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Autore: Anya_BlackAngel    14/06/2011    1 recensioni
Una tragedia, un pianto in un parcheggio accompagnato solo da Alibi a tutto volume sull'ipod. La tristezza lascia che anche la mia voce si unisca a quella di jared. E proprio in quel momento passano i tre pazzi dei 30 Seconds To Mars, che sentendo dei lamenti disperati, decidono di consolare la povera ragazza seduta tra due macchine. La fanno salire sul loro pullman e...che succederà? Scopritelo!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                Don't Cry My Baby


Roma, mezzanotte passata. Concerto finito.

Pullman dei 30 Seconds To Mars.

In piedi davanti al divanetto sto chiamando a casa.

Grazie ai ragazzi la tristezza è scivolata via dal mio corpo facilmente

ma ha lasciato delle tracce cancellabili solo con la certezza che mia mamma

stia bene. Il telefono squilla a vuoto per una, due, tre volte...

- Pronto?

- Babbo? Sono io.

- Dove sei? Siamo tutti in pensiero.

- Io sto bene, non preoccuparti per me. Mamma?

- Anche lei sta bene però è ancora in ospedale. I dottori la vogliono tenere sotto

controllo per ancora un paio di giorni poi la lasceranno tornare a casa. Te quando

hai intenzione di farti viva?

Indugio un momento. Questa è un occasione davvero unica. Non mi ricapiterà mai 

di passare così tanto tempo con i 30 Seconds To Mars.

- Non lo so. 

Mio babbo sospira dall'altro capo del telefono.

- Stai attenta per favore.

- Come sempre. Sappi che sono in buone mani. Sono con la band.

- Con la band? Aspetta... questo vuol dire che ora sei a Roma! E la prossima tappa del

tour qual'è?

- Ehm...Tallin, in Estonia.

- COSA?! Non ci andrai. Torna immediatamente a casa! Ti vieto di proseguire il viaggio

con la band.

- Non credo proprio. Ciao pà, ci si vede quando torno.

Detto questo chiudo bruscamente la chiamata e spengo il telefono.

Non è giusto! Non voglio tornare a casa. Posso benissimo accompagnare i Mars ancora per 

qualche tappa. E poi finchè sto con loro non può accadermi nulla.

Sbuffando seccata dalla reazione di mio babbo prendo dal frigo un pò di thè fresco poi me 

ne vado a letto.

Di sopra i tre ragazzi dormono profondamente. In punta di piedi mi avvicino al mio letto e 

comincio a cercare il pigiama. Ma dove cavolo è finito?

Spazientita comincio a guardarmi intorno e alla fine lo trovo spiaccicato in fondo al letto di 

Shannon, incastrato sotto il materasso.

Cercando di fare piano lo tiro a me ottenendo solo il mirabolante risultato di una caduta per 

terra e il pigiama ancora impassibile al suo posto.

 - Mmm, che fai? 

- Scusa Shannon non volevo svegliarti. Il mio pigiama è rimasto sotto il tuo materasso.

Sbadigliando il batterista si alza e sposta il materasso facendommi recuperare il mio prezioso

indumento.

- Grazie. Scusa ancora.

Shan alza le spalle e si siede sul suo letto. 

- Non importa. Posso chiederti che ci fai ancora in piedi a quest'ora?

- Ho telefonato a mio babbo. Puoi girarti mentre mi cambio?

- Certo - mi risponde voltandosi di lato - e cosa gli hai detto?

- Che sono con voi e...basta. Che altro potrei dirgli? Sono pronta. Buona notte Shan.

Proprio quando sto per salire sul mio letto una mano mi afferra il braccio.

- Aspetta, siediti un attimo. Non credo che tu gli abbia detto che sei con noi e basta. C'è dell'altro

me lo sento. 

Annuisco silenziosamente.

- Ciò di cui avete parlato riguarda la tristezza dell'altra sera?

Di nuovo la mia testa fa cenno di si.

- Ti va di parlarne?

- Si.

Lentamente comincio a raccontargli del piano che io e Chiara avevamo elaborato; dire ai miei genitori

che io dormivo a casa della mia amica e dire a sua mamma che avevo il consenso dei miei per andare

al concerto. Gli racconto come la settimana prima del concerto era passata velocemente tra mare, manga

e Ipod. Gli racconto di come eravamo felici di essere a Milano nel giorno tanto atteso e di quante emozioni

avevamo provato quella sera sentendoli suonare. Poi tra una lacrima e l'altra arriva la parte dolorosa del mio

racconto, in cui gli parlo della preoccupazione di mia mamma, della sua decisione di venrimi a prendere a 

tutti i costi per riportarmi a casa e dell'incidente che l'ha fatta finire in ospedale. E concludo riferendogli della

chiamata con mio babbo. Shannon mi abbraccia.

- Non piangere piccola mia. 

- Grazie di tutto Shan.

- Ricordati - mi dice guardandomi negli occhi - che per qualsiasi cosa, io ci sono.

Con una mano mi asciuga le lacrime.

- Puoi dormire con me se vuoi.

In silenzio ci immergiamo nelle coperte e prima di addormentarmi sento ancora una volta le braccia forti di

Shannon cingermi le spalle.

- Notte Shan.

- Notte piccola mia - sussurra.




  
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