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Autore: Alex Simon    15/06/2011    2 recensioni
[Era una notte gelida e il leggero vento invernale staccava le ultime foglie dagli alberi ormai nudi e senz'anima, il cielo diventato scuro prima del solito non lasciava intravedere nemmeno una stella tra quella coltre di nubi che preannunciava un bel temporale.];[-Ma che razza...- Borbottò Havoc mentre Fury riprendeva a battere i denti più forte di prima, appena la luna venne in loro soccorso illuminando quella figura nebbiosa.
Qualcosa di impossibile, inquietante... tanto che rimasero di sasso entrambi a balbettare in preda alla confusione: Due stivali neri, pantaloni di pelle aderenti, una maglietta bianca che superava di poco la vita dove arrivavano i capelli biondi sciolti, una giacca di pelle e due occhi dorati che in altre circostanze gli sarebbero stati familiari, ma ora erano diversi, taglienti, crudeli, selvaggi... non una parola usciva da quelle labbra bianche e perfette come quelle del cadavere che dovrebbe essere.
-E-Edward... kun?-]. n.b: non lasciatevi ingannare dall'into ^^ la fic non è proprio drammatica e tutte queste cose qui xD avrà anche i suoi momenti comici :) Buona Lettura!
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In casa Elric regnava il più totale silenzio da quando lui non c'era più, l'aria non era allegra e piena di infantili risate o a volte scossa da quelle grida senza alcun senso, dalle lamentele sciocche che Edward era solito fare, per abitudine più che per vera rabbia.

Alphonse sentiva questa presenza mancante tra quelle mura, tra le fotografie che non riempivano alcun vuoto e l'illusione di vivere soltanto un brutto sogno, un incubo dal quale presto si sarebbe svegliato.

Stava scendendo le scale per aprire la porta al Colonnello Mustang che lo aveva avvertito di una sua visita, doveva parlargli di qualcosa di molto importante che riguardava Edward e per questo ora più che mai lo assalivano milioni di flashback ed emozioni incontrollabili, ma da quando il suo fratellone non c'era più si era sempre ripetuto che poteva farcela, poteva affrontare un giorno dopo l'altro fino a quando finalmente avrebbe accettato questa situazione e avrebbe imparato per lo meno a conviverci, perché no, per Alphonse sarebbe sempre risultato impossibile accettare il fatto che il suo fratellone, la sua unica famiglia, fosse morto.

Dopo il funerale ogni persona con cui veniva in contatto non mancava di chiedergli come si sentisse e di offrirgli il suo aiuto in caso di bisogno, odiava essere la piccola, povera vittima di turno, quelle persone non avrebbero mai realmente compreso ciò che lui si portava dentro, non lo avrebbero mai capito e allora perché mostrarglielo? Da qualche giorno quindi mostrava agli ospiti un falso sorriso sereno, turbato certo per il lutto ma era un sorriso capace di dire “Ehi mi sto riprendendo state tranquilli!” anche se si trattava di una grossa bugia.

Ma quando aprì la porta al Colonnello non sentì il bisogno di innalzare quella barriera, perché essendo una persona fidata, in grado di capire veramente poteva rilassarsi, sicuro che nessuno lo avrebbe compatito o giudicato come il povero Alphonse Elric, rimasto figlio unico troppo velocemente, orfano di madre e praticamente anche di padre, che tra parentesi non si era visto nemmeno al funerale di Ed.

-Colonnello... entri prego- Lo accolse con un debole ma sincero sorriso ed entrambi si sedettero in salotto dove finalmente il minore, forse troppo preso dai suoi pensieri notò l vestiario stropicciato e sporco del maggiore... insolito per il Taisa... pensò ma avrà una buona ragione concluse infine. -Di cosa voleva parlarmi?-.

-Alphonse... non voglio allarmarti né infierire sul tuo stato d'animo... ma c'è una cosa che devi sapere e riguarda Edward-.

Il minore a quelle parole si fece coraggio, prese un lungo respiro e si preparò all'ascolto, cercando di reprimere quella stupida e dolorosa voragine che ogni volta cercava di strappargli il cuore appena udiva il nome di suo fratello.



Edward nel frattempo aspettava pazientemente che il sole calasse ormai giunto al tramonto, impaziente di poter uscire e girare liberamente senza essere costretto a rimanere dentro casa con quell'insulso ed irritante individuo che non voleva lasciarlo solo neanche per un attimo, come se poi fosse davvero una sua proprietà.

Ignaro del discorso che stavano facendo in quel momento il Colonnello e suo fratello pensava di tornare al cimitero come ogni sera, per riflettere e stare un po' da solo approfittando del fatto che almeno in quel luogo, la cara palla al piede che lo seguiva costantemente avrebbe avuto il rispetto di lasciarlo in pace.

Ma forse chissà, il suo cuore desiderava altro che semplice tranquillità, forse sperava che facendo ritorno in quel luogo ogni sera avrebbe potuto incontrare suo fratello... anche se non avrebbe potuto parlargli per non metterlo in pericolo, altra restrizione costretta dal solito individuo irritante che lo seguiva.

Qualche giorno lo sapeva, gli avrebbe dato un pugno così forte che lo avrebbe sentito in ogni caso, natura sovrumana o meno per avere la soddisfazione di farlo tacere e togliergli quel sorrisetto dalla faccia.

-Perché continui a seguirmi nonostante io palesi il mio odio sconfinato nei tuoi confronti?!- Chiese sentendo quell'asfissiante presenza già alle sue spalle.

-Che c'è di male, ti faccio un po' di compagnia- Risponde invece lui alzando poco le spalle con un sorriso tranquillo.

-Io non la voglio questa compagnia quindi vattene-

-Non vorrai maltrattarmi come l'altra volta spero... sai in quel quartiere non riescono a spiegarsi quelle deliziose crepe che tu hai fatto sull'asfalto-

-Tecnicamente è stata la tua testa a farle e non sarebbe successo niente se tu non mi avessi provocato-

-Provocato... così?- Si avvicinò sempre fulmineamente per paura di prendersi un bel pugno e posò le labbra sul suo collo candido e freddo, il risultato non fu dei più rosei perché Edward dopo aver superato la sorpresa iniziale fu preso dalla rabbia e lo afferrò per il colletto della camicia voltandosi per guardarlo negli occhi in malo modo ed avvertirlo di non continuare altrimenti sarebbero stati affari suoi.

-Esattamente... “non ti avvicinare a me”, come te lo devo spiegare questo concetto?!-

-In ogni modo che conosci...- Sussurrò con un che di malizioso, dove però la malizia non c'entrava niente.

-Bene...- Sibilò mentre i suoi occhi venivano segnati ancora dalle solite venature minacciose che solcavano anche le guance, per dargli un'aria pericolosa e crudele.

Infatti rimanendo fedele a ciò improvvisamente lo scaraventò oltre la veranda facendolo atterrare su di un pino bello alto, peccato che però i rami di questo iniziarono a spezzarsi facendogli fare una bella caduta a terra.

Edward in un attimo fu davanti a lui con una lancia di legno che chissà da dove aveva ricavato, la puntava all'altezza del suo collo sopra la camicia sporca di terra e la pelle scoperta a causa di qualche strappo causato dai rami con cui si era scontrato.

-”Stammi lontano” ora è così difficile da capire?-

-No, le tue tecniche di persuasione hanno dato i loro frutti, ora se vuoi scusarmi...- Scansò la punta della lancia delicatamente e si rialzò in piedi ripulendo la camicia come meglio poteva ma con scarsi risultati. -Vado a darmi una sistemata...-.

-Ecco bravo, fuori dai piedi-.

Appena se ne fu andato si calmò e tornò normale, sospirò chiedendosi in che cosa si stava trasformando... in un essere incapace di trattenere i propri istinti, qualcuno che non è vivo ma nemmeno morto, un esistenza sconosciuta agli occhi del mondo compresa a quelli di suo fratello e dei suoi più cari amici...



-Lei è davvero sicuro che non si trattasse di Envy...?-.

Alphonse aveva pazientemente ascoltato la storia del Colonnello senza intervenire nemmeno una volta su quanto la considerasse assurda o improbabile, ma man mano che andava avanti anche lui iniziava a convincersi che forse un fondamento di verità c'era... se lo diceva il Colonnello, che è un uomo di scienza non doveva proprio considerarla una bugia, vivendo in un mondo dove esistono homunculus, chimere e via dicendo come potrebbe non considerare una cosa simile dopotutto?

Annuì alla fine del racconto cercando di mantenere una visuale razionale ed oggettiva della situazione, però essendo un essere umano che prova dei sentimenti gli fu difficile ignorare quelli che iniziavano a farsi strada nel suo cuore, che invadevano e scalciavano nel suo petto: la speranza ritrovata in un racconto del tutto assurdo ma nonostante ciò veritiero, la tristezza che lentamente iniziava ad abbandonarlo perché forse c'era ancora una speranza, forse avrebbe potuto rivedere il suo fratellone e parlargli e capire -seguendo la storia del maggiore- ciò che lo affliggeva, non si sarebbe più sentito in colpa per essere stato inutile al momento del bisogno, anche se Edward avrebbe smentito questa sua teoria lui la pensava lo stesso così, perché la persona che più amava al mondo stava morendo tra le sue braccia e non era stato in grado di aiutarlo.

Ma sarebbe cambiato tutto...

-Sono sicurissimo Alphonse, dovevi vederlo... non poteva assolutamente trattarsi di Envy, torna al cimitero ogni notte e secondo me lo fa perché vorrebbe dirti qualcosa che non può... ti cerca e sente la tua mancanza come tu senti la sua-

Non era arrabbiato perché Edward non li aveva messi al corrente di questa situazione, ma in qualche modo lo capiva e sentiva di volerlo aiutare, si era commosso vedendo quelle lacrime seppur fossero davvero insolite e sapeva che non era colpa sua...

-Avete già un piano per riuscire a rintracciarlo ancora?-

-la mia priorità è stata quella di informarti... ma pensavo di tornare al cimitero se saremo fortunati potrebbe tornare, se invece non fosse così sospetto comunque che si trovi nelle vicinanze altrimenti non sparirebbe così velocemente-.

-Allora proviamo a cercarlo lì e semmai nelle vicinanze, voglio vederci di più in questa storia-.



Poche ore più tardi i due arrivarono al cimitero dove Alphonse ebbe modo di notare le macchie rosse sulla tomba del fratello, o meglio come le aveva descritte il Colonnello: Le lacrime di sangue che aveva versato la notte scorsa.

Si guardarono a lungo intorno fino a che decisero che forse era meglio dividersi e setacciare anche la zona intorno per ottenere maggiori risultati, almeno si sperava...

Fu a questo punto che accadde qualcosa, mentre Alphonse camminava nel bosco silenzioso stando tuttavia attento a non perdere di vista il sentiero s'imbatté in alcune rovine: colonne e scalinate di pietra logorate dal tempo e dai rampicanti che iniziavano a circondarle e stringerle come in una morsa.

Al centro di uno spiazzo vi era una tomba anch'essa di pietra, priva di incisione o identità ma ciò che contava era la persona che era seduta su essa: apparì come un angelo davanti ai suoi occhi scioccati, un ragazzo dai lunghi capelli biondi gli dava le spalle, i suoi lineamenti seppur poco visibili erano illuminati dai flebili raggi lunari che facevano sembrare la sua pelle fatta di porcellana delicata e morbida anche se sicuramente fredda... visto che in quella notte gelata non era un gran che coperto, indossava soltanto un giubbotto di pelle nero, come i pantaloni e gli stivali.

Era diverso da come se lo ricordava, non che fosse passato così tanto tempo ma aveva qualcosa a lui estraneo come aveva detto il Taisa.

-Edward...- Uscì come un sussurro dalle sue labbra tremanti, ma fu udito perfettamente dall'altro ragazzo che si voltò sorpreso facendo svolazzare i lunghi capelli per aria, mostrando i suoi grandi occhi dorati a quella luce suggestiva.

Come in un film i loro sguardi si incontrarono, l'angelo e l'essere umano che non poteva credere ai propri occhi ma aveva il cuore traboccante di ingenua felicità.

Le labbra perfette del biondo erano ancora schiuse in attesa che il cervello gli suggerisse qualcosa da dire, ma non trovava le parole per quella circostanza e non accennava nemmeno un movimento aspettando che fosse l'altro a parlare e rompere quell'imbarazzante silenzio.

-Nii-san...-

[Angolino Autrice]

Eccomi qui ^_^ come vedete finalmente Alphonse è stato messo al corrente degli ultimi sconvolgenti avvenimenti, e non ha perso tempo XD I due fratellini si sono come dire... "Riuniti" anche se nelle tenebre giace ancora qualche segreto o.o... che Edward non è morto ma neppure vivo ormai si sa... 

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo,  Ringrazio come sempre Rie onee-san :3 che mi ha recensita con tutto il suo entuasiasmo *-* anche se vorrei sentire anche qualcun'altro eh!

Me lo lasciate un commentino? ^^

  
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