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Autore: abbi fede    03/03/2006    12 recensioni
E' la mia personale visione dell'amore e di cosa rappresenta. Ambientata al martrimonio di Bill e Fleur, nel silenzio i personaggi parlano molto di più che con le parole. Quando le parole sono inutili è l'anima a parlare...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi che resterai

Trattato sull’amore

 

La Tana era stata addobbata a festa, tutto splendeva e luccicava. La cura di ogni minimo particolare era stata diretta dalla signora Weasley, che come un sergente aveva messo sull’attenti, tutta la famiglia Weasley, Harry e Hermione compresi. Nei giorni che precedettero il matrimonio, tutti erano stati impegnati nei preparativi. Ron e Harry disinfestarono il giardino dagli gnomi. Hermione fece comparire dei fiori bellissimi che sistemò accuratamente insieme a Ginny in tutta la Tana. Coccarde di un bianco candido erano state stregate e fluttuavano per tutta casa. La casa era impregnata di un piacevole profumo di fiori d’arancio. Dopo la morte di Silente e di molti altri fatti spiacevoli la comunità magica era sprofondata in uno stato di paura e di terrore. La vita sociale era stata cancellata, anche i Weasley erano spaventati, ma con molta dignità continuavano a svolgere normalmente le loro vite. Infatti il matrimonio di Bill e Fleur ne era la prova più evidente. Il matrimonio si era svolto proprio alla tana, con una piccola cerimonia. Vi parteciparono i parenti più stretti e gli amici più cari. Ovviamente non si era sparsa la voce come si sarebbe fatto solitamente, tutto si svolse quasi di nascosto.

I festeggiamenti erano agli sgoccioli, quasi tutti gli ospiti se ne erano andati. A quel punto Ron, Harry, Hermione e Ginny decisero di ritirarsi in camera di Ron. Come al solito la camera di Ron era in perfetto disordine. In ogni modo riuscirono tutti a trovare una sistemazione più o meno comoda, tutti tranne Ginny, che rimase sulla soglia, poggiava la fronte sullo stipite della porta, aveva gli occhi bassi e gonfi. Nessuno osava parlare, ad un tratto Ginny alzò lo sguardo, fissò per qualche secondo Harry e se ne andò lungo il corridoio. Harry continuò a guardare fisso la soglia dove poco prima c’era Ginny, si passò una mano fra i capelli, si alzò lentamente e disse ai suoi amici “Devo andare. Ron annuì semplicemente, mentre Hermione lo abbracciò calorosamente. Harry lasciò la stanza. Lasciando dietro di se un silenzio tombale. Ron e Hermione erano rimasti da soli, e non facevano altro che guardarsi reciprocamente. Ron si era sdraiato sul suo letto, mentre Hermione sedeva molto compostamente sul letto di Harry. Anche loro avevano i loro problemi di cuore, e fino a quel momento non si erano mai decisi a risolverli civilmente. Tutto ad un tratto Hermione si alzò, e si andò a sedere sul letto di Ron. Non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso. Stavano lì, immobili, e si scrutavano impercettibilmente, quasi volessero perforarsi le anime. Ad un certo punto gli occhi di Hermione divennero cocenti, le lacrime iniziarono a solcargli il viso, ma la sua espressione non si era modificata. A quella sua incomprensibile reazione Ron si destò spontaneamente, le carezzò il viso e con la stessa mano le asciugò le lacrime. Hermione chiuse gli occhi e sorrise delicatamente. Ron era pervaso da una strana, ma confortante sensazione che si rispecchiava nella calma apparente dei suoi occhi. Se in quel momento Hermione avesse lasciato quella camera lui era sicuro che non avrebbe mai più respirato la stessa aria, e quel nodo alla gola non si sarebbe mai sciolto. Ron abbracciò Hermione, la strinse a se come non aveva mai fatto. In seguito la fece sdraiare accanto a se sul suo letto. Hermione era spaventata, aveva aspettato quel momento così ansiosamente, ed ora che stava succedendo veramente aveva paura di non viverlo a pieno. Aveva pensato a Ron ogni istante della sua vita, e quando stava per perderlo rimpiangeva amaramente di non essere stata pienamente sincera con lui. In quel momento non riusciva a fare altro che piangere. Stavano lì, sdraiati sul letto di Ron, lei nelle sue confortanti braccia. Ron fece una cosa che non aveva mai fatto, le baciò la fronte. Hermione, sapeva cosa sarebbe avvenuto, aprì di scatto gli occhi e prendendo coscienza di se stessa, si girò dall’altro lato in modo tale da poterlo guardare negli occhi. Ron smise di abbracciarla, ed Hermione istintivamente gli strinse la mano nella sua. Ron voleva baciarla, lo voleva da sempre, ma il suo orgoglio glielo aveva sempre impedito. In quel momento lui non era niente, in quella stanza la sua persona si era annullata e con essa tutti i problemi convenzionali che li avevano divisi per tutti quei anni. Quello era il loro momento, sia Ron che Hermione sapevano che forse quello sarebbe stato l’unico momento di intimità che la vita gli avrebbe concesso. La mente di Ron era vuota, non riusciva a pensare a nient’altro che non riguardasse il suo viso e a quella sua espressione serena e piena di sentimento.

“Sono proprio dove voglio essere e con la persona della mia vita” nel dire quest’ultima frase Ron non diventò rosso perché sapeva che nulla lo avrebbe fermato dall’esplicitare i suoi sentimenti. Hermione sorrise amabilmente, il suo cuore stava per perforargli lo sterno. Per tutta la sua vita aveva sempre saputo la risposta giusta, ma in quel frangente le parole non sarebbero bastate per descrivere tutto l’amore che provava per Ron. Lasciò lentamente la mano di Ron e gli carezzò il viso molto delicatamente. Ron chiuse gli occhi, gustando pienamente il calore di quel gesto. Nel momento in cui quella dolce manifestazione di amore stava per finire, Ron le cinse il polso con vigore e si avvicinò talmente tanto ad Hermione che le loro fronti si toccarono. Si guardavano e sorridevano. Entrambi riuscivano a sentire la pesantezza del respiro dell’altro, Hermione non riusciva più a controllare i suoi movimenti, la sua mente si era licenziata, solo il suo istinto comandava. Dentro di sé una vocina riecheggiava continuamente “Fallo, cosa aspetti? Fallo!” e in quel preciso frangente si avvicinò ulteriormente a Ron. A malapena un centimetro separava le loro labbra. Hermione iniziò a strofinare delicatamente il suo naso contro quello di Ron.

Ron non si era mai sentito talmente bene e soddisfatto, chiuse gli occhi per assaporare pienamente tutte le sfumature di quel gesto. Quando Hermione smise con quella dolce effusione, Ron riaprì gli occhi ed era consapevole più che mai che per lei avrebbe aspettato ancora cento anni, che senza di lei lui non poteva esistere. Lei era il prolungamento della sua anima. Insieme, loro erano come due pezzi di un puzzle che combaciavano alla perfezione. Ron sapeva che lei era tutto, e senza di lei tutto perdeva consistenza e importanza. La guardò un’ultima volta, e inaspettatamente le diede un bacio. Non fu molto lungo, ma l’intimità, l’intensità e il sentimento che li legava non erano mai stati così profondi. Ron aveva paura. Paura di aver sciupato quel momento di intimità, per questo motivo si era ritirato in attesa di una risposta altrettanto convincente.

Hermione rimase stupita da quella mossa avventata, ma non ci pensò neanche un secondo, infatti questa volta lo baciò lei. Iniziarono a baciarsi dolcemente, ad abbracciarsi e carezzarsi a vicenda. Ron, in quel momento pensava che niente poteva essere paragonato a quella sensazione di compiacimento che si era instaurata in lui. L’attesa aveva reso il premio ancora più pregiato ed importante per lui. Hermione era veramente felice, e per la prima volta sentiva che Ron aveva riempito quel vuoto che le attanagliava lo stomaco ogni volta che lo vedeva tornare affranto da un allenamento di quidditch, ogni volta che lo vedeva affrontare i compiti ad un ora troppo tardiva, ogni volta che litigavano.

Per Hermione, l’amore e quindi Ron, era paragonabile ad una bomba. Ogni volta che la guardava, tutto il resto si spegneva. Quando lo vedeva avvinghiato tra le braccia di Lavanda, sapeva perfettamente che era tutta una messa in scena, ma il vuoto che l’attanagliava si allargava sempre di più…

Quella sera Hermione si confrontò con la più grande conoscenza, ed era sicura che nessun traguardo raggiunto fino a quel momento fosse veramente significativo a confronto.

Entrambi riuscivano a percepire l’intensità di ogni istante, la fragilità di ogni espressione e la loquacità di ogni gesto. L’amore; finalmente ogni singolo elemento tornava naturalmente al suo posto. Ogni litigata era servita a fargli capire che l’uno senza l’altra non aveva senso, ogni lacrima versata era stata ripagata.

In quel momento l’odio passato e il piacere presente ebbero come fine ultimo l’amore.    

           

Mi scuso per la lunga assenza, ma gli impegni scolastici e il mio nuovo fidanzato mi hanno tenuta impegnata... Le altre fic procedono letamente, ma non le ho abbandonate, presto tornerò a scrivere più assiduamente. Un bacione a tutti!
  
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