Don't Cry My Baby
Roma, mezzanotte passata. Concerto finito.
Pullman dei 30 Seconds To Mars.
In piedi davanti al divanetto sto chiamando a casa.
Grazie ai ragazzi la tristezza è scivolata via dal mio corpo facilmente
ma ha lasciato delle tracce cancellabili solo con la certezza che mia mamma
stia bene. Il telefono squilla a vuoto per una, due, tre volte...
- Pronto?
- Babbo? Sono io.
- Dove sei? Siamo tutti in pensiero.
- Io sto bene, non preoccuparti per me. Mamma?
- Anche lei sta bene però è ancora in ospedale. I dottori la vogliono tenere sotto
controllo per ancora un paio di giorni poi la lasceranno tornare a casa. Te quando
hai intenzione di farti viva?
Indugio un momento. Questa è un occasione davvero unica. Non mi ricapiterà mai
di passare così tanto tempo con i 30 Seconds To Mars.
- Non lo so.
Mio babbo sospira dall'altro capo del telefono.
- Stai attenta per favore.
- Come sempre. Sappi che sono in buone mani. Sono con la band.
- Con la band? Aspetta... questo vuol dire che ora sei a Roma! E la prossima tappa del
tour qual'è?
- Ehm...Tallin, in Estonia.
- COSA?! Non ci andrai. Torna immediatamente a casa! Ti vieto di proseguire il viaggio
con la band.
- Non credo proprio. Ciao pà, ci si vede quando torno.
Detto questo chiudo bruscamente la chiamata e spengo il telefono.
Non è giusto! Non voglio tornare a casa. Posso benissimo accompagnare i Mars ancora per
qualche tappa. E poi finchè sto con loro non può accadermi nulla.
Sbuffando seccata dalla reazione di mio babbo prendo dal frigo un pò di thè fresco poi me
ne vado a letto.
Di sopra i tre ragazzi dormono profondamente. In punta di piedi mi avvicino al mio letto e
comincio a cercare il pigiama. Ma dove cavolo è finito?
Spazientita comincio a guardarmi intorno e alla fine lo trovo spiaccicato in fondo al letto di
Shannon, incastrato sotto il materasso.
Cercando di fare piano lo tiro a me ottenendo solo il mirabolante risultato di una caduta per
terra e il pigiama ancora impassibile al suo posto.
- Mmm, che fai?
- Scusa Shannon non volevo svegliarti. Il mio pigiama è rimasto sotto il tuo materasso.
Sbadigliando il batterista si alza e sposta il materasso facendommi recuperare il mio prezioso
indumento.
- Grazie. Scusa ancora.
Shan alza le spalle e si siede sul suo letto.
- Non importa. Posso chiederti che ci fai ancora in piedi a quest'ora?
- Ho telefonato a mio babbo. Puoi girarti mentre mi cambio?
- Certo - mi risponde voltandosi di lato - e cosa gli hai detto?
- Che sono con voi e...basta. Che altro potrei dirgli? Sono pronta. Buona notte Shan.
Proprio quando sto per salire sul mio letto una mano mi afferra il braccio.
- Aspetta, siediti un attimo. Non credo che tu gli abbia detto che sei con noi e basta. C'è dell'altro
me lo sento.
Annuisco silenziosamente.
- Ciò di cui avete parlato riguarda la tristezza dell'altra sera?
Di nuovo la mia testa fa cenno di si.
- Ti va di parlarne?
- Si.
Lentamente comincio a raccontargli del piano che io e Chiara avevamo elaborato; dire ai miei genitori
che io dormivo a casa della mia amica e dire a sua mamma che avevo il consenso dei miei per andare
al concerto. Gli racconto come la settimana prima del concerto era passata velocemente tra mare, manga
e Ipod. Gli racconto di come eravamo felici di essere a Milano nel giorno tanto atteso e di quante emozioni
avevamo provato quella sera sentendoli suonare. Poi tra una lacrima e l'altra arriva la parte dolorosa del mio
racconto, in cui gli parlo della preoccupazione di mia mamma, della sua decisione di venrimi a prendere a
tutti i costi per riportarmi a casa e dell'incidente che l'ha fatta finire in ospedale. E concludo riferendogli della
chiamata con mio babbo. Shannon mi abbraccia.
- Non piangere piccola mia.
- Grazie di tutto Shan.
- Ricordati - mi dice guardandomi negli occhi - che per qualsiasi cosa, io ci sono.
Con una mano mi asciuga le lacrime.
- Puoi dormire con me se vuoi.
In silenzio ci immergiamo nelle coperte e prima di addormentarmi sento ancora una volta le braccia forti di
Shannon cingermi le spalle.
- Notte Shan.
- Notte piccola mia - sussurra.