Non piange, Sara, mentre aspetta un suo amico in chat.
Non uno qualunque, quello!
Ticchetta nervosamente sul mouse.
Internet è una città così intricata...
Oh, ecco – è online.
Ciao, Cesco.
Ciao, Sara.
Come va?
Non rompere.
Chi disprezza compra, ricordatelo.
Sara singhiozza piano, e sì, forse rompe, ma non può farci niente.
*
Sally è online.
Nulla di meglio di un’amica per sfogarsi.
Sally!
Ciao, Sara, come va con Cesco?
Male, male da morire. Sara, aiutami!
Che succede?
Sprofondo.
Che cosa?
Sento il profumo del dolore.
Riempie i suoi polmoni, non le lascia più alcuno spazio. Prima sembrava un livido, ora invece è un odore. Pungente, penetrante.
Francesco non c’entra nulla. Sono diversi giorni che sente come un’oppressione sul petto, un’angoscia alla quale non sa dare un nome.
Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparire, del sentimento e della volontà. La convince di una cosa sola.
Ragazzi, aiutatemi! Faccio schifo.
Ormai il respiro diventa affannoso. Sente che sta succedendo qualcosa.
Lascia acceso il computer e corre in terrazza. Fa freddo, è quasi mezzanotte.
Non dovrebbe stare fuori, la mamma si arrabbierà.
Singhiozza senza un motivo preciso, la corrente le sferza il viso.
Prenderai un raffreddore continuando così, Sara.
Che importanza ha un raffreddore?
Ha il naso pregno di quel profumo, il profumo del dolore.
Vede tutta la città, dal decimo piano. Potrebbe cadere giù,
giù,
giù...
Non vede più alcun motivo di esistere.
Non ne vale la pena.
Biascica un insulto e torna dentro. Un tepore la pervade.
Si getta di nuovo al pc. Francesco è ancora online.
Vuole vendicarsi, anche se sa che la colpa non è del ragazzo.
Sei un mostro!
Anche tu.
Sembri un drago a cinque teste!
Tu sei identica all’Urlo di Munch.
...
...
...
La reazione è istintiva.
L’Urlo-di-chi?
Non è mai stata un asso in Arte, deve ammetterlo. O forse semplicemente non ricorda il nome.
Apre svelta un’altra scheda e digita “Urlo di Munch” nella barra di ricerca di Google.
Anzi, meglio ancora, clicca Google Images. Comodissimo.
Una decina di “L’Urlo” riempiono la pagina.
Una decina di “L’Urlo” riempiono la pagina.
Ne apre uno, enorme. Aumenta ancora lo zoom.
Tu e Munch!
E sente l’urlo pervadere la natura.