PARENTS
James
comparve in Sala Grande, trascinando i piedi dietro di lui nel camminare. Sul
suo viso si stagliava un cipiglio triste e gli occhi lucidi ne confermavano lo
stato d’animo. Fu Sirius a scorgere la sua figura
dall’aura attualmente tetra. Generalmente, era esuberante anche a quell’ora del
mattino e prima di una lezione come Divinazione, ma qualcosa mi diceva che il
suo broncio avesse a che fare con una certa ragazza dai capelli rossi. Il
suddetto ragazzo avanzò con un’inaudita
lentezza ed, una volta giunto dove io e Sir avevamo preso posto, ricadde sulla
panca di fronte a noi, senza neanche curarsi di scavalcarla e, di conseguenza,
di guardarci in faccia. Padfoot, a quel punto, gli
rivolse un’occhiata curiosa e seria allo stesso tempo, ed ansioso di sapere,
gli parlò, senza fare troppi giri di parole.
“Prongs, che
hai?”.
Lui non rispose e Sirius,
spazientito, spostò il suo sguardo su di me, forse sperando che ne sapessi
qualcosa, poi gli occhi gli si illuminarono.
“Tu che ne pensi, mamma?”, continuò, stavolta rivolto a me.
Lo
fissai stranito, mentre lui con un gesto veloce indicava prima me, mimando la
parola mamma, e poi sé stesso,
mimando la parola papà. Capii e
ridussi gli occhi a due fessure, arrossendo non poco.
“Perché devo essere io la mamma, papà?”, dissi, sottolineando l’ultima
parola.
“L’hai detto anche tu, Moony!”, esclamò lui, sorridendo a trecentosessantacinque
denti “Io sono il papà”.
“Io penso che divorzierò, papà, in particolar modo perché non
riesci a capire che nostro figlio è
reduce da una delusione d’amore”.
Sirius si voltò
a guardare James, quasi disgustato. “Ancora la Evans?”.
James ci fissò, un sopracciglio inarcato
e gli occhi ancora umidi.
“Siete pessimi come genitori. Primo, perché con Lily è tutto normale: non mi calcola,
ma non mi arrendo! Secondo, perché non ho soldi per comprare il nuovo manico di
scopa della Nimbus e voi non mi date neanche mezza paghetta”, disse tutto d’un fiato,
abbozzando un sorrisino e, sedendosi finalmente in maniera composta, iniziò a
servirsi di uova sode.
Io e Sirius ci
fissammo interdetti e poi scoppiammo a ridere. Nemmeno il mio istinto non
sbagliava mai.
Angolino dell’autrice
Questi piccoli momenti di follia mi
fanno pensare che ho qualcosa che non va. E’ il secondo in giornata, entrambi
su Sirius e Remus, per altro.
A questo proposito, Sirius vuole a tutti i costi far
sorridere James ed alla fine ci riesce anche. Remus
intanto tiene testa bene al cagnaccio.
Sa il fatto suo, lui. Il loro amore/amicizia è così, a parer mio.
Dunque, a voi il lancio dei pomod… le recensioni.
Baci!
Vale