C’era una ragazza a terra, il sangue le scorreva dal capo fino al marciapiede, gli occhi aperti fissi nel vuoto e io la guardavo dall’alto, avrei voluto aiutarla, le tesi la mano ma non riuscivo a raggiungerla, la tesi più forte, cercai di avvicinarmi, ma sembrava quasi che mi stessi allontanando da lei. Non riuscivo a sentire il mio corpo, non riuscivo ad avere controllo di me, dov’ero? Chi ero?, mi girai verso una luce alle mie spalle, com’era bella…di un colore che non avevo mai visto, un colore che non esisteva qui sulla terra, ma che mi dava una sicurezza e una bella sensazione che mi sarebbe impossibile descrivere.
Avrei voluto seguirla e andare da lei, come una farfalla attirata da un fiore, ma poi mi rigirai verso la ragazza, non potevo lasciarla li…cosa avrei dovuto fare? D’un tratto la luce divenne uno specchio che rifletteva la mia immagine…ma ero io?... io sono quella ragazza! Stavo morendo...avevo avuto un incidente! Adesso che avevo saputo non potevo più andarmene…non era ancora la mia ora…non potevo lasciare la mia famiglia e i miei amici in questo modo!
 
“guardate, guardate si sta svegliando!!!”
Sara aprì gli occhi senza rendersi conto di quello che le era accaduto, davanti a lei sua madre e sua sorella che piangeva dalla gioia; suo fratello entrò di corsa e l’abbraccio: “Sara, Sara! Ti sei svegliata finalmente! Eravamo così in pensiero!”
Ma Sara non riconosceva quei volti, era ancora molto confusa e non ricordava nulla.