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Autore: Bethan Flynn    17/06/2011    1 recensioni
-Hoshi, che cos’è?- sussurrò di nuovo il ragazzo, avvicinandosi a lei.
Gli sorrise, ma in quel sorriso non c’era gioia, e neppure odio.
C’erano paura, dolore, disperazione.
-E’ quello che potrei diventare io- mormorò solamente –la Caduta-.
Non tutti gli esperimenti sui non compatibili sono falliti.
Una ragazza è sopravvissuta.
E solo a lei spetta scegliere se la vita che le è rimasta sia la dannazione o la salvezza.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Lavi, sei un idiota!- Linalee era scattata in piedi non appena Hoshi aveva lasciato la cabina –è chiaro che è successo qualcosa di grave, è chiaro che anche Hoshi è sconvolta e che probabilmente si sente responsabile. Come ti è saltato in testa di aggredirla in quel modo?- disse severamente fissando il rosso in cagnesco.
Bookman rincarò la dose –non ti ho insegnato ad essere un osservatore imparziale, Lavi? Non metterti in testa di ricoprire un qualche ruolo qui che non sia il tuo- mormorò seccamente –e poi, non credo proprio che la storia di quel ragazzo sia finita- disse sibillino, con un mezzo sorriso.
-F-forse dovresti chiederle scusa- bisbigliò incerta Miranda, temendo un’esplosione del ragazzo sotto quel bombardamento di critiche.
-E va bene, e va bene! Ho capito, vado a chiederle scusa!- sbottò, uscendo anche lui dalla porta.
Pochi istanti dopo, un boato fragoroso ruppe il silenzio, e un colpo terribile fece oscillare la barca.
-Sul ponte!- gridò Miranda, cadendo in ginocchio all’improvviso –sul ponte si sta verificando una recovery continua!- gli altri esorcisti schizzarono fuori, evocando a loro volta l’innocence.

-Sta’ zitto! Su di me il virus non ha effetto, piantala di gridare!- Hoshi respirò affannosamente, mentre l’azione dell’innocence di Miranda le curava le ferite con un bruciore dell’altro mondo.
Aveva visto la sagoma dell’akuma in lontananza, l’aveva visto prepararsi all’attacco, ma aveva erroneamente creduto che fosse diretto verso di lei, e non verso Lavi che si stava avvicinando alle sue spalle. Aveva solo fatto in tempo a scagliarsi contro il ragazzo e a ricevere i proiettili al posto suo, per chissà quale istinto suicida.
Lavi scagliò il timbro di fuoco direttamente sull’akuma, che però non fece una piega, continuando a librarsi nell’aria. Sembrava un enorme scheletro nero.
Attaccò velocissimo, e il pugno arrivò incredibilmente vicino alla testa del rosso, ma stavolta Hoshi era pronta.
-Baratro!- gridò. Lo specchio si materializzò all’istante, e l’akuma si ritrasse.
-Titolo- gracchiò con voce metallica, afferrando Hoshi per il collo così velocemente che la ragazza non ebbe il tempo di fare niente. La scagliò in aria, colpendola al petto. Hoshi gridò dal dolore, sentendo le costole rompersi per l’ennesima volta.
-“La ragazza e la luna”- concluse l’akuma, salendo verso di lei, ma Hoshi si sentì afferrare al volo e riportare verso la nave, dove la recovery la rimise in sesto.
-Lavi, pensa tu ad Hoshi- Linalee corse lungo tutto il manico del martello, saltando nell’aria –a distruggere quello ci penso io- mormorò.

---

Allen si svegliò di soprassalto, trovandosi a fissare un soffitto bianco.
Avvertì la sensazione delle bende alla mano e al torace, e il ruvido di una coperta di lana stesa addosso.
Era vivo.
Inspiegabilmente, era ancora vivo.
Aveva un buco nel cuore, ma era ancora vivo.
Lacrime iniziarono a scorrergli lungo le guance, sentiva le spalle tremare incontrollate, scaricare di colpo tutta la tensione e la paura che aveva avuto.
Ricordò un tocco caldo sulla mano destra.
Hoshi.
“Maledizione” pensò, cercando di alzarsi.
Lei aveva visto tutto. Lo aveva visto… morire.
Cosa le era successo dopo? Cosa le aveva fatto quel Noah? Aveva detto di non volerla uccidere, ma Allen non poteva fare a meno di non fidarsi, chissà come mai.
Si mise in piedi, uscì dalla stanza e iniziò a vagare alla cieca, totalmente ignaro di dove si trovasse, sperando di individuare qualcuno a cui chiedere.
Si trovò di fronte ad un enorme portone, chiuso.
-Hai bisogno di qualcosa?- chiese una voce alle sue spalle.
Allen fece segno di no con la testa –sono solo arrivato fin qui, ma non si apre. Cosa c’è dietro?- chiese, riferendosi alla porta.
-C’è il nostro dio protettore, ma è sigillata. Allora non vuoi niente?- continuò la voce.
L’albino abbassò lo sguardo, senza girarsi verso il punto in cui supponeva trovarsi il suo interlocutore, una sola, apparentemente insignificante, domanda in testa.
-Vorrei sapere come sta- mormorò.
-Chi?- la voce era confusa.
-Hoshi- Allen serrò gli occhi, mentre nella sua mente riviveva con chiarezza tutta la scena –io l’ho lasciata là, dopo averle promesso che avrei salvato Suman, quando avrei dovuto mostrarle che esiste una speranza! Devo tornare!- esclamò, appoggiando il braccio ferito alla parete.
-Anche senza braccio sinistro?- fu la domanda, stavolta –non puoi combattere a fianco di altri esorcisti, sul campo, senza innocence, ma puoi scegliere un’altra strada ed essere ugualmente di supporto. Nemmeno Dio ti biasimerà per questo- continuò. Fu solo allora che Allen si girò, trovandosi faccia a faccia con un giovane uomo, biondo e con uno strano cappello in testa.
-Dio?- fece un sorriso, pensando a Hoshi e a quanto lei odiasse quel nome. Adesso la capiva, in un certo senso. Dopo aver visto la Caduta, dopo aver saputo contro cosa doveva lottare lei ogni giorno, non poteva fare a meno di chiedersi se questo Dio che tutti loro servivano fosse veramente così giusto. –E chi se ne importa- mormorò, sentendo le lacrime ricominciare a scorrere.
-Io sono arrivato fin qui perché mi sono posto un obiettivo! L’ho fatto in onore di Mana, lo faccio in aiuto ai miei compagni! Non posso mollare, non ho altre strade!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola, picchiando la parete con la mano ferita, incurante del dolore e della scia di sangue che stava lasciando sull’intonaco.
-Basta così, Allen Walker- il suo interlocutore sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla –sono Bak Chan, supervisore della Sede Asia. La tua innocence non è morta, dovevo solo verificare le tue motivazioni- disse –se verrai con me, ti dirò tutto con calma- l’albino, semplicemente incredulo, lo seguì.
Forse non tutto era perduto.
-Hoshi è la ragazza che era con te nella radura?- chiese Bak mentre camminavano. Allen annuì.
-Four l’ha trovata assieme a te, ma l’ha lasciata lì- continuò l’uomo imbarazzato –però abbiamo mandato un nostro membro ad avvertire della tua situazione, e fra i componenti del gruppo ha descritto anche una ragazza con i capelli bianchi. E’ lei?- l’albino fece nuovamente cenno di si, sollevato.
Allora stava bene.
In quel momento, decise di fare l’impossibile pur di tornare a combattere al più presto.

---

Improvvisamente, la nave cominciò a tremare.
-Un terremoto..!- Lavi si afferrò alla balaustra, senza lasciar andare Hoshi.
-Ma siamo in mare, com’è possibile?- anche Crowley faticava a mantenere l’equilibrio, e in un lampo la poppa dell’imbarcazione si immerse completamente nell’acqua, cominciando ad affondare.
-La nave sta affondando!- gridò Miranda, mentre tutti erano in preda al panico più completo.
Una catena elaborata comparve attorno all’innocence della donna.
-E’ la dark matter- susurrò Hoshi –Linalee dev’essere nei guai, vado anch’io- si staccò dal rosso ed evocò le ali.
-Ferma, Hoshi!- Miranda la afferrò per una manica, cercando di non piombare nell’acqua scura sottostante –la mia recovery non copre fino laggiù, le tue ferite torneranno fuori!- ma Hoshi se la scrollò bruscamente di dosso –non importa! Le mie ferite non sono niente di grave- mormorò, spiccando il volo alla massima velocità possibile.
-Ma che dici, le costole..!- le gridò dietro Lavi, ma la ragazza era già lontana, e non sarebbe tornata indietro.

La katana si abbattè sull’akuma sprizzando una marea di scintille contro la sua pelle coriacea, e Hoshi si portò fra lui e Linalee.
-Titolo- fece il nemico, senza fare una piega, ma la ragazza gli si scagliò di nuovo addosso, colpendolo a più non posso.
-Linalee! Non posso nulla contro questo qua!- gridò, sperando che in qualche modo capisse. Lei poteva soltanto distrarlo, almeno finchè non ne avesse trovato il punto debole.
La cinese afferrò il concetto e gli sferrò un poderoso calcio da dietro, ma fu allora che Hoshi si sentì trascinare inesorabilmente verso il basso.
-Ma che diamine..?- sussurrò, sbattendo furiosamente le ali per rimanere in aria, ma una gamba le era già sprofondata nell’acqua, e lo stesso stava succedendo anche a Linalee.
-Due fanciulle inghiottite dall’oscurità- sibilò l’akuma, e Hoshi sentì all’improvviso l’acqua richiudersi sopra di lei e il fiato mancarle.
Tutto si faceva sempre più buio, e non capiva se la sua stessa paura la stava facendo svenire o se davvero il profondo del mare non riceveva un barlume di luce.
In un lampo, un’immagine luminosa le passò nella mente.
Allen.
Strinse i pugni: non poteva morire lì. Doveva rivederlo, lo sentiva. Doveva capire.
“Evocazione, limite massimo” pensò, sentendo il suo organismo sforzarsi a dismisura.
“Caduta dalle Stelle”
L’acqua attorno a sé si illuminò all’improvviso di una luce accecante, che avvolse interamente la dark matter, sgretolandola come ferro arrugginito.
Le ali ricomparvero sulla sua schiena, bianche e luminose, e Hoshi diede delle poderose spinte, afferrando Linalee e tirandola fuori dall’acqua, all’aria gelida.
La cinese iniziò subito a tossire, cosa che sollevò Hoshi, dal momento che indicava che era ancora viva.
-Ho… shi?- mormorò incredula, ma la ragazza non aveva tempo da perdere. Non poteva certo mantenere quello stato di cose a lungo.
-Rimettiti in sesto, Linalee- disse piano, fissando l’akuma con tutto l’odio di cui era capace –la partita è ben lungi dal concludersi!- appena la cinese ebbe rievocato i dark boots, Hoshi si scagliò contro il nemico.
I suoi capelli si erano allungati, arrivavano ora fin sotto ai fianchi, e risplendevano candidi, come se fossero fatti di luce. Dietro la schiena di Hoshi, galleggiava lo Specchio, a proteggerle le spalle.
-Se proprio devo precipitare all’Inferno, non ci andrò da sola, akuma!- gridò, tranciandogli di netto un braccio con la spada.
Sentiva le forze scemarle rapidamente, e l’innocence acquisire sempre più presa sul suo corpo, divorandola.
-Linalee, aiutami!- urlò, inseguendo l’akuma.
La ragazza, ancora parzialmente avvolta dalla dark matter, schizzò in aria, altissima, fino a quando Hoshi non riuscì a distinguere che un puntino nel cielo, ma che si ingrandiva sempre di più.
Appena si rese conto di cosa voleva fare, Hoshi si maledisse in tutte le lingue e anche al contrario.
-Fermati…- sussurrò, fissando il cielo con gli occhi spalancati. Poi Linalee, completamente avvolta dalla dark matter, iniziò a precipitare verso di loro.
Fulminea, Hoshi evocò la Polvere, immobilizzando l’akuma, e si tuffò sott’acqua, girandosi di schiena.
Doveva stare attenta, molto attenta: se avesse assorbito anche Linalee, non ci sarebbero state speranze di recuperarla.
“Sprigionamento, percentuale massima di sincronizzazione, diametro massimo” lo Specchio si ingrandì a dismisura e Hoshi sentì chiaramente l’akuma precipitarvi dentro.
Fu allora che vi si sganciò, afferrando Linalee per un pelo e traendola fuori dal vortice. Era in condizioni pietose, l’attrito con l’aria e con l’acqua l’aveva coperta di bruciature, e i capelli erano cortissimi.
“Chiusura!” lo Specchio scomparve, inghiottendo l’akuma e la dark matter assieme ad esso. Hoshi si spinse verso la superficie, trascinando la cinese con sé. Vide strani simboli sulle sue gambe, e Linalee non accennava a risvegliarsi.
L’evocazione cessò contro la sua volontà: il suo corpo era esausto.
-Linalee- ansimò, cercando di tenere a galla entrambe –ti prego, svegliati- sussurrò –io posso anche morire, ma non lascerò che tu mi segua- la sagoma delle ali brillò sulla sua schiena, ma una voce conosciuta la fermò.
-Ehi, posso portarvi io!-
“Questo…” pensò Hoshi, rivolgendo lo sguardo verso l’alto: un akuma le stava fissando sorridendo in modo stranamente amichevole. Hoshi lo riconobbe e il cuore le fece un balzo.
-Chomesuke..?- mormorò –salva Linalee, lei… non si sveglia!- improvvisamente la ragazza sentì qualcosa allontanarla dalla cinese, e una luce accecante le esplose a fianco, tanto che dovette rituffarsi sott’acqua per sopportarla.
-Linalee!- gridò, riemergendo e vedendo qualcosa di incredibile.
La ragazza, sempre svenuta, galleggiava in una sorta di gigantesco cristallo che l’aveva avvolta all’improvviso.
-Ma… che significa?- Hoshi nuotò verso di lei, ma l’akuma la afferrò e la issò sulle proprie spalle, provvedendo poi a farsi carico anche della mora.
-L’innocence l’ha salvata- disse semplicemente –dov’è la tua nave? Questa cosa mi fa male alle mani- Hoshi gli indicò la direzione, pregando che fossero tutti sani e salvi.
Un’ultima volta per quella giornata estenuante si trovò a pensare ad Allen, mentre l’aria che le sferzava il viso sembrava volesse fare di tutto per farla cadere nell’acqua.
Era merito suo se erano vive, in un certo senso, pensò.
Se non le fosse venuto in mente mentre stava per affogare, forse avrebbe lasciato perdere tutto.
Non era davvero stato un caso, se inconsciamente gli aveva detto il suo vero nome.

-Ehi! Che cos’è quell’affare?- Crowley indicò una sagoma luminosa nel cielo, e Lavi scattò subito in guardia.
-E’ un akuma! Ce ne sono altri?- afferrò faticosamente il martello, ma quando quello fu sopra la nave ne discese una figura familiare –fermi! Non è un nemico!- Hoshi crollò sfinita sul ponte, il corpo che le tremava in modo incontrollabile. Miranda le fu subito vicino, e Chomesuke lasciò andare il cristallo con un sospiro di sollievo.
-Cos’è successo? Perché Linalee è lì dentro?- chiese Lavi. Hoshi gli raccontò in breve tutta la sequenza, ansimando per lo sforzo, e all’affermazione che l’innocence di Linalee l’aveva salvata per sua scelta ci fu un momento di agitazione generale.
La ragazza iniziava a non capire più niente. Sentiva la testa ovattata, i brividi scuoterle il corpo, e un dolore lancinante alla schiena.
-Com’è possibile? Neppure la mia recovery ha effetto…- sussurrò Miranda atterrita, fissando il dorso di Hoshi.
-Che… che c’è?- balbettò lei, la vista offuscata, ma prima che qualcuno potesse risponderle vide tutto farsi nero.




Note dell'Autrice:

Uff, questa fanfiction mi sta uccidendo... perdonatemi, ma finchè non saranno finiti gli esami sarà dura per me aggiornare con regolarità! ç___ç
Capitolo drammatico... ma dal prossimo (spero) le cose inizieranno a farsi un po' più chiare... intanto io sto continuando a scriverla, ma chi me l'ha fatto fare di pubblicarla prima che fosse finita??? T____T
Le parole di Allen a Bak non sono uguali a quelle del manga... non avevo voglia di andarle a cercare per copiarle, perdonatemi XD

Rispondiamo ai commenti (e torniamo a studiare ç__ç):

Ciel 88: sono contenta che la storia ti piaccia ^^ scrivendola via via ho in mente così tanti colpi di scena che sarà un miracolo se entro l'anno l'avrò finita XD per quanto riguarda il povero Lavi... non hai ancora visto nulla, purtroppo XD cercherò perlomeno di dargli una conclusione felice, ma è ancora tutto da vedere! Su Allen... ho la bocca cucita u.u

Haruharuchan: sono contenta che ti piaccia ^^ continua a seguirla, mi raccomando! :D

Sherly: periodi bui? Mi sembra un eufemismo, se penso a quello che deve ancora succedere..! Ma non avrai una parola da me u.u niente spoiler come le volte scorse!!! :P

A presto!! Continuate a recensire ^____^

Bethan
   
 
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