

Non sono le Nazionali il problema. Il problema sono io.” disse lei, osservando gli alberi scossi appena dal vento. “Ho paura di... stanotte.”

All'improvviso, tutto riacquistò un senso.

Aspetterò, se è questo che vuoi. Per me l'importante è che tu sia serena.” le dissi, scendendo dal muretto e mettendomi davanti a lei. Vidi una lacrima che le rigava la guancia destra, un tremore nelle labbra che tentava di nascondere. E i suoi occhi, i suoi occhi sinceri, che rivelavano molto più delle sue parole. “E al momento non mi sembra che tu lo sia. ”
“Jesse, io vorrei davvero...
farlo. Ma ho paura.”

Di cosa hai paura, Rachel?”
“Di essere lasciata, di nuovo. Di darti tutta me stessa e soffrire di nuovo come ho sofferto tempo fa, quando sei andato via.” La voce era sicura, come se stesse recitando le battute di un copione ormai imparato a memoria.

Rachel, voglio presentarti una persona.” Le porsi una mano.
“Oh no, non di nuovo!” esclamò lei. Le feci l'occhiolino, invitandola a stare al gioco. Le sue mani, leggermente infreddolite, si avvolsero attorno alla mia.
“Io sono Jesse St. James: bello, affascinante, con un talento musicale fuori dal comune. Sono innamorato pazzo di una ragazza e combatto tutti i giorni contro il suo molesto ex-ragazzo, il clone di Lurch Addams, un essere con capacità di ballerino pari a quelle di una marmotta che ha fatto indigestione.” La vidi sorridere appena, mentre le baciavo piano la punta del naso.
“Ma s
oprattutto, sono solo un semplice ragazzo che sta di fronte a una ragazza e le sta chiedendo di amarlo. E vorrei che lei ricambiasse, che dimenticasse tutto il male che ha subito e che ritornasse ad amare senza più paure. Perché io non potrei mai abbandonare quella ragazza, non dopo aver fatto qualunque cosa fosse in mio potere per riconquistarla.”
Rachel rimase in silenzio, continuando a stringere la mia mano tra le sue. “Sei tu quella ragazza?” le chiesi, con voce ferma. Lei scese dal muretto e mi abbracciò forte, appoggiando il viso nell'incavo della spalla. Sussurrò piano nel mio orecchio una sola parola.
“Sì.”

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


“Sai, credo proprio che abbiamo fatto la scelta giusta. Mike e io non saremo mai andati bene.” dissi a Jesse, stretta sul divano accanto a lui, mentre i titoli di coda di “My fair lady” correvano sullo schermo.

Sai, ero un po' geloso. Non mi piaceva il modo in cui ti toccava.” Vidi un leggero sorriso imbronciato sul suo volto, mentre spegneva il televisore. Gli mordicchiai appena le labbra, ridendo.

Dai, sai bene che Mike è cotto di Tina! E poi, stavamo solo ballando.”

Jesse rimase impietrito sul divano, mentre i miei denti si stringevano attorno al suo labbro inferiore.

Non farlo più Rachel, ti prego. O potrei rischiare seriamente di perdere il controllo.” disse lui, avviandosi in cucina.

Ehm... scusa.” Era una situazione del tutto nuova per me, non avevo la minima idea di cosa fare. Lo seguii verso la piccola cucina, ormai si era fatto tardi.

All'improvviso, lo stomacò di Jesse brontolò rumorosamente.

Credo che il mio corpo reclami cibo.” disse lui, voltandosi nella mia direzione e brandendo un gigantesco coltello nella mano destra. Sul suo volto si stagliava un ghigno malefico e camminava piano verso di me.

Jesse, piantala. Non sei divertente!” dissi io, avvicinandomi a lui. Lui appoggiò il coltello sul piano di marmo e mi strinse tra le braccia con un ringhio, mordicchiando il mio collo. Il contatto dei suoi denti sulla mia pelle sensibile scatenò all'istante una risata sincera, dovuta al solletico che provavo.

Dai su, fatti assaggiare un pochino. Ho tanta fame e tu sei proprio appetitosa...”

Non avevi detto che saresti diventato vegetariano anche tu?”
Lui sbuffò appena, poi mi guardò negli occhi, continuando a stringermi la vita.

Neanche un assaggino?” disse, le labbra incurvate in un'espressione tenerissima.

Magari dopo cena.” risposi io, baciandolo su una guancia.

Allora, cosa propone stasera la chef Berry?” disse lui, lavandosi le mani per aiutarmi a cucinare.

Zuppa di porri e patate.” risposi, mentre frugavo tra le buste della spesa alla ricerca degli ingredienti.

Ugh, odio le zuppe. E questa roba cos'è, arsenico?” chiese, mostrandomi una bustina trasparente. “Allora sei tu che vuoi uccidermi!” Mi lanciò uno sguardo terrorizzato.

No, sono spezie mediterranee miste.” dissi io ridendo, iniziando a pulire le patate.

Non nasconderlo, tu mi vuoi morto!” ribatté lui, allontanandosi da me con fare teatrale. Dopo qualche secondo sospirò e si riavvicinò a me. “Va bene, vorrà dire che mi godrò l'ultimo giorno della mia vita. Però se posso trascorrerlo insieme a te, sono felice.”

Piantala di fare lo scemo e aiutami, io ho fame!” dissi, schiaffandogli una patata tra le mani. Lui ignorò il tubero e si avvicinò allo stereo, sintonizzando la radio.

Si lavora meglio con un po' di musica.” disse lui, sorridendomi.

Lo speaker alla radio, una ragazza dalla voce allegra, annunciò:

 

E adesso riviviamo la magica atmosfera di uno dei più apprezzati film degli ultimi anni, Notting Hill. Questo è Ronan Keating e la canzone è When you say nothing at all. Enjoy!


Le note della canzone aleggiarono nella piccola cucina. Jesse si avvicinò a me, aiutandomi a pulire le patate dalla terra. La sua mente però era interamente sulla canzone e quando il cantante iniziò il primo verso, Jesse era perfettamente a tempo.

It's amazing how you

can speak right to my heart
 

Continuava a spazzolare via la terra dalla buccia dei tuberi, ma vedevo sul suo volto comparire un leggero sorriso.

Without saying a word,
You can light up the dark

Proseguii io, dandogli un leggero bacio sul bicipite e sorridendo a mia volta. Sì, ero felice di essere con lui, in quella piccola stanza. A pulire patate, cantando insieme.

Try as I may I could never explain
What I hear when you don't say a thing
The smile on your face
Lets me know that you need me

Lui iniziò a pelare la patata appena pulita, cantando sereno quella canzone che si adattava perfettamente alla nostra situazione. Sì, il sorriso sul mio volto dimostrava quanto avessi bisogno di lui.

There's a truth in your eyes
Saying you'll never leave me

E c'era davvero la verità nei suoi occhi verdi, quando quel pomeriggio mi aveva detto che non mi avrebbe abbandonato mai più.

 

The touch of your hand says
You'll catch me whenever I fall
You say it best
When you say nothing at all

 

Il suo sguardo rimase fisso sul mio, mentre cantava gli ultimi versi del ritornello.

E all'improvviso non c'era più nulla. Non c'erano più i chili di patate da pulire, non c'era più la pentola che bolliva sul fuoco, non c'era più la fame né i gorgoglii dello stomaco. Ma soprattutto non c'era più la paura.

Eravamo solo io e lui.

Io e la sua bocca, che divorava avidamente la mia.
Io e il suo respiro affannoso, mentre entravamo di fretta in camera sua e lui mi faceva sdraiare sul letto.
Io e il suo petto nudo, mentre gli sfilavo via la t-shirt e mi beavo del calore del suo corpo.
Io e le sue braccia, che mi avvolgevano in un caldo abbraccio che non lasciava spazio alle parole.

Perché tra le sue braccia... io non avevo più paura.

 

 

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Il fragore del getto di acqua calda interruppe il silenzio nel bagno di Jesse. Mi stesi piano nell'enorme vasca e frugai tra i vari flaconi di bagnoschiuma appoggiati su una piccola mensola di cristallo. Li aprii uno a uno, annusando il profumo che avevano, fino a quando non riconobbi l'essenza all'arancia che Jesse utilizzava abitualmente. Era un sapone da uomo, ma non mi importava.

Ne raccolsi una piccola quantità sulla mano e la versai nell'acqua, sotto il getto scrosciante del rubinetto: all'istante si formò una piccola, ma gratificante, schiuma candida.

Rimasi per un po' nella vasca, strofinando piano ogni parte del corpo con una piccola spugna che avevo portato da casa. Sentivo i muscoli, indolenziti dal pomeriggio di prove perpetue, che si rilassavano a poco a poco mentre il profumo di Jesse mi tranquillizzava.

Vado a farmi il bagno, non entrare!” gli avevo detto. Ma che senso aveva? Ormai aveva visto il mio corpo nudo, quindi perché continuare a provare imbarazzo?

Sorrisi di me stessa. Fare l'amore con lui era stato meraviglioso, perché avevo avuto così tanta paura che quel momento arrivasse?

La porta del bagno si aprì di scatto e lui entrò, con addosso solo un piccolo asciugamano annodato in vita.

Jesse, esci subito!” esclamai io, lanciandogli addosso una saponetta. Lui rise e si avvicinò alla vasca, inginocchiandosi sul pavimento.

Se volevi stare da sola, dovevi chiudere la porta a chiave, no?”

Non c'era la chiave nella serratura.”

Forse perché ce l'avevo io?” disse lui, mostrandomi una piccola chiave leggermente arrugginita. Maledetto, avevo passato ore a cercarla!

Sei uno scemo.” dissi io, fingendomi offesa. In tutta risposta, nonostante i miei lamenti, Jesse aveva fatto scivolare l'asciugamano a terra e era entrato nella vasca, schiacciando con il suo corpo la soffice schiuma.

Dai, non fare l'offesa. Vieni qui, ti lavo la schiena.” disse lui, prendendomi la spugnetta dalle mani.

No, so che non vuoi lavarmi e basta. Tu vuoi...” balbettai un po', alla ricerca delle parole giuste. “Farlo. Di nuovo.”

Fare cosa?” disse lui, divertito.

Fare di nuovo l'amore con me.” Mi sentii avvampare all'istante. Lui si avvicinò a me, causando un leggero sussulto nell'acqua.

Certo che voglio fare di nuovo l'amore con te. Adesso che l'abbiamo fatto, potrei non averne mai abbastanza.” mi disse con voce suadente, chinandosi verso di me. Sentivo il calore del suo corpo attraverso l'acqua e lo abbracciai, mentre lui mi baciava piano il collo.

If you believe in love tonight, I'm gonna show you one more time...” intonò, i suoi occhi smeraldo che ipnotizzavano i miei. Mi attirò a sé e mi baciò con passione, accarezzando il mio corpo sotto la superficie dell'acqua. Mi avvinghiai a lui, desiderosa di protrarre il più a lungo possibile quel meraviglioso contatto...

Continua...

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Yeeee, ce l'ho fatta! Questo capitolo è stato un parto, ma spero ne sia uscito fuori un bel bimbo. ;P
La frase che pronuncia Jesse è riadattata da Notting Hill, sono impazzita per tutto il pomeriggio nel tentativo di ricordare da quale film fosse tratta. Sì, ricordavo la frase, ma non ricordavo chi diavolo la dicesse! Maledetta la mia memoria...
La canzone che dà il titolo a questo capitolo mi sembrava adattissima alla situazione, ma ce n'era un'altra che mi balenava in testa mentre scrivevo. Jesse la accenna appena nella vasca da bagno, due canzoni in un capitolo solo erano troppe e così ho dovuto riadattarmi.
L'immagine che c'è a metà capitolo l'ho creata io, utilizzando delle immagini promozionali di Spring Awakening. Le ho viste e mi sono detta, perchè no? E così eccovele qua, riadattate per la mia OTP. 
Un grazie gigantesco a IrishMarti, che ha letto il capitolo in anteprima e mi ha aiutato a non andare fuori di testa. E un grazie enorme a tutti voi che continuate a leggere questa storia, frutto della mia mente bacata. Per il prossimo capitolo non ho assolutamente idee, quindi mi sa che dovrete pazientare un po'. Ma non preoccupatevi, non vi abbandono!
Come al solito, recensioni e commenti sono graditissimi! Quindi dateci dentro e buttate giù insulti! XD
A presto!

 

   
 
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