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Autore: KaienPhantomhive    16/06/2011    3 recensioni
Un'Italia fantascientifica di un mondo diviso tra Eurasia ed Austramerica, il ritorno degli Angeli (dopo tre anni)per rivendicare la loro presenza ora provata ad essere smentita da un ambiguo accordo tra NERV e Vaticano....la vita può solo essere capita all'indietro, ma va vissuta in avanti.
"Cos'è la vita? Un sogno.
Cos'è l'Amore? Il contenuto del sogno."
Serie coinvolte:
EVANGELION (base); NARUTO SHIPPUDEN (citazioni frequenti), DEAD SPACE (comparsa), CLOVERFIELD (comparsa), KUROSHITSUJI (citazioni, comparsa), AQUARION (comparsa e anticipazione...) CODE GEASS (citazione), Z.O.E (comparsa)
Filosofia di riferimento:
Schopenahuer; Kierkegaard; Kant; Aristotele; Socrate; Shakespeare; Democrito; Platone; Seneca; Voltaire; Bacon; Hegel; Einstein; Freud; Rousseau; Cartesio; Popper; Sartre; Stuart Mill; Fichte; Brecht; Epicuro; Nietzsche; Bohenoeffer
Genere: Azione, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neon Genesis Evangelion - Moonlight SINphonia'
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Angolino dei commenti
 

 
KiKaTze: il tuo commento mi ha davvero reso felice! Quella citaione effettivamente la adoro anch’io: ero particolarmente ispirato, mi sembrava adatta. Spiacente che ti abbia fatto star male O.O, ma forse è (permettimi) meglio così, dato che doveva essere qualcosa di tombale. Per quanto riguarda Teru mi piace come sta emergendo ed è un personaggio affascinante anche per me che lo ho ideato, sono contento faccia colpo anche su qualcun altro! =3 Su Roma…poverina, hai ragione, sono un bastardo! Ma comunque non preoccupati, ti faccio compagnia con la casa….io sono di Roma! Anzi: IO SO’ DE’ ROMA! XD
ryuzaki01:eheh, è vero: certi ragazzi hanno tutte le fortune! Ho pensato che Naruto è un personaggio troppo fiacco: ha la vita sessuale di un paguro (senza offesa del paguro…)! Era ora che facesse vedere se quel coso che ha tra le gambe è solo per bellezza o magari lo contraddistingue in quanto ‘essere sessuato’….XD Effettivamente, credo di aver scritto un capitolo dove NERV e SEELE se le danno di santa ragione (come dici tu XDD), ma comunque leggi un po’ più in basso e giudica tu! Anche il colpo di scena  dovrebbe essere di vostro gradimento….
sghirian:la tua recensione è molto gradita perché è stata davvero utile: fai benissimo a segnalarmi gli errori e tutto ciò che non va…specie se mi dici che il testo fa un po’ acqua dal punto di vista delle tempistiche…le critiche, se motivate, sono sempre ben accette! Vedo comunque che il capitolo ti è piaciuto e anche di questo me ne compiaccio (il sig. Kaji e PenPen ringraziano.) Sappi comunque, per ciò che riguarda la coppietta ‘NaruGine’ (XD) che sono pur sempre passati OTTO mesi da quando si sono conosciuti nell’aula di musica , e nello scorso cap ho fatto un salto di quattro mesi (sicuramente la loro relazione sarà cresciuta…altrimenti fossi stato Ginevra gli avrei ammollato due pizze a uno che mi si presenta fradicio a casa a quell’ora di notte….)
duboius3: oggi sei stato il primo a recensire! Il tuo commento mi ha fatto sorridere, è stato simpatico ma ho comunque capito ciò che ti ha copito del capitolo. Effettivamente è vero che con NaruNaru ci sono andato giù pesante con la filosofia ma che vuoi farci? Questo è EVA! Anche i quattordicenni giocano a fare i filosofoni….sulla parte del brano musicale mi hai fatto arrossire ! *.*! dire che i miei cpaitoli sono sull’epicissimo spinto come un brano musicale mi ha fatto gongolare per giorni! E sono anche orgoglioso di me stesso se ti ho ftto ragionare su un fatto fondamentale della fiction: spesso, gli adulti sono più infantili dei ragazzi. Con parolone e perifrasi nasondono la loro debolezza e la loro bramosia di qualcosa che ormai non torna più indietro poiché gli anni passano e gli uomini, per loro natura, sono sempre insoddisfatti.
 
Garzie anche a tuti coloro che seguono la storia, anche senza lasciare recensioni!
Ed ora, preparatevi ad un poo’ di botte e d azione vecchio stile: l’emozione continua!

 
 
La Decisione Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere/Fuga
 
“Iniziamo!”
“Strutture anti-aree dalla B-110 alla E-21: stand up! Apertura totale della prima e terza linea simulativa ‘Primo Mobile’ e ‘Luna’. ”
Con un gesto esperto del polso, Makoto fece scorrere il palmo della mano sulla tavolata tattile, innescando le trappole del Geofront.
 
Decine di zolle di terra si sollevarono dalla boscaglia, lasciando emergere torrette lancia-razzi, batterie di granate e possenti pareti d’acciaio; due delle tre fasce che costituivano il cielo artificiale si sollevarono, rivelando una serie interminabile di bocche da fuoco: il Geofront si trasformò in qualcosa di appena definibile come ‘rifugio’.
 
“Priorità assoluta ai bunker sotterranei! Personale bellico di Primo Grado alle uscite principali!”
Status dei children?!” -chiese la Akagi, con le tempie pulsanti.
“Hanno raggiunto l’ala nord della NERV, sono salvi!”
“Perfetto. Preparare le Unità Eva disponibili all’uscita immediata: voglio un reset complessivo delle curve armoniche ed un armamento efficiente! Il lusso della superficialità non ci è concesso…”
“Sono già pronti degli Assault Rifle MM-99, dei Bazooka ed un Howitzer Cannon, calibro 600mm!”
“Va bene,” -asserì Misato- “ma vi voglio pronti a qualsiasi richiesta! Senza nemmeno lo 01 partiamo in svantaggio…”
 
Ikari socchiuse gli occhi, meditando.
Fissò il megaschermo del Central Dogma:
 
Dalla voragine aperta nell’esplosione, sciamarono gli Heavy Fighter VTOL della SEELE, attorniando i giganteschi Globemaster nella loro discesa.
I rilevatori del Geofront attivarono meccanicamente la prima contro-offensiva:
La fascia circolare definita Primo Mobile riversò una pioggia orizzontale di torpedini, distruggendo immediatamente cinque degli aerei a repulsione più esterni alla flotta.
I restanti si affrettarono a disperdersi verso il basso, in direzione del quartier generale.
Due Globe rilasciarono sei potenti granate a traiettoria incostante, tracciando lunghe scie di fumo e fiamme.
I dodici siluri colpirono in pieno altrettante aree del Primo Mobile, creando intense esplosioni, mettendo fuori gioco decine di boccaporti.
 
“I nemici hanno aperto il fuoco!” -esclamò Hyuga- “Si dirigono a grande velocità verso di noi!”
“Non c’è più tempo…” -sbuffò Misato, quasi infastidita più che preoccupata- “…dite ai children di sbrigarsi.”
 
Sul picco sopraelevato, Fuyutsuki sussurrò al Comandante:
“Tutto questo è solo una manovra fuorviante, non è così Ikari?”
“Sì...la SEELE sta cercando di metterci in ginocchio prima di mozzarci la testa…ma non è a noi che punta.”
“Il Mark 07, giusto? Tuttavia, senza nemmeno il ragazzo dalla loro parte, come potrebbero mai controllare quell’Unità?”
L’altro sibilò tra i denti:
“Makinami…”
 
 
*   *   *
 
 
Bagni femminili. Due minuti dopo.
 
La ragazza fissava il soffitto del bagno, immersa nelle acque calde di una piscina termale.
I fumi si innalzavano lenti, alieni al caos di fiamme e acciaio all’esterno.
Lei inclinò la testa; i lunghi capelli castani si allungarono sulla superficie dell’acqua.
Un paio di sottili occhiali appannati era poggiato sul bordo della vasca, dalle pareti piastrellate di mattonelle viola.
Con un lieve cigolio, una porta si aprì.
 
“Mari…è iniziato.” -disse l’uomo alle sue spalle.
“Lo so…ho sentito qualche rumore, lassù.”
“Sai cosa devi fare.”
Lei si voltò appena, torva.
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“Ma certo…”
Il giovane la fissò in silenzio, quindi le rivolse un’ultima parola:
“Mari, lo faccio anche per te.”
La ragazza si alzò in piedi, incurante della nudità:
“Come no. Sai bene come la penso al riguardo, Teru…”
“Sì, lo so. Ma quando tutto questo sarà finito, Dio mi ha promesso la felicità. Non soffriremo più, vedrai.”
La ragazza abbassò i suoi taglienti occhi cianotici.
Infine, Teru si congedò:
“Tieni a mente il piano…”
Mari non rispose.
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Hangar.
 
“Muoversi, muoversi, muoversi!”
“Unità Evangelion riparate al 100%!”
“Rimozione del quinto blocco!”
Umbilical Cable collegato!”
Entry Plug: inserimento!”
“Eva 04 pronto al lancio!”
“Eva 05 in arrivo in gabbia n.8!”
Linear barrel n.3 pronta al trasporto!”
“Eva 00: standby! Eva 02: standby!”
“Curve armoniche dell’Unità 03: rivedute e corrette!”
“Margine di errore 0,001%!”
“Nemici in avvicinamento alle coordinate 20-40-7!”
“Rimpiazzo istantaneo delle strutture belliche C-20 e D-09!”
 
Gli ordini concitati degli operatori risuonarono chiari ed emozionati nell’immensa sala di stazionamento.
Cinque bracci meccanici scorrevano rapidi sulle rastrelliere a scomparsa, selezionando ed inviando armi.
Le Unità attendevano maestose all’interno dei cilindri di vetro.
Quattro fari lampeggiavano ai limiti della sala, accompagnati da un allarme.
Grandi blindati attrezzati stazionavano nella rimessa, trasportando e collegando tubature alle fonti energetiche degli Eva.
Su decine di megaschermi correvano incomprensibili i codici di sistema dei robot e le proiezioni digitali dei percorsi strategici.
 
Thomas, dalla predella di ferro posta lungo il torace dello 02, si affrettò ad arrampicarsi su per il collo dell’automa, raggiungendo l’Entry Plug.
Si rivolse, impaziente, ai due ragazzi sulla passerella:
“Che ci fate ancora li?! Non abbiamo tutto il giorno! Raus!”
Prima di entrare nella sue Entry Plug, il tredicenne tedesco attese la riposta dei suoi interlocutori.
Il ragazzo dai capelli biondi come il grano -l’unico in abiti comuni- strinse un pugno fino ad conficcarsi le unghie nel palmo.
Sibilò in un misto di collera e frustrazione:
“Io…non ci riesco.”
 
Il pilota al suo fianco, Cris, lo fissò atonico.
 
Naruto e Leon avevano raggiunto l’hangar centrale attraverso le strette entrate/uscite d’emergenza, evitando miracolosamente di venire investiti dalla colossale esplosione.
Durante il tragitto, Naruto non aveva rivolto una singola parola al suo accompagnatore, limitandosi a venire trascinato come un corpo esanime da un punto all’altro.
Ora, nella gabbia dell’Eva 02, in quel posto da lui aberrato chiamato NERV, chiama a sé la sua coscienza per distruggere tutte le convenzioni morali da lui riconosciute.
 
Il Tedesco sembrò attonito:
“Ma che…?! Smettila di dire idiozie a va’ a metterti la plug suit!”
“Io…senza nemmeno lo 01…” -il ragazzo si morde un labbro; una lacrima di autodisprezzo abbandona le sue ciglia, cadendo a terra con un lieve suono- “…non sono assolutamente di nessun aiuto…”
Thomas si spazientì, infantile:
Tsk! Se è solo questo il problema, allora puoi sempre fare il pilota di riserva! Ma il mio 02 non si…”
“No.” -lo interrompe Naruto, con un fil di voce- “Io non metterò mai più piede a bordo dell’Eva.”
 
Un secondo allarme risuonò nella Base, ricordando l’emergenza.
Due gabbie più in là, si intravedevano lo 04 e lo 05 abbandonare l’hangar per allacciarsi sui binari di sortita.
 
Thomas perse la pazienza:
Ah! Al diavolo! Fa’ quello che ti pare!”
Il ragazzino entrò nella capsula, innestandosi nella cervice dell’Eva.
Con un leggero scossone, gli ancoraggi dello 02 si disinnescarono e l’Unità salì oltre il bordo della gabbia, pronta all’uscita.
 
Leon, a pochi metri da loro, li fissava in silenzio; le braccia conserte e la schiena contro la parete.
 
Cris si rivolse all’amico senza incrociare direttamente i suoi occhi:
“Così…hai deciso di mollare tutto, alla fine.”
“Non sono stato io a volerlo…” -il ragazzo pronunciò le parole con una smorfia di disgusto, trattenendo a stento l’impeto d’ira- “…mi avete costretto.”
Costretto, dici?” -Cris era in grado di mantenere il suo tono perfettamente apatico anche in quelle situazioni.
“Sì…mi avete mentito su ciò che sono e ciò che sono stato. Nessuno ha avuto pietà di un bambino così piccolo già orfano…”
Orfano? Bambino? Temo di non capire…”
“Io…i mei genitori…la NERV ha…”
Non riuscì a terminare la frase che i singhiozzi e le lacrime gli riempirono la gola.
 
Leon, in disparte, guardò altrove.
 
Cris arrivò al dunque, seppur con poco tatto:
“E dunque ora vorresti fuggire?”
“Io…non sto fuggendo! Tutto questo…tutto questo mondo non mi appartiene, non lo voglio! Non l’ho mai voluto!”
 
“Naruto!”
Una voce di donna lo richiamò dall’altra parte della gabbia: Misato aveva raggiunto l’ex-second children.
 
Lui la riconobbe, ma si rifiutò di degnarla di un singolo sguardo.
Misato gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui scostò, con un brusco strattone.
Lei si ricompose, parlando intenerita:
“Sei arrivato fin qui…”
“Sono stato obbligato.”
Lei, avendo ascoltato le precedenti parole del ragazzo, si fece più seria:
“Ancora quella parola…perché? Continui a ripeterti che sei stato costretto o obbligato. Possibile che tu non sia stato capace di decidere nulla da solo, fin ad adesso?”
 
Lui sgranò gli occhi: l’idea che la sua volontà fosse tanto debole da essersi sottomessa per tutto quel tempo al voler di qualcun’altro era ridicolmente imbarazzante.
Deglutì:
“Io…non ho mai fatto domande. Forse ha ragione lei, signorina Misato: non sono capace di decidermi.” -poi la sua voce vibrò ancora di rabbia- “Però…ho deciso! Ho deciso…di non combattere mai più! Non posso vivere in un mondo fatto di menzogne, dove esistono Angeli ed Eva spaventosi! Non posso addossarmi il peso delle vite di milioni di individui, se non sono stato io a volerlo!”
Cris mutò espressione in un cipiglio inquisitorio mai dipinto sul suo bel viso, prima d’allora:
“Questo non cambia ciò che dicevo prima: hai deciso di rifuggire le tue responsabilità, per paura di ferire qualcuno che potresti non amare. Anzi, forse non vuoi ferire te stesso. Preferiresti forse una vita lontana da ogni dovere, un’Utopia?”
“E SE ANCHE FOSSE?!” -Naruto cade sulle ginocchia, tappandosi le orecchie- “CHE MALE C’E’?! I miei genitori sono morti…io non sono capace di nulla! E anche volendo combattere…senza lo 01 COME MAI POTREI ESSERE UTILE?!”
Cris continuò a fissarlo, imperscrutabile:
“Quindi, l’Eva è la tua realizzazione? Siamo forse più simili di quanto credi?”
“No...oppure sì…INSOMMA, NON LO SO!! Io sono stufo di sbattermi per te, Cris! Tu…tu credi di sapere sempre tutto, vero?!”
Naruto si rialzò, furente, afferrando per il bavero della tuta il ragazzino dai capelli blu e neri:
“Non sai niente, invece! Non puoi capire come mi sento! Essere tradito da tutti, vivere l’adolescenza nella dorata illusione di due genitori morti per caso…solo per scoprire la verità!”
Ancora una volta, pianse, lasciando andare quello che un tempo definiva ‘amico’:
“Non è giusto…”
“Il giusto non è che l’utile del più forte.” -replicò Cris.
Misato gli accarezzò la testa:
“Ascoltami, Naruto: quello che dici è vero, e non ti biasimerò se vorrai fuggire. Però sappi che se sei qui è perché sei vivo, perché hai combattuto per esserlo! E non solo per te stesso, ma anche per gli altri! Ricordi l’incidente dello 00? O le difficoltà di Cris a pilotare l’Eva mesi dopo? Ricordi la tua forza d’animo?! Tu sei stato l’unica luce nel buio! Con il tuo affetto, con il tuo coraggio hai trascinato nella tua enorme voglia di vivere anche coloro che sembravano perduti! Io stessa ti devo la vita…”
“Io…non sono felice. Ginevra mi ha detto che basta pensare di esserlo, eppure io…non ci riesco. Questa è la verità dei fatti.”
Cris fece qualcosa che fino ad allora non avrebbe nemmeno tentato: allungò un a mano e gli sfiorò la spalla…come un fratello maggiore:
“Chiediti se sei felice…e smetterai di esserlo. Ma sogna di esserlo e lo sarai. La verità è solo inerzia: l’ipotesi che ci rende insoddisfatti, il minimo dispendio di forza intellettuale. Ma la speranza, ciò che davvero ci permette di aspirare ad una condizione di amena esistenza, è il sogno di chi è sveglio. Forse è falsa, ma è solo inseguendola che diverrà reale.”
“Ma a quel punto…diverrà verità, rendendoci ancora una volta insoddisfatti.”
“Nulla ci è dato sapere per certo, Naruto.” -riprese Misato- “Possiamo solo avanzare nel mondo. Ginevra, quella ragazza, è per lei che vivi, no?! Allora non deluderla!”
 
Lui sentì mancarsi il terreno sotto i piedi: come poteva fuggire, lasciando quel diamante di rara bellezza che aveva nome ‘Ginevra’ in balìa di una sorta tutt’altro che gloriosa.
Doveva aiutarla, doveva combattere!
Però…
 
“Non ce la faccio. Non ne sono capace.”
Il ragazzo si rialzò, dirigendosi verso l’uscita- “Probabilmente le arrecherei solo danno.”
Misato non credeva a quelle parole.
Cris, in un impeto d’umanità, avvampò:
“Come puoi essere così vile?! Non c’è nulla in quella tua testa che funzioni?! Perché devi essere così rinunciatario, se puoi ancora sperare?!”
“Se c’è soluzione, perché ti preoccupi? Se non c’è, perché ti preoccupi?” -rispose l’altro, atono.
Cris rimase interdetto.
“Hai detto che posso essere libero di sognare. Bene. Questo è il mio sogno: vivere lontano da qui. Addio.”
Il first lo bloccò per l’ultima volta:
“Uzumaki Naruto!”
Si fermò.
Gli occhi oceanici del sedicenne rilucettero di scarlatto, insolitamente risoluto:
“Sai bene che disapprovo ciò che dici…”
Il children più giovane restò in ascolto.
“…ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di desiderarlo!”
Il cuore di Naruto ebbe un fremito, poi si calmò:
“Grazie…amico mio.”
Misato si avvicinò a Leon, sussurrandogli:
“Ti prego, ti prego portalo via…portalo lontano da qui! Non lasciare che lo prendano!”
“Farò come dici tu, Misato…” -acconsentì lui, chinando il capo.
 
Naruto oltrepassò l’uscita della gabbia.
Cris salì a bordo dello 00, venendo immediatamente espulso dal cilindro contenitivo.
Misato, inaspettatamente, prepotentemente, suadentemente, appassionatamente…baciò l’uomo sulle labbra.
Poi, si scostò un poco:
“Il resto te lo darò quando sarai tornato…”
Infine lo abbandonò, sparendo dietro le porte di un ascensore diretto al Ponte di Comando:
“Va’ ora!”
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
La porta automatica si sollevò di scatto.
Il Colonello Katsuragi accedette nuovamente al Ponte:
“Chiedo scusa per il ritardo! La situazione?!”
“Le difese del Geofront reggono bene.” -rispose Makoto- “Hanno rallentato l’avanzata fino al livello Luna, distruggendo dieci caccia.”
“Anche se li abbiamo intralciati non li abbiamo sconfitti, no?! Non abbiamo più tempo! Dischiudete tutti i passaggi: che le Unità Eva ingaggino la battaglia!”
Roger!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Geofront.
 
Quattro settori quadrangolari del sottobosco si aprirono, mostrando le strutture meccanizzate e gli ingranaggi:
Le Unità dalla 00 alla 04 vennero espulse tramite i Parallel Lift.
I quattro spicchi triangolari (che costituivano il fondale a piramide rovesciata del laghetto adiacente alla NERV) si ritirarono nel terreno.
L’immane quantità d’acqua ricadde nella voragine, mentre L’Eva 05 veniva condotto in superficie.
 
Lo squadrone nemico azzardò una discesa più rapida delle altre, raggiungendo le poche decine di metri dal suolo.
I VTOL sciamarono come insetti nella sconfinata radura artificiale, mentre i bombardieri più grandi calavano pacatamente in perpendicolo.
 
“E così sono questi i nostri nemici, stavolta!” -Thomas, a bordo dello 02, sogghignò divertito- “Non sono molto propenso ad imbracciare le armi contro degli uomini, però…sarà divertente!”
“Non capisco!” -Michael si grattò un tempia- “Che cavolo vogliono da noi?! Chi sono?!”
 
La risposta giunse dall’interfono: Misato tentò di spiegare il più rapidamente possibile l’antefatto:
“Quelli che abbiamo davanti sono i soldati della SEELE: un’organizzazione segreta di origini medievali. Finora si era limitata a fornire i fondi necessari alla NERV, ma adesso…”
 
Alla Base, Misato si voltò verso il Comandante, diffidente:
“…ci sono altre questioni di mezzo.”
 
All’interno dell’Entry Plug, il fourth contemplò il viso distratto della giovane ragazza in plug suit rosa, in un video al suo fianco:
Mari…perché? E tu…cosa farai? Seguirai tuo fratello?
 
Lei incrociò per sbaglio il suo sguardo, arrossendo e distogliendolo immediatamente.
Lui fece un gesto di diniego.
 
Infine, Misato diede loro un ultimo incentivo:
“Ragazzi…oggi Naruto non sarà dei nostri. Per favore, combattete anche per lui…”
Cris strinse le leve d’accensione, indignato.
Thomas esclamò spavaldo:
Mpf! Lo sapevo che gli sarebbe mancato il coraggio!” -poi, aggiunse in soffio, infiammando i nemici con lo sguardo- “Però…è mio amico. Se questo è quello che desidera…allora MORITE TUTTI!”
 
Senza preavviso, lo 02 eseguì uno scatto fulmineo.
Lo spostamento d’aria compresse gli alberi al suolo.
Come un fulmine rosso, l’Eva attraversò la prima file di caccia, sfoderando in corsa i due Progressive Knife truccati.
Si arrestò con una derapata.
I fighters si immobilizzarono in aria.
Uno squarcio si aprì lentamente sulle carene, dividendoli completamente in linea sagittale.
I sei aerei da guerra esplosero, avvolgendo lo 02 nelle fiamme.
 
Il pilota mormorò compiaciuto:
Erste…!”
 
 
*   *   *
 
 
Due minuti prima. Bunker auto-sigillante B-147. Geofront (sottosuolo).
 
Gli scossoni delle esplosioni fecero tremare più volte il rifugio sotterraneo.
I presenti lanciarono urla di terrore.
Ginevra si strinse all’anziana donna accanto a lei.
Lei le passò una mano tra i lunghi capelli:
“Non temere, non ci succederà nulla. Sai, piccola, nella storia sono sempre accadute queste cose.” -la vecchina sembrava incurante, continuando a sorridere teneramente- “Io, vecchia come sono, ne ho vissute tante! La Guerra Fredda, Il Second Impact…però sono qui con te, vedi! Gli adulti sono sempre insoddisfatti! Se ne stanno lì, con quei musi lunghi, a rimuginare su gli errori del passato. E quando non sanno che fare, decidono di buttare qualche bomba qua e là; così, tanto per vedere che effetto fa! Ma ora che sono anziana mi sento di nuovo bambina e mi rendo conto di quanto il  tempo ci sfugga e ci ritorni tra le mani in continuazione.”
La ragazza sembrò calmarsi:
“Forse…ha ragione. Però…dove sarà lui?”
 
Poi, la porta di sicurezza sei aprì di scatto.
L’addetto alla sorveglianza sembrò impegnato nel trattenere qualcuno, che però gli sfuggì:
A fatica e sgomitando tra la calca, un ragazzo tentava di farsi strada il più rapidamente possibile, in cerca di qualcuno.
 
La bella ragazza sollevò i grandi occhi argentati:
“N-Naruto…?!”
“Ginevra!” -le urlò lui, di rimando.
Riuscì a raggiungerla:
“Ginevra! Vieni!”
“Cosa?! Come...?! Dove sei stato?! Credevo fossi morto! Qui è tutto così…!”
“Lo so! Seguimi, ti spiegherò tutto dopo!”
La vecchina lo guardò incuriosita, per nulla turbata.
Poi, una mano lo afferrò per una spalla, strattonandolo:
Ehi, ragazzino, che credevi di fare , si può sapere?!”
Il militare tentò di allontanarlo, data la ulteriore confusione generata, ma lui gli rispose con un calcio negli stinchi che lo fece arretrare.
Ginevra continuava a non capire, terrorizzata:
“Dov’è che vuoi andare?! Ti prego, dimmi che succede!”
“Ora non posso…! Ahia!”
Una seconda mano lo aveva ghermito per la collottola: Leon era entrato e lo stava richiamando all’ordine:
“Avanti, Naruto! Non c’è tempo!”
“Chi è quest’uomo?!” -chiese Ginevra, allarmata.
Naruto non rispose, ma si rivolse all’Inviato:
“Non me ne vado senza di lei!”
E afferrò un lembo del telo nero che ricopriva la Chevalier.
“Non posso portarvi tutti e due! A loro interessi solo tu, così c’è il rischio di coinvolgerla!”
A quelle parole, desistette, lasciandosi tirare verso l’uscita, facendo appena resistenza.
Lei lo fissò con occhi sgranati.
Venendo trascinato con forza, il ragazzino strappò accidentalmente un lungo lembo di coperta nera, stringendolo nel pugno.
Prima di essere sommerso nuovamente dalla folla, le mimò un parola con le labbra, ma lei non capì.
 
La ragazza rimase in ginocchio.
L’anziana signora le poggiò una mano sulla spalle, sussurrandole dolcemente:
“Ti sei scelta proprio un bel giovanotto, eh? Deve tenere molto a te…tornerà; vedrai.”
Ginevra tornò a sedersi, non completamente convinta.
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Parcheggio autorizzato n.25. NERV.
 
“Perché mi hai portato qui?!” -ringhiò Naruto- “Perché non mi hai fatto restare con lei?! Non c’è motivo per cui io debba andarmene! Non l’hai ancora capito?! Io non…!”
Non salirai mai più sull’Eva! Sì, l’ho già sentita questa storia.”
Leon sembrò incurante, aprendo la portiera della sua Corvette.
“Allora dove vuoi portarmi?!”
“Al CERN, dallo 01. Se abbiamo fortuna, arriveremo entro domani pomeriggio. Altrimenti…beh, intanto mettiamoci in marcia.”
“Cosa?! Ma non mi hai sentito?! Non voglio…”
L’uomo lo sgrullò per le spalle, fissandolo negli occhi:
“Ascoltami bene, adesso! Quando si è in difficoltà non si piange sulla propria storia, si cambia rotta! Adesso sei vivo, giusto?! Allora cerca di restarci per più tempo possibile; per morire hai sempre tempo dopo!”
Senza farsi troppi scrupoli, Leon lo infilò sul sedile accanto al posto di guida; accese il motore e filò oltre il garage semi-deserto.
 
Raggiunsero una paratia rinforzata, che si aprì autonomamente.
L’autovettura si collegò su dei morsetti e venne trascinata da un’interminabile scala mobile.
 
Pochi minuti…ed il percorso sfociò in qualcosa di mozzafiato:
Una rotaia circolare avvolgeva un cielo di metallo e vetro: il Geofront.
L’unico percorso ancora praticabile era un tracciato funicolare a strapiombo sulla vallata sotterranea.
L’immensa voragine inondava di abbagliante luce solare il campo di battaglia, vessato da esplosioni e spari.
In piedi, nella boscaglia, Naruto notò la serie degli Eva.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Sembra che Marshall ed il second children abbiano abbandonato la struttura! Si trovano sul binario n.3!”
La donna sollevò un cordless, rivolgendosi alla squadra dei piloti:
“Sentito?! Sono esposti: fate attenzione quando vi muovete!”
“Colonnello Katsuragi! Le videocamere hanno identificato una targa!”
“Sarà quella di Leon…”
“Nossignora, si tratta di una diversa: appartiene all’Ispettore Makinami!”
“Quel tipo! Ero sicura che nascondeva qualcosa! Ma la sorella…?”
Ritsuko la riprese:
“Misato a cosa stai pensando?! Concentrati!”
Lei scosse la testa.
“Sì, hai ragione! Piloti!”
 
I collegamenti audio si accesero.
 
“I nemici ci attaccano e Thomas ha appena riposto. Non potete più mantenere le vostre posizioni di riparo! A questo punto, tutto ciò che possiamo fare è difendere la nostra vita!”
La voce della coraggiosa donna si avvalse di una carica patriottica:
“Combattere e, forse, morire; o arrenderci e sperare che ci venga risparmiata la vita? Scappare, inseguendo un ideale; o combattere per la vita tutti, anche se ciò potrebbe comportare una sottomissione al volere altrui? Non ho la risposta, ragazzi. Ma certamente, questa è…La Decisone Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere!”
 
 
*   *   *
 
Geofront.
 
Cris mosse un passo, facendo tremare il terreno sotto il peso dello 00:
“D’accordo…forse hai ragione tu, Thomas.”
Lo 00 sollevò la nuca; la lente ottica rossa si illuminò di un bagliore iridescente:
“Ora siamo qui…e allora facciamolo!”
 
Lo 00 si tuffò in direzione dei nemici, oltrepassando lo 02 con un salto.
Gli altri piloti rimasero sbigottiti.
Gli aerei a reazione fecero fuoco verso l’automa blu; l’Eva deviò i colpi con una barriera.
Un Globe Master rilasciò un enorme siluro verde.
L’Eva accelerò il passo, pronto a ricevere il colpo.
 
Il ragazzino alla guida mormorò:
“A.T.Field: sviluppo massimo…”
 
Il missile colpì in pieno volto lo 00, arrestandolo.
Un altro venne sparato da un aereo non identificato, puntandolo
Lo 00 -la testa ancora compressa dalla torpedine- sferrò un pugno alla cieca, centrando il razzo.
Le bombe esplosero simultaneamente, senza arrecare alcun danno all’Unità.
 
Cris si strinse nelle spalle, determinato
“Non avete ancora capito…? Io non mi lascerò sconfiggere!”
L’Eva si avvicinò al suo aggressore, piantando le mani nel muso dell’enorme aeromobile.
 
“Se Naruto non salirà più a bordo dell’Eva, allora…va bene anche così.”
 
Gli arti dello 00 affondarono nella carena fino ai gomiti.
 
“Perché io…” -Cris sollevò la testa, serrando i denti- “…io DARO’ TUTTO ME STESSO!”
 
Il braccio oltrepassò completamente l’aereo, distruggendolo.
 
“Così si fa!” -esultò l’Americano- “All right! Sembra che abbiamo iniziato ufficialmente! Quel tipo non piloterà più? Allora doppio divertimento!”
 
Senza ulteriori indugi, lo 03 part’ all’attacco:
Afferrò due fucili al suolo; raggiunse il folto gruppo di velivoli e premette i grilletti, aprendo un doppio fuoco orizzontale.
Tre fighters vennero polverizzati dalla poggia di proiettili.
 
Lo 04 indugiava alla mischia.
Alex fissò ancora per un attimo la sixth:
“Che cosa farai, ora?”
Lei gli concesse uno sguardo con la coda dell’occhio:
“Dimmi…tu…mi ami?”
“Ma che domande sono, in un momento come questo?! Certo che ti…!
“Allora…” -stentò un sorriso, mentre una lacrima le solcò il viso sottile- “…combatterò!”
 
Uno degli aerei più grandi aprì i boccaporti principali, scaricando i razzi incendiari verso le due Unità immobili.
 
Prima che i colpi urtassero lo 04, un A.T.Field si espanse lateralmente, proteggendolo.
Alex guardò alla sua destra: lo 05 tendeva il braccio sinistro meccanico verso di lui, generando la barriera dorata.
L’Eva anglo-russo si acquattò sulle quattro lunghe gambe.
Mari:
“Bene…ora basta piangersi addosso! Teru…mi spiace: sono stanca di aver paura di amare qualcuno. Forse, un giorno ci rivedremo…”
 
I cingoli dello 05 deraparono sul terreno, sollevando una gran quantità di polvere.
Una delle torrette di trasporto si spalancò lateralmente, espellendo una lunga canna di fucile a tre bocche.
L’Eva verde scollegò la lancia da giostra e inserì il braccio destro nella cavità posteriore del fucile.
Sul volto della sixth si allungò un sorriso beffardo:
“Fare fuoco contro una ragazza che apre il suo cuore…questi soldati della SEELE non sanno proprio cosa sia l’educazione! Beh…neanch’io! Tear Bullet!!!”
 
Tre puntatori luminosi centrarono la cabina di pilotaggio del Globe.
BANG!”
 
Una sfera di energia elettrica scaturì dal fucile laser, volando in direzione del bersaglio.
Il colpo investì il muso dell’aereo; poi, la sfera si espanse, travolgendo e vaporizzando l’aeromobile.
 
Alex la guardò compiaciuto:
“Che stupida…”
Lo 04 afferrò un Bazooka per spalla, caricando i bossoli:
Let’s have some fun!”
 
 
Molte decine di metri sopra di loro, due automobili sfrecciavano veloci sulle rotaie parallele del Geofront, diametralmente opposte.
Un colpo schizzò verso la parte alta della cupola, colpendo la strada immediatamente posteriore alla Corvette di Leon, risparmiando miracolosamente i due.
“Accidenti! C’è mancato poco!” -imprecò Leon, tentando di mantenere il controllo dell’auto, sull’orlo del precipizio- “Potrebbero fare più attenzione!”
Il ragazzino alla sua sinistra strinse il lembo di stoffa strappata che ancora teneva nel suo pugno, commentando:
“Già…che imbranati!”
L’uomo si infuriò, contrariamene al suo solito carattere:
“Come hai detto?! I tuoi amici hanno scelto di combattere, laggiù, e tu osi anche definirli ‘imbranati’?!”
Lui si strinse nelle spalle, affondando un poco nel sedile avvolgente; aggiunse rancoroso:
“Per quanto mi riguarda…non è certo per mia scelta che combatto!”
 
Il volto di Leon si deformò in un’espressione di silente furia:
Con un suono di pelle battuta, gli assestò il più doloroso manrovescio della sua vita.
 
Naruto sembrò immobilizzarsi, portandosi una mano alla guancia arrossata.
L’altro mise da parte qualsiasi scrupolo: lo afferrò per i capelli e gli sbatté la faccia sul finestrino di guida, verso lo spettacolo tragicamente maestoso:
In una landa verdeggiante, decine di velivoli roteavano isterici, cacciati e cacciatori di giganti meccanici dai colori appariscenti.
 
L’Inviato ruggì di collera, perdendo ogni traccia del suo vecchio carattere:
“Piccolo ingrato bastardo! Guarda lì! Come puoi essere così freddo?! Quei…quei bambini stanno rischiando la vita! Per te! E tu come li ripaghi?! Se proprio lo vuoi sapere NON ME NE FREGA UN CAZZO DI TE! Fosse per me saresti già crepato! Ringrazia Misato se ora sei qui…!”
Dall’occhio del quindicenne -sebbene fosse dolorosamente compresso contro il montante del finestrino- sgorgò una piccola lacrima.
Naruto emise un gemito uggiolante.
L’Inviato Speciale sembrò rilassarsi, allentando la presa e lasciando il ragazzino con il torace riverso sulle sue gambe.
Poi, guardò oltre i vetri laterali e, sebbene ne riconoscesse appena la sagoma, intuì la natura del piccolo oggetto nero sfrecciante dall’altro capo del rifugio: un’Audi R8 scintillante di cromature.
 
L’Ispettore cambiò la marcia, inserendo la quarta; accelerò pericolosamente lungo la rampa.
Allungò la vista sulla vallata, focalizzandosi sullo 05, intento nel abbattimento di un gruppo di stealth: l’Eva alternava armi da fuoco a lance da mischia, roteando a 360° agilmente sui quattro arti.
Teru corrugò la fronte, conscio dell’atteggiamento della sorella:
“Mari…perfino tu mi abbandoni? Capisco…ma non temere, ora non sei in grado di comprendere. Porterò a termine il mio compito e realizzerò i nostri desideri…”
                             
Quasi indotta da un legame psichico-naturale, i pensieri della ragazza si fusero ai suoi:
Teru…non sono chi tu credi. Non posso vivere senza amare qualcuno. Non ho un obiettivo, non ho nulla da perdere, nulla da guadagnare…a parte lui. Ti sei sempre preso cura di me, e per questo ti ringrazio. Qualsiasi cosa tu farai, sarai per sempre il mio adorato ‘fratellone rompiscatole’, ma per ora…
Mari strinse le leve del sedile fino a farsi dolere le dita:
…lasciami decidere del mio futuro!
 
Lo 05 piantò con veemenza la lancia nera nel penultimo Globe Master, causando un’esplosione orizzontale.
 
Infine, l’ultimo aereo-cargo si librò più in alto dei restanti, aprendo il portellone inferiore.
Una sagoma chiara ne fuoriuscì, atterrando rovinosamente.
 
Lo 02 si distaccò dal gruppo rotolando al suolo, imbracciando un enorme fucile.
Premette il grilletto e l’Howitzer Cannon bombardò il grande aeromobile con un proiettile incendiario di notevoli dimensioni, distruggendolo.
Poi, il pilota tedesco richiamò a sé il first:
“Cris, mi servi qui!”
“Per cosa?!”
“Facciamola finita con questi scocciatori…!”
 
Lo 00 si avvicinò più velocemente possibile.
L’Eva sollevò un’enorme canna di oltre 20 metri, collegandola alla bocca di fuoco dell’Howitzer, collegando il suo stesso Umbilical Cable al retro dell’arma:
“Mi spiace, caro 02…ma ho bisogno di un po’ della tua energia!”
Cris posizionò il cannone modificato sulla spalla destra.
“Inserimento fusibile a positroni n.1!”
“Stabilire contatto! Fascia nemica inquadrata! Modulo di estensione: 6 kilometri!”
 
L’Audi di Teru oltrepassò l’unico varco per l’esterno ancora intatto, abbandonando il Geofront.
Leon accelerò per quanto la precaria strada lo permettesse.
“Maledizione! Se usano quell’arma ci butteranno di sotto!”
Imboccò un passaggio secondario interno alla parete; conducendoli all’uscita d’emergenza del rifugio sotterraneo.
 
Alla Base, Misato esclamò più inquieta che esultante:
“Un momento, non avranno intenzione di usare il…?!”
 
Howitzer Positron Rifle!! FUOCO!”
Una croce di luce lampeggiò sull’imboccatura del cannone.
Due fasci di plasma vennero vomitati da due bocchettoni laterali.
Due archi elettrici si sprigionarono dal grilletto, passando attraverso i corpi metallici degli Eva e scaricandosi al suolo.
Con un rombo assordante, il fucile emise un fascio di luce accecante.
Il raggio oltrepassò -appena percettibile- l’intera area segreta, polverizzando tutti i cento caccia militari restanti e sfondando il cielo artificiale diametralmente opposto.
Lo spostamento d’aria allontanò le altre Unità fino ai limiti estremi del Geofront.
Il rinculo del gigantesco cannone fece affondare lo 00 nel terreno fino alla cintola, immobilizzandolo; lo 02 venne sospinto direttamente sopra la piramide nera.
 
La struttura della NERV tremò.
Nel Central Dogma, Ikari non si scompose, limitandosi ad un sottile sorriso di cinico compiacimento.
Maya, sebbene scossa dal fragore, analizzò rapidamente i dati sul MAGI Casper:
“Danno percentuale dello 00: 20%! Autonomia dell’Unità 02 terminata! Eva 03: danno superficiale del 15%; Umbilical Cable scollegato accidentalmente! Unità 04 e 05 ancora in funzione!”
Misato chiese allarmata:
“Marshall ed il second children?!”
“Hanno lasciato il Geofront; sono salvi! Ma, con loro, sembra sia fuggito anche Makinami!”
“Maledizione…” -Ritsuko si morse un labbro- “…ha le tracce sinaptiche di Uzumaki! Sono certa che a questo punto vorrà anche lui…”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Neo-R2.
 
Il cratere generato dall’esplosione era millimetricamente preciso: non una traccia di polvere, non una crepa, non un sasso fuori posto oltre il bordo del baratro catastrofico.
Tutt’intorno le strade erano deserte, costellate solo dalle decine di autovettura abbandonate, sebbene regnasse la pace apparente.
 
Dal varco n.115 ancora integro emerse l’Audi di Teru, inchiodando con una brusca frenata.
L’uomo si distese sul sedile:
“Che fastidiosa fatica…”
Si accorse di un aereo-cargo ancora stazionante poche centinaia di metri più lontano.
Ah…bene, sembra mi abbiano aspettato.”
 
Poi, il rombo di un’automobile da corsa attirò la sua attenzione:
Ad una cinquantina di metri, il bolide argentato dell’Inviato fuoriuscì in superficie, derapando.
 
“Merda…ancora loro! Mpf! Poco male…non arriveranno mai in tempo!”
Premette l’acceleratore e sfrecciò sull’asfalto, in direzione del jet.
 
“Cavolo! Ha anche gli ‘accompagnatori’…!” -Leon ingranò la quinta- “Così ce lo facciamo scappare!”
 
L’auto le ruote anteriori frizionarono sull’asfalto a vuoto, per poi mettere in marcia il veicolo, con un’accelerazione sorprendente.
 
Fu inutile, l’Ispettore raggiunse tra uno slalom e l’altro il grande VTOL, il quale portellone posteriore si sollevò, accogliendo l’auto in corsa.
Con un rombo assordante, l’aereo da combattimento si librò in aria, facendo fuoco con i mitragliatori in direzione della Stingray.
Leon dovette far affidamento sulle modifiche apportate all’auto per poter indietreggiare con scioltezza, schivando repentinamente l’aggressione.
Riuscì a rifugiarsi in un vicolo più stretto degli altri, lasciando che i proiettili devastassero la facciata anteriore dell’edificio.
In ultimo, il caccia si perse tra le nubi.
Marshall lasciò andare per un momento lo sterzo, sospirando:
“E’ già la seconda volta in un solo giorno che rischio la carrozzeria! Beh…l’importante è che siamo vivi, no?”
Guardò alla sua destra, in cerca di un volto speranzoso, ma tutto ciò che vide fu un patetico ragazzino rannicchiato su sé stesso in preda a spasmi di panico.
L’uomo sbuffò, disgustato:
“Moccioso viziato…”
 
 
*   *   *
 
 
Geofront.
 
Dopo che i fumi dell’esplosione si furono dissipati, solo una sagoma chiara e lucente risaltò al centro dell’area.
Un mech elegante e slanciato dalle finiture dorate in piedi, compostamente immoto.
 
All’interno della NERV, Maya urlò atterrita:
“Rilevato Diagramma D’Onda Arancione! C’è qualcuno, lì!”
“Arancione?!” -Misato era incredula- “Cioè meccanico? Non è uno dei nostri Eva…”
“Nossignora! E’ di fattura sconosciuta, non si tratta di un Evangelion!”
Ritsuko lo osservò meglio; poi, con una goccia di sudore ad imperlare la tempia, mormorò:
“Un Knightmare Frame…”
 
Fuyutsuki sussurrò al Comandante:
“Schierare addirittura una Macchina Umanoide da Combattimento...non hanno badato a spese.”
“Non importa chi o cosa abbiamo innanzi! Distruggere gli Angeli e qualsiasi forma di vita ostile è il nostro obiettivo: per questo esiste la NERV. Se non riusciremo a distruggerlo, probabilmente per noi ci sarà alcun futuro…”
 
Sulla prateria artificiale, lo 04 sui rialzò a fatica.
Lo 05, troppo distante per aiutarlo, restò steso al suolo mentre le altre Unità giacevano inermi.
 
Alex, lo sguardo placido e saggio, attivò il ripetitore esterno dell’Eva:
“Finalmente ti sei mostrato…Tybald.”
Sul monitor della capsula si aprì un collegamento video dall’Unità misteriosa:
Un uomo sulla trentina sedeva in una cabina di pilotaggio non molto dissimile da un’Entry Plug; i capelli corti e castani inquadravano un volto virile ma paterno; un occhio veniva ostentatamente tenuto chiuso, sulla cui palpebra risaltava una lunga e vistosa cicatrice.
L’uomo chiamato Tybald ripose:
“Sono felice di rivederla dopo tutto questo tempo, signorino Winchester.”
Il ragazzo ripose a testa alta:
“Anch’io sono onorato di rincontrarti, anche se avrai sperato ad una diversa occasione. E così hai preso l’Albion…”
Albion? Deve essere davvero cresciuto, signorino…quando era piccolo lo aveva sopranominato ‘Lancelot’.”
“i tempi cambiano…”
“Io mi accontento di un sostituto governativo…ma un giovane virtuoso come lei non poteva non guadagnarsi un posto di tutto rispetto nell’esercito, come il comando di un’Unità Evangelion.”
Alex tirò indietro il capo, lasciando che i folti capelli castani gli ricadessero su gli occhi:
“Senza un avversario la virtù marcisce…”
L’altro intuì l’antifona:
“La virtù non ha padroni: quanto più ciascuno la onora, tanto più ne avrà.”
Il fourth sfoggiò il suo più raffinato sorriso:
“Vogliamo…sincerarcene?”
 
Il Lancelot-Albion sfoderò con lentezza una spada dalla lunga rama di rubino, da un fodero posteriore.
Lo 04 spalancò il palmo della mano destra; meccanicamente, una porzione di suolo si retrasse, lasciando emergere una Megurox Sword pericolosamente affilata.
Senza altro attendere, i due giganti meccanici eseguirono uno scatto frontale alla velocità del suono, scontrandosi.
 
Le due lame cozzarono, producendo scintille incandescenti.
Alex perse il suo sorriso affabile:
“Come hai potuto?! Tradire il Regno di Britannia! E mia nonna! La Regina! Ti credevo l’uomo più valoroso al mondo! Invece sei solo un vile traditore…!”
“Mi spiace, signorino Winchester. Ma come ha detto lei: ‘i tempi sono cambiati’. Sa bene quanto me che ho una famiglia a cui badare. Mia moglie Amelia è gravemente malata e non posso crescere da solo a mia figlia. Se porterò a compimento la missione, la SEELE mi ha promesso un Paradiso eterno…”
“Che razza di menzogne sono queste?!
L’altro non ripose subito, serrando i denti:
“La prego di perdonarmi. Quando era bambino le ho insegnato tutto ciò che era in mia conoscenza: mi piacerebbe vederne i frutti. Ma comunque vada…temo che non uscirà vivo da qui. Io ho tutto da perdere.”
Senza indugi, le due Unità tornarono a duellare con violente grazia ed agilità, spandendo il clangore delle spade per tutto il Geofront.
Lo 04 eseguì un affondo, ma l’avversario lo schivò magistralmente.
Il mecha britannico disarmò l’Eva con una sferzata portata dal basso verso l’alto.
La spada a divisione molecolare della NERV volò molti metri più in là, conficcandosi nella terra umida.
L’Unità argentata, sebbene priva di armamento, scivolò serpentina oltre il nemico; ghermendo e sfoderando una spada gemella custodita nella faretra nemica.
Alex, voltandosi, esultò:
“Dimentichi forse che, prima dello 04, ero stato affidato all’Albion?! Conosco tutti i suoi segreti!”
Il Lancelot si voltò, sferrando un secondo fendente, che venne parato.
Poi, due strutture si snodarono sui polpacci del robot ostile, rivelando un paio di ruote.
Caricò un calcio grazie alla spinta degli pneumatici, puntando all’addome dell’Eva.
Quest’ultimo eseguì un agile balzo all’indietro, piroettando ed atterrando con grande leggiadria, per quanto un colosso di diverse decine di tonnellate lo permettesse.
“Piuttosto scarso, direi.” -si vantò il ragazzo.
“Potrei dire lo stesso di lei, signorino.”
Lasciandolo sgomento, Winchester vide il suo spallaccio destro andare in frantumi:
“Ma come…?!”
“Lezione n.1: mai abbassare la guardia.”
Ancora una volta, il Lancelot prese l’iniziativa: si avvicinò fulmineo, venendo bloccato dallo 04:
“Lezione n.2: mai sottovalutare l’avversario!”
Due sezioni sulle cosce e sui polsi si sollevarono leggermente, mentre quattro arpioni a morsetto si srotolarono, appigliandosi ai polsi e alle caviglie dell’Eva.
“Merda!” -imprecò il pilota- “Questi sono nuovi! Ma non mi freghi…!”
La copertura dello spallaccio sinistro saltò via, sputando fuori sei grossi aculei neri.
I proiettili affilati si conficcarono direttamente nel cranio dell’Albion, che lasciò andare la presa, mentre un fiotto di carburante nero spruzzò fuori dalle ferite.
Tybald si portò una mano al viso, sotto dolori lancinanti:
Aargh!! E va bene! Se non posso costringervi alla resa…ALLORA MORIRETE TUTTI!!”
 
Il robot si portò a distanza di sicurezza, poi si arrestò.
Con un agghiacciante stridore di acciaio, la corazza posteriore dell’automa si snodò, generando due ali stilizzate di luce.
Ascese rapidamente, raggiungendo i cinquecento metri di quota.
 
Nel Central Dogma, i megaschermi sfrigolarono e una fitta schiera i esagoni rossi riempì la sala, accompagnati da assordanti allarmi.
“Che succede ora?!” -urlò Misato.
Ritsuko balbettò agghiacciata:
“Questi codici…l’autodistruzione?!”
Un fremito frusciò tra gli operatori.
Maya controllò l’operatività del MAGI:
“I-impossibile! Quelle ali sono…onde alpha! Stanno completamente disturbando il server della Base: vuole farci saltare in aria con le nostre stesse mani!”
Il Comandante sibilò:
“E’ giunto il momento che il Guardiano adempia al suo ruolo…”
 
Il fourth aggrottò la fronte:
“Capisco…quindi sei pronto a rischiare il tutto e per tutto, non è così?”
Si rivolse al Colonnello Katsuragi:
“Per favore, ritirate le Unità Eva nella gabbie! A questo punto c’è solo una cosa che possa fare…”
Misato acconsentì, dubbiosa:
“D’accordo però…”
“Faccia come dico. Si fidi di me.”
“Va bene.”
 
Le botole nascoste inghiottirono gli Eva sconfitti, tranne l’Unità 05, volutamente allontanatasi.
“Che cosa fai, Mari?!” -le gridò Alex- “Se resterai nel raggio di 3 kilometri non posso assicurare la tua incolumità!”
“Non importa.” -rispose lei, atona- “Fin quando sono con te, mi sta bene.”
Lui strinse i denti:
“E va bene…”
Poi sospirò, tentando di rilassarsi:
“Coraggio, Eva 04…ora ho bisogno di te.” -sollevò gli occhi di un verde cangiante- “Rimozione del primo Sigillo Cromwell: passare a Gear First!”
 
Le luci della cabina di pilotaggio si spensero, per poi ricolorarsi di tonalità blu scure.
Alex serrò le palpebre; quindi, riaprendole, le sue iridi si imbrunirono fino a tingersi di nero, mentre la sua pupilla si restrinse fino a risultare inconsistente; sei spicchi rossi si allargarono sull’occhio.
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La piastra pettorale esplose, rivelando nucleo rosso e pulsante.
Una spia luminosa nell’Entry  Plug segnò i cinque minuti restanti di autonomia.
 
“Che sta succedendo allo 04?!” -chiese Misato, incredula.
Fu la Ibuki a rispondere:
“L’Elemento S2 dell’Eva ha invertito la sua funzione: sta potenziando le funzioni vitali dell’Eva, a scapito dell’energia elettrica! Sembra che il processa sia irreversibile.”
 
Tybald, all’interno del Lancelot-Albion, socchiuse l’unico occhio sano:
“Signorino, lei è davvero pieno di sorprese…ma è davvero disposto a sacrificare la sua vita, per questi sconosciuti?”
 
Il giovane pilota attivò un a seconda funzione, scorrendo sapientemente con le dita sulla strumentazione olografica di bordo:
“Portare la metamorfosi al velocità doppia; rimozione del secondo Sigillo Cromwell: Gear Second, attivazione!”
Il timer si dimezzò: poco più di due minuti e mezzo.
 
Sulle spalle dell’Eva si allungarono due squarci, provocando un’emorragia di sangue blu.
Due ali di simil-cristallo non dissimili da quelle del Lancelot si dispiegarono in aria.
“Le Ali della Redenzione…?” -mormorò l’ex-soldato di Britannia; poi, una lacrima sgorgò audace oltre la palpebra mutilata- “Troverò mai la pace, oltre la vita? Amelia, Clara…non sono riuscito a salvarvi, perdonatemi.”
 
L’Eva si sollevò a mezz’aria, mentre spesse nuvole si addensarono nello sconfinato Geofront.
 
Mari, a bordo dello 05, balbettò sgomenta:
“A-Alex…?! Perché…?”
 
Nella sua cabina, il diciassettenne pronunciò l’ultimo comando con una vena di rassegnazione:
“Ormai non posso più tirarmi indietro…il processo di autodistruzione dello 04 non può essere arrestato: meglio che lasciar distruggere la Base e con lei le uniche di salvezza dell’Umanità.” -spinse in avanti le leve d’accensione- “D’accordo: cerchiamo di sbrigarci, mio fedele servitore. RIMOZIONE DI TUTTI I SIGILLI CROMWELL: GEAR THIRD!! S2 ENGINE: FINAL SEAL!!”
 
Le piastre dorsali dello 04 si sollevarono, producendo un disgustoso rumore si ossa e metallo in frantumi.
La carne bianca dello 04 si gonfiò a dismisura, fuoriuscendo dalla corazza.
L’Eva si richiuse se sé stesso, in preda ad uno straziante dolore.
 
Misato non riuscì ad articolare bene quelle parole intrise di prondo orrore:
“Lo 04…sta esplodendo?!”
Fu Ritsuko a  rispondere:
“La materia organica di quell’Eva deriva direttamente dal Quarto Angelo Minore: Shamshel. Ora, l’Elemento S2 sta reagendo con quella stessa materia organica, violando forzatamente la Copertura Costrittiva che lo chiudeva!”
Makoto dovette reggersi gli occhiali sul naso, per impedire che gli cascassero:
“Il MAGI…s-sta segnando…Near Third Impact!”
La palpebra inferiore di Aoba vibrò isterica:
“Vuole innescare…il Third Impact?!”
“No, ti sbagli…” -Ritsuko non sapeva se gioire o piangere- “…vuole annullarlo!”
Maya annunciò angosciata:
“La profondità del Plug sta scendendo oltre i limiti consentiti! Così il pilota morirà!”
“Abbiamo ancora il controllo del sistema?!”
“Sì! Ma solo concernente alle manovra d’emergenza e l’Eva si rifiuta di disattivarsi!”
“Non importa! Priorità assoluta all’incolumità del pilota: espulsione immediata dell’Entry Plug!”
“Ricevuto!”
Hyuga batté con forza il pugno su un pannello di vetro, distruggendolo; tirò un lava rossa sotto di esso.
 
Il cockpit della capsula posto sulla cervice dell’Eva saltò via, espellendola.
Quattro piccoli propulsori spinsero via il cilindro d’acciaio a pericolosa velocità.
Lo 05 accorse sfruttando fino al limite consentito i quattro cingoli, afferrando la cabina tra le tenaglie, con attenzione.
 
La il terreno dell’aerea coperta dai due giganti meccanici tremò violentemente.
La schiena dello 04 -ora ridotta solo ad una massa informe di carne in eccesso- crebbe in altezza, creando una sorta di torre organica.
Sopra di essa si allungarono bizzarre e deformi sagome, quasi statue confuse di un folle artista in delirio:
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Gendo chinò il capo:
“La Torre dei Messaggeri Sacrificali: gli Angeli fin’ora abbattuti si radunano per assecondare il volere del Guardiano.”
 
Un vento impetuoso si levò con furia assordante.
Poi, ci fu un breve momento di silenzio.
La torre organica si ritirò istantaneamente nella schiena dello 04.
Tybald si sentì confuso:
“Cosa? E’ già tutto fini…?!”
II Lancelot venne investito da una luce di un nero abbagliante,
Il cono di luce si innalzò dal terreno, avvolgendo i due mech:
Creò una torre sproporzionatamente alta, allungandosi oltre il soffitto del Geofront e perdendosi tra le nubi.
La prigione nera terminava in una sommità frastagliata da picole croci nere.
 
“E quello cos’è?!” -Mari portò lo 05 di schiena, in un gesto protettivo per l’oggetto tra le sue mani.
 
Aoba rimosse le mani dalla sua plancia, in corto circuito:
“Onde gamma! Tutta la strumentazione finirà per danneggiarsi!”
Ritsuko ordinò repentina:
“Scollegare il MAGI SYSTEM e disattivare manualmente i Settori di classe ‘S’! Se perderemo accidentalmente i dati raccolti per noi sarà la fine!”
Backup eseguito! Recisione di tuti i circuiti della NERV dal 234 al 57589!”
Improvvisamente le luci si spensero, lasciano che le tenebre fossero squarciate solo dalle lampade di sicurezza.
 
La torre di luce nera si allargò, espandendosi in un raggio di oltre 3 kilometri, riempendo il Geofront.
Centinaia di alberi vennero spazzati via; l’acqua del lago artificiale sembrò quasi evaporare; i bunker sotterranei tremarono veementemente e la NERV fu totalmente attraversata dall’onda magnetica.
 
Gli effetti della deflagrazione durarono per oltre cinque minuti, fino a quando il nero abbagliante lasciò posto alle tenebre naturali.
Oltre la voragine causata dall’esplosione nemica, il più cielo stellato immaginabile sovrastava come un manto la città stuprata dalla guerra.
L’Unità 05 giaceva al suolo, disattivata, reggendo nelle fredde ma amorevoli tenaglie l’Entry Plug marchiata ‘04-U.K.’
 
Ripresasi dallo shock, Misato strinse il cuore con un mano, ansimando:
“E’ finita?”
Fuyutsuki tirò un insolito sospiro di sollievo.
Il Comandante si alzò in piedi:
“No…la SEELE non rimarrà in silenzio: è questione di poche ore. Tuttavia, per il momento…ottimo lavoro.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 00:00. Autogrill (parcheggio). Nuova Autostrada A-1.
 
Le porte scorrevoli del rifornitore no-stop si aprirono automaticamente, quando Leon abbandonò il negozio, recando in mano una busta di plastica bianca.
Raggiunse l’autovettura parcheggiata nello spiazzo antistante, l’unica a quell’ora.
Aprì la portiera e vi posò la busta con le vivande.
Sia accese una sigaretta, fissando il cielo stellato.
Sospirò:
“E’ così tardi…è tutta la notte la sera che guido, non ci vedo più!”
Poi si voltò indietro:
“Chissà come staranno, laggiù. Misato…”
Quella sigaretta, anziché rilassarlo, assunse un sapore amaro disgustoso.
Decise che sarebbe mai riuscito a terminarla; la gettò a terra, spegnendola.
Beh, rimettiamoci in marcia!”
Salì in macchina.
Accanto a lui, sul sedile di destra, un ragazzino dormiva profondamente, raggomitolato su un cappotto trovato sui sedili posteriori.
Leon lo guardò on occhi diversi, stavolta: più che un ‘bambino viziato’ ora gli sembrava solo un ‘bambino’.
Gli rimboccò la coperta di fortuna; infine lo fissò, con un mezzo sorriso:
“Però, infondo…non è mica colpa sua.” 

 

   
 
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