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Autore: DiNozzo323    15/06/2011    3 recensioni
Un nuovo personaggio è entrato a far parte di questa splendida squadra. IV stagione.
Quella mattina la squadra della BAU era stata chiamata in sala riunioni, ma cosa strana non era stata JJ a chiamarli, bensì Hotch.
-Abbiamo un caso.-
-Perché non ne so nulla?- chiese JJ all'uomo, abbastanza confusa.
-Perché non è un caso ordinario.-....
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Penelope Garcia, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oh, eccomi qui! Dunque, spero che questa conclusione della storia vi piaccia. Comunque volevo informarvi che ieri mi sono messa e ho concluso la storia. Adesso se vi piace questo finale la lascio così, altrimenti la continuo, ok? Fatemi sapere che ne pensate.

Ringrazio tutti voi che leggete e in particolare ringrazio

bulmettina e caso e niki1909 per averla messa fra i preferiti

fange69 e herm83 e mikared1987 per averla messa fra le seguite

Un bacio grande e fatemi sapere!!!!!





Era in sala interrogatori da solo quando entrarono Reid e Derek.

-Hai il diritto di rimanere in silenzio, qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te. Hai diritto a un avvocato, se non ne hai uno o non puoi permettertelo te ne sarà assegnato uno d'ufficio...- Derek gli lesse i suoi diritti.

-Hai capito quali sono?-

-Li ho capiti, agente. Non voglio un avvocato e parlerò, ma solo se le domande sarà Ariel a farmele.-

-Lei non si chiama Ariel, si chiama Samantha e non è un personaggio di un libro. È una persona vera.- Disse Derek avvicinando il suo viso furioso a quello dell'uomo, che lo guardò e non disse una parola. Da dietro il vetro intanto gli altri osservavano.

-Hotch, ce la posso fare. Dobbiamo sapere dov'è Jil. Non c'è tempo.-

-Va bene. Vai.-

Mentre Derek e Spencer gli facevano delle domande a cui Stone non rispondeva, Sam entrò nella stanza. Si sedette sulla sedia di fronte a lui, che Spencer e Derek avevano lasciato libera e si estraniò dal resto del mondo.

-Sono qui. Parla.-

-Ariel... Sei rimasta uguale dopo tutti questi anni... Anche da qui riesco a sentire il tuo profumo...- le disse facendo scorrere sulla ragazza il suo sguardo lascivo, che infastidì parecchio Reid.

-Ti sbagli, Vess. Sono cambiata. Non sono più la stessa ragazza che conoscevi. Ho abbandonato quella vita.-

-Vedo... Adesso sei un agente federale...- Poi prendendo un tono serio, continuò.

-Io non ho fatto nulla.-

-Non mentirmi. Hai rapito Tom Willson, Jim Hanger e Jillian Todd. Lei meno di 48 ore fa. Dov'è?-

-Ti sbagli. Io non vedo Todd da un anno quasi e Willson e Hanger ancora di più.-

-Sei un bugiardo! Loro hanno cercato di aiutarmi a rifarmi una vita! Ti hanno tolto la tua bambolina dalle mani e adesso stai cercando di vendicarti! Guarda queste.- Disse mostrandogli le due foto che aveva ricevuto a casa e la terza che la vedeva con Spencer e Derek.

-Guarda Jil! Leggi cosa c'è scritto: “Adesso tocca a lei ma la prossima sarai tu.” Dopo esserti vendicato di loro volevi prendertela con me! Colei che ti aveva abbandonato, non è vero?-

-Calma Ariel, calma. Ti stai sbagliando. Anche io ho ricevuto una foto con un messaggio. Diceva “Tra non molto tocca a te.” Pensavo fosse uno scherzo. Non l'ho presa sul serio. Per di più ogni giorno alle 12 in punto qualcuno mi lascia un messaggio fuori casa, vicino la porta sul retro. Bussa e se ne va. Lo so perché durante il pranzo torno a casa.-

-Abbiamo visto il tuo furgoncino andarsene da casa mia. Cosa ci facevi a 130 miglia da casa? Una passeggiata?-

-Il mio furgoncino? Non lo tengo più. L'ho regalato a Ben, mio cugino.-

-Ben?- Disse Sam più a sé stessa che agli altri. Poi guardò la foto che la raffigurava. Dietro il muretto, assieme a altri ragazzi, si vedeva bene il viso di Ben. Comprese il suo madornale errore e uscì di fretta dalla stanza.

-Hotch, non è lui. È Ben Stone. Il cugino. Gli sono sempre piaciuta, ma non ho mai accettato di stare con lui. Tra meno di un quarto d'ora lascerà un messaggio a casa di Jack.-

-Andiamo.- Salirono in macchina e corsero a tavoletta verso casa di Stone. Quando arrivarono videro una persona che andava sul retro della casa. Indossava un cappuccio che impediva di essere vista. Sam si avvicinò per prima e la stese, troppo facilmente. Tolse il cappuccio e vide che davanti a lei non c'era Ben Stone, ma Alisha Carlson.

-Dovevo immaginarlo. Dov'è Ben? Dove avete portato Jil?-

-Sei arrivata tardi, stronzetta. La tua amica sta per fare una brutta fine. Il sangue schizzerà sulle pareti, le sue grida non verranno sentite da nessuno e tu non puoi fare nulla.- Al contrario di quanto si potevano aspettare gli altri però Sam sorrise.

-Grazie. Adesso so dove si trova.- La ammanettò e la lasciò a un poliziotto che li aveva accompagnati, mentre questa gridava un “No!” che racchiudeva rabbia e disperazione.


Sam salì al volante di un auto. Lei era l'unica a conoscere la strada. Sarebbero arrivati prima se avesse guidato lei. Gli altri la seguirono, e anche lo sceriffo e dei poliziotti. Sam guidava davvero veloce, diretta verso il confine occidentale della foresta di Michaux, poco più a nord dell'aeroporto.

-Sono in un capannone abbandonato. Quando stavo con loro ci andavamo per ubriacarci quando era inverno. Avrei dovuto pensarci prima.- Disse a Emily, David e Derek, mentre correva per le strade che l'avrebbero condotta dalla sua amica.

Quando arrivarono al confine con la foresta Sam fermò l'auto, spense il motore e scese correndo. Gli altri la seguivano, anche se erano poco distanti. Corse per circa 600 metri nella Foresta quando arrivò al capannone.

-Ha due accessi, uno sul lato meridionale e uno settentrionale. Immagino che le porte siano aperte.-

-Ok, dividiamoci. Morgan, Samantha, Reid e David a sud, noi andremo a nord.- Disse Hotch.

Morgan aprì la porta e Sam entrò, pistola puntata, seguita da i tre amici. Fortunatamente Jil era viva. Legata e imbavagliata su una sedia. Parecchio sangue la ricopriva. Doveva essere stata torturata. Ben Stone era in piedi, affianco a lei. La pistola che aveva in mano premuta contro la tempia della ragazza.

-Getta l'arma, Stone. Gettala!- Gridò David, ma lui non l'aveva minimamente ascoltato. Teneva lo sguardo fisso su Sam.

-Samantha.- Mormorò il giovane meravigliato. Probabilmente si aspettava di vedere Alisha.

-Getta l'arma Ben. Nessuno più si deve fare del male.-

-Tu te ne sei andata! Per colpa sua! Sua e di quei due stronzi che l'hanno accompagnata! Ma a loro ci ho già pensato. Io ti amavo Sam e loro ti hanno allontanata da me! E tu mi hai lasciato senza opporti! Dovete pagare tutti!-

-Lurido stronzo. Certo che me ne sono andata! Chi voleva stare con te?! Un ragazzino senza palle, che non era nemmeno in grado di avere a che fare una donna. Te la sei sempre presa con persone indifese! È per questo che non mi sono mai avvicinata a te.- Iniziò a dire Sam, deridendolo.

-Smettila!- L'uomo continuava a tenere la pistola puntata contro la ragazza. Era sotto mira, ma la pistola era automatica. Se avessero sparato sarebbe potuto partire un colpo.

-Guardati... Sei un poppante! Non sei nemmeno un uomo. Sei un essere informe che non è nemmeno capace di prendersela con la donna che l'ha fatto soffrire. Senza palle! È per questo che sono stata con tutti tranne che con te! Perché non ti si sarebbe nemmeno alzato!-

-Zitta troia!- Sam l'aveva fatto incazzare, e così lui sbagliò. Girò il braccio puntando la canna verso di lei. Probabilmente era pronto a sparare, quando si sentirono degli spari che provenivano dalle pistole di Hotch, Emily, Derek e David e lui cadde a terra, morto. Sam ripose l'arma in fondina e corse verso la sua migliore amica che teneva gli occhi serrati per la paura. Stava piangendo.

-Jil! Apri gli occhi. Ci sono io qui.- Disse Sam togliendole la benda dalla bocca e slegandola.

-Sam!- Disse la ragazza continuando a piangere mentre l'amica la abbracciava.

-È tutto finito, cucciola. È tutto finito.-


Erano in ospedale. Jil era stata portata lì dall'ambulanza e Sam era rimasta con lei. Sepolti sul retro del capanno avevano trovato i corpi di Tom Willson e Jim Hanger. Quando arrivarono trovarono Sam seduta in sala d'attesa. Quando li vide si avvicinò e abbracciò David.

-Come sta?- Chiese JJ.

-La stanno operando. Aveva una gamba fratturata in tre punti. Dovrà stare un paio di giorni sotto osservazione, ma si riprenderà. Tom e Jim?-

-Li avevano seppelliti vicino il capannone. Mi dispiace.- Disse Hotch. Sam si girò dall'altra parte, distrutta.

-E' giusto che loro siano morti per un mio errore mentre io sia ancora qui, illesa?- Chiese Sam a se stessa, a mezza voce, sentita però da tutti. Spencer si sentiva male quanto lei a vederla così.

-Ehi.- Disse Derek poggiandole una mano sulla spalla e facendola girare.

-Sam, non è colpa tua quello che è successo. La colpa è di coloro che compiono queste azioni, non nostra. L'unica cosa che possiamo fare noi è impedirgli di farlo ancora.- Le disse David, facendola sorridere, anche se era un sorriso amaro quello che le spuntava sul volto.

-Samantha, resta con la tua amica. Hai tre giorni di permesso.- Le disse Hotch. Loro sarebbero dovuti tornare a casa, ma lei poteva restare lì. C'erano tante cose da fare. Lei li salutò uno a uno, ringraziandoli cento, mille volte, per averla aiutata e esserle stati vicino. Poi quando loro se ne stavano andando Derek fermò Spencer.

-Ragazzino, ti aspettiamo. Vai a salutarla come si deve.- Spencer lo guardò e si voltò, tornando da Sam.

-Spencer, cosa...?- Lui le prese il volto fra le mani e la baciò con passione.

-Quello che è successo non cambia nulla fra noi.- Disse ripetendo le parole che le aveva detto appena un giorno prima.

-Ti amo, Spencer Reid.- Disse Sam, mentre le loro fronti si toccavano e il loro respiri si mescolavano.

-Anche io ti amo, Sam.-


  
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