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Autore: _CrazyWriters_    17/06/2011    1 recensioni
Chi avrebbe mai pensato che la cosa che amavo di più al mondo mi si sarebbe rivolta contro? Chi avrebbe mai pensato ad una cosa simile? Una sola domanda… perché? Forse una risposta non la troverò mai… forse dev’essere così e basta…
E poi… lui è un vampiro. Insomma chi sarebbe tanto scema da mettersi con un vampiro? Ovvio, solo io...
*Ila*
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ila*

Capitolo 13: Il lato cattivo

Gli alberi sfrecciavano veloci fuori dal finestrino della 911 Turbo nera di Damon. Non riuscivo a focalizzare lo sguardo in un punto fisso perché l’auto correva troppo forte.
Cercavo di prendere atto di quello che era appena successo e mi riapparve alla mente ogni istante di quella sera.
L’uomo era fermo e cercava i proiettili nel marsupio beige che indossava. Vicino a lui c’erano altri uomini, suoi amici e lo stavano aspettando.
Accanto a loro notai una roulotte bianca. Evidentemente si erano accampati durante la notte e stavano per iniziare la caccia.
“Muoviti! Altrimenti ci scapperà!” gli gridarono.
Non ce l’avrei fatta ad ucciderli tutti ma Damon mi avrebbe aiutata.
“Scusate!” dissi con la voce più agitata che riuscivo a creare.
“Ero venuta a fare un’escursione ma ho perso la cartina e non riesco a trovare il sentiero di ritorno. Per caso avete una mappa in più?” chiesi avvicinandomi al gruppetto.
L’uomo si voltò a guardarmi.
“Certo… Ne ho una proprio qui, aspetti signorina…” disse cortese.
Uno di loro, il più giovane, sui trent’anni, mi aveva squadrata dalla testa ai piedi.
“Ehi, buonasera! Avete visto che bella fanciulla ragazzi?” aveva gridato ai suoi amici.
Mentre diceva questo si era avvicinato a me e dai suoi occhi non trasparivano certo buone intenzioni.
“Charls lasciala stare, sei ubriaco.” gli aveva suggerito un altro tizio.
“Ma non voglio mica farle niente di male…” aveva ammiccato lui.
Io stavo con le braccia conserte e fingevo di sentirmi imbarazzata.
“Ecco a lei signorina.” sorrise gentile l’uomo a cui avevo posto la domanda.
Ad un tratto il più giovane allungò la mano per toccarmi.
Quello fu il momento adatto…
In una frazione di secondo gli afferrai il polso e glielo storsi, poi avventai l’altro uomo al collo e lo morsi con tutta la forza che avevo.
Gli altri che ci stavano attorno iniziarono a gridare e fuggirono assieme a quello a cui avevo rotto il polso salendo sul pick-up parcheggiato accanto alla roulotte che era servito per trasportarla fin lì.
Notai Damon partire all’inseguimento ma fermarsi poco dopo perché erano già troppo distanti per lui ed era inutile perderci tempo, uno l’avevamo preso.
“Brava amore…” disse appena tornò da me.
Lo vidi mentre afferrava il polso dell’uomo e iniziava a nutrirsi facendo colare il sangue dalle  labbra…
“Ehi Jinny! Mi senti?” la voce del vampiro mi fece svegliare da quei pensieri.
“Oh si… scusa…” borbottai ancora intontita.
“Mi raccomando adesso. Il più naturale possibile appena entriamo in casa. Se Stefan ci scopre siamo finiti. Ci manca solo che quel guastafeste del mio fratellino si metta a intromettersi nella nostra vita…” disse Damon scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
“Tranquillo, ho tutto sotto controllo…” dissi sorridendo.
Ma era realmente vero? Avevo tutto sotto controllo? La sera prima avevo ucciso un uomo e davvero pensavo che fosse tutto normale?
Infondo non ero come Damon o Stefan, loro potevano spegnere le emozioni a piacimento, ma la mia parte umana non me lo permetteva. Sarei riuscita a combattere con il pensiero di aver ucciso una persona, o alla fine sarei crollata?
 
Il portone di casa Salvatore scattò e si aprì permettendoci di entrare.
Avevo una mano nella tasca posteriore dei jeans di Damon e lui mi cingeva i fianchi con un braccio.
Superammo il soggiorno e stavamo per dirigerci al piano superiore ma una voce ci fermò.
“Dove siete stati di bello?” il tono serio di Stefan riecheggio nel silenzio dell’immensa casa.
“In giro a divertirci.” sorrise beffardo il mio ragazzo, come se andare in giro per Mystic Falls per un intero giorno fosse una cosa normalissima.
Stefan si alzò dalla poltrona dov’era seduto e si avvicinò a noi.
Guardò negli occhi Damon e poi passò a me.
Mi osservò millimetro per millimetro minuziosamente come se fosse sicuro di trovare qualche traccia della nostra notte brava.
“Non avete fatto niente quindi, oltre che gironzolare per la città…” disse ad un certo punto il vampiro biondo.
“Esatto.” concluse Damon con un secondo sorriso.
“E allora che ci fa una goccia di sangue umano accanto all’orecchino di Jinny?” chiese Stefan.
A quella domanda sbiancai. Mi si smorzò il fiato in gola e non riuscii a muovermi.
“Ma che cavolo dici fratello?” banalizzò il vampiro moro cercando di sviare i sospetti.
“Piantala Damon, tu stesso odori di sangue dalla punta dei piedi alla punta dei capelli! Cosa credevi, che non me ne sarei accorto?” continuò l’altro vampiro.
Damon non poté più dire niente in nostra discolpa e spostò lo sguardo dagli occhi verdi del fratello.
A quel gesto Stefan aprì la bocca sconvolto come se in realtà pensasse che i suoi sospetti fossero errati.
“Cazzo Damon!! Di te non avevo dubbi che avresti potuto combinare una cosa simile, ma tirare dentro questa storia anche Jinny è da idioti! Per caso vuoi mettere in pericolo anche lei oltre che te stesso?” sbraitò il biondo appena fu certo di quello che era successo quella sera che io e il mio ragazzo eravamo stati fuori casa.
“Va a quel paese Stefan! Cosa pensi di sapere, eh? Cosa ne sai di quello che voglio io o lei? Se tu vuoi seguire quella stupida dieta e concederti solo qualche bicchiere di sangue umano al mese, fa pure… ma non immischiare noi!” disse in tutta risposta Damon.
“Ma ti rendi conto di cosa dici? Tu stesso hai coinvolto Jinny in questa tua stupida battuta di caccia notturna! Pensavo che fossi cambiato Damon! Pensavo che fossi diventato per lo meno un po’ più maturo!!” urlò Stefan.
Le loro voci mi rompevano i timpani.
“BASTA!! Piantatela tutti e due! Sono stata io!! Sono stata io ad ammazzare quell’uomo! Ok? L’ho ucciso io, io stessa ho piantato i denti nella sua carotide, io stessa gli ho lacerato il collo! E sapete perché…? Perché mi piace…” dissi tutto d’un fiato avvicinandomi al volto di Stefan.
I nostri nasi quasi si toccavano e per la rabbia sentivo i denti pungermi e lo sguardo bruciare.
Stefan era letteralmente allibito.
“Dio, Damon… Cos’hai combinato…” sussurrò infine il biondo.
Respiravo affannosamente e mi controllavo a fatica.
Ai loro occhi dovevo apparire come un mostro…
Ero diventata un mostro…

...continua...

  
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