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Autore: ShinyDarkF    17/06/2011    1 recensioni
Erano solo due ragazzi.
Erano felici.
Non sapevano quello che stava per accadere.
Ora sangue è quello che vedono.
Sangue è quello che sentono.
Sangue è quello che vogliono.
Ma forse non tutto è perduto.
Sono stati nel buio per anni ma ora...
Stanno tornando.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edit: Ho modificato la descrizione, ora è più "scenica". Fatemi sapere se vi piace più questa o quella di prima. Inoltre volevo dire una cosa: io sto sempre a dire che non vedo recensioni, insomma vorrei sempre di più e a volte non mi rendo conto di quello che già ho. Grazie per le 33 recensioni, tutti i mi piace e l'aver messo la storia nei preferiti. Grazie! Christina si trovava in giardino. Il sole splendeva alto su di lei e indossava il suo solito vestito bianco. Stavolta, però, sapeva come sarebbe andata a finire. Bill le era vicino e le teneva la mano ma non riusciva, non poteva fare nulla. I suoi occhi erano inespressivi, come se non volesse vedere, come se fosse cieco. Non poteva aiutarla, quello era il suo destino e doveva fare tutto da sola. Sapeva che era così, non capiva come, ma era così. Improvvisamente il cielo si fece cupo e si alzò il vento. La teneva ferma e la ragazza non riusciva a muoversi. E poi accadde di nuovo. Dal centro del giardino comparve una figura mostruosa. Prima non riusciva a vederla bene in faccia ma ora poteva percepire i suoi lunghi canini e i suoi occhi iniettati di sangue. Una donna. Una vampira. Ma non come Bill e Tom, non riusciva a creare un paragone tra i suoi due amici, tra il suo ragazzo e quella creatura abominevole. Ma non aveva paura. Quello era il suo destino e lei era pronta. Chiuse gli occhi aspettando.
Sarebbe andato tutto bene. Ne era certa.


Christina si svegliò urlando.
Aveva fatto ancora una volta lo stesso sogno. Da almeno una settimana non faceva altro che sognare la stessa cosa, la stessa figura che veniva verso di lei con aria minacciosa. Eppure nel sogno era tutto così tranquillo, tutto così calmo.
La vita reale non era così.
Era spaventosa, era triste, cupa.
Eppure Christina aveva la certezza che un giorno sarebbe diventato tutto così semplice.
Proprio come nel suo sogno.

Quei giorni erano stranamente calmi, sembrava essere tornato il buonumore tra i ragazzi. Due vecchi amici erano tornati e persino le due ragazze facevano finta di non vedere il sangue dei fantasmi che gocciolava a terra. I gemelli erano felici e questo era l’importante. Dopo tutto quello che avevano passato ci voleva un po’ di felicità.
Anzi era stato proprio Gustav, che di solito non parlava mai, a consigliare a Tom e a Sue di uscire.
Dopotutto era passato un mese dal loro incontro ed era una data da festeggiare. I due facevano ancora finta di litigare ma ormai si capiva che erano innamorati l’uno dell’altra.
E così i due uscirono, incuranti di lasciare Bill e Christina da soli a casa.
Anzi, forse anche loro due avevano bisogno di un po’ di privacy.
Tom e Sue già erano usciti altre volte, ma i loro incontri non erano stati per niente romantici.
Erano andati entrambi a caccia.
Tom cercava la sua vittima e faceva finta di mangiarla finchè non arrivava Christina e salvava la povera ragazza. E solo allora iniziava una lotta all’ultimo sangue tra il vampiro e la cacciatrice finchè entrambi non cadevano a terra e tutto si concludeva con un lungo bacio.
Era uno sport sadico ma loro si divertivano e, cosa più importante, nessuno si faceva male.
Tom aveva imparato a bere sangue solo da criminali, proprio come già faceva Bill e spesso Sue lo aiutava.
Sembravano due supereroi che lottavano insieme per combattere il male.
In realtà Tom e Sue litigavano sul serio perché la ragazza non voleva che il vampiro uccidesse persone, neanche se questi erano omicidi, ma quando Tom stava male perché non prendeva abbastanza sangue Sue si sentiva ancora peggio.
Per questo aveva imparato a convivere con il rimorso.
Altre volte Tom aveva morso Sue, ma non riusciva a saziarsi perché aveva paura di farle del male.
Insomma, facevano cose davvero strane quei due ma alla fine ne uscivano sempre con un grande sorriso sulle labbra.
E con un bacio, ovviamente.
Quel giorno, però, avevano deciso di andare in un vero ristorante di lusso e per l’occasione si erano anche vestiti elegantemente.
Tom portava un pantalone nero e sopra una giacca e una camicia bianca. Ci mancava solo la cravatta! Si poteva vedere benissimo che una volta era stato un galantuomo del 500.
Era elegante e raffinato, non solo per i suoi vestiti ma anche per il suo modo di comportarsi. Prima ancora di entrare nel locale già aveva ordinato una bottiglia del più costoso champagne e aveva pagato un’orchestra perché suonassero una canzone per i due.
Musica classica, niente di troppo forte, perché non sapeva la musica che piaceva a Sue.
Voleva far sentire alla ragazza le sue canzoni, quelle che una volta componeva e suonava, ma sapeva che doveva farlo di persona, nessuno lo avrebbe potuto sostituire.
Sue di solito vestiva casual, con una maglietta e un paio di jeans perché preferiva essere comoda nel caso ci fosse qualche vampiro nei paraggi da uccidere.
Quel giorno indossava un lungo vestito azzurro che si intonava al colore dei suoi occhi.
Sue era una bella ragazza, con occhi azzurri e capelli biondi al contrario della cugina che invece li aveva castani. Se non fosse stato per i capelli sarebbero state uguali.
Aveva i capelli raccolti dietro la nuca e per la prima volta da quando aveva conosciuto Tom aveva messo un paio di scarpe con i tacchi. Sul braccio sfoggiava un tatuaggio, qualcosa in una lingua sconosciuta e con uno strano disegno.
Il simbolo delle cacciatrici.
I due non potevano mai immaginare quello che sarebbe accaduto in loro assenza.

Poche ore prima Georg e Gustav si trovavano in una grande sala completamente nera. Sui muri c’erano poche macchie colorate, tutte rosse, era sangue naturalmente. La luce era fioca e dava all’ambiente un tocco dark. Sembrava più una prigione.
Quel posto era il male.
I due fantasmi non erano da soli, davanti a loro c’era una donna, con occhi color cremisi.
Una vampira.
La vampira.
Era accompagnata da almeno quattro vampiri molto più grandi e minacciosi di lei ma la donna non aveva paura, anzi sembrava che gli altri avessero paura di lei.
"Allora ci siete riusciti?" chiese la donna.
"Non ancora, ma abbiamo fatto di meglio. Non ci hanno creduti, pensavano davvero che ci eravamo presentati in veste amichevole. Ma si sbagliavano" pronunciò Georg ad alta voce.
La donna scoppiò a ridere.
"Eccellente, davvero un bel lavoro, ma io non vedo ancora la ragazza qui e sapete cosa succede se non la ottengo…due fantasmi di mia conoscenza passeranno l’eternità tra atroci sofferenze"
"Non sospettano di noi, questa sera ti porteremo la ragazza"
E detto questo i due fantasmi scomparirono e ricomparirono qualche minuto più tardi in casa Kaulitz, proprio prima di consigliare a Tom e a Sue di uscire.
Il piano era arrivato a termine.

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