Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cazzarola    17/06/2011    14 recensioni
MODIFICAZIONE CAPITOLI ESEGUITA QUESTA SETTIMANA!
Tutto ha avuto inizio con una canzone.
Si, adoravo quel suono così semplice e melodico nelle orecchie.
Riusciva a mandarmi in un altro mondo e a farmi fare cose incredibili, che senza questa spinta non sarei mai stata in grado di fare.
Anche se molte delle volte, quando racconto l’accaduto che tutti vogliono sentire nei particolari, parto con la scusa della canzone, che ha fatto in modo di aprire la mia mente a questa nuova esperienza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ANGIE  




 

 _ CAPITOLO QUATTRO _
 

 
 

Mi sveglio con la testa pesante, con una voglia matta di andare in bagno a vomitare.
Mi alzo e provo a camminare, cerco di scendere le scale senza molto successo e ad ogni gradino penso a quello che è capitato la sera prima.
Non ricordo esattamente niente.
La tracolla sulla spalla pesa e vado verso il salotto per metterla giù e vedo mia madre che pensierosa fa colazione.
Mi vede ma non mi saluta.
Che cosa ho combinato ieri sera ?
Vado in bagno con il passo di un morto che cerca di tenersi in piedi.
Provo a vomitare ma non ci riesco, mi lavo il viso, tolgo il trucco sbavato e cerco di sistemare la mia espressione, il mio viso pallido e le occhiaie.
Operazione non riuscita, signore.
Così vado a fare colazione e cerco tutti i modi per far credere a mia madre che sia andato tutto bene, se mi chiede qualcosa improvviso, come faccio quando mi interrogano.
Mi siedo.
- Buongiorno - sussurro
- Ciao tesoro, ti sei divertita ieri sera? –
- Si, si …cera tanta gente –
- E Max? –
- Si anche lui, era circondato da ragazze –
Ecco, qualcosa mi ricordo, le super tipe che avevano circondato Max e anche la mia stupida reazione.
Le cose stanno riemergendo.
Piano piano le cose ritornano al loro posto.
- E non sei gelosa ? -
-  Di chi ? –
- Di Max –
- Di Max ? No… perché ? –
- Ma non è il tuo ragazzo? – mi chiede facendomi soffocare con una fetta biscottata con la marmellata. Ma che discorsi sta facendo?
- Il mio cosa ? –
- Il tuo ragazzo…–
- No.. no.. no… lui è il mio migliore amico –
Così si conclude questo interrogatorio, o terzo grado, e devo dire che sta mattina mi è anche andata bene, perché di solito mi chiede anche cose più imbarazzanti che evito di specificare.
 
Prendo qualche pacchetto di crackers, questo perché collego sempre il fatto vomito con quello dei crackers.
Tutta colpa dei film, forse.
Vado verso la fermato con gli occhiali da sole.
Ormai si avvicinano gli ultimi giorni di scuola e sono abbastanza agitata per gli esami, anche se con lo studio sono presa abbastanza bene, ma poi all’orale c’è anche quella maledetta commissione esterna che distrugge tutti i buoni propositi.
Al massimo chiedo a Max di studiare.
Mi avvicino a scuola con i Ray Ban che mi aiutano a nascondere la mia espressione stanca, di chi non ha dormito a sufficienza, con la cartella, con una sensazione di vuoto che mi tormenta da due giorni interi, la maledetta consapevolezza di non ricordare niente di ieri sera, mal di testa e sensazioni di vomito continue.
Ho solo diciott’ anni e sto peggio di una vecchia.
 
Sono sempre stata consapevole del fatto che la cicogna, quella maledettissima volta, abbia sbagliato destinazione, non posso essere capitata in questo paese confuso di mezza città e mezza periferia del nord.
Ho sempre provato grande invidia per chi vive al sud, nei paesi caldi, ma non solo per il clima, ma anche per le persone, perché qui se non bevono quel bicchierino non si sanno divertire e stanno male.
Per non parlare poi della politica che non voglio dire niente, perché se no me ne vado con la cartella sulle spalle adesso. ORA.
 
Varco la porta d’ingresso, come ogni mattina ci sono troppi nanerottoli che bloccano l’entrata, dovrebbero creare una porta vip per quelli più grandi, sarebbe almeno un tributo alla resistenza;
 
Entro a scuola e vado in palestra.
Martedì.
Prima ora: educazione fisica.
Sto seduta per i cavoli miei a pensare, sulla tribuna in alto.
Guardo i ragazzi correre e giocare a pallavolo.
Quello con la maglia verde gioca molto bene, che polpacci muscolosi, di sicuro è un’ atleta; anche se c’è quel ragazzo stanno perdendo lo stesso.
Peccato.
Il preside entra in palestra, non l’avrei riconosciuto, se non fosse stato per la sua giacca marroncina che porta tutto l’anno e che lo fa sembrare esattamente quello che è.
 
Qualcuno si avvicina a me.
Non lo considero nemmeno, ma non per fare la snob,  perché non mi sono accorta della sua presenza così vicina, anche grazie al mal di testa che mi rende molto irritabile.
- Ehi bella! Ci sei ?  - mi dice scuotendo la mano.
Lo guardo in faccia, in quel momento il mio cervello ha pensato solo a tre cose:
occhiali, tatuaggio, festa.
Filippo.
Filippo, che con una maglietta bianca e con un paio di pantaloncini scuri si avvicina lentamente, non l’avevo nemmeno riconosciuto se non fosse stato per quegli occhiali spessi.
Io non l’ho mai visto in questa scuola, da cinque anni che sono qui, di sicuro lui non è uno che passa inosservato ai miei occhi.
- Ciao, scusami ma stavo guardando la partita, non ti ho visto. Che ci fai qui ? -
- Non importa. Vengo a scuola qui… come tutti purtroppo. –
- Io non ti ho mai visto –
Ridacchia.
- Come stai ? Ieri sera ci sei andata giù di brutto -
- Giù di brutto in che senso ? –
- Che hai bevuto troppo –
- Adesso capisco cos’è questo mal di testa –
Non mi ricordo di aver bevuto così tanto…
La vodka che c’era nell’anguria, quella mi ha stregato.
- Non ti facevo una tipa così, sembri molto più tranquilla -
- Sono tranquilla, è stata la vodka che c’era nelle angurie a fregarmi –
- Questo giustifica anche i tuo comportamenti… –
- Mi stai facendo preoccupare – dico pacata
- Non ti ricordi proprio niente, eh? –
Annuisco, pregando in silenzio che mi dica cos’ho fatto di così tanto folle, perché la mia memoria sembra avere qualche problema.
Suona la campanella, sempre nel momento meno opportuno.
- Adesso devo andare, magari fatti raccontare dal tuo amico che ha provato a fermarti più di una volta senza riuscirci -
Che ha provato a fermarmi ? Non riesco a credere a nessuna parola pronunciata dalle sue labbra.
Devo trovare Max.
Devo sapere.
 
Esco dalla palestra e vado in classe
Seconda e terza ora: italiano.
Italiano, quindi posso sia scrivere a Max che fare un leggero riposino, giusto per farmi passare il mal di testa.
Il professore entra in classe, ormai è distrutto anche lui dalle ore passate con noi, ma semplicemente non si lamenta e continua a spiegare le tipologie delle tracce che potremmo trovare all’esame, cioè nella prima prova, e qualcosa su Aristotele che non ho capito bene…
È dall’inizio dell’anno che dice queste cose e ancora continua, lasciamolo fare, così almeno riesco a scrivere a Max.
“ Dopo ci dobbiamo assolutamente vedere, dobbiamo chiarire alcune cose “
Apro la cartella e ci metto dentro il cellulare, così almeno non me lo ritira.
Appoggio la testa sul primo libro che trovo e li ci rimane, più che a dormire veramente, a pensare a che cavolo ho fatto la sera precedente, perché ogni minuto che passa sembra che mi venga sottratto dell’ossigeno al cervello.
Non ce la faccio più.
Allora, facciamo un riepilogo: io so che sono andata alla festa di Francesca ieri sera con Max, e questo è sicuro, poi ho conosciuto Filippo, e ne ho avuto le prove prima, ho salvato Max da delle ragazze e poi l’alcool ha fatto il suo effetto.
E che effetto…
La tipica conseguenza è quella di non ricordare niente, giusto?
Non mi sembra logico.
Apro la borsa e vedo due messaggi non letti: Max che dice “ Va bene. In ricreazione dobbiamo parlare”.
L’altro è di Francesca, che invece, è quello che ha catturato maggiormente la mia attenzione.
“ Giulia… la prossima festa ti voglio ancora così! Tutti si sono divertiti moltissimo e volevano conoscerti, ma poi Max ti ha portata via… peccato, potevamo divertirci ancora “.
- Allora, qualcuno mi dice che ho fatto? - Lo sussurro un po’ ad alta voce che il professore si ferma e mi guarda con aria abbastanza incattivita.
Ok, devo studiare Aristotele perché all’orale è sicuro che me lo chiede.
 
Arriva la ricreazione e vedo Max che mi aspetta, come la solito vicino alle scale, fuori dalla mia aula.
Sorride vedendo la mia faccia, che di sicuro è presa peggio del solito.
Speriamo che mi dica quello che è successo e che lo faccia in fretta.
- Ciao. Come stai ? – mi chiede lui con una nota di allegria.
- Male. Tu ? –
- Male per quello che hai fatto eri sera.-
- E che ho fatto ? –
- Partiamo dalla cosa meno grave ? –
- Si, ti prego! –
- Beh, sai… mi hai baciato –
Penso che il colore della mia faccia abbia cambiato qualche gradazione di rosso.
Non ci credo, con occhi increduli guardo la sua espressione quasi stupita, ma non capisco da che cosa, e poi io non mi ricordo di averlo baciato.
Di sicuro mi sarei ricordata di questo.
Mi sarei ricordata le sue labbra.
Quando mi ha detto del bacio, le note della canzone che sentivo in testa ieri sera, quasi incredibilmente, le ricordo anche adesso.
Forse è stata proprio la canzone che mi ha spinto a baciarlo.
Più probabilmente è stato l’alcool, non può essere stata la canzone.
Ma lui ha detto che il bacio è stata la cosa meno grave che ho fatto ieri sera, il seguito mi mette il voltastomaco.
- Continua ti prego - dico guardando il basso, non voglio incontrare i suoi occhi.
- Poi hai sceso le scale e hai iniziato a ballare con i ragazzi con il capello da cow boy senza maglietta, loro ti hanno alzata sopra il tavolo della cucina, buttando per terra tutto, e hai iniziato a ballare, più che a ballare hai iniziato a spogliarti. Ma tu queste cose non te le ricordi, giusto? –
- No, non mi ricordo –
Lui ride, ma si trattiene perché deve ancora finire.
- Hai presente la mia macchina ? Ci hai vomitato dentro! -
Non ci credo.
Non posso credere a queste parole.
Si, sono capace di divertirmi, ma senza fare così; questo spiega il messaggio di Francesca e perchè mi ha detto che si sono divertiti…
Tutto è chiaro.
Quello che ho fatto dopo il bacio non mi interessa, a me importa del bacio, di lui, e voglio capire bene che cos’è successo, non voglio rovinare tutto.
- Ma riguardo il bacio… - dico per risollevare questo immenso polverone.
- Non ti preoccupare, so che non volevi, eri ubriaca punto -
L’unica persona che riesce a capirmi.
Lui sa veramente che non sarei mai stata capace di fare azioni di questo genere, come baciarlo e spogliarmi, anche se le sue labbra sono invitanti anche ora, ma non lo bacerò di nuovo.
Non berrò, e soprattutto non mangerò più angurie ad una festa.
Stanne certa.
 
- Grazie Max, grazie di tutto. - gli dico camminando verso la sua auto.
La macchina è quella di ieri sera, e giuro, che dall’odore, qualcuno ci ha vomitato dentro e non una volta sola.
- Tu non sai quanto mi devi ringraziare. Puoi dire che ieri sera ti ho salvato la vita, anzi ti ho salvato la faccia portandoti via da sopra quel tavolo e poi sono riuscito a portarti in camera senza farti beccare ubriaca dai tuoi. -
- Grazie. L’ho sempre saputo che sei un grande. Ma bisogna trovare un modo per far scomparire questa puzza tremenda. –
- Apri il finestrino –
Ci mettiamo a ridere quasi increduli per quello che abbiamo fatto, ma di una cosa posso starne certa: io posso contare su di lui.
 - Che ne dici se oggi studiamo Aristotele insieme? - propongo senza tanta enfasi.
- Aristotele ? –
- Si, è una lunga storia… -

 



CIAO RAGAZZI!!eccomi qui di nuovo con un altro capitolo! Sono veramente felice che sia finita la scuola, così posso dedicarmi di più alla storia e a voi.
Il capitolo personalmente mi piace moltissimo, penso che sia quello venuto meglio, ma sarete voi a giudicare, anche se come al solito sento che manca qualcosa, ma non so bene cosa, sono insoddisfatta, ma felice!
Che ve ne pare? Filippo è tornato in gioco, è comparso anche il questo capitolo e ha incontrato Giulia.
Max è la persona che stimo di più per il suo comportamento così saggio e responsabile, ha davvero dato un’enorme mano a Giulia che sicuramente non sarebbe stata in grado di cavarsela da sola.
Prima di concludere devo fare un immenso RINGRAZIAMENTO a tutti coloro che hanno RECENSITO, messo tra i preferiti e nelle seguite, la storia senza di voi non potrebbe andare avanti!
GRAZIE MILLE!

Adesso vi lascio, e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto!
A presto!


 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cazzarola