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Autore: JoJo    17/06/2011    3 recensioni
Si trova un corpo, si raccolgono le prove e, in base a quelle, si trova il colpevole fra una lista di sospetti. È così che funziona. Cosa faranno Horatio Caine e il suo team quando si troveranno di fronte il colpevole ancora prima di conoscere il crimine?In un caso in cui tutti sembrano nascondere la verità, le prove diventano l'unica ancora a cui appigliarsi.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Horatio Caine, Ryan Wolfe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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csi

Horatio annuì prima di congedarsi dal proprio interlocutore “D'accordo. Grazie, signor Wolfe.”
Di fianco a lui, Eric Delko seguì la direzione del suo sguardo, che puntava oltre il vetro della sala interrogatori “Era tutto vero?”
“Un cadavere smembrato è stato ritrovato in una delle suite dell'InterContinental.- riassunse quindi l'uomo, rigirandosi gli occhiali da sole fra le dita- Tutto coincideva con la descrizione che ci ha fornito la ragazza.”
Delko non commentò, limitandosi ad abbassare gli occhi scuri sul foglio che stringeva fra le mani “Frank mi ha passato le informazioni che avevi chiesto: Juliet Robinson ha la fedina immacolata, neanche una multa per eccesso di velocità e nessun precedente per quanto riguarda fenomeni psicotici o comportamenti sadici. Che cosa spinge una brava ragazza ad uccidere in quel modo un uomo?” domandò quindi, voltandosi verso il proprio capo.
E' quello che dobbiamo scoprire.” disse Horatio, senza staccare gli occhi dalla figura rannicchiata sulla sedia nella sala interrogatori.
Juliet Robinson sembrava assorta in una riflessione di qualche tipo mentre si mordicchiava con nervosismo crescente l'unghia del pollice. La tuta arancione da detenuta che le era stata consegnata, dopo che i suoi vestiti erano stati sequestrati e imbustati per essere poi spediti al laboratorio tracce, creava un contrasto grottesco con il suo pallore spettrale.
Quando sentì lo sbattere della porta sobbalzò vistosamente sul posto, puntando i propri grandi occhi scuri sui due uomini che l'avevano raggiunta nella stanza.
Horatio mosse qualche passo fra quelle mura di vetro e si fermò vicino alla finestra, lasciando che il proprio sguardo indugiasse sulla vita che continuava a scorrere frenetica al di fuori del dipartimento di polizia. Sentì il rumore di una sedia trascinata e seppe che Eric si era accomodato di fronte alla sospettata, pronto a far partire l'interrogatorio. Con la coda dell'occhio il capo della scientifica guardò Juliet Robinson: aveva visto il panico e la paura nei suoi occhi e non riusciva a capacitarsi di come quella che sembrava a tutti gli effetti una ragazza inerme, fosse la stessa assassina che aveva torturato un uomo prima di ucciderlo, per poi smembralo come se fosse stato un animale da macello.

A quanto pare quello che ci hai detto è vero.” iniziò a parlare Delko appoggiando rumorosamente il fascicolo del caso sul tavolo.
Al sentire quel rumore la ragazza sobbalzò sul posto, nonostante non avesse perso di vista nessuno dei movimenti fatti dai due uomini dal momento in cui avevano messo piede nella sala interrogatori.
Horatio si voltò mettendosi le mani sui fianchi “Abbiamo trovato il cadavere nella vasca da bagno della stanza d'albergo.”
Juliet non rispose, troppo impegnata a far saettare gli occhi spalancati e terrorizzati fra i due uomini, con la stessa espressione di un cerbiatto sorpreso in mezzo alla strada dagli abbaglianti di un' auto.

Sei sicura di non volere un avvocato?- si ritrovò quindi a domandare l'uomo dai capelli rossi, in qualche modo incuriosito da quell'espressione così anacronistica rispetto al brutale omicidio compiuto dalla giovane solo poche ore prima- Se non puoi permettertene uno, possiamo fartene avere uno d'ufficio.”
La ragazza prese un bel respiro e ripeté quanto aveva già detto ad Horatio al momento della sua prima confessione “Niente avvocato.”

Niente avvocato.- ripeté lui con tono calmo- Sei ancora convinta di quello che mi hai detto questa mattina?”
Sì.” rispose di nuovo Juliet, la voce tremante nonostante il chiaro tentativo di mantenere un tono neutro.
Eric la fissò con sguardo determinato “Chi è l'uomo che hai ucciso?”

Non lo so.” le parole le uscirono dalle labbra come un sospiro, mentre abbassava lo sguardo sul tavolo davanti a sé.
Dove sono la testa e le mani?” incalzò il CSI di origini cubane.
Non lo so.”
Non lo sai.” ripeté Delko alzando un sopracciglio.
Juliet sospirò di nuovo, vinta “No.”

Che mi dici della pistola, allora?- domandò di nuovo lui, lanciando un'occhiata inquisitoria ad Horatio che non sembrava ancora intenzionato ad intervenire in quell'interrogatorio- Quella con cui hai sparato a quell'uomo prima di decapitarlo?Nemmeno quella sai dov'è?”
Non mi ricordo.”
Non ti ricordi?”
I-io...Non so dove possa essere.- balbettò la ragazza, torturandosi le mani- Non so dove posso averla nascosta. Mi dispiace.”
Eric sbuffò sonoramente, appoggiando la schiena alla sedia “Ok. Quindi non sai chi sia quell'uomo, non sai dove sia finita la pistola che l'ha ucciso e non sai dove sono la sua testa e le sue mani. Se sei venuta qui a confessare, perché non ci racconti direttamente tutto quello che è successo?”
Juliet spalancò gli occhi e si ritrasse, spaventata dalla nota secca che aveva preso la voce dell'uomo sull'ultima domanda. Fu a quel punto che Horatio mosse qualche passo verso di loro e l'attenzione della ragazza fu immediatamente calamitata dalla calma severa che trasmettevano quegli intesi occhi blu.

“Perché non ci parli del tipo di affari di cui ti occupavi all'hotel, allora.” propose il capo della scientifica, inclinando leggermente la testa di lato.
Lei sbatté le palpebre, sorpresa da quella domanda “Affari?”
“La receptionist sostiene di conoscerti.- specificò il tenente Caine- Dice che frequentavi spesso quel posto e che avevi affittato una stanza come base operativa per il tuo lavoro.”
“Questo è impossibile.” sentenziò la Robinson, riacquistando improvvisamente una certa sicurezza.
Horatio alzò un sopracciglio nella sua direzione “Perché?”
Io sono una veterinaria, non posso lavorare in una stanza d'albergo.” spiegò la ragazza, riabbassando di nuovo lo sguardo quando un flash del luogo del delitto le ricordò cos'era successo in quell'hotel.
Eppure in molti all'Intercontinental sostengono di averti vista ogni settimana.- intervenne di nuovo Eric- Ci sono le registrazioni di sorveglianza a dimostrarlo.”
Perché dovrei mentirvi?-domandò con tono stanco- Vi ho già detto di essere stata io ad ucciderlo.”
Delko la fissò con sguardo severo “Forse perché stai iniziando a pensare che confessare sia stata una pessima idea.”

No, io...- la giovane si passò una mano fra gli arruffati boccoli biondi, iniziando a balbettare sconclusionatamente- Quello che vi ho detto è la verità. E anche questa lo è. Ho ucciso un uomo. L'ho fatto e questo è vero, quindi che differenza fa se non so dov'è la pistola o se non ricordo il suo nome o...”
Vedi, Juliet, ci sono molte cose che non quadrano in quello che mi hai raccontato.- la interruppe Horatio stringendo gli occhi- Il perché ti trovassi in quell'albergo, ad esempio, e che tipo di relazione ti legasse alla vittima. Il motivo che ti ha spinto prima ad uccidere in quel modo quell'uomo e poi correre a confessare tutto. Analizzeremo le prove e verificheremo tutto quello che ci hai detto. Lo capisci questo?”
La ragazza annuì debolmente, incerta su cosa dire.

Eric?” chiamò Horatio, voltandosi verso l'uomo che capì immediatamente che cosa volesse il proprio capo. Delko uscì dalla stanza per poi tornare qualche istante dopo con uno scanner portatile fra le mani.
A che serve, quello?” domandò Juliet, osservando l'oggetto che il CSI aveva appoggiato sul tavolo.
A prendere le tue impronte.- rispose Eric, girando intorno al tavolo per essere in grado di posizionare in modo corretto le sue mani sulla macchina- Le confronteremo con quelle che abbiamo ritrovato sulla scena del crimine.”
Ok.”
Ci serve anche un campione del tuo DNA.- continuò a spiegare l'uomo- Prenderò solo un po' di saliva, non è niente di complicato.”
Va bene.” concordò nuovamente Juliet, annuendo piano.
Eric le fece segno di posare i palmi sullo schermo, ma qualcosa attirò il suo sguardo e afferrò i polsi della giovane, sollevandole le mani per un'osservazione più accurata “Guarda Horatio.”

Ematomi ed escoriazioni sulle nocche e segni di bruciature.” commentò il tenente Caine, inclinando la testa di lato.
La ragazza aggrottò la fronte, facendo saettare lo sguardo fra i due membri della scientifica “Che significa?”

Coincidono con le ferite della vittima e confermano che sei stata tu a picchiarlo.” spiegò Delko, mentre lo scanner iniziava a registrare le sue impronte.
Ci serve il tuo anello.” aggiunse quindi Horatio, facendo un cenno verso la mano sinistra della Robinson.
Il mio...?” cercò di ripetere la giovane, ma le parole le morirono in gola quando i suoi occhi si fermarono sul grosso diamante che svettava sul suo anulare sinistro.
L'anello.- ripeté Horatio, mentre Juliet lo fissava come se non l'avesse mai visto prima- Dobbiamo analizzarlo.”
La bionda se lo sfilò con mano tremante, lasciandolo poi scivolare nel piccolo sacchetto trasparente che Delko le aveva sventolato davanti al viso.

Perché non mi racconti di nuovo quello che è successo?” propose Horatio, avvicinandosi e appoggiandosi al bordo del tavolo.
Io...io non ricordo chiaramente.” riuscì a balbettare Juliet, mentre fissava l'uomo dai capelli rossi. Non riusciva a capacitarsene, ma quegli occhi indagatori, blu e determinati, le diedero immediatamente la sensazione che era tutto sotto controllo. Anche se, molto probabilmente, la cosa non sarebbe caduta a suo vantaggio.
Il tenente Caine non sembrò accontentarsi di quella risposta “Ma mi hai detto di aver ucciso quell'uomo.”

Perché l'ho fatto.”
“Allora raccontaci cos'è successo.” incalzò Eric con voce ferma.
La ragazza annuì, per poi abbassare il capo e iniziare a torturarsi le mani “Abbiamo litigato. Non ricordo il motivo, ora mi sembra così stupido, ma mi sembrava davvero di non essermi mai infuriata tanto in vita mia. Lui mi ha picchiato e io mi sono difesa. Lui è caduto, ha battuto la testa e ha perso i sensi, così sono riuscita a legarlo. E poi...” la sua voce, già di per sé bassa, si affievolì ulteriormente, fino a sparire, lasciandola con la bocca schiusa a fissare davanti a sé, senza in realtà vedere niente.
“L'hai torturato?” incalzò Delko aggrottando la fronte.
“Sì.- confermò Juliet, sobbalzando al suono della sua voce- E poi ho sparato e poi, quando ho capito che era davvero morto...”
Le immagini del cadavere smembrato la colpirono come uno schiaffo, accompagnate da un conato di vomito. Non poteva rimanere lì dentro: sotto gli sguardi severi dei due uomini sentiva l'aria venirle meno velocemente e l'improvvisa tachicardia che di solito accompagnava un attacco di panico la stava assalendo.
Juliet si alzò, dondolando pericolosamente “Posso andare in bagno?Non mi sento molto bene.”
“Quando avremo finito, signorina Robinson.”
“Davvero, non sto bene...” disse di nuovo lei, con tono supplichevole, mentre appoggiava entrambe le mani sul ripiano del tavolo per cercare di non cadere nonostante il violento giramento di testa.
“Si sieda, signorina Robinson.- ordinò Horatio avvicinandosi, prima di voltarsi di nuovo verso l'altro CSI- Eric, chiama un'ambulanza.”
Il cubano tirò fuori immediatamente il cellulare, pronto ad eseguire quell'ordine, ma non poté fare a meno di osservare il proprio capo con espressione confusa mentre digitava il numero “Che c'è?”
Le sue pupille.- spiegò Horatio, spostando lo sguardo dal volto sempre più pallido della giovane- Sono estremamente dilatate. Credo che abbia un trauma cranico.”


   
 
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