This
is the happy song I wrote for you.
Sono rari,
gli episodi della tua infanzia che ricordi con tanti dettagli
– in genere si
tratta di oggetti, frasi, toni di voce che non saresti in grado di
dimenticare
neppure se ci mettessi tutto l’impegno del mondo.
Non
trascorrevi mai un’intera notte da solo, prima di allora: ti
svegliavi e
correvi dai tuoi genitori, terrorizzato, qualche volta piangendo e
invocando il
loro aiuto. Avevi una paura folle della fantomatica bestia dai cento
occhi e
mille denti che abitava l’armadio a muro; eri convinto che
non saresti mai
riuscito a sconfiggerlo e non saresti riuscito a scampargli se non
avessi
cercato rifugio fra i grandi, che
pure non possedevano un effettivo mezzo per mettere in fuga il mostro
una volta
e per sempre. La Mamma e il Papà dormivano insieme e non
venivano attaccati,
forse questo avrebbe potuto valere anche per te.
Hai
ritenuto che questa fosse la soluzione più efficace fin
quando un giorno, la
Mamma ti offrì una piccola bottiglia di plastica di un verde
brillante e il
tappo di un altro colore che non ricordi. «Questo,»
ti disse con la faccia di
chi la sa lunga, e lei lo sapeva
perché
era la Mamma, «ti renderà fortissimo,
così potrai difenderti se il mostro
nell’armadio cercasse di farti del male.»
Per mesi avevano cercato di convincerti che non esisteva
entità di alcun genere
che desiderava del male – per la prima volta sembravano
crederti, non solo, ti
offrivano addirittura l’occasione di tutta una vita!
Quelle
piccole bottiglie contenevano acqua e zucchero, lo scopristi solo anni
dopo,
quando la paura si era estinta da molto tempo, però
l’idea che stava alle
spalle, un liquido capace di renderti
invincibile e immortale come solo i bambini possono sentirsi—Meraviglioso.
Scoppiasti
a ridere, la prima volta che tua figlia scoppiò a piangere
nel mezzo della
notte: un compagno di classe all’asilo le aveva raccontato la
storia del mostro
che viveva nell’armadio dei bambini cattivi e mangiava loro i
piedi durante la
notte. Il racconto l’aveva spaventata al punto tale che,
quando la
raggiungeste, alzò gli occhi su di te
dall’abbraccio della madre e ti chiese se
fosse stata abbastanza buona da salvarsi.
Ingoiasti
la risata e ti sentisti in colpa per aver dimenticato con tanta
facilità il
terrore che tu stesso provavi da piccolo.
«Certo, sei una brava bambina, nessuno ti farà mai
del male.»
Non era del
tutto vero – se potevate proteggerla dagli uomini malvagi e
dalle bestie negli
armadi, non potevate fare lo stesso dal tumore al cervello che la
faceva
piangere la notte e il giorno, sempre inseguita da quegli esseri
spaventosi che
non sapeva come tenere lontani neppure quando stretta fra di voi nel
lettone
matrimoniale.
Tua moglie
è scomparsa tempo fa, non ricordi quando abbia deciso di
andarsene però non
vivete più insieme e ora il letto è grande e
vuoto: se l’animale dai cento
occhi e mille denti che vive nell’armadio dei genitori
cattivi e mangia loro il
cuore durante la notte volesse attaccarti non avrebbe problemi,
però tu hai
sempre la tua più grande arma. Hai riscoperto da allora la
forza che ti
donavano le bottiglie colorate, solo che ora il vetro è
trasparente e il
liquido non è più dolce, brucia nella gola e
scalda il petto.
Oh, prima o
poi quel bastardo si
farà vedere, e
tu sarai pronto ad accoglierlo come si
deve.
This
is the happy
song I never wrote (for you).