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Autore: Vale Lovegood    15/06/2011    4 recensioni
cosa succederebbe se il piccolo Albus Potter fosse mandato dal preside per l'ennesimo scherzo? se proprio in quell'ufficio potesse conoscere le due persone a cui deve il nome? E se proprio questi due chiarissero molti dubbi ad Albus Severus? Piccolo momento di riflessione che ci porta a riflettere anche sulle nostre azioni e alla loro importanza...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Albus Silente, James Sirius Potter, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Non è colpa mia, non è come sembra!"

"Allora sono io che sono diventata all'improssivo cieca signor Potter?"

"Professoressa, mi dispiace, ma non è colpa mia!"

"Lo spiegherai al preside Potter"

Una donna alta, anziana ma ancora rapida e agile nei movimenti, con i capelli neri legati con un severo chignon, stava conducendo un bambino di circa 12 anni dai capelli neri e occhi verdi brillanti nello studio del preside.

Il ragazzino aveva l'aria mortificata che faceva trasparire la paura della punizione che si aspettava.

D'altro canto la professoressa lo doveva punire...

non poteva chiudere gli occhi davanti al suo gesto sconsiderato...

Attraversarono il corridoio e si trovarono davanti a due gargoyle di pietra e pronunciata la parola d'ordine ("limone caramellato") entrarono nell'ufficio del preside.

"Bene Potter, entra pure, il preside sa già tutto"

"Professoressa, ma non è colpa mia!"

"Dovrai spiegarlo tu al preside Potter" detto questo la donna si congedò.

Entrato nel grande ufficio il bambino si sentì frastornato e spaventato, ma soprattutto solo.

Il preside non c'era e probabilmente la professoressa aveva deciso di lasciarlo lì perchè supponeva fosse più sicuro per lui attendere il preside lì piuttosto che mettersi ancora nei guai.

La stanza era piena di strani oggetti, ma quello che attirò maggiormente l'attenzione del bambino era un oggetto che aveva visto solo due volte da quando si trovava ad Hogwarts e indirettamente era proprio quello la causa dei suoi guai...

Il Cappello Parlante se ne stava lì sulla sua mensola e probabilmente stava già scrivendo la sua prossima canzone per lo Smistamento.


Già, il cappello forse assomiglia un pò a me per questo... è alla ribalta solo una volta all'anno e nessuno riconosce mai veramente i suoi servizi! Proprio come me che vengo notato solo per le cose eclatanti e quasi mai per quello che valgo


Con un moto di coraggio dettato dal momento, il bambino afferrò dalla mensola il cappello e se lo mise in testa.

"Ah, signor Potter! Che piacere rivederla!"

"Ciao..."

"Ti sento giù di tono ragazzo, qualche dubbio sulla tua Casa?"

"Bè, si e no... nella Casa che hai scelto io mi trovo molto bene, ho degli amici fantastici e mi sento bene è solo che... cioè, non so come spiegarlo..."

"Non devi spiegarlo, lo leggo qui nel tuo cuore... non ti senti adatto a dove ti trovi e non per la fama che la Casa ha, ma semplicemente per quello che dicono gli altri, vero?"

"Si, soprattutto mio fratello che continua a dire che quella non è la mia Casa per le caratteristiche che ho, ma lui non capisce! In fondo è stata la mia scelta e non me ne pento..."

"Sai, non sei il primo che mi fa un discorso del genere, lo sai?"

"Si, il mio papà mi ha raccontato che è successa una cosa simile anche a lui! Però alla fine è stato contento! Li ha conosciuto Zio Ron, Zia Hermione, mamma e tante altra persone!"

"allora perchè non dovrebbe essere lo stesso anche per te? Ammetto che il tuo Smistamento è stato molto difficile, però so come farti tornare il sorriso"

"come?"

"Parlando con colui che tolse ogni dubbio a tuo padre... perchè vedi alla tua età anche lui aveva avuto paura di aver sbagliato, ma questa persona lo aiutò molto"

"Chi è?"

"Appena mi toglierai guarda in alto dietro la sedia del Preside, troverai due quadri, ti consiglio di parlare con entrambi, ma con uno per volta.

Al momento stanno dormendo e tu non dovrai fare altro che chiedere di parlare con Albus Silente e lui si sveglierà e potrai parlare con lui.

Se vuoi un consiglio però, parla anche con Severus Piton appena avrai chiarito con il primo.

Entrambi dovrebbero risultarti familiari..."

"Grazie mille allora Cappello!"

"Figurati e in bocca all'ippogrifo!"

Detto questo il bambino si tolse il cappello e guardandosi intorno cercò il quadro di Albus Silente.

Lo riconobbe subito non solo dalla descrizione, ma anche perchè era cresciuto conoscendo il suo volto.

In fondo aveva ben 8 figurine delle Cioccorane su di lui!

"Scusi, professor Silente, posso parlare con lei?"

come se si fosse svegliato proprio ora, il professore aprì gli occhi e osservò il suo interlocutore.

"Salve, tu devi essere il signor Potter, vero?"

"Come fa a saperlo?"

"Assomigli molto a tuo padre e poi tuo fratello James ha passato tanto di quel tempo qui che ormai la sua fisionomia è indelebile nella mia mente"

"Già, è proprio a causa sua che sono qui!"

"Si, la professoressa McGranitt lo ha già spiegato all'attuale preside.

È per quello che sei qui, no?"

"si, è soprattutto per quello"

"e cos'è l'altra parte?"

"Bè..."

Il cappello era stato chiaro, perchè allora tanta esitazione? In fondo non stava facendo nulla di male, no?

"Io mi stavo chiedendo se la mia Casa è quella giusta per me... mi trovo benissimo dove sono, ma mio fratello continua a tormentarmi e a dire che non è il luogo più adatto a me!

So che lo fa solo per farmi arrabbiare, ma lo trovo insopportabile e ogni volta mi vengono dei dubbi atroci e mi sento come se veramente non fosse il posto giusto, o meglio nessuna Casa mi sembra quella più giusta! Non mi sento ne ambizioso e furbo come un Serpeverde, nè paziente e leale come i Tassorosso, ne intelligente e astuto come un Corvonero ne puro e coraggioso come un Grifondoro.

La mia sarebbe dovuta essere la Casa dei timidi e insicuri di sè."

"Ora, non so quale sia la tua Casa e perdonami, ma non è importante, la cosa fondamentale è il motivo per cui sei lì"

"Sono lì perchè è stata una mia scelta! Ho scelto io la mia Casa"

"Bene e come dicevi prima, ti ci trovi bene, giusto?"

"Si, ho tanti amici e mi sento felice e sereno lì"

"Bene, allora ti dirò le stesse cose che dissi a tuo padre al suo secondo anno: sono le scelte che noi facciamo che ci rendono quelli che siamo! Potresti avere tutte le caratteristiche di una o l'altra Casa, ma la scelta è la cosa più importante che abbiamo.

Alla fine non importa quello che siamo, ma quello che vogliamo essere!"

"Grazie signore, mio padre me lo ha sempre detto che grande persona è stata lei.

Mio padre ha cresciuto me, mio fratello e mia sorella con la consapevolezza delle grandi gesta e della grande guida che è stato per lui.

Questa è un altra cosa che mi fa stare un pò giù di morale.

James si diverte spesso a rinfacciarmi anche questo!"

"Di cosa si tratta?"

"Bè, io non mi sento all'altezza del mio nome: io mi chiamo Albus in suo onore, Severus in onore del professor Severus Piton e Potter che è il mio cognome"

Appena pronunciato "Severus Piton" il secondo quadro si risvegliò e disse:

"Chi è che mi ha chiamato?"

"Scusi signore sono stato io"

a quelle parole Severus Piton si girò e vide per la prima volta il secondo figlio di Potter.

Non poteva crederci quanto fosse simile a lui: aveva gli stessi occhi, lo stesso volto e lo stesso atteggiamento.

Non l'aveva mai voluto ammettere ne ad altri ne a se stesso ma anche se Harry Potter era la reincarnazione corporea del padre, gli occhi e l'anima erano della madre.

E poi si sa gli occhi sono lo specchio dell'anima!

"perchè mi hai chiamato, signor Potter?"

"anche lei mi conosce?"

"senza dubbio assomiglia molto a suo padre, fa anche le stesse sue sciocche domande"

"mi dispiace di averla disturbata, stavo soltanto presentandomi: io mi chiamo Albus in onore di Albus Percival Wulfric Brian Silente, Severus in onore del professor Severus Tobias Piton e Potter che è il mio cognome.

Stavo spiegando che oltre a mio fratello anche il mio nome mi da problemi perchè non mi sento all'altezza!

Tutti pensando al mio nome vedono tre grandi maghi: il capo di Grifondoro con il suo coraggio e immensa intelligenza, il capo di Serpeverde che agiva nell'ombra ma il suo coraggio non era pari a nessuno e il mio papà che è considerato come un eroe.

Non fraintendetemi, io sono orgoglioso del mio nome, così come della mia Casa, però non mi sento mai all'altezza delle aspettative degli altri..."

"e perchè mai il figlio del famoso Harry Potter si sentirebbe così frustato?" chiese il quadro di Severus.

Il nome del bambino lo aveva molto colpito, era commosso interiormente anche se non l'avrebbe mai dato a vedere.

Era felice di sapere che qualcosa di buono alla fine lo aveva fatto.

Con gli anni aveva capito che Harry Potter era una persona diversa sia dalla madre che dal padre.

Per quanto potesse essere fisicamente simile a James e interiormente simile a Lily, lui era una persona diversa, semplicemente perchè non era loro.

Per anni aveva voluto vedere solo la fotocopia di James con gli occhi tremendamente sbagliati di Lily.

Per anni lo aveva protetto solo nel ricordo del suo grande amore.

Però adesso aveva capito che le nostre scelte possono davvero cambiare tutto:

in fondo lui aveva scelto di vedere solo James in lui...

ancora prima aveva scelto di voltare le spalle a Lily...

e aveva scelto anche di rivelare la profezia che insieme alle scelte di Minus avrebbero provocato delle morti innocenti...

"Perchè io non potrò mai neanche assomigliare a loro! Io non sarò mai un potente mago che avrà il coraggio di fare quello che avete fatto voi!"

"Signor Potter, non so cosa ti abbia mai detto tuo padre di me, ma io, come Albus e come lo stesso tuo padre, ma come anche tutti coloro che vivono nel mondo Babbano o Magico, non sono quello che sono alla nascita, lo diventano.

Se tu vuoi una cosa fai di tutto per averla.

Potresti, anzi sicuramente farai degli errori, ma l'importante non sono gli errori o le cose giuste, ma le scelte che farai perchè saranno quelle che alla fine dei giochi ti diranno chi sei."

"Scusate se vi ho disturbato e grazie dei vostri consigli, ora sono molto più sereno."

"Figurati caro, se c'è qualcos'altro che vorresti dire dilla pure"

"Grazie signor Silente. Volevo solo dire che il mio papà vorrebbe che foste entrambi qui e che gli dispiace per aver sempre considerato male il signor Piton quando lui era sempre stato dalla sua parte. Grazie veramente delle parole, prometto che cercherò di essere più sicuro di me!"

"Ben detto figliolo e ora in bocca all'ippogrifo con il nuovo Preside" detto questo un sorridente professor Silente e un austero all'apparenza ma molto felice all'interno Piton si congedarono lasciando il bambino alla sua punizione.

Dopo circa due minuti entrò il Preside che disse:

"Bene signor Potter, può andare"

il bambino strabuzzò gli occhi e disse:

"Cosa?"

"Suo fratello ha confessato che era colpa sua se il cibo era esploso per tutta la tavolata della colazione e non sua perchè lui aveva voluto solo dimostrare che lui non apparteneva alla sua Casa.

Alla fine avrà la sua punizione e lei è libero di andare."

"Ma anche io ho la mia colpa! Non avrei dovuto dire quelle parole davanti a tutti... in fondo anche io ho la mia parte di colpa..."

"si, ma ritengo che non sia grave come quella commessa da tuo fratello"

"quale sarà la sua punizione?"

"Bè, dovrà pulire tutti i bagni del castello senza magia"

"Signore, forse sarà un pò strana la mia richiesta, ma posso essere punito anche io con lui?"

"Cosa? È la prima volta che mi capita di vedere qualcuno chiedere una punizione!"

"Signore la prego, è una mia scelta"

"se proprio insisti, da domani alle 17 inizierete a pulire i bagni al piano terra per poi proseguire in tutti i piani, senza magia! Puoi andare e riferire la punizione anche a tuo fratello"

"Grazie signore, arrivederci"

Così dicendo il piccolo Al scappò finchè non incontrò un altrò bambino il cui aspetto era simile al suo.

"Allora Al, com'è andata?"

"Bè, siamo ancora ad Hogwarts ma da domani alle 17 ci tocca pulire tutti i bagni dal piano terra fino all'ultimo piano senza magia"

"Compreso quello delle ragazze"

Al annui nuovamente e si diresse verso la sala grande con il fratello che all'improvviso chiese:

"Un momento, ma perchè tu sei in punizione? A che è servito confessare se poi anche tu ti becchi la punizione?"

"è una mia scelta, in fondo anche io non dovevo reagire così contro di te..."

"sei proprio strano fratello, però grazie, in due finiremo prima!"

detto ciò James prese il fratello per le spalle e lo obbligò a mangiare a fianco a lui, perchè in fondo sono le nostre scelte quelle che contano...

Salve a tutti! se state leggendo ancora vuol dire che la storia non faceva tanto schifo! 
Prima di tutto vorrei chiedere scusa per alcune cose:

  1. eventuali, anzi sicuri errori di battitura o grammaticali.

  2. La Casa di Al non l'ho detta perchè ho pensato fosse più bello non saperlo, tanto ai fini della storia non è importante! (non pensate che visto che James e Albus mangiano vicini sono della stessa Casa, perchè per una volta si potrebbero fare altre scelte!!!)

  3. il Preside (o anche una lei, non è scontato) non ha un nome perchè non so si potesse essere e anche questo non è importante ai fini della storia perchè in fondo i grandi presidi sono Albus Silente e Severus Piton!

Detto questo non vi resta che commentare!!! ciao alla prossima!

  
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